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Autore: Ariana_Silente    09/09/2014    1 recensioni
Il ragazzo scosse la testa, c'era sempre stato qualcosa di sbagliato nella sua vita.
Come poteva dirle cosa si prova a vivere dieci anni in una famiglia, tradirla per conquistarne un altra e scoprire di non appartenere nemmeno a quella nuova?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Theon Greyjoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le vicende che riguardano Theon mi hanno colpito molto. All'inizio lo prendevo per un ragazzotto arrogante e ambizioso, che non sapeva di essere solo un ostaggio, insomma, seguivo un po' il parere di Jon. Poi ha fatto quello che ha fatto a Grande Inverno e di certo non ha giovato all'aumento della mia stima nei suoi confronti. Poi però è arrivato Ramsey Snow e ho avuto modo e tempo di riflettere. 
Il riferimento del sito è alla serie tv (ma ho anche letto i libri). Ah, e ho messo il rating giallo solo perché mi riferisco alle cose simpatiche e salutari che Theon ha subito, non per altro.
Buona lettura!

 

***

Adesso sono io che ti riconosco.

***

 

Faceva freddo, anche intorno al fuoco. Solo rischiando di bruciarsi le mani si poteva sentire un po' di tepore. Ma lui non poteva permettersi di correre quel rischio.
I dolori delle dita fantasma non lo facevano dormire, a volte gli prudevano talmente tanto che avrebbe voluto davvero riavere tutte e dieci le sue dita per potersele strappare da solo.
Eppure essere attorno a quel fuoco, in mezzo al bosco e alla neve, non avrebbe potuto sperare in niente di meglio... sapeva fin troppo bene che solo la morte avrebbe potuto cancellare la memoria...

Le fredde lame che penetravano, come fulmini a ciel sereno, tra la pelle, appena appena al di sotto, e i muscoli, recidendo piccoli nervi e strisce invisibili di tessuti e lasciando intatto il resto, l'aveva visto, il Bastardo si era premurato che potesse osservare bene la scena della lama che penetrava sotto la cute e si muoveva... il dolore arrivava un attimo dopo. Nella pausa tra il respiro trattenuto e l'inizio del lamento.

Ma non era solo quello a tormentarlo, se chiudeva gli occhi e rimaneva fermo, non era né il freddo a dargli fastidio e nemmeno le dita fantasma, bensì il calpestio dei ratti che gli avevano mangiucchiato la faccia a rimbombargli nelle orecchie, era il ricordo del corpo fremente del topo che aveva catturato e divorato, a farlo rabbrividire di disgusto.
Un ghigno sghembo gli deformò le labbra e per un attimo i suoi denti rotti luccicarono alla tenue luce, di tutto quello che aveva subito, pensò, era quello che lo disgustava. Non che avesse desiderato servire il Bastardo, non che si fosse sentito appagato del vino e avesse conteso il cibo con dei cani, nemmeno che avesse permesso a quel mostro sanguinario di ridurlo a una sua creatura, a Reek.
Erano quei maledetti esserini schifosi che gli rimanevano impressi nella mente, sulla faccia...

«A cosa pensi?» Theon sollevò lo sguardo dalle fiamme. Sua sorella lo scrutava, a disagio in mezzo alla neve.
Se fosse stato ancora la persona che era ne sarebbe stato soddisfatto. Si sorprese a pensare di sentirsi più a suo agio in mezzo a quel deserto bianco che sulla tolda di una nave.

«Penso a questa neve.» Sorvolò sul fatto gli venivano anche in menti cinque cuccioli di metalupo, in una radura di una vita perduta, accanto all'unico fratello che avesse mai avuto. Lei rimase in silenzio.

«Perché non sei venuto via con me, quando avresti potuto?» Rilanciò Asha*. «La piovra attacca per poi scomparire.» il ragazzo scosse la testa, c'era sempre stato qualcosa di sbagliato nella sua vita.
Come poteva dirle cosa si prova a vivere dieci anni in una famiglia, tradirla per conquistarne un altra e scoprire di non appartenere nemmeno a quella nuova?

«Ho commesso uno sbaglio.» Mormorò. Un lampo divertito passò negli occhi della ragazza.

«Come quando mi hai scambiata per la moglie di un marinaio qualunque?» Ma smise di ridacchiare alla vista dei suoi occhi. L'unica parte di lui a essere rimasta come la ricordava... no, non era vero. Gli occhi del fratello tornato dalle terre verdi che aveva conosciuto avevano una luce forte e determinata, c'era spavalderia e arroganza; negli occhi di questo vecchio sconosciuto, fratello solo di nome, in quel momento non c'era nulla di tutto quello. C'era ferma disperazione in quegli occhi scuri che le erano rimasti sempre poco familiari. C'era la consapevolezza di non avere più un posto nel mondo.
C'era il terrore della sofferenza.

«No sorella, quella è stata solo una conseguenza





§§§

*nella serie televisiva è Yara, ma è comunque la sorella di Theon.


 

  
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