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Autore: DearMarti_    11/09/2014    1 recensioni
-Lei intervisterà gli All time low appena tornati in città per la fine del loro ultimo tour!-
-Gli All time chi?-
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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È banale lo so. Classica ragazza trasferitasi in America per far fortuna e farsi una vita decente; da copione. Non è così come me la immaginavo la mia nuova vita però. È più che altro un concentrato di bollette, panico per l’affitto, lavoro sottopagato, bollette e non glamour o altre cazzate che si sentono in giro. Io sono originaria di Liverpool e ho lasciato la mia città e la mia famiglia, ormai praticamente a pezzi, per inseguire quel tunnel senza uscita dove all’ingresso campeggia la scritta ‘sogno americano’. Vivo a Baltimora da ormai quasi un anno e sono una stagista per un giornale di spettacolo locale e non il New York Times come sognavo da piccola. Sono stata nella grande mela per un po’ di tempo ma la retta del mio appartamento era troppo costosa per me e poi quando mia madre era malata mi spostavo continuamente dall’ America all’Europa vedendo quei pochi soldi guadagnati  in un piccolo negozio di vinili scivolare via dalle mie tasche. Quando mia madre è morta e il suo nuovo marito scappato con quel pezzo di eredità  che ci restava, ho mandato tutto quello che avevo costruito a farsi benedire e mi sono trasferita qui. Scelsi questa città per puro caso, insomma se non aveva funzionato a New York non poteva di certo farlo a Los Angeles; così ho optato per una metropoli conosciuta ma non così affollata da gente che sognava di diventare la nuova Marylin Monroe degli anni duemila. In fondo il mio sogno è sempre stato quella di essere una reporter un giorno e non un attrice di successo o cose simili, io voglio solo conoscere il mondo e raccontarlo; così come realmente è. Lo voglio fare per tutti quelli che non hanno creduto in me. Per mio padre, Dio solo sa dove sia ormai, mia madre, che pensava che tutto questo coraggio mi avrebbe uccisa e forse la vicina di casa che mi dava sempre dell’idiota e dell’incapace. Ora non importa perché sono qui e non posso letteralmente tornare indietro, voglio dire che a Liverpool non ho più una casa e obblighi quindi devo farcela o devo farcela.
 
Sono seduta alla mia scrivania, o meglio in un angolo confinato in fondo all’ufficio dove Richard Hunt, il caporedattore, mi ha piazzata. Sono in prova da non so quanti mesi e non ho scritto altro se non pezzi su mostre canine o aperture di nuovi locali; notizie insulse per tagliare corto. Ogni giorno trascino le mie reali chiappe fino a questo monumento alla stupidità e ogni giorno  spero sempre il capo mi si avvicini e mi dica…-Phoebe Mason ho una notizia interessante per te!-
-Phoebe! Phoebe….signorina Mason sta per caso dormendo?- Una voce maschile, lontana e stranamente rompipalle mi riporta alla realtà.
–Ehm, signor Hunt. Stavo...stavo...stavo solo controllando che la testiera funzionasse, faceva uno strano rumore- dico toccandomi la guancia intorpidita e con qualche segnaccio.
 –Non mi vorrà mica far dubitare di averle assegnato questo in carico?-
-Quale incarico scusi?- chiedo un po’ stordita dal pisolino improvvisato.
-Lei intervisterà gli All time low appena tornati in città per la fine del loro ultimo tour!-
-Gli All time chi?-
-è vero lei viene dall’Inghilterra quindi non è informata sugli sviluppi del rock moderno. Ah, voi britannici…sempre lì chiusi nell’ascoltare i soliti Beatles e Rolling Stone!- mi dice ridendo. Ma si  può essere più stupidi? Non so assolutamente chi siano questi All time low ma sicuramente non hanno scritto pezzi come Hey Jude o Streets of love…o forse sì.
– A parte questo cara Phoebe lei ha un pass per un’intervista privata a questi quattro giovanotti, le ho mandato un email con tutti i dettagli. I nostri lettori vogliono conoscere la vita in questi mesi passati in giro per il mondo, gli aneddoti, le mozioni, Phobe, le emozioni! Si diverta!- afferma come un bambino che ha appena aperto il suo primo regalo di Natale o è più una presa per i fondelli la sua?
-Aspetti, la prego, io non so nulla di questi tizi, mandi qualcun altro!- sto quasi urlando colta da un’improvvisa insicurezza
- Non era alla ricerca della sua notizia di lancio vero?-
-Sì…ma…non l’ha detto lei scusi che noi inglesi sappiamo solo di Beatles e Rolling Stone?- chiedo più calma utlizzando questa assurdità per convincerlo.
-Secondo lei dovrei spedire a un’intervista a ragazzi con una media di ventisei anni l’uno una di queste mummie da uffici?- domanda guardandosi intorno. In effetti i miei ‘colleghi’ hanno tutti un età compresa tra i cinquanta e sessant’anni, insomma io sono davvero la più giovane qui; ma in fatto di conoscenza musicale credo siano molto più informati loro sulla musica degli ultimi tempi che io. Sono ancora una tipa fissata con Led, Queen e cose simili. 
Guardo il signor Richard e poi lo schermo del pc, poi di nuovo il signor Richard e poi lo schermo del pc.
- Buon lavoro signorina Mason; sono sicuro che farà del suo meglio- dice facendomi l’occhiolino e senza darmi il tempo di replicare si volta in direzione del suo ufficio. Lo guardo andarsene e appena scompare nella sua tana mi volto verso il computer googlando le parole all time low e buttandomi a capofitto nella lettura degli articoli in rete.
Sarà una lunga serata. 

   
 
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