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Autore: spongieluke    09/09/2014    4 recensioni
"Perché?" sussurrai indietreggiando.
Cos'era stata questa settimana per lui?
Una scappatella per fare scoop?
Scappai. Lontano, lontano da lui.
-Ti odio ma ti amo e adesso desidero svegliarmi con l'amnesia-
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prima che iniziate a leggere voglio avvisarvi che questa storia non verrà aggiornata fino le vacanze di natale, scusatemi ma questo è il mio ultimo anno di liceo e ci tengo abbastanza a completarla decentemente.
Magari durante la mia gita che si svolgerà a novembre mi verrà
 qualche ispirazione e scriverò e poi posterò, chi lo sa.. 
Non mollatemi vi prego, un bacione e buona lettura :)

spongieluke




Capitolo 10

 
 
Mi svegliai presto per rimettere a posto la casa e tutti stavano ancora dormendo come Snorlax*.
Cominciai a raccogliere i piatti sporchi e i bicchieri ancora mezzi pieni. Fortunatamente erano tutti di plastica, almeno non avrei dovuto fare le stoviglie.
Avevo cominciato a pulire, ma il signor Clifford stava a peso morto sul bancone, quindi decisi di alzargli il braccio destro e ci passai uno straccio, poi alzai la gamba destra faticosamente e cercai di fare la stessa cosa, ma cominciò a mugugnare.
“Non mi toccare” e mi tirò un calcio.
Ahia!
Mi strofinai il sedere e mi alzai, allora decisi di andare a pulire in soggiorno. 
Che puzza di alcol mamma mia.
“Ashton? Sei sveglio?” sussurrai avvicinandomi al biondo.
“Ronf” mi rispose cambiando posizione sul divano.
Da quando si trasferì dalla moquette non avrei saputo. 
Mi sfuggì un sorriso, sembrava un gatto.
Finii venti minuti dopo, mi sedetti sul divano dimenticandomi che c'era Ash.
“Aaahh... Oohh... chi-chi è?” Si strofinò gli occhi, “De? Ahio mi hai fatto male. So che preferisci il pacco di Cal e non il mio... ma sai, anche a me serve” disse ammiccando.
“Stronzo” mi alzai arrossendo. 
“Che ore sono? Ho un mal di testa...” chiese massaggiandosi la testa.
Guardai l'orologio “le otto e… quarantasette”
“Cosa? Cazzo, alle nove cominciano le prove... Aaah devo andare a chiamare gli altri”
Iniziò a correre, nel tragitto si inciampò a causa di un mobile e si prese una spallata contro il muro, stavo morendo dal ridere. Poi tornò indietro. 
“Ehm dove sono?” indicai la cucina seguendolo.
Non appena vide Michael gli saltò addosso e poi lo spinse letteralmente giù, “ahia, ma che cosa...? Ashton! Ti sembrano i modi di svegliare una persona?” il ragazzo strillò massaggiandosi il sedere, beh almeno imparava a tirarmi calci.
Era il karma. Beh si io credevo in ste cose.
“Amore sono quasi le nove!!”
“Non è vero, è una scusa per avermi buttato giù dal bancone” alzò gli occhi per guardare l'orologio e spalancò gli occhi “aaaahh ci uccideranno, dov'è Calum?? Vai a svegliarlo! Io intanto faccio colazione”
Ashton gli lanciò uno sguardo assassino “non ci pensare neanche, io faccio colazione e tu vai a svegliarlo. Dio sa quant’è difficile svegliarlo” 
“No no caro, ieri di chi era la festa? Tua. Quindi di chi è la colpa se ci siamo svegliati così tardi? Tua. Quindi vedi di svegliarlo subito” detto ciò Michael si diresse verso il frigo in cerca di cibo. Certo come se fosse a casa sua.
Il batterista però non si arrese “cosa cosa? Chi è che ha voluto organizzare questa festa?”
“Non io” intervenne il ragazzo dai capelli verdi prima che potesse farlo il biondo.
Alzai gli occhi al cielo “ce l’ho avuta io questa idea mio carissimo amico, vado io a svegliarlo. La prossima volta sognatela una festa a sorpresa organizzata da me”
Mi diressi verso il bagno.
Stava ancora dormendo come un barbone, abbracciando la bottiglia di Vodka.
Gli diedi un pugno sul braccio, ma non ebbe risposta.
Cominciai a dare pizzicotti sulla guancia, nulla.
Allora mi venne un’idea. Presi il manico per doccia puntandolo sulla testa di Calum e aprii il rubinetto verso l’acqua bollente.
Uno, due, tre…
“Aaaahhhh bruciooooo”
Chiusi il rubinetto.
“Oh ma ti sei svegliato” dissi tutta sorridente “sai sono quasi le nove e i tuoi a…” non finii di parlare che non c’era più l’ombra del ragazzo.
Mmh... nove è un numero inquietante e potente.
I ragazzi sparirono subito dopo aver ingoiato qualcosa, ma si dimenticarono di qualcosa, Luke.
Ma poi Erin mi disse che Luke era il piccino del manager, quindi lui poteva arrivare anche un’ora dopo rispetto l’orario prestabilito.
Se andava bene gli avrebbe offerto pure la colazione.
Mentre la mia migliore amica continuava a prendere sonno io mi misi al lavoro e feci le pulizie. Dopo circa due ore e mezza l’appartamento risplendeva. Mi applaudii da sola, orgogliosa di me stessa.
“Des ma è tutto così pulito, Luke ha fatto tutto prima di andarsene?”
La guardai e sgranai gli occhi, certo nei suoi sogni magari.
Continuò a borbottare cose del genere mentre tornava in camera.
Guardai l’orologio, era quasi mezzogiorno, sarei dovuta andarmi a preparare per l’appuntamento con Calum.
Decisi di mettermi qualcosa di carino optando per un vestito ed un paio di sandali infradito. Mi truccai leggermente e misi i capelli in una coda di cavallo. Presi la mia borsetta di pelle ecologica e mi avviai verso l’uscita.
Erin era già uscita, quella bastarda non mi aveva aspettato.
Prima di prendere un taxi decisi di comprare il pranzo in un ristorante molto carino situato a cinque minute dal nostro appartamento.
Almeno in questo modo Calum non avrebbe dovuto uscire attirando l’attenzione.
Che ragazza comprensiva. E modesta.
Guardai l’orologio, ci eravamo messi d’accordo via messaggio che ci saremmo visti per l’una mezza e ora erano solo quasi l’una.
Decisi che gli avrei fatto una sorpresa.
Presi il taxi e non appena arrivai scrissi ad Erin dicendole che ero fuori dallo stadio, ma non sapevo in che modo entrare. Mi disse di aspettare che mi sarebbe venuta a prendere e in meno di dieci minuti arrivò all’uscita.
“Calum mi aveva detto che dovevi arrivare per l’una e mezza, come mai così presto? Non è da te essere in orario” mi prese in giro posando le mani sui fianchi.
“Beh oggi ero in anticipo e sono venuta a fare una sorpresa, problemi? O preso pure il pranzo” risposi mostrandole il sacchetto del takeaway.
Lei rise e mi prese il sacchetto dalle mani.
“Ma come sei dolce, Cal apprezzerà sicuramente il tuo gesto. Ti piace davvero eh?” continuò prendendomi in giro.
“Forse… so solo che oggi è il nostro ultimo giorno da finti fidanzati e vorrei che vada tutto bene” ribattei seria.
“Spero diventiate presto una coppia vera perché a mio parere state molto bene insieme” disse Erin facendosi seria.
Poi mi passò il pass per passare nel backstage ed entrammo nell’edificio.
Mi disse che sarebbe andato a cercare Luke perché stava parlando con il manager, quindi mi indicò dov’erano i camerini e mi lasciò sola.
Dopo cinque minuti arrivai senza perdermi, sana e salva davanti il camerino dei ragazzi, ma non appena volevo bussare sentii pronunciare il mio nome.
Decisi di rimanere ad ascoltare un attimo, giusto per sapere di cosa parlassero. Sapevo che non era educato, ma ero curiosa.
“Si infatti vedete che ho vinto” disse qualcuno, la voce ottusa non mi permise di riconoscere il proprietario.
“Sei il più forte Cal, ma non è giusto che tu vinca sempre. Guarda che anche noi ci guadagniamo i soldi in cambio di sudore” esordì qualcun altro, sembrava Michael, ma non ero sicura. Però sapevo che la battuta precedente era di Cal.
“Ragazzi non lo so, mi dispiace così tanto per Des. Lei è una mia carissima amica e mi fa male sapere che è stata presa in giro per tutto questo tempo” sbarrai gli occhi.
Cosa stava succedendo?
Di cosa stavano parlando?
“Beh non le ho fatto niente, non l’ho manco toccata e tanto meno baciata. Quindi non preoccuparti Ash” loro sapevano del finto fidanzamento?
“Ho capito che non le hai fatto niente, ma comunque le hai mentito e la fiducia di una persona non la si acquisisce in questo modo”
Come mi aveva mentito? No, non era possibile, eppure il mio conscio avevo capito tutto.
“Però non ci ha perso niente, è stata con una star, avrebbe potuto chiedere di meglio? Non penso proprio?” riconobbi la voce di Calum questa volta perché aveva cominciato ad urlare.
Le lacrime cominciarono a rigarmi il volto, non erano salate come le descrivevano nei libri, erano insipide e quasi amare.
Lasciai cadere il sacchetto per terra e cominciai a correre verso l’uscita, chiamai un taxi e gli chiesi di portarmi a casa il più veloce possibile.
Non potevo credere alle mie orecchie.
Io ero la stupida, non i suoi amici.
Tutti sapevano tutto ed io ero quella che viveva nel suo mondo costruito da bugie.
Non appena entrai in casa aprii il freezer per prendere il gelato. Era una cosa che mi calmava e mi permetteva di riflettere.
Mi sedetti sul divano e cominciai a mangiare.
Tutto quello che provavo per lui in questo momento era ribrezzo, non meritava neanche di essere odiato e non lo odiavo.
No, non lo odiavo.
Finendo il gelato la voglia di andare in un’altra città per calmarmi un attimo prese sopravvento.
Pensai ad una città che avrei voluto visitare e mi venne in mente Parigi.
La bella e romantica Parigi.
Quella sarebbe stata la mia meta.
Mi alzai dal divano dirigendomi verso camera mia dove preparai la valigia.
Scrissi alla mia migliore amica dicendole che avrei approfittato della sua assenza per andare a visitare un’altra città. La scongiurai di non spifferare a nessuno dove sarei andata, nemmeno ai ragazzi e telefonai a mio padre per chiedergli di prenotare il primo volo possibile per Parigi.
Infine spensi il dispositivo.
 
Sarei partita alle 16, avevo ancora un’oretta di tempo, quindi decisi di scrivere una lettera a Calum. Completata scrissi sulla busta ‘Calum’ e la lasciai in camera di Erin e me ne andai, senza una lacrima.
Dovevo ricordarmelo, io e lui non eravamo mai stati veramente una coppia, quindi poteva fare quello che voleva.
 
 
 
*Snorlax è un Pokémon che dorme costantemente.
 
Heiii
Eccomi qua finalmente!
Da quanto tempoooo
Spero vi piaccia il capitolo baci :*
 
Bye xxx
 
spongieluke
   
 
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