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Autore: Chihaar    09/09/2014    0 recensioni
Fantascienza basilare, doveva essere una piccola parte di un libro che non ho mai portato avanti dato che la trama non mi convinceva troppo. Il risultato dell'aroganza di un essere senziente.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nell’anno 790 del Settimo Reco, nella città di Nargipolis, scoppiò una guerra civile.
Per settimane le fazioni politiche si scontrarono in una città divisa in settori di influenza, causando centinaia di morti. La città era divisa in 5 settori, Rilati, Genesceri, Bladici, Taunesti, e Olibapi.
 
I Rilati erano una fazione politica che prediligeva un controllo assoluto di tipo militare: se avessero vinto, Nargipolis sarebbe diventata una dittatura con mire espansionistiche verso i territori circostanti a quello di influenza iniziale, in particolar modo verso sud, per garantire alla città uno sbocco sul mare.
I Genesceri, dei quali facevano parte quasi tutte le personalità più influenti della città, puntavano a realizzare un piano isolazionistico, in quanto il territorio di Nargipolis aveva accesso a grandi quantità di tutte le risorse e materie prime necessarie per un’autonomia della città.
I Bladici erano propensi ad un abbandono delle vigenti forme politiche elitarie, puntavano ad ottenere una democrazia diretta a sistema rappresentativo numerico, per poter mettere in atto una politica commerciale e diplomatica che fosse decisa dalla maggioranza della popolazione.
Altre erano le opinioni dei Taunesti, i quali avevano come obbiettivo l’abolizione dei privilegi di qualunque tipo: a qualunque gruppo di persone si appartenesse, che fossero partiti politici, famiglie nobiliari, imprenditoria di alto o basso rango, nessuno avrebbe avuto più o meno di chiunque altro nel territorio di Nargipolis, creando così un sistema egualitario di distribuzione delle risorse, sia materiali che economiche.
Infine erano gli Olibapi, una fazione in netta minoranza rispetto alle altre, ai quali stava a cuore solo il progresso tecnologico della civiltà Nargipolense: essi, infatti, puntavano al potere per destinare tutte le risorse non necessarie al sostentamento della popolazione verso la ricerca ed il progresso scientifico, convinti che solo trovandosi in superiorità tecnologica non avrebbero più dovuto temere le repubbliche i regni circostanti.
 
Nei primi tre mesi del conflitto la popolazione si ridusse drasticamente: metà dei civili, non coinvolti direttamente nella lotta al potere, fuggì dalla città durante le prime due settimane di conflitto, lasciando a circa 200.000 il conteggio dei facenti parte della lotta. I Genesceri eliminarono i Bladici nelle successive tre settimane, mentre i Rilati impiegarono due settimane in più a sterminare i Taunesti, portando così il controllo della città alla pari con i Genesceri. Queste due fazioni occupavano 2/5 della città ciascuna mentre gli Olibapi si ritiravano in un misero 10%, lasciando un’area come terra di nessuno. La ritirata strategica degli ultimi fu fondamentale per la loro sopravvivenza. Infatti, la forza armata Genescerica e quella Rilata si scontrarono per settimane nella terra di nessuno, decimandosi a vicenda.
 
Alla fine del quarto mese di scontri i numeri parlavano chiaro: 1500 Rilati, 2000 Genesceri e 500 Olibapi erano rimasti a contendersi rovine e macerie. Fu a quel punto che gli Olibapi fecero la loro mossa decisiva.
Da diversi mesi prima dell’inizio del conflitto un gruppo di scienziati Olibapi, che avevano capito come si sarebbe evoluta la situazione in città, aveva iniziato lo studio per produrre un milite che non potesse essere ucciso: poteva essere danneggiato ma allo stesso modo si sarebbe potuto riparare; in questo modo il Professor Narif Garatmes e tre suoi colleghi avevano realizzato il corpo di quello che doveva essere un nuovo tipo di soldato inumano, pronto ad eseguire qualsiasi ordine senza discutere, senza aver paura della morte, senza conoscere pietà. Sfortunatamente poco dopo lo scoppio della guerra civile, i colleghi di Garatmes vennero uccisi nell’esplosione di un mezzo pubblico, lasciando il professore da solo ad occuparsi della parte più difficile: la progettazione della mente di questi inumani. Si disse che non vi era altro modo se non collegarsi lui stesso alla rete e creare mentalmente una copia delle informazioni da trasferire nella mente di queste macchine. Mentre finiva il terzo mese di conflitto, Garatmes aveva completato il macchinario per provare a connettere se stesso alla cavia da programmare. Fu un successo.
Nelle settimane successive passò interminabili giornate a replicare e migliorare l’esecuzione del processo, inserendo anche la direttiva che quando un modello non avesse più rispettato i parametri di sicurezza e stabilità fisica e comportamentale, dovesse automaticamente, secondo diagnostica interna, fare rapporto all’officina automatizzata ed essere smontato, i materiali riciclati e ricostruito con parti nuove.
Al termine del quarto mese gli Olibapi sferrarono l’offensiva con 5000 Unità Inumane, i Garatmes, rendendo inoffensivi e costringendo alla resa le altre due fazioni nel giro di tre giorni. Tra Rilati e Genesceri ci furono appena 20 morti, mentre i restanti decisero tra esilio, incarcerazione o abiura della fede politica.
Nel mese successivo 20.000 unità Garatmes ricostruirono Nargipolis da cima a fondo: se prima era un disordinato mucchio di abitazioni, poi ridotte in macerie, ora la città era quasi surreale; la pianta era esagonale, le mura erano altissime e molto spesse, i palazzi all’interno erano uniformi, disposti in maniera ottimale per poter riaccogliere al meglio circa 700.000 persone, il tutto dotato di impianti idrici ed elettrici all’avanguardia e di spazi verdi disposti strategicamente: insomma, la città ideale al limite dell’utopia. Infatti non passò molto tempo prima che i vecchi abitanti e diverse migliaia di nuovi si trasferissero nuovamente all’interno delle sicure mura di Nargipolis.
 
Qualcosa, però, non era stato preso in considerazione dal Professore: Infatti aveva programmato i suoi inumani secondo direttive precise e statiche: a) non nuocere, per quanto possibile, a nessun essere vivente, b) eliminare ogni pericolo che avrebbe potuto nuocere agli esseri viventi e prevenire così gli stessi pericoli, c) salvaguardare ordine ed armonia all’interno del perimetro della città, d) eseguire sempre, logica e regole precedenti permettendo, una richiesta di un essere vivente.
Si dice che essi si trovarono a elaborare l’errore “Numero 0” alla celebrazione del primo anno di vita della nuova città: durante i festeggiamenti, alla comparsa di alcool e fuochi d’artificio, in poco tempo il caos delle persone urlanti e festanti invase le strade. Qualcuno scrisse anni dopo che fu come se per un secondo tutti i Garatmes prima rallentassero, per poi fermarsi una frazione di secondo, quando si vide una scintilla esplodere all’altezza della fronte, in tutte le unità, simultaneamente. D’improvviso tutti gli inumani iniziarono a concepire una sequenza logica, ma molto strana, in quanto non sarebbero dovuti essere in grado di farlo. L’errore Nr.0 divenne la Quinta Legge: in quanto programmati per non nuocere a nessun essere vivente, le unità iniziarono a concepire gli esseri senzienti come pericolo per se stessi e per gli altri viventi, quindi passarono alla direttiva successiva, mantenere ordine ed armonia all’interno della città; nel giro di poche ore 200.000 Garatmes condussero, senza l’uso della forza, oltre il doppio in numero di creature senzienti fino all’esterno della città, per poi sbarrare le sei porte di accesso come se le unità si ritenessero sotto assedio delle creature senzienti. L’unico essere vivente senziente che rimase all’interno fu il Professor Narif Garatmes, di cui nessuno ebbe più notizia.
La gente chiusa all’esterno delle mura si disperse nuovamente nei territori circostanti, lasciando che intorno a Nargipolis si creasse una steppa incolta per centinaia di chilometri in ogni direzione: volevano che quella città rimanesse come monito per tutti e che tutti potessero vedere a cosa può portare il genio dell’essere senziente: la sua rovina.
 
Anche dopo quasi 300 anni, i passaggi aerei in quella zona da parte delle navi mercantili hanno riportato testimonianza che la città all’interno è intonsa, perfettamente curata, come se non fosse neanche reale: l’incantesimo svanisce quando pattuglie di più di 100 inumani, scintillanti come l’argento, ne percorrono le strade in lungo e in largo, senza sosta.
   
 
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