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Autore: Irina_Yermolayeva    11/09/2014    0 recensioni
[POST 9 STAGIONE]
Sam ha tentato di chiamare Crowley per far tornare in vita Dean. non ha risposto. Dean è scomparso e Sam è disperato. e la disperazione fa brutti scherzi e il cacciatore ricade in un vecchio vizio pre-apocalittico. quali saranno le conseguenze delle sue azioni? e Dean dove sarà?
Genere: Angst, Dark, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: PWP, Spoiler!, Violenza | Contesto: Nel futuro
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ehm ehm... siccome noto con grande disappunto una mancanza generale di FF con Dean/Crowley come Paring ho deciso di metterci qualcosa in questa. all'inizio ero indecisa se metterci Wincest o niente, ma poi ho pensato a quanto sono fighi !Deanmon e Crowley e quindi ho scelto questo. in teoria dovrebbe essere finita ma se nel fratempo mi viene qualcosa di cattivo da inserire (e dopo aver appena visto il promo della decima stagione sono sicura che qualcosa troverò *sbava come una lumaca dopo essere svenuta nel vedere la fighevolezza di Deanmon) creerò una serie di shot. mi piace scrivere shot xD detto questo vi lascio alla OS sperando che vi piaccia.
Irina
XXX
P.S.: il titolo è tratto dall'omonima canzone di Robert Johnson che è stato "protagonista" dell'episodio "crossroad Blues" (anch'esso titolo di una sua canzone. si ì un cantante blues che ha avuto una carriera di 10 anni... si alcuni sospettano che abbia fatto un patto col demonio come sembra raccontare anche nelle sue canzoni)














 

Me & the Devil Blues

 
















 

Early this mornin’, when you knocked upon my door
Early this mornin’, ooh, when you knocked upon my door
And I said, “Hello, Satan, I believe it’s time to go”

 









Sam aveva ancora gli occhi rossi dopo aver pianto e chiamato Crowley fino a perdere mentre camminava verso la camera di suo fratello.
Quel fratello che era morto e che non avrebbe potuto far tornare in vita perché il demone non rispondeva e Castiel non aveva più la propria grazia.
Tirò su col naso e aprì la porta della camera rimanendo a fissare il letto vuoto con stupore e agitazione.
- Dean!!- urlò chiamandolo:- Dean!!-
Girò per tutto il bunker, cercandolo e chiamandolo ma era da solo.
Completamente solo. Lo aveva abbandonato e non ne capiva il motivo. Se era vivo perché se n’era andato?
E se non era morto, come aveva fatto a fingere la sua morte? No, Dean era di sicuro morto. Ma come diavolo faceva ad alzarsi dal letto e sparire dal bunker senza che lui se ne accorgesse? Che diavolo era successo? Sam non poté che porsi infinite domande cercando una risposta, studiando il bunker in cerca di indizi e fu in camera di suo fratello che trovò qualcosa.
Zolfo.
Che Crowley avesse fatto tornare in vita Dean? Ma con chi aveva stretto un patto? I demoni possono farlo solo se stringono dei patti. No, era successo dell’altro. Nessuno tranne lui sapeva che Dean era morto.
O forse non era l’unico.
Sam, deciso, andò in camera sua e si preparò per partire.
Lo avrebbe cercato e salvato da qualsiasi cosa gli avesse fatto quello.
Prese l’Impala e cercò il primo incrocio che trovò, evocando un demone.
Questo apparve subito dentro il corpo di un elegante uomo di trent’anni.
Sam gli chiese di suo fratello, ma lui non rispose.
Sam sperava che non avrebbe risposto perché da quando aveva visto il letto vuoto di suo fratello aveva solo una cosa in mente e la mise in atto subito.
Catturò il demone chiudendolo nel bagagliaio e portandolo nel bunker dove riuscì ad appenderlo per i piedi e a tagliargli la gola per dissanguarlo in una bacinella.
Sapeva che nessun demone gli avrebbe dato le risposte che cercava; aveva una sola possibilità per trovare il fratello anche a costo di dover riprendere con una vecchia droga che aveva smesso di usare da ormai tanto tempo.
Mentre il demone si dissanguava, Sam uscì di nuovo cercando altri demoni all’interno dei locali, per strada, a caccia.
Piano piano che li trovava, li portava nel bunker e li dissanguava bevendone poi il sangue, bruciandone poi i cadaveri.
 









 
Me and the devil, was walkin’ side by side
Me and the devil, ooh, was walkin’ side by side
And I’m goin’ to beat my woman, until I get satisfied











Era passato un mese da quando aveva iniziato e si era allontanato dal Kansas, aveva iniziato a consumare la sua cena direttamente sul posto, tornando al bunker solo per fare alcune scorte di munizioni e altre cose essenziali per un cacciatore.
Dopo aver bevuto anche l’ultimo litro di sangue demoniaco della sua ultima vittima, Sam si mise a dormire per qualche ora prima di ripartire e continuare la sua ricerca del fratello. Ormai era molto più che una faccenda personale. Era diventata la sua missione. Come un cacciatore. Lo avrebbe trovato e gliel’avrebbe fatta pagare per essere scappato. Doveva assolutamente vendicarsi di averlo abbandonato in quel momento particolare. Ancora non sapeva se Metatron fosse stato sconfitto. Lo aveva visto andarsene ed era ancora vivo quando Dean aveva esalato il suo ultimo respiro tra le sue braccia.
O quello che Sam credeva fosse il suo ultimo respiro.
A quanto pare Dean aveva qualche asso nella manica di cui non si era preso la briga di dirgli.
Era tipico di quel bastardo di suo fratello nascondergli le cose. Lo ha sempre fatto e non avrebbe mai smesso fino a che non sarebbe morto.
Sam dormì, ma dormì per veramente poco tempo perché iniziò a dimenarsi nel letto, il corpo completamente ricoperto di sudore, brividi di freddo, un dolore accecante alla testa, ai muscoli, nelle ossa.
Sentiva il fuoco e il ghiaccio dentro le vene che gli bruciava la carne. Sentiva le ossa rompersi e ricostruirsi, la gola in fiamme, crampi. La stanza che girava in modo vorticoso, sentiva l’aria della stanza che lo sfiorava e gli faceva quasi male, i colori erano diversi, tutto stava cambiando e il suo stomaco si stava lamentando.
Si alzò velocemente dirigendosi nel bagno dove vomitò litri e litri di qualcosa di scuro, rosso scuro. Sembrava sangue ma poteva benissimo essere qualcos’altro.
Sam urlò sentendo come se migliaia di pugnali gli si conficcassero nel petto, nelle braccia; un trapano che gli faceva buchi nel cervello, il dolore che gli annebbiava la mente.
Poi svenne sul pavimento della camera, incapace di raggiungere il proprio letto.
Quando si svegliò al mattino dopo, lo fece di soprassalto e tutto il dolore che aveva provato quella notte era svanito come se lo avesse solo sognato.
Però lui si sentiva diverso. Si toccò il petto sentendo che era ghiacciato, forse perché aveva dormito per terra.
Si alzò e aprì il rubinetto della doccia e, quando fu calda, ci si infilò sotto e gli ultimi strascichi di quella strana influenza della notte sparirono.
Quando uscì dalla doccia per pettinarsi davanti allo specchio capì che cosa era cambiato.
Non solo fisicamente, ma anche la sua coscienza.
Togliendo la patina di vapore sulla superficie riflettente osservò i propri occhi che diventarono neri dopo pochi istanti.
Sam era diventato un demone.
L’ex cacciatore ghignò:-direi che adesso riuscirò a trovarti in un modo o nell’altro.- sibilò dando un pugno allo specchio e rompendolo.
 








 
She say you don’t see why, that you will dog me ’round
Verso parlato: Now, babe, you know you ain’t doin’ me right, don’cha
She say you don’t see why, ooh, that you will dog me ’round
It must-a be that old evil spirit, so deep down in the ground











Andò a cambiarsi pensando ad alta voce:-conoscendo Dean, credo di aver capito dove si rintana adesso. Sarà facile scovarlo e vendicarmi di quello che mi ha fatto.- sibilò sistemandosi la camicia e staccando il pugnale di Ruby dalla porta dove aveva appiccicato una foto di suo fratello.
-ti troverò.- rise Sam e, schioccando le dita, svanì dal bunker per ricomparire a Las Vegas.
-so per certo che sei qui. Questo posto pieno di disgraziati in cerca di fortuna, di trasgressioni, vizi e immoralità.-
Camminando in uno dei più grandi Casinò si ritrovò a passare accanto ad un poveraccio che chiedeva di poter giocare, nonostante avesse perso tutto, che poteva farcela, che voleva cambiare la sua vita.
Sam lo fissò attentamente nei suoi vestiti sporchi per aver passato tre giorni di fila nel casinò a giocare a Black Jack e Poker.
Si avvicinò a quel poveraccio e gli sussurrò all’orecchio:-io conosco un modo per farti avere tutto quello che vuoi.- disse seducente.
L’uomo si voltò a guardarlo; era talmente disperato che avrebbe ascoltato anche lui, uno sconosciuto che gli forniva una verità assoluta e un’altra possibilità.
-davvero?- chiese assetato avvicinandosi a Sam.
-oh sì, ed è davvero semplice.- sorrise cordiale.
L’uomo per qualche secondo sembrò tirarsi indietro, ma guardando gli altri giocare si fece coraggio.
-cosa vuoi?-
Sam ridacchiò soavemente.
-per adesso nulla, ma tra dieci anni verrò a prendere una cosa che non ti mancherà.-
-tra dieci anni? È uno scherzo?- chiese, era troppo bello per essere vero.
-nessuno scherzo. Io ti darò quello che vuoi, tra dieci anni ci rivedremo e mi prenderò qualcosa.-
-ok. Qualunque cosa. - sussurrò il povero ingenuo.
-abbiamo un accordo, quindi?- chiese Sam.
L’uomo annuì e Sam si avvicinò prendendolo per la cravatta:-io ho un modo particolare di stringere patti.- sorrise.
-del tipo? Mischiare le salive sulla mano? Farsi un taglio e mischiare il sangue?- la voce del giocatore tremava appena.
-no, in un altro modo. - rispose baciandolo, infilandogli la lingua in bocca e firmando così il patto. Gli occhi di Sam divennero per qualche istante neri.
L’uomo si scansò subito dopo pulendosi la bocca schifato:-ma che cazzo … ?-
Sam lo interruppe:-ora va, gioca e vinci.- sorrise allontanandosi.
Percorse qualche metro verso il bar e li lo vide che flirtava con una bellissima cameriera.
Sam si sedette accanto al fratello che rideva di una sua battuta, una di quelle che gli fa credere di essere simpatico.
-sapevo che ti avrei trovato qui. Non c’è posto migliore per quelli come noi.- esclamò Sam ordinando lo stesso del fratello.
- Sammy, come hai fatto a trovarmi?- chiese sorpreso guardandolo.
-ci è voluta molta preparazione, ma ci sono riuscito.- rispose mostrando al fratello la sua vera natura.
-chi sei?- sibilò Dean mostrando la sua Prima Lama.
Sam rise:-non sono posseduto, fratellone. Sono io. Sono diventato un demone, come te. -
-come hai fatto? Un patto con qualcuno?-
Sam scosse la testa bevendo un sorso di liquido ambrato facendolo scivolare lentamente in gola.
-credo che sia stato tutto il sangue demoniaco che ho bevuto. Adesso che ci penso stanotte ho vomitato sangue, forse era quello umano che è stato espulso dal mio corpo come se fosse una malattia.- spiegò sovrappensiero il minore.
Dean scosse la testa:-perché hai fatto una cosa tanto stupida? Potevi morire!-
-non m’importava, Dean. Voglio solo una cosa e la otterrò a qualsiasi costo.- Sam irrigidì la mascella nel pronunciare quelle parole e la mano destra si strinse intorno al bicchiere facendolo quasi scricchiolare.
-e cosa vuoi?- Dean si fece attento.
-vendetta.- rispose semplicemente l’altro.
-voglio ucciderti, torturarti, farti del male così che tu possa capire il dolore e la rabbia che ho provato io quando ti ho dovuto portare nella tua camera, morto e quando ho trovato quella stessa camera vuota perché tu eri tornato e avevi deciso di abbandonarmi!- urlò facendo esplodere qualche bottiglia, alcune persone si voltarono verso di lui per osservarlo preoccupati.
Dean invece non si fece impressionare da quell’attacco di parole e bevve un sorso.
- l’ho fatto per un motivo. Non mi aspetto che tu lo comprenda.-
-oh, lo capisco benissimo. Ti sei svegliato come demone e non volevi che io lo scoprissi e così hai iniziato a spassartela in giro per gli States facendo quello che più ti pare e piace. Tu mi hai costretto a diventare questo.-
-è stata una tua scelta.-
-volevo ucciderti. Voglio ucciderti.- disse serio.
-non puoi uccidermi.- Dean posò il bicchiere sul bancone.
-tu puoi morire, invece.- indicò il petto del fratello, dove aveva nascosto la Prima Lama.
-sì, solo questa può uccidermi, ma devi avere il marchio di Caino.-
-lo so. - sorrise Sam.
-non ti darò mai il marchio di Caino; non ne sei degno.-
Sam fece una smorfia di disgusto a quelle parole:-ciò non vuol dire che non posso togliertelo.- sibilò alzandosi e facendo cadere lo sgabello per avventarsi contro suo fratello con il pugnale demoniaco in mano pronto a staccare quel pezzo di pelle dal braccio di suo fratello per poterlo uccidere.
Ma Dean non glielo avrebbe permesso, si sarebbe difeso e riuscì a spintonarlo lontano da se con un cenno della testa.
Sam non si arrese e si ributtò contrò l’altro senza far caso alle persone che urlavano e correvano intorno a loro e alle guardie che si stavano avvicinando.
-fermi!- urlarono puntando le pistole sui due fratelli che non badarono a quegli uomini.
-tu non ti immagini neanche cosa ho provato quando sei morto!- urlò Sam.
-lo posso immaginare Sam, la stessa cosa che ho provato io quando ti ho visto morire tante volte ed è stato quel dolore che mi ha spinto a fare quel patto con quell’angelo. Ma ora, non mi interessa più e sai perché? Perché non provo più sentimenti umani e anche tu dovresti passarci sopra.-
-no, Dean. non tutti reagiscono come te alla trasformazione in demone. Io ho troppa rabbia dentro e devo sfogarla in qualche modo. - gli si lanciò addosso riuscendo a piantargli il coltello demoniaco nella spalla.
Dean gemette dal dolore mentre spingeva distante il fratello.
-fermi ho detto!!- urlò una guardia sparando a Sam quando si rialzò dopo il colpo del fratello.
Sam rimase immobile per qualche secondo ad osservare il sangue sgorgare dal suo petto, poi guardò la guardia.
-mi hai fatto male.- disse solo.
-TU!- urlò Dean infuriato avvicinandosi alla guardia:-come hai osato fare del male a mio fratello! Piccolo sudicio figlio di puttana!- la sua ira era palpabile nell’aria, i vetri tremavano, i suoi occhi erano neri di una furia cieca. La guardia tremò e gli puntò la pistola addosso ma non ebbe il tempo di premere inutilmente il grilletto perché Dean, roteando il polso con le dita aperte andandole a chiudere giungendo alla fine della rotazione, gli ruppe l’osso del collo e la guardia cadde a terra morta.
-nessuno può fare del male a mio fratello!!- tuonò fissando tutte le persone che erano rimaste nell’immensa sala giochi del casinò.
Sam rimase piacevolmente colpito da quel gesto. Nonostante avesse tentato di ucciderlo, di torturarlo e di fargliela pagare cara per quello che gli aveva fatto, lo stava ancora proteggendo. Nonostante, ora, non avesse più bisogno di protezione continuava a stare al suo fianco.
Sam si calmò appena e Dean se ne accorse voltandosi verso di lui ed estraendo il pugnale dalla sua spalla.
-stai attento con questo.- sussurrò porgendoglielo.
Sam lo riprese con una strana luce nei suoi occhi.
-Sai Dean, pensavo che noi due siamo dei demoni un po’ speciali.- ghignò.
- cos’hai in mente?- chiese Dean interessato.
- Be, insomma, non possiamo essere esorcizzati perché questi sono i nostri corpi e le uniche armi in grado di uccidermi, le abbiamo noi. Potremmo diventare i re dell’inferno. Tu sei più potente di Crowley.-
Dean annuì:-ma Crowley non è idiota e poi sono cambiate alcune cose da quando sono un demone, dovrei aggiornarti.-
-non vedo l’ora.- sorrise convinto Sam.
Qualcuno che si schiariva la gola fece girare i due fratelli che avrebbero ucciso il povero disgraziato se non si fossero trovati di fronte niente meno che il Re dell’inferno in carica.
-salve ragazzi!- esclamò serio.
- Crowley.- lo salutò Dean con uno strano sorrisetto.
-Tesoro, stavi complottando contro di me, per caso?- chiese il demone avvicinandosi al maggiore dei Winchester.
-non sia mai, cosa potrei volere di più di quello che già ho?-
Il re annuì e poi si guardò intorno:-avete fatto un po’ di casino.-
-già, Sammy è diventato vulcanico da quando è entrato a far parte della famiglia.-
Crowley guardò Dean sorpreso:-come scusa?-
-sono un demone, ora.- esclamò Sam avvicinandosi e mostrando i suoi occhi.
-ah, molto bene. I Winchester schierati dalla parte dell’inferno.- rise appena.
-questo farà arrabbiare molto quell’angelo di Castiel. Ora però abbiamo un problema più grosso. I testimoni.- guardò Sam e Dean.
-possiamo ucciderli. Loro lo avrebbero fatto, anzi uno ci ha provato.- esclamò Sam indicandosi il petto.
-nonostante mi piaccia questo tuo nuovo modo di pensare, Moose, credo non sia saggio fare una strage in piena Las Vegas. Un morto basta e avanza.- guardò il cadavere per terra.
-questa è opera tua, vero tesoro? Riconosco la tua firma.- aggiunse guardando Dean.
-mi conosci troppo bene.- sorrise Dean.
-non puoi sorridermi in quel modo dopo aver fatto i capricci, mi viene voglia di punirti ancora più severamente.- Crowley si avvicinò.
-lo so. È per questo che lo faccio.- sussurrò il maggiore dei Winchester ad un passo dalla sua bocca.
Crowley annientò la poca distanza mordendo le sue labbra e in quell’esatto momento schioccò le dita facendo tornare tutto normale e loro sparirono per finire nell’ufficio privato di Crowley.








 
You may bury my body, down by the highway side
Verso parlato: Baby, I don’t care where you bury my body when I’m dead and gone)
You may bury my body, ooh, down by the highway side
So my old evil spirit, can catch a Greyhound bus and ride 











-che sta succedendo qui?- chiese Sam guardando i due demoni scambiarsi quell’effusione.
-era questo di cui ti volevo parlare, Sammy. Non uccideremo Crowley così da diventare re dell’inferno.- sorrise Dean.
-li siamo già.- rise appena il Re allargando le braccia per fargli vedere l’ufficio.
-potrebbe essere divertente.- sogghignò il più piccolo dei Winchester.
-benvenuto a casa. - esclamò Dean felice abbracciando il fratello.








 
Early this mornin’, when you knocked upon my door
Early this mornin’, ooh, when you knocked upon my door
And I said, “Hello, Satan, I believe it’s time to go”
   
 
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