Titolo della storia: Come closer.
Titolo del capitolo: Touching.
Personaggi: Kurogane / Fay D. Flourite / Syaoran / Sakura
Rating: Arancione
Note dell'autore: Long-fic / Romantica /
Introspettiva / AU
Disclaimer: Personaggi, luoghi e abitudini
sono di proprietà del mangaka; lo scritto
e le situazioni sono di mia proprietà.
.Come
closer.
Inutile dirlo, meno che meno pensarlo: quella fila
non sarebbe mai
finita. Provò ad allungare il collo per quanto possibile dal
mantello forse
spillato troppo stretto ( la paura che qualcuno potesse strapparglielo
l'aveva
attanagliato fin dal giorno prima ) ma non riuscì a vedere
la fine della coda
nemmeno per sbaglio. Sforzò le labbra in un sospiro roco e,
sistemandosi meglio
la spada alla cintola, abbassò lo sguardo sui due ragazzi
più piccoli accanto a
lui. Syaoran gli restituì l'occhiata con espressione
rassegnata, tenendo per
mano una Sakura emozionata, tanto che stava stringendo fino allo
spasimo quella
polpetta bianca. « Rimarremo ancora un po' fermi. »
Li avvisò, perché gli
sembrava giusto dover loro almeno quello dopo averli trascinati con
quei
vestiti e in quella situazione per loro del tutto nuova.
Syaoran si chiuse nelle spalle e
accennò un sorriso; lo scettro dorato
nella sua mano libera doveva pesare parecchio, ma stranamente riusciva
a
sentirsi totalmente a proprio agio. « Non è un
problema, ormai siamo qui ed è
inutile tornare indietro, vero Sakura? » Rivolgendosi alla
ragazza questa
brillò in un sorriso tutto in funzione del più
grande stretto nei vestiti
scuri, per non farlo preoccupare mentre le monetine suonavano al bordo
della
sua gonna ampia, bianca e rosa. « Mh! Sono sicura che ci
divertiremo, cosa sarà
mai un po' di fil- oh, guardate, tocca a noi! »
Finalmente sarebbe toccato al loro blocco e subito
cominciarono ad
avanzare, tenendosi vicini per non perdersi ( in verità per
non perdere Sakura,
ma andiamo avanti ) e passare attraverso il cancello lasciato
spalancato. Forse
era troppo presto, si disse il più grande, nello scrutare la
gente abbastanza
rada all'interno nonostante la fila, forse erano tutti nelle strutture
come era
abbastanza ovvio. « Va bene, cosa volete fare? Io devo
entrare, se volete
venire con me-- » « Scusate! » Non fece
in tempo a finire la frase che un
ragazzino dai vestiti completamente normali e la faccia ancora
più normale, con
in mano una macchinetta fotografica, si parasse davanti a loro
ansimando come
se avesse corso. Gli brillavano gli occhi, tanto che Sakura gli
regalò uno di
quei suoi soliti sorrisi. Quasi gli fece cadere l'oggetto dalle mani...
« P-Posso farvi una foto?! Tsubasa
è il mio manga preferito e voi siete
perfetti! Specialmente Kurogane... » Youou storse le labbra e
incassò il
complimento tanto bene quanto fece scendere il viso nelle alte falde
del
mantello dando un colpetto a Syaoran da dietro le spalle. Quei due lo
facevano
ridere, persino il nome uguale al personaggio... « Mh,
sì, grazie. Muoviamoci,
voglio entrare a vedere se ce l'hanno. » La posa fu semplice,
con i due più
giovani avanti e abbracciati e l'altro alle spalle, la lama quasi
sguainata e
il ghigno ferino di Kurogane che gli usciva tanto bene, almeno a detta
di
Sakura. Peccato che in quella posa dovettero restarci per almeno cinque
minuti:
Youou nemmeno si sprecò a contare la mandria di fotografi
attorno a loro, ma
percepire l'eccitazione di Sakura attraverso la lieve stretta alla mano
servì a
fargli sopportare quella piaga. Per le foto c'è tempo, le
action figures invece
spariscono come niente.
« Finito? Bene, muoviamoci. Poi facciamo
tutte le dannate foto che
volete. » Fu categorico, per questo i due più
piccoli lo seguirono come
cagnolini, cercando di passare attraverso la gente che, ecco dove si
era
ammassata!, rimaneva all'entrata degli enormi padiglioni della
convention.
Dovette farsi largo a spallate, più o meno figurativamente,
per poter accedere
allo spazio riservato ai numerosi stands. Non aveva molti soldi con
sé, e
doveva andare a colpo sicuro: per questo fermò i due ragazzi
assumendo l'atteggiamento
di un leader con molta poca voglia di farlo. « Sentite, in
tre ci muoviamo
male. Ci ritroviamo tra mezz'ora qui. » Non
aspettò nemmeno una risposta
positiva che subito sparì con il mantello rovinato che gli
saettava sulle gambe
fasciate di nero. L'armatura sul petto, rigida come un tubo, gli stava
dando
fastidio in qualsiasi punto possibile e forse, forse, mettere quelle
stupide
lenti a contatto rosse non gli stava facendo bene. Aveva tanta voglia
di
togliersele e tornare al suo naturale colore nero, quando girando un
angolo e
quasi schiacciando una povera Mikasa, la vide.
Svettava su una mensola, accanto a quella che
doveva essere Miku Hatsune
-non se ne intendeva davvero di cose da ragazze-, dentro la sua
scatolina,
l'unica figure di Fay D. Flourite in commercio. Non era solito
comportarsi in
un modo tanto da ragazzino, eppure fece addirittura uscire la mano da
sotto al
mantello per andare a stringere la scatola e-- « Mi scusi,
quanto viene? ~ » e
una voce sconosciuta alla sua sinistra domandò per lui. Le
sopracciglia si
aggrottarono tanto da formare piccole rughe sulla fronte -coperta, per
fortuna-
e subito le spalle ampie si girarono per fronteggiare l'avversario.
Quella cosa
doveva essere sua. « OI--- » Troppo spesso nel giro
di una mezz'ora le parole
gli morivano in gola. Lo guardò dalla testa ai piedi,
soffermandosi sul grosso
scettro dalle pietre azzurre contro il braccio, il lungo cappotto
bianco, i
capelli biondissimi e naturali, gli occhi azzurri come un lago
ghiacciato. Non
poteva crederci, quello era... Fay in carne ed ossa?! Sentì
le guance andare a
fuoco e distolse lo sguardo, borbottando parole incomprensibili. Non
l'avesse
mai fatto.
« ... oh, un Kuro-sama! Non poooo~sso
crederci, dobbiamo assolutamente
fare delle foto insieme, mh? » Lo sconosciuto sorrise e Youou
lo vide con la
coda dell'occhio; seppe da subito di essere fregato. Non poteva
somigliare così
tanto all'unico amore della sua vita -in 2D per giunta-, non gli era
permesso.
E soprattutto non era permesso innamorarsi di uno sconosciuto solo per
quel
motivo. Ma non fece in tempo a replicare: una mano altrui, fresca e
sottile,
già si era poggiata sulla sua spalla. « M-mh.
»
Sapeva già di essere nei guai e di
essere pericolosamente a perdere quel
minimo di compostezza rimastogli addosso in tanti anni…
dannazione!
.Fine.
E boh, diciamo che l'idea non mi sembrava tanto male........ in testa. Ma vabbè. Dedicata, come sempre, a lei. ( L )