Ciao a tutti!
E’ passato tanto tempo. Lo so.
Mi odiate. Lo so.
Per farmi perdonare ecco a voi Taboo!
E la promessa che non farò passare SECOLI.
Giuro solennemente e blablabla!
Un bacio
Dram
#Taboo
Regole di Taboo:
Lo scopo del gioco è far
indovinare al tuo compagno di squadra una determinata parola. Hai però delle
parole taboo, che non puoi usare per fare indovinare
la parola misteriosa al tuo compagno. Per esempio, se devo far indovinare la
parola McGranitt, non potrò
usare: Trasfigurazione, Insegnante, Gatto, Animagus, Grifondoro.
Hai un tot di tempo, di solito un
minuto e mezzo, o due minuti, che corrisponde al tuo
turno. Nel tuo turno devi fare in modo di far
indovinare più parole possibili al tuo compagno, il che vuol dire che il numero
di carte che puoi prendere è illimitato.
Esiste poi il Buzz. Il Buzz è un
bottone rosso che una persona fa squillare quando pronunci una parola Taboo. In quel caso la carta viene eliminata e bisogna prenderne un’altra.
Era
cominciato tutto con la convinzione di Remus secondo la quale Sirius e James
sapessero leggersi nel pensiero a vicenda, senza l’ausilio del Legilimens.
Alla
quarta volta, quella sera, in cui i due dicevano la stessa cosa con la stessa intonazione, il ragazzo non aveva resistito.
- Deve
esserci un trucco. Deve! – aveva
puntato il dito contro James, che si era limitato a sbattere gli occhi castani
come un cerbiatto braccato.
- Un…
trucco? – avevano esclamato Felpato e Ramoso insieme, guardandosi. Avevano
fatto per aggiungere qualcosa, trattenendo il respiro, che si era poi
trasformato in un fischio di virile apprezzamento al passaggio di una Corvonero del quinto anno.
Remus non
sembrava poter sopportare tanta indifferenza davanti ad un dono di tale
portata, e li aveva sfidati. Con una serietà in volto che Sirius avrebbe solo
potuto sognare, aveva lanciato il guanto di sfida con una sola parola.
- Taboo. -
Le coppie
erano state decise quella stessa sera da Remus. Felpato si era sentito molto
tradito da Lunastorta. Con un’occhiata supplice era
caduto in ginocchio di fronte al ragazzo, che da parte sua rimase fermo e
indifferente a ciò che gli si palesava davanti.
-
Credevo… Moony. Mi avevi detto che non mi avresti mai
abbandonato… -
- Non ti
sto abbandonando. –
- … Lo
stai facendo. Mi stai lasciando in balia delle corna di Ramoso! -
Un’esclamazione
offesa partì da uno dei divanetti. I due non fecero fatica ad
ignorarla con disinvoltura. Remus scosse la testa, esasperato.
- Questa
è un’altra questione. Non si tratta di cose importanti. -
- No, RemmyRemmy! Questa è cultura generale, come con i compiti
di Trasfigurazione! –
- … Un
gioco da tavolo. Devi indovinare le parole.
–
Un
lamento simile ad un guaito riuscì quasi a smuovere
l’animo inflessibile di Remus. Per due secondi.
- Se mi
ami come dici, Lunastorta… vinciamo questa sfida.
Insieme. – la voce calda di Sirius e la mano tesa, accompagnata ad uno sguardo accattivante, avrebbero fatto arrossire più
di una ragazza. Remus si limitò ad inarcare un
sopracciglio.
- Come…
dico? –
- Beh, tecnicamente non ti sei ancora
dichiarato, ma tranquillo, è chiaro in ogni tuo gesto. E’ comprensibile un
sentimento del genere. Non te ne faccio una colpa, ne sono lusingato.
Ovviamente anche James mi ama, ma lui è timido. – fu la risposta convinta di
Sirius.
Remus
stava quasi per replicare. Stava sul serio cominciando a difendere i sentimenti
inespressi e chiaramente immaginari che lui e James provavano per Felpato. Poi
pensò alla reazione catastrofica che avrebbe potuto provocare – pianti, grida,
urla, poltrone rovesciate e incantesimi che volavano per la Sala – e decise che
in fondo poteva anche arrendersi per quella volta.
“Merlino,
se ci crede magari sarà più sopportabile e gentile. “
- JAMES,
SE NON VINCIAMO TI TRASFIGURO IN MOCCIOSUS! –
“Esattamente.”
Una volta che i due spostati si furono messi d’accordo sulla dinamica
del gioco e sulla tattica da seguire – consistente in “DEVI INDOVINARLO. DEVI. NEL
DUBBIO LA PAROLA E’ LILY EVANS” -, Remus fece un respiro profondo, chiudendo
gli occhi. Poi sorrise con fare incoraggiante a Peter, che faceva dondolare i piedi velocemente, seduto sulla
poltroncina vicino al camino.
- Sei
pronto, compagno di avventure? - chiese. Certo, avrebbe dovuto dare
sfogo a tutta la sua abilità, ma aveva già messo a punto
alcune strategie di gioco create di proposito per la coppia Remus-Peter,
così da battere quei due maledetti…
- Cosa?
Scusa, Lunastorta, ma non posso giocare. Io uso il Buzz. – Peter inclinò il capo con fare dispiaciuto.
- Il…
Buzz? - alla faccia perplessa dell’amico, Codaliscia
alzò il bottone rosso, agitando un poco la mano. Remus
tossì piano, adottando un tono di voce calmo, pacato.
- Mi… abbandoni per il Buzz? Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme? – Un leggero
tremolio nella alla fine della frase lo tradì. Peter
sbatté le palpebre.
- Scusa,
Rem, ma è così rosso! E suona! E
Sirius me lo vuole portare via per giocarci lui! –
- Sì,
beh, anche io vorrei essere l’OminoBuzz. – intervenne Sirius
scrollando le spalle. James si avvicinò a Lunastorta,
dandogli un’amichevole pacca sulla spalla.
- Senza
offesa, Remmy, ma Coda ha le sue valide ragioni. Io venderei anche Lily
per il Buzz. –
- JAMES
POTTER. – esclamò una voce femminile giusto dietro
James. Il povero, povero Ramoso sbiancò all’istante, deglutendo vistosamente.
- T-Tesoro!
NON PARLAVO DI TE LO GIURO! – urlò, voltandosi di
scatto. Ancora una volta l’abilita principale dei
Malandrini, nonché prima regola assoluta, veniva fedelmente rispettata: Negare. Solo Negare.
James si
ritrovò davanti a Sirius Black con la bacchetta ancora puntata alla propria
gola e un sorriso birichino sul volto.
- Farò tutto quello che vuoi Lily, lo giuro!-
esclamò Felpato con la voce dell’amico, stavolta. Fu solo per pura fortuna che riuscì ad
evitare uno Schiantesimo in piena faccia.
Xenophilius Lovegood sedeva placidamente di fronte a
Remus Lupin, nella Sala Comune dei Grifondoro. I
capelli scendevano disordinati sugli occhi chiari,lasciando
però scoperto l’orecchino a forma di girasole.
Remus già
lo sapeva come sarebbe andata a finire.
- Quindi… sai le regole, hai detto? – chiese esitante, domanda
alla quale il ragazzo rispose con un sorriso sereno. James guardava il ragazzo con interesse
divertito, mentre Sirius cercava di toccare l’orecchino giallo sole senza farsi
notare.
- Va
bene, allora. Cominciamo. –
1° giro – James/Sirius – Parola:
RUDOLPH
Peter rovesciò
la clessidra. Un minuto a disposizione.
James
prese con solennità la carta dal mazzo, schiarendosi la voce. Con estrema
lentezza lesse le parole proibite e si prese anche qualche secondo per fissare
il vuoto. Un ringhio lo distrasse, facendogli alzare lo sguardo.
- James?
–
- Sì? –
- Datti
una mossa, per Merlino! –
- Giusto.
– rilesse la parola, poi si rivolse a Sirius.
- In
inverno arrivo io! –
- Babbo
Natale! –
- Un
amico! –
- Uh! La
renna simpatica! –
-
Bravissimo! E come mi chiamo? –
- James.
–
- No,
intendevo…-
- Ramoso.
–
- Nove…
otto… sette… -
- No,
ecco…-
- Potter!
–
- NON IO,
LA RENNA, IDIOTA! -
- BUZZ. –
- AH! HAI
DETTO LA PAROLA PROIBITA! -
- Non
potevi dire idiota, vero? Le
parolacce in questo gioco non si dicono. –
- No,
Xeno, hai ragione. –
3° giro – Remus/Xenophilius – Parola: Arancia
- Ok,
allora. E’ un…-
- Un Mirmiodono Sticchioso.
Ne ero certo. – Annuì Lovegood facendogli un sorriso
aperto.
- … No.
Ehm… è colorata. Si mangia. –
- Un Mirmiodono Sticchioso
bollito? –
- Vorrei
dire quasi, ma… no. Si mangia… prima del dolce. –
- Credo
che potrebbe essere ugualmente buono col cioccolato, ma io non rischierei, per
via del sapore un po’ acidulo… -
- Sapore
acid… scusa, di cosa stai parlando? –
- Del Mirmiodono, no?
Mi raccomando, servilo in piccole porzioni. Non come mio zio che…-
Remus si
avventò sul Buzz.
- FINITO
IL TEMPO. –
- Lunastorta, tranquillo, non c’è fretta, mancano
ancora venticinque sec…-
- Finito
il tempo, ho detto. –
7°giro: James/Sirius
La
partita volgeva inaspettatamente e – soprattutto – inspiegabilmente per la
coppia Lovegood/Lupin, che aveva un vantaggio di tre
carte. Sul volto di Remus si stava già disegnando un mezzo sorriso di stampo
Malandrino – solo leggermente incredulo.
Guardando
il punteggio tenuto da Peter, Ramoso arricciò il naso, pensieroso.
- Dai, Fuffy, possiamo ancora
recuperare! –
Sirius
ignorò di proposito il nomignolo, facendogli solo un innocente ringhio di
avvertimento, mentre prendeva una carta. James si passò una mano tra i capelli,
guardando Peter che rovesciava la clessidra.
- Via! –
- Ok,
Ramoso, pensa! L’abbiamo messa nel profumo di Narcissa
Black! –
- Puzzalinfa! –
- Giusto!
Prossima: Mutande di Hagrid! –
- Rosse
con le stelle gialle! –
- Stelle,
giusto! –
- Che
poesia… - borbottò Remus, con una smorfia. Sirius continuò, imperterrito.
- Materia
brutta…-
- Tutte. Sii specifico, cagnaccio! –
- Materia
brutta per Remus! –
-
Divinazione! Oh, so a cosa vuoi arrivare! The alla menta! -
- The,
esatto! Prossima carta: Le hai contate alla Evans
durante la lezione di Storia della magia di martedì! –
-
Lentiggini! –
Cadde il
silenzio. Peter mise di lato la clessidra per evitare che la sabbia scorresse,
mentre l’intero gruppetto si voltava a guardare James, con l’eccezione di
Felpato. Sì, anche Lovegood.
-
Davvero, Ramoso? Sul serio? –
-
Cinquantaquattro. Sul viso. Diciassette sul braccio destro. –
- James,
sei l’essere più disgustosamente melenso di tutta Hogwarts. –
- Si, beh, amico – Si intromise Sirius con un sorrisetto
ironico – Potevi anche evitare di farmi sapere del numero di lentiggini della
Evans con l’espressione di Silente davanti ad una confezione di ghiaccioli. O
evitare di dirmelo. O evitare di farlo.
–
- Ma Lily Evans sta con te? – chiese Xenophilius,
inclinando di lato il capo, con aria perplessa.
- Sì. –
- E lo sa
che sei uno psicopatico? –
- Solo in
parte. –
- Questo
spiega quasi tutto. –
La squadra
del Girasole subì una perdita
imbarazzante. Con un vantaggio di sette carte, James e Sirius
improvvisavano una danza caraibica stesi sul tappeto.
Il Buzz di Peter era andato perso al nono giro, quando Xenophilius,
per far capire a Remus la parola “pulcino”, lo aveva fatto levitare, per poi
scagliarlo con violenza fuori dalla finestra della Sala Comune.
“Era una
chiarissima metafora del magico momento in cui l’uccellino dispiega le ali e
impara a volare!” aveva esclamato in risposta
all’inconsolabile espressione di Codaliscia.
La
clessidra era andata in mille pezzi per uno strano incidente accaduto al
dodicesimo giro, riguardante James e la sua diffidenza nei confronti della
forza di gravità. Diffidenza, peraltro, svanita quasi completamente.
Remus guardò
il mazzo di carte abbandonato per terra.
Poi alzò
lo sguardo sui Malandrini.
- Visto che a questo gioco non so evidentemente giocare e non
posso vincere, Taboo è bandito. Ecco. Evanesco! –
E
cominciò a salire le scale che portavano ai dormitori, a passo sostenuto.
Sirius
sospirò.
-
Spuntiamo anche questo dalla lista… a quanti abbiamo detto addio? –
Peter
intinse la piuma nell’inchiostro, schioccando la lingua.
- Questo
è il tredicesimo. –
- Sì,
beh, il ragazzo è un po’ competitivo. –
- Giusto
leggermente. –
- Tre…
due… uno… -
La voce
perfettamente udibile di Remus si unì alle voci di Sirius e Peter.
- TANTO
ERA UN GIOCO BRUTTO! –
-
Appunto. –
Ringrazio tutti per aver letto
anche questo capitolo! Vi annuncio che il prossimo gioco sarà Risiko, per la
gioia di tutti!
Baci, e a presto!
dram