Demon's Blood
Capitolo 1 -L'Incontro-
Una figura femminile scendeva con eleganza i gradini
in pietra che portavano alle celle dei gladiatori. Queste celle erano diverse per ogni categoria
di demoni che ci alloggiavano: quelle per i mezzidemoni e gli schiavi erano in
pietra, dove venivano stipante quindici persone in trenta metri quadri, mentre
quelle dei demoni di alto rango erano fatte di marmo e ci alloggiava un singolo
demone nel medesimo spazio.
La ragazza scese l’ultimo gradino, per poi
ravvivarsi i suoi lunghi capelli neri. Indossava un abito nero, che le arrivava
fin sotto il ginocchio, che sembrava essere fatto della stessa essenza
dell’oscurità. Aveva due grandi ali nere, con una striatura bianca ad inizio
piume, gli occhi erano di un color grigio scuro che la faceva sembrare una
bambola, data anche la sua pelle chiara. Dai lineamenti sembrava avere sedici
anni, ma in realtà ne aveva una quindicina in più, i demoni invecchiavano lentamente per poi
bloccare il loro aspetto fisico ai trent’anni.
Era un demone di alto rango, si poteva intuire
facilmente dai suoi movimenti sicuri e poco modesti.
La demone si diresse verso la cella MD-2, dove si
trovavano i mezzidemoni del ghiaccio e altri non classificati.
Le guardie non appena la videro, scattarono
sull’attenti e poi si inchinarono, tale trattamento veniva riservato solo ai
Demon Lord, la classe demoniaca per eccellenza.
Lei non degnò di uno sguardo quei demoni, mentre
fissava con attenzione le persone rinchiuse.
Un bagliore di soddisfazione le illuminò il viso
quando vide una mezzodemone del ghiaccio dai capelli corti e di un azzurro
intenso, come i suoi occhi. La ragazza dimostrava soltanto diciott’anni ed era
ridotta veramente male, piena di tagli e ferite che mettevano in evidenza la sua
magrezza.
La Demon Lord fece cenno alle guardie di prelevarla
e queste, senza fiatare, ubbidirono e scortarono la prescelta in una cella
singola.
Camminando per i sotterranei, la demone in nero si
accorse chiaramente della differenza tra le celle degli schiavi e di quelle dei
demoni che erano lì per scelta.
Si intuiva anche dai corridoi: la parte dei primi era fatta di una pietra scura e malamente illuminata, con delle infiltrazioni di zolfo che riempivano anche le celle di una maleodorante puzza. La parte dei demoni, al contrario, era fatta di un marmo più chiaro e illuminata come fosse giorno dalle torce, senza strani odori in giro.
Le guardie spinsero la schiava contro una sedia, per
poi uscire inchinandosi all’altra, mentre entrambe si sedevano.
-Come ti chiami, gladiatrice?- disse la Demon Lord
con un tono di voce pacato e soave.
Gli occhi di ghiaccio della sua interlocutrice
andarono a cercare quelli grigi di lei, riservandole uno sguardo vuoto per poi
fissare il pavimento della cella.
-Ok, non dirmelo se vuoi. Io mi chiamo Yami Akuma,
demone dell’oscurità di classe Lord.- disse con la fierezza consona a quelli
del suo rango.
-Cosa vuole da una mezzodemone come me una demone di
così alto rango?- chiese la gladiatrice in un sussurro. Aveva imparato a
diffidare delle altre creature negli anni che era stata nell’Arena, e una
convocazione del genere era molto sospetta. Puzzava d’imbroglio.
-Sono io che faccio le domande, piccola gladiatrice-
disse ridendo e avvicinandosi a lei – se vuoi altre informazioni da me, prima
devi darmi quelle che cerco io.- le sorrise, sistemandole una ciocca di capelli
dietro l’orecchio e ferendola sotto di esso con le sue lunghe unghie. –
Delizioso…- aggiunse infine, leccandosi il sangue che si era depositato sul suo
dito.
La mezzodemone rabbrividì, per poi sottrarsi alla
mano dell’altra e mettendosi una delle sue sulla ferita, ghiacciandola. Sospirò
nel sentire il freddo su di sé per poi riaprire gli occhi e notare lo sguardo
divertito dell’altra.
-Ice. Darkaga Ice, mezzodemone del ghiaccio.- disse
in un sussurro. Per qualche strana ragione avvampò alla vista del dito che
l’aveva ferita nella bocca dell’altra, che si stava gustando le poche gocce di
sangue che era riuscita a toglierle.
Dal canto suo Yami si stava divertendo a vedere
quelle reazioni.
-Molto bene, vedo che ci capiamo, Ice. Altra
domanda, con che arma te la cavi meglio?-
-Non vedo il perché dovrebbe saperlo, signorina
“sono un Demon Lord, ammiratemi”. Se non mi vuole dire perché mi ha richiesto
in una cella singola può pure andarsene e farmi ritornare in quella vecchia.-
rispose Ice alzando la voce, per poi sbuffare.
Yami si irrigidì e le riservò un’occhiata torva, per
poi respirare profondamente. Odiava quando le persone alzavano la voce senza
motivo.
In un primo momento le sfiorò il pensiero di non
dirle né farle niente poi però, dato che la gladiatrice sarebbe entrata al suo
servizio, non voleva che pensasse che un tale atto non fosse adeguatamente
punito; quindi si avvicinò a lei, con passi volontariamente brevi per poi
tirarle un sonoro schiaffo, che fece cadere l’altra contro il pavimento.
La ragazza dagli occhi di ghiacciò fissò l’altra
stupita, incapace di pensare che quella creatura così minuta fosse stata in
grado di buttarla al suolo con un solo movimento. Si massaggiò la guancia
dolorante per la botta e poi la guardò con un misto di rabbia e di scuse.
Era difficile da domare, la mezzodemone.
-Chiedo scusa- disse rialzandosi, continuando a
toccarsi dove le doleva.
Yami si sistemò una ciocca di capelli dietro un
orecchio, facendo poi un cenno d’assenso con la testa.
Ice avvampò di nuovo nel guardarla, maledicendosi
per questo.
-Preferisco le spade bastarde, comunque.- disse
mormorando mentre fissava il terreno.
Yami sorrise e le andò vicino, alzandole la testa e
accarezzandole la guancia lesa, togliendo la mano quando l’altra rabbrividì.
-Ottimo. Allora vado al succo della questione. Ti ho
vista combattere e mi piace il tuo stile. Vorrei farti una proposta: ti
andrebbe di ottenere la libertà? O per lo meno, una specie?
Ice la guardò storta. Era già successa un cosa
simile. Tutti le avevano detto che le avrebbero dato la libertà, ma alla fine era
sempre stata riportata nelle Arene, a combattere per la sua vita.
-E perché dovrebbe farmi un simile dono? Non le
diverte vedermi mentre combatto? D’altronde è per questo che siete qui.-
La demone le lanciò un sorriso leggermente
malinconico. Lei non andava nelle arene di sua spontanea volontà. Era suo padre
ad intimarla a seguirlo. E lei doveva obbedire.
Negli anni però aveva osservato questa ragazza con
gli occhi spenti, che vinceva ogni combattimento a cui veniva sottoposta senza
ricevere troppi danni.
-Non mi piace
vedere i combattimenti Ice, anzi lo detesto. Ma ringrazio che mio padre
mi imponga di venire qui, perché ho trovato in te la persona giusta.-
-Persona giusta, per cosa esattamente?- chiese,
mormorando incuriosita.
-Voglio donarti la libertà Ice, se starai al mio
fianco. Dovrai proteggermi da chiunque tenti di uccidermi o altro. Dovrai
essere la mia ombra. Ice Darkaga, vuoi essere la mia campionessa?- rispose
Yami, guardandola negli occhi.