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Autore: holls    10/09/2014    8 recensioni
«Tavolo due, pizza margherita.»
Jimmy si apprestò a preparare l’ennesimo impasto, quando realizzò che il tavolo due era esattamente quello della ragazza che gli piaceva. Si disse che doveva essere la pizza più buona mai realizzata su questo pianeta, se voleva avere qualche speranza di conquistarla. Ma come poteva fare perché lei si accorgesse di lui? Non poteva esporsi direttamente, perché i ritmi serrati non glielo consentivano, né aveva modo di lasciarle alcun messaggio. Un moto di tristezza si impadronì di lui: la ragazza con la treccia bionda se ne sarebbe andata, come ogni volta, senza accorgersi della sua esistenza.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Nathalan'
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Cuor di basilico


 
Il campanellino della pizzeria trillò. Jimmy fu colto di sorpresa e rovesciò nell’impasto una tale quantità di sale da far inorridire l’oceano Atlantico. Cercò di eliminarne una piccola quantità con la punta delle dita, mentre con la coda dell’occhio osservò la ragazza con la treccia bionda – l’unica cosa che sapeva di lei – che chiedeva della sua prenotazione.
Uno dei camerieri attaccò un’altra ordinazione sotto alla barra.
«Due margherite e una prosciutto e funghi. E sbrigati, che siamo in ritardo!»
Osservò il collega andarsene via, mentre la ragazza veniva accompagnata al tavolo. Si spostò verso il forno a legna, osservando la ragazza giocare con la sua treccia. Una distrazione che gli fece urtare il barattolo di pomodoro, che riversò parte del suo contenuto sul tavolo.
Un disastro.
Cavolo!
Spostò rapidamente lo sguardo da destra a sinistra, in cerca di uno straccio con cui pulire quel pasticcio. Strofinò il ripiano, finché non fu soddisfatto. Alzò gli occhi per riporre lo strofinaccio, e si accorse che la ragazza con la treccia bionda lo stava guardando. Con un sorriso.
Su di lui si stampò un’espressione altrettanto inebetita. La ragazza gli stava sorridendo!
Ma non fece in tempo a bearsi di quel piccolo miracolo, che una scia di bruciato passò sotto il suo naso, odore che lo fece scattare immediatamente verso il forno a legna. Aveva bruciato i bordi!
Ma come era venuto in mente al proprietario di lasciarlo completamente solo già dopo due settimane?
Al colloquio di assunzione, Jimmy c’era andato con la massima determinazione. Diciannove anni, diplomato da poco e in cerca di un lavoro con cui pagare le spese per la casa di cura di sua madre. Poteva contare sull’aiuto di suo fratello maggiore, certo, ma lui voleva fare di più: voleva che fosse fiero di lui, per ripagarlo di tutto ciò che aveva fatto per rendergli l’infanzia degna di essere ricordata. E così, con le gambe molli e lo stomaco contratto, aveva detto al proprietario della pizzeria che era un tipo forte e determinato, che avrebbe lavorato col massimo impegno e a ogni orario in cui fosse stato richiesto il suo aiuto.
L’uomo si era grattato la pancia e aveva fatto scorrere la mano sul mento barbuto. Poi aveva arricciato le labbra a destra e a sinistra, mentre i baffetti gli si spostavano con loro, finché non aveva emesso il suo verdetto: era assunto.
L’euforia di Jimmy si esaurì ben presto, quando si accorse dei turni massacranti a cui era sottoposto. Ma poi, una sera, era arrivata lei: la ragazza con la treccia bionda, un’incantevole dea, agli occhi di Jimmy, con due labbra piccole e carnose e il naso schiacciato.
La stessa ragazza che, in quel momento, seguiva con estremo interesse il tentativo di Jimmy di non bruciare la povera pizza ai wurstel.
Riuscì a salvarla per un pelo e la adagiò fumante sul piatto, pronto da portar via. Finì di condire la pizza leggermente più salata del normale e la infilò in forno, mentre col dorso della mano si deterse il sudore che gli aveva fatto sudare ben più di sette camicie.
Tirò un sospiro di sollievo, ma fu proprio in quel momento che ricomparse il suo collega, pronto con un’altra ordinazione.
«Tavolo due, pizza margherita.»
Jimmy si apprestò a preparare l’ennesimo impasto, quando realizzò che il tavolo due era esattamente quello della ragazza che gli piaceva. Si disse che doveva essere la pizza più buona mai realizzata su questo pianeta, se voleva avere qualche speranza di conquistarla. Ma come poteva fare perché lei si accorgesse di lui? Non poteva esporsi direttamente, perché i ritmi serrati non glielo consentivano, né aveva modo di lasciarle alcun messaggio. Un moto di tristezza si impadronì di lui: la ragazza con la treccia bionda se ne sarebbe andata, come ogni volta, senza accorgersi della sua esistenza.
Il campanellino suonò ancora. Dalla porta entrò una faccia conosciuta, che gli illuminò subito la serata.
«Fratellone!».
Nathan lo salutò calorosamente e gli si avvicinò.
«Allora? Vedo che stasera c’è la ragazza che ti piace.»
Jimmy annuì e continuò a stendere la pasta, finché non raggiunse una forma rotondeggiante.
«Tanto come al solito non si accorgerà di me.»
Condì la base col pomodoro rimasto nel barattolo, poi infilò la mano nel vasetto con la mozzarella tagliata a pezzi.
«Ci vorrebbe un modo per farle capire che ti piace. Perché non le servi tu la pizza? Tanto è seduta qui davanti.»
Jimmy arrossì di botto.
«Ssssh! Vuoi farmi scoprire?»
Nathan si voltò verso la ragazza, che sembrava non essersi accorta di niente.
«La pizza è la tua unica arma. Devi inventarti qualcosa.»
Jimmy sorrise di fronte a quell’ovvietà, poi si spostò verso il forno per dare un’occhiata alle pizze in cottura.
«Ma io non ho idee. Voglio sorprenderla.»
Nathan poggiò il mento sul palmo del mano, il gomito puntato sul bancone.
«Perché non provi con una decorazione?»
La suoneria del cellulare di Nathan lo costrinse a interrompere la conversazione. Chiacchierò al telefono per qualche secondo, poi riattaccò.
«Il dovere chiama. Tienimi aggiornato, va bene?», e gli fece un occhiolino di incoraggiamento.
Jimmy lo salutò e lo osservò uscire dal locale, poi tornò a guardare la ragazza bionda, che si stava servendo da bere.
Una decorazione. Cosa poteva inventarsi? Osservò gli ingredienti a sua disposizione: il pomodoro faceva da base, perciò non poteva sfruttarlo; la mozzarella si sarebbe sciolta, rendendo vana ogni disposizione mirata; il wurstel avrebbe forse fatto al caso suo, ma la ragazza aveva ordinato una semplice margherita!
Sentì ripresentarsi la stretta allo stomaco, la stessa che aveva avuto al colloquio di lavoro. Aveva poco tempo per preparare la sua pizza, perché di certo non poteva impiegarci un’eternità. Per non parlare degli ordini che penzolavano dalla barra e che lo guardavano minaccioso, mentre l’orologio ticchettava inesorabile, scandendo l’arrivo della sua ora.
Rimuginò fino all’ultimo momento, eludendo gli sguardi della ragazza bionda, con la quale sentì di non avere più alcuna speranza, ora che anche quell’occasione era persa; e così infornò la pizza per il tavolo numero due, senza alcun messaggio per lei e senza alcuna decorazione.
Una pizza scialba e anonima.
Jimmy sfornò la pizza precedente e la servì su un altro piatto, quando il suo collega tornò nuovamente con un’altra ordinazione.
«Pizza ai quattro formaggi, con aggiunta di basilico.»
Jimmy annuì distratto e si accinse a preparare quanto richiesto, di malavoglia. La ragazza prese a guardare l’ora e a sbuffare, e cominciò a trovare più interessante la parete della pizzeria che non lui, al quale ormai non lanciava neanche più un’occhiata.
La pizza per la ragazza con la treccia uscì fuori dal forno e Jimmy la servì sul piatto, come al solito. Il collega arrivò per prendere i piatti pronti, mentre Jimmy afferrava il fogliolino con l’ultima ordinazione fatta.
Quattro formaggi, con basilico.
Un’idea fulminea e geniale lo scosse da cima a fondo e gridò senza che se ne rendesse conto.
«Aspetta! Non ho finito!»
Il cameriere tornò indietro scocciato, posò di nuovo le pizze sul bancone e sbuffò.
«Potresti stare un po’ più attento? Se le metti lì, vuol dire che sono pronte.»
Jimmy cominciò a smaniare, alla ricerca dell’ingrediente risolutivo.
«Lo so, lo so. Mi sono distratto.»
Finalmente lo trovò: era lì, tra le sue mani.
Il basilico.
«Be’, vedi di fare più attenzione, la prossima volta.»
Ignorò il rimprovero del suo collega e afferrò la prima foglia, che pose al centro della pizza, leggermente inclinata; poi ne afferrò una seconda, una terza, una quarta, finché la decorazione non fu terminata. Alzò la testa per ammirare da lontano il suo capolavoro: ora sì che era pronta.
Con un sorriso soddisfatto sul volto, porse la pizza al cameriere.
«Adesso puoi servirla.»
Il tempo che trascorse dal momento in cui il collega prese la pizza a quello in cui fu adagiata sul tavolo della ragazza sembrò non passare mai. Il ticchettio dell’orologio gli rimbombava nelle orecchie, il corpo era scosso da un impercettibile tremito, che lui a sembrava più un terremoto; e nel momento in cui la ragazza posò i suoi occhi sul centro della pizza, Jimmy credette di morire, tanto che congiunse le mani a mo’ di preghiera senza nemmeno rendersene conto. E mentre gli occhi di lei non riuscivano a staccarsi da quel cuore di basilico, sulle sue labbra si aprì un timido sorriso, che si rifletté anche sul suo sguardo, quello che diresse a lui poco dopo.
E lui allora sciolse le mani e la tensione, si lasciò scuotere da una risata e da un sospiro sollevato, inebetito su due piedi, troppo felice per essere imbarazzato.
Perché l’unica cosa che li separava, ormai, era un ridicolo bancone. 
 

Angolino autrice:
Si vede che sono in astinenza da scrittura e pubblicazione, vero? XD Ho immaginato questa storia stanotte e non ho resistito al pensiero di scriverla.
L'idea di Jimmy pizzaiolo l'ho avuta qualche mese fa: ero sull'autobus e sono passata davanti a un locale chiamato "Jimmy's pizzeria". Inutile dire che ho pensato subito al *mio* Jimmy in veste di pizzaiolo, e l'idea mi è piaciuta talmente tanto che l'ho adottata come ufficiale.
Vabbè, si tratta di una piccola storia senza pretese, giusto per farvi passare dieci minuti di sano romanticismo.
A presto <3
   
 
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