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Autore: Harleen    27/09/2008    2 recensioni
Mettere in mano a Brendon un’enciclopedia medica è stata una pessima idea. Davvero, quasi peggio delle meduse sul gilet di Jon – che Ryan si ostina a spacciare per fiori, ah! – anche se a pensarci bene, quelle meduse sono Il Male Assoluto.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Before you begin… Non è mai accaduto, non accadrà mai e, nel nome di Dio, se accadesse vorrebbe dire che tra Jon e Brendon non si sa chi è più squilibrato e/o idiota

Before you begin… Non è mai accaduto, non accadrà mai e, nel nome di Dio, se accadesse vorrebbe dire che tra Jon e Brendon non si sa chi è più squilibrato e/o idiota.

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Can I just grope you?

(Pls? With sugar on top?)

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Mettere in mano a Brendon un’enciclopedia medica è stata una pessima idea. Davvero, quasi peggio delle meduse sul gilet di Jon – che Ryan si ostina a spacciare per fiori, ah! – anche se a pensarci bene, quelle meduse sono Il Male Assoluto.

“Uh, la stipsi!”

…A pensarci veramente bene, quel libro nelle mani di Brendon è peggio del Male Assoluto. Tipo il Male Assoluto Al Cubo.

“Spencer, fatti visitare! Potresti avere la stipsi!”

“Brendon, avvicinati e ti picchierò.”

“Ma la stipsi –”

“La mia regolarità intestinale è, per l’appunto, regolare. Stammi lontano, grazie.”

“Oh, insomma –”

GRAZIE, Brendon.”

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“RyRoooh!”

L’uggiolato di Brendon non gli piace. E’ come una spia, il preludio a cose poco piacevoli.

“Co… cosa?”

“Spencer non mi permette di controllare se ha la stipsi! Non capisce che lo faccio per il suo bene!”

Ryan si sente improvvisamente debole e pallido e terrorizzato e in trappola. Soprattutto in trappola.

“Devo andare.”

Annuncia lapidario, un tentativo di salvezza si lancia verso la porta, ma viene placcato stile giocatore di rugby.

“Oh, RyRoh! Ho trovato la pagina dello scheletro umano, ma non trovo la scapola. Posso tastarti? Tu sei ricoperto a malapena da uno strato di pelle, sarà facile!”

“Uh, la scapola? Ma tu guarda! Proprio la scapola! Eeeh… Me l’hanno asportata quand’ero piccolo. Anzi, no, aspetta, sono proprio nato senza. Non posso aiutarti, mi dispiace.”

Serra la mano sulla maniglia della porta, la apre e fugge via a balzelloni. Brendon sbuffa, frustrato.

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Il sonno. Il calore delle coperte. La morbidezza devastante dei cuscini, la sofficità delle lenzuola intiepidite dalla nottata di sonno appena trascorsa, il leggero peso del piumone sul corpo. Esiste cosa più bella?

Jon sorride estasiato e decide di no. Se fosse uno dei suoi tanti gatti, probabilmente si appallottolerebbe più di quanto già non stia facendo e farebbe le fusa fino allo sfinimento.

E poi, mentre è immerso nella beatitudine più totale e non è mai stato tanto in pace col mondo, sente qualcosa.

Qualcosa di sospetto ed incredibilmente inquietante.

Tipo una risatina trattenuta dietro una mano ed un peso che si poggia all’estremità del materasso, salvo risalire a poco a poco fino a trovarsi sopra di lui.

E purtroppo, Jon questo lo sa, non è un gatto. I gatti non pesano tanto.

“Gah?”

Apre a malapena un occhio, trovando Brendon in piedi che lo sovrasta e lo guarda con un sorrisone inquietante, un libro incredibilmente voluminoso in una mano e l’altra poggiata contro il fianco. Smuove un po’ i piedini, per far beccheggiare il materasso, e Jon non teme mai come ora che Brendon gli rovini addosso e lo uccida o che si limiti a spaccare il letto e allora lui verrà ucciso.

Nelle maniere più atroci.

“Buongiorno, JonWalker!”

Trilla, buttandosi sulle ginocchia – e facendo nuovamente temere la morte a Jon – e quindi trovandosi in equilibrio sui talloni, a cavallo delle gambe del povero bassista. Non spiega poi molto, si limita a mostrargli la copertina dell’enciclopedia.

Jon capisce, capisce che Ryan e Spencer gli devono tipo tre tonnellate d’oro per quello che adesso sarà costretto a subire, e si getta di schianto sul letto.

“Ti prego, no. Sto bene, non voglio essere visitato.”

“Ma cosa hai capito, JonWalker!” strepita, agitando una manina nell’aria, “Ho trovato lo scheletro umano ed ho bisogno di riscontri col mondo reale. Visto che io non riesco a trovarmi da solo le ossa, tu mi farai il favore di stare fermo a sufficienza da darmi modo di capirci qualcosa?”

“E’ assolutamente necessario?”

“Assolutamente sì!”

Socchiude gli occhi con aria sofferente, si alza il lenzuolo per coprirsi fin sopra la testa e sospira un paio di volte, cercando di ricordarsi perché non dovrebbe sopprimere Brendon.

1 – Perché l’omicidio è illegale;

2 – Perché poi Ryan ucciderebbe lui;

3 – Perché Spencer lo eviscererebbe;

4 – Perché lui è JWalk e deve essere paziente e pacioccoso;

5 – Perché quello è Brendon e praticamente gli sta a cavalcioni sopra e – porca vacca – deve ancora trovare l’essere umano che sputerebbe sopra una cosa del genere.

“Se solo accenno a sentire dolore, ti spacco i denti a cazzotti.”

Brendon annuisce felicemente, aprendo l’enciclopedia alla pagina desiderata e poggiandola sul letto accanto a loro.

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“Questo è… um. Questo dovrebbe essere, credo, tipo… una clavicola…?”

Jon sospira. Afferra la mano di Brendon e gli sposta le dita dal collo a poco più giù fino all’effettivo osso.

“Eccotela la clavicola, genio.”

“Oh, ma ciao, clavicola!”

…Perché Brendon prova un gusto perverso a salutare qualsiasi cosa gli capiti a tiro?

.

“Okay, questa la so! E’ la scapola!”

“Yep.”

“Yay! Tu pensa, il povero RyRo è nato senza le scapole… che vita triste.”

“Oh, non preoccuparti, c’è chi sta peggio. Tu sei nato senza cervello, ma sei arrivato tranquillamente alla maggiore et – ahio, Brendon, non calcare!”

“Così impari.”

.

“Questo è l’omero, poi il radio e l’ulna.”

Le dita di Brendon sono fresche.

Il semplice scorrere delle falangi lungo il suo braccio, un leggero calcare ogni tanto per avere conferma delle ossa che sta cercando e la sensazione dei polpastrelli gelidi contro la pelle calda, gli danno una strana sensazione. Si sente piegare il polso e analizzare i palmi delle mani, poi il dorso e infine le dita, e poi il respiro di Brendon che si è chinato per osservargli la pelle e disquisire sui suoi calli.

E’ sicuro di non essere lucido, perché quando Brendon gli lascia in pace gli arti superiori si sente quasi dispiaciuto.

Dev’essere totalmente rincretinito dal sonno. Sicuramente.

.

“Yeh, le costole! JonWalker, abbassa il lenzuolo così che io possa contarti le costole!”

Strizza spasmodicamente le manine attorno alle coperte, temendo il freddo che proverà quando ne verrà brutalmente separato – e conoscendo Brendon, è questione di minuti – e si inquatta ulteriormente sotto, nascondendosi fin sopra il naso.

“Fa freddo.”

Spiega in un pigolio.

“Non fa freddo!”

“Sì, fa freddo.”

“No, non fa freddo.”

“Sì invece.”

Brendon allunga una mano verso le lenzuola talmente lentamente che Jon fa in tempo a vederla e scordarsene pure, tanto è assorto nella discussione. E infatti, inevitabilmente, le coperte vengono abbassate con uno scatto repentino che strappa a Jon qualche parolaccia ben poco rispettosa nei confronti della madre di Brendon.

“Su, su, collabora e finiremo prima.”

“Fottiti.”

“Sta’ fermo, devo solo tastarti un po’ la gabbia toracica.”

Jon si gela sul posto. Incapace di muoversi, di muovere una lamentela, di fare qualsiasi cosa che non sia stare fermo con le braccine spostate dall’altro lungo i fianchi. Odia fare da cavia. O da manichino, o che dir si voglia. Lo odia.

Come d’altronde odia vedere l’espressione concentrata di Brendon e odia sentire le sue dita che gli scorrono sul petto calcando e cercando di distinguere le ossa e differenziarle – Dio, ma perché si è prestato? E’ la cosa più idiota di questa terra.

“Bren, che palle, smettila.”

“Nuoh!” esclama al massimo della disperazione, “Mi mancano poche ossa!”

“Poche una cippa, mentecatto, manco hai finito il costato!”

“Beh, se stessi un po’ più fermo potrei finire con più velocità!”

“Brendon, davvero, mi sono rotto.”

“Ma –”

“…Visto che sei tanto in fissa, se la smetti ti faccio sentire l’osso di cane che ho sulla spalla.”

Brendon non capisce immediatamente cosa stia accadendo. Guarda la spalla di Jon, ed effettivamente sembra esserci qualcosa di strano.

“Cos…” avvicina il dito senza nemmeno pensarci, ricevendo in ‘risposta’ un qualcosa di simile ad un urlo feroce, incredibilmente simile all’abbaiare di – per l’appunto – un cane. “FOTTITI, JONWALKER!”

Jon ride, deliziato dall’ingenuità e dalla stupidità di Brendon: erano anni che non trovava un povero innocente all’oscuro di quel giochino scemo.

Gli viene calcata una mano sulla pancia che gli fa mancare il respiro, si gira un po’ nel letto in un tentativo di liberarsi, e poi realizza la posizione in cui si trova.

Ne prende coscienza di botto, nota le gambe di Brendon mollemente tenute attorno ai suoi fianchi, una mano del ragazzo pressata sul suo addome e l’altra sul cuscino, accanto al suo viso, per evitare al cantante di rovinargli addosso, i capelli troppo lunghi che gli sfiorano una guancia ed il respiro spezzato dallo spavento e dalle risate che nonostante tutto non riesce a nascondere.

Ed evidentemente si è accorto di qualcosa anche Brendon, perché stranamente non sta più parlando a raffica, inveendo su tutto il mondo che cospira contro il suo desiderio di conoscenza.

“Bren…” bisbiglia, deglutendo lentamente, incapace di dire o fare altro. Non sa come si gestisce una simile situazione, insomma, lui è abituato con le ragazze. Con una ragazza ti limiti a piegare la testa di lato e baciarla, non ci sono impedimenti di alcun tipo. Al massimo se il naso è troppo ingombrante, ma non è questo il momento di pensarci.

Con Brendon? Con Brendon i problemi aumentano esponenzialmente.

Perché Brendon è un amico, Brendon è piccolo, Brendon è il cantante della sua band, Brendon è un ragazzo. Un ragazzo a cui, a logica, dovrebbero piacere le ragazze, non di certo goffi bassisti gattari.

“Mh?”

Prende fiato. Prende fiato un’altra volta. Alla terza sente la testa girare, segno che sta iperventilando e la cosa non è buona, perché non contribuisce alla sua lucidità.

“Bren, ma a livello di indagine di mercato, puramente in piano teorico…” si schiarisce la voce, prendendo tempo. “ti offendi se ti bacio?”

Brendon lo guarda per diversi istanti senza dire nulla.

“Sei tonto.”

“E’ un no?”

“No! …E’ un ‘sei tonto’.”

“Sono tonto.”

“Estremamente tonto.”

“Ma quindi è un sì?”

“No, è che io avevo pensato… oddio, avevo pensato, detta così sembra una cosa su cui ho riflettuto molto e non è così. Non è assolutamente così. Diciamo che ho improvvisamente avuto quest'illuminazione e credevo che tu avresti- cioè, credevo che io- è che- gaaah, okay, ce la posso fare. Baciami. Ma senza fare indagini di mercato.”

Jon si sporge appena verso di lui, Brendon china il capo ed effettivamente si baciano. Si baciano semplicemente a stampo, all’inizio, e poi Jon piega un po’ più a sinistra la testa e fa aderire meglio le loro bocche e Brendon, seriamente, non capisce perché non abbia approfittato prima di Jon in questo senso perché, diamine, è meglio di qualsiasi altra cosa provata prima. Anche meglio della RedBull e del caffè e qualsiasi altra cosa abbia mai assaggiato. Tipo, miliardi di volte meglio.

La sensazione delle labbra di Jon sulla pelle ha effetti devastanti sul suo sistema nervoso. Ed è matematicamente certo che non esista droga al mondo che possa arrivare anche solo lontanamente vicino a quello che è sentire sotto le mani il calore del suo petto, una mano che scorre lentamente sulla coscia ed una che gli accarezza morbidamente il collo, i capelli sul viso, la barba che pizzica leggermente e – cazzo.

“Oddio.” annaspa, socchiude gli occhi ed assieme a quella semplice parola gli fugge via ogni traccia di ossigeno presente nei polmoni. “Oddio.” ripete, facendo ridere sommessamente Jon. Jon, che ancora sta tenendo una mano nei suoi pantaloni. Con una nonchalance a dir poco invidiabile.

E quel sorriso.

“Non pensavo ti scandalizzassi per così poco.”

“Non sono scandalizzato.”
“E allora?”

“Allora… allora mi hai spiazzato.”

Jon lo osserva con un sopracciglio alzato, prima di baciarlo nuovamente e cercare con la mano libera di abbassare le lenzuola perché c’è veramente tanta, troppa stoffa di mezzo, per i suoi gusti. Ed anche per quelli di Brendon, suppone, visto l’entusiasmo con il quale si infila sotto le coperte una volta che sono state messe da parte.

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“…Questo letto è in condizioni pietose.”

Mugugna con tono piagnucoloso Jon, osservando mestamente un lembo di piumone giacere esanime al suolo.

“Non lo era prima che un idiota a caso – tu – decidesse che faceva troppo freddo per liberarsi delle coperte in esubero.”

“Questo è perché fa freddo!”

“Io ho caldo.”

“Se hai l’ipotalamo che coglioneggia non è certo affar mio.”

“Ipoche?”

“Ipotalamo, scemo. E’ la parte del cervello che regola la temperatura corporea.”

“Oh, JonWalker, ma allora sei una persona colta!”

“…Avevi dubbi al riguardo?”

“No.” a Brendon brillano gli occhi. Jon si sente genuinamente preso per i fondelli, ma decide di non farci troppo caso. “Sappiamo tutti che sei un Vero Uomo, forte, coraggioso, colto, generoso, un eroe! Oh, JonWalker, sei Chuck Norris!”

Gli afferra la testolina e preme contro il materasso, facendolo sprofondare.

“Fottiti.”

“Sei anche l’Uomo-Che-Non-Deve-Chiedere-Mai, anche se ti metti a fare indagini di mercato idiote e totalmente superflue. Non sapevo più cosa inventarmi, per convincerti a prendere l’iniziativa.”

“Tu, piccolo verme impostore e manipolatore, mi hai quasi sfondato qualche osso semplicemente per infilarti nel mio letto?”

“Detta così suona quasi una macchinazione malvagia.”

“Perché non lo è, mh?”

“Assolutamente no! Ed ora fermo, voglio cercare la rotula.”

“Ma non era tutta una scusa per sedurmi?”

“In origine sì, però ci ho preso gusto ed ora sono curioso.”

“Se te la conficco nel pancino dici che la trovi?”

“Non ne avresti il cuore.”

“Sì invece. Smettila di fare gli occhi da cucciolo. Smettila. Smettila, ho detto.” singhiozza un po’ a secco, prima di nascondere la testa sotto al cuscino e mugugnare un “Muoviti a spaccarmi le gambe, prima che subentri il mio istinto di conservazione e te lo impedisca uccidendoti in un modo atroce.”

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Aw, JWalk & Bden! Io li amo <3

Li amo quando sono insieme, soprattutto <3 Insomma, loro sono assolutamente canon. Si sono dedicati a vicenda ‘A Whole New World’ la sera stessa in cui si sono conosciuti! A Whole New World! Aladdin!

“Tell me Princess now, when did you last let your heart decide?”

Cercate di capirmi. It must be love!

.

Btw. Parliamo di cose serie.

…Yehe, lasciate un commentino? :°D

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Vostra,

Christine Black

   
 
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