Dopotutto, sei il mio Otouto
Se c’era una cosa che Yamato non sopportava, era aspettare. Era un tipo puntuale, lui. Mai in ritardo, anzi, arrivava in anticipo, lui. Mentre era seduto sul divano di casa sua, si domandava come fosse possibile. Erano fratelli, dovevano avere qualcosa in comune. Invece, lui e Takeru erano come il giorno e la notte. E, se lui era puntuale, suo fratello… no. Lo stava aspettando da venti minuti, venti lunghi, estenuanti, minuti, e ovviamente non aveva ricevuto né un messaggio, né una chiamata per spiegare il ritardo, cosa che, invece, avrebbe fatto lui. Improvvisamente, il campanello. Yamato si alzò piano, e con molta campa, andò ad aprire. Sulla porta, ansante, sguardo da cucciolo bastonato, c’era lui.
-Si, lo so, sono in ritardo. Ma ho una buona ragione e…-
Yamato non lo fece nemmeno continuare.
-Fa niente, fratellino. Entra, la cena è pronta-
Takeru entrò in casa.
-Non chiamarmi fratellino… ho 17 anni-
Yamato si mise a ridere
-Si, certo. Ma certe cose non cambiano. Tu sei in ritardo e sei il mio fratellino. Quindi fratellino, rimane-
Takeru alzò gli occhi al cielo.
-Smetterai mai di chiamarmi così?-
-Tu arriva puntuale, e io la smetterò-
Ma tutti e due sapevano che non sarebbe successo. Takeru ci provava ad arrivare in orario, ma alla fine, non lo era mai. Takeru sapeva che sarebbe sempre arrivato tardi, perché una parte di lui non voleva smettere di essere chiamato fratellino. Ovviamente, a suo fratello, non l’avrebbe mai detto.
-Mi leggi una storia,
oniichan?-
-Perché dovrei?-
-Perché sono il tuo
otouto, e tu il mio oniichan-
-E allora?-
-È un tuo compito,
oniichan-
Yamato, sette anni d’età,
prese il libro dalle piccole mani paffute di suo fratello.
-Va bene, ti leggo la
storia-
-Grazie, oniichan-
Yamato sorrise
-Dopotutto, sei il mio
otouto-
Otouto: vuol dire fratello minore
Oniichan: vuol dire fratello maggiore
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Ciao a tutti!
Allora, da dove è uscita questa storia? Non ne ho idea. L’idea mi è venuta per caso e mi sono trovata a scrivere questa piccola storia. Certe volte bisogna solo seguire l’ispirazione. A me la storia piace, spero possa piacere anche a voi. Mi piace pensare che da piccolo Takeru tormentava sempre suo fratello, per giocare, o fare cose insieme, e mi immagino sempre Yamato brontolare ma alla fine cedere, perché vuole bene al suo fratellino. È questa l’idea di fondo della storia. Anche se si cresce e si diventa grandi, l’affetto per il proprio fratello o sorella non cambia, anzi, può solo che crescere.
Spero di non avervi annoiato, e che la storia vi sia piaciuta. Se vi va, lasciate una recensione, mi fa sempre piacere. Un bacio
Juls