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Autore: criceto killer    10/09/2014    1 recensioni
Questa è una storia che realizza il sogno di ogni ragazzo/a.. Ambientato in un contesto dove i bambini-adolescenti si sono ribellati agli adulti riducendoli ad uno stato di schiavitù, tutto sembra andare per il meglio, finalmente liberi, almeno fino a quando il nuovo governatore, un ragazzo di 17 anni fa spargere degli strani e sospetti dischetti bianchi... 5 ragazzi capiscono che c'è qualcosa che non va e stanchi della situazione partono per fare ciò per cui sono nati, ribellarsi..ribellarsi a chi li vuole controllare.. il governatore..
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entrammo nella stanza, faceva un freddo terribile, ci ritrovammo su una piattaforma sospesa in aria che percorreva tutto il perimetro della stanza, al centro vi era una rampa di scale che portava più in basso, dove c'erano macchinari e computer. Baka fece per superarmi e andare avanti, il suo obbiettivo erano i computer ma io non glielo permisi, senza capirne il motivo. All'improvviso ebbi un'orribile sensazione, ma ormai non potevamo tornare indietro. Di solito il mio istinto aveva sempre ragione ma si faceva sentire un po' tardi. Mi guardai in giro, sembrava andare tutto bene, Baka era ancora fermo a guardarmi con aria interrogativa, io gli diedi il via libera e corremmo il più veloci possibili verso le scale, avevamo dei secondi preziosi da recuperare. Lasciai andare avanti Baka che si fiondò sul computer, schiacciava i tasti alla velocità della luce, sicuro di sè, con un aria così seria che quasi mi fece sciogliere, scrollai la testa e mi concentrai sul mio lavoro. Facevo il palo, dovevo proteggerlo, era il ruolo più importante che avessi nella missione, dal mio punto di vista logicamente. Ormai ci rimanevano pochi minuti e non mi rimaneva che sperare che andasse tutto come previsto. Tremavo per il freddo, e il mio respiro caldo formava una nuvolletta, non vedevo l'ora di uscire di lì, che fosse tutto finito, non vedevo l'ora di potermene stare un po' tranquilla senza tutti quei pensieri per la testa.
-Ho fatto, pulce!- disse all'improvviso, era già dietro di me, mi afferrò per la mano libera e proseguimmo insieme la corsa. Avremmo incontrato Blake e Zakir all'entrata, in teoria avremmo dovuto precederli di qualche secondo. Dopo essere inciampata per la terza volta, Baka prese il controllo della situazione, mi lanciò una dolce occhiata con una punta di rimprovero e io lasciai che tenesse il conto e mi guidasse. L'adrenalina stava finendo e mi sentivo le gambe molli, tremavo a dispetto della mano sudata che stringeva la mia, spinta solo dall'istinto di sopravvivenza, correvo.
Forse a causa della mia maldestra corsa o dei secondi persi quando ho frenato Baka investita dal mio brutto presentimento o magari.. Insomma, è inutile star qui a fare inutili supposizioni, il destino volle che ci riunimmo con Zakir e Blake sulle scale del secondo piano. Nessuno parlava, erano tutti troppo concentrati. Giunti nella stanza che dava sull'entrata Zakir si liberò della maschera, e noi lo seguimmo. 
-..3..- mormorò Baka, io gli strinsi più forte la mano, tre secondi e saremmo stati fuori di lì. La telecamera si girò dandoci il via libera e noi schizzammo fuori, quasi caddi nel tentativo di frenare e non andare contro alle così dette ''forze speciali''. Senza esitazione estrassi la pistola ma anche loro erano venuti ad accoglierci armati fino ai denti. 
-Gettate la pistola!- ci intimarono, con sorpresa notai, con la coda dell'occhio che anche gli altri avevano impugnato le armi. Dopotutto quello che avevamo passato, e proprio ora che ce l'avevamo fatta, di certo non avremmo mollato. Eravamo nati per le situazioni di quel tipo e di certo non ci saremmo fatti intimorire da una banda di marmocchi dall'odore nauseante di fumo e alcool. 
-Dunque.. O ci sparate e noi spariamo a voi, o ci lasciate passare..- dissi con aria di sfida.
Loro si guardarono interrogativi il loro capo non gli avrebbe mai perdonato una cosa simile: non uccidere dei ribelli. Li avrebbe accusati di complicità, di tradimento. Fecero per premere i grilletti. Baka intervenne per prendere tempo.
-Mi chiamo Logan Grimaldi e sono il fratello minore di Diego.. Il presidente.. - mi mancò il fiato, un battito, Baka era il fratellino del presidente? Il mio Baka? Non capivo se stesso mentendo, ma comunque non ebbi modo di pensarci. Un rumore assordante, poi due, tre, quattro, non tenni più il conto, il dolore lancinante al fianco non me lo permise. Comunque sia io mantengo sempre le mie promesse. Sparai qualche colpo e vidi qualcuno di loro accasciarsi a terra, non vedevo bene, vedevo sfocato, la pistola mi cadde di mano, e io crollai a terra con lei, come loro. Nessuno dei nostri avversari era in piedi, ma non erano stati i miei amici a sparare, impiedi dietro di loro c'erano dei ragazzi, erano buffi, mi veniva da ridere, sembravano dei piccoli indiani. Silenzio. Un mormorio. Un grido.
-Matt... Matt!!- rumore di grida esultanti. Passi. Ma c'era qualcuno che piangeva, li, vicino a me. Era un pianto terribilmente disperato, volevo che smettesse di essere tanto triste, volevo consolarlo, eppure.. rimanevo immobile. Qualcuno mi strinse a sè facendomi sentire dell'altro atroce dolore, ma ne valeva la pena per ricevere tale calore. L'erba non mi pungeva più il viso, potei invece vedere il cielo, non un ologramma, l'unico vero cielo. Qualcosa di caldo e bagnato mi attraversò le guance. Lacrime.Tremavo. No, non ero io. Era quella persona che piangeva, singhiozzava rumorosamente, piangeva forte, come i bambini. Era spaventato lo percepivo. Ma chi era quella persona? Perchè piangeva? Allungai una mano, gli accarezzai il viso, era Baka, era la persona che più di tutte amavo, riuscii solo a passare l'indice su una sua guancia ma qualcosa la sporcò di rosso, mi dava fastidio, non avrei voluto sporcarlo. Era cosi perfetto ai miei occhi. Ora. Ieri. Domani. Lo sarebbe sempre stato. Non ebbi più la forza e il braccio cadde. Sentii altre voci ma non capivo, sentivo quel che dicevano ma non riuscivo a collegare quelle parole ad un significato. Un ronzio assordante. Poi il buio. E poi più nulla.
 
I ragazzi che ci salvarono erano ribelli, il loro capo era Matthew, il nostro Matthew. Zakir si era gettato subito su di lui e tra le lacrime iniziò a spiattellare tutti i suoi sentimenti  senza curarsi degli spettatori, Matthew dovette strappargli un bacio per riuscire a zittirlo. 
Raccontò che un gruppo di adolescenti aveva assistito alla scena della loro aggressione e appena fu loro possibile, lo curarono.  
Scoprimmo in seguito che Adara era riuscita a fuggire e stava guidando le rivolte nelle varie città.
Io mi salvai. E Baka dovette fare miracoli perchè io gli perdonassi il fatto di aver omesso che è il fratellino del nostro nemico. Nemico che ormai era sconfitto.
Ma niente andò come ci aspettavamo.
Cari ragazzi, ci aspetta una dura dittatura, esatto, è proprio come pensate. Il vecchio. Il vecchio prese il comando. E Vladimir non esitò un secondo a chiedere il nostro aiuto.
                                                   Fine?
  
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