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Autore: Tatika_Tai_Tacchan    11/09/2014    3 recensioni
Ciò che rappresenta questa raccolta è probabilmente il mio contratto di vita. Ciò che devo ancora capire è chi l'ha firmato.
Capitoli:
1 Ridiamo, ti prego, prima che ci strappino anche questo.
2 E fu il calore di un momento.
3 Vuoi un cone?
4 Olga.
5 Questa notte prendimi per mano
6 L'Autogrill
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Olga contemplava le palme delle mani, avvolte strette nelle bende. Sembrava ipnotizzata dal loro candore surreale.

Pochi giorni prima si era tagliata rompendo una finestra a mani nude.

L'avevano presa lo stesso.

-Come ti senti oggi, Olga?- domandò la voce maschile da dietro le mura di vetro della sua cella.

Olga gli dava le spalle. Provò a figurarsi nella mente l'immagine di un giovane psicologo sui 27 anni con piccoli occhi neri e i capelli biondi; indossava un camice bianco, e appuntate nel taschino, proprio in corrispondenza del cuore, vi erano tre biro: una rossa, una verde, una blu.

-Lei come pensa che mi senta?- gli chiese lei senza ironia. No: una rossa, una verde, una nera.

-Beh, dovresti sentirti male, no? Hai assassinato entrambe le tue sorelle-.

Non era una risposta da psicologo, lei aveva rigirato la domanda e lui avrebbe dovuto accorgersene e far ritornare la conversazione sui binari prefissati. Gli psicologi non esprimono pareri personali. Olga avrebbe potuto farglielo notare, certo.

Una verde, una rossa, una nera.

-Veronica e Christine dovevano morire- si limitò a dire.

-Ritieni che sia giusto uccidere?- domandò l'uomo con più foga.

Una blu, una nera, una verde.

Olga sospirò:-Non ho detto questo, Kevin. Le mie care sorelle meritavano quello che hanno ottenuto-.

-Non mi chiamo Kevin-.

Strano psicologo.

-Fa lo stesso-.

La bionda testa della ragazza precipitò in caduta libera per il brevissimo istante che separava le spalle dalle mani aperte; affondò la fronte tra le bende e i polpastrelli nel cuoio capelluto. In quel momento sembrava quasi dispiaciuta di essere lì, di aver fatto quello che aveva fatto.

Una blu, una verde, una rossa.

-Lo sapevi che il figlio di Christine mi ha detto che spera di vedermi uscire presto così può massacrarmi di botte di persona?-.

-Questa minaccia ti spaventa, Olga?-.

-Io non ho paura di niente, non provo niente e non ho alcun interesse in ciò che mi accadrà d'ora in poi- rispose lei con voce quasi inumana -Anzi, mi vanno molto a genio le minacce di Nick, perchè sono la prova inconfutabile che si perderà sulle strade dell'odio. Il sentimento che prova lo divorerà, dall'interno-.

-Ha solo diciassette anni- protestò lo psicologo.

-Già- rise Olga.

-Che stronza!- si lasciò sfuggire lui con una nota divertita nella voce.

E quell'ultimo commento era così fuori luogo, così poco professionale, che Olga si voltò a fissarlo.

Il ragazzo soprannominato Kevin, perchè di un ragazzo si trattava, non più di 21 anni, esibiva un'arrogante ciuffo verde fosforescente e sul viso chiaro e pulito gli brillavano due grandi e luminosi occhi azzurri. Il camice bianco era tutto storto e stropicciato come se se lo fosse infilato in fretta e furia e qui e là appariva qualche piccola macchia rossastra. Nel taschino del camice, proprio sul cuore vi era appuntata una biro viola.

Ma chi cazzo scrive col viola? Fu tutto quello che riuscì a pensare Olga.

-Vogliamo andarcene, tesoro?- chiese Kevin e con un gesto fluido si fece scivolare in mano un mazzo di chiavi.

-E' arrivato Natale e nessuno me la detto, vero?- borbottò Olga nascondendo un ghigno.

  
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