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Autore: aliciablade    29/09/2008    20 recensioni
Usagi beve accidentalmente una pozione d'amore ed inizia a comportarsi molto stranamente...specialmente verso un certo nemico alquanto disprezzato. ATTENZIONE:questa fanfiction è tradotta da lithtys col permesso dell'autrice.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Note di lithtys: questa ff è tradotta da lithtys col permesso dell'autrice.

LOVE POTION No 19

By Alicia Blade

CAPITOLO 8 - LOVE IS IN DENIAL

La campanella suonò e Usagi sospirò profondamente prima di raccogliere lentamente i libri e farli scivolare nella cartella. Ami la guardò dalla sua sedia, accigliandosi quando Usagi si alzò facendo un sospirone che faceva apparire l'azione dolorosa, e lentamente iniziò a dirigersi verso la porta, a testa bassa. Ami la seguì, scuotendo la testa e facendo un debole sorriso alla loro insegnante.

Usagi era arrivata in ritardo -in estremo ritardo- quella mattina, ma Haruna sensei, dopo aver notato l'espressione abbattuta della ragazza ed i suoi occhi rossi, non aveva avuto cuore di metterla in punizione. Ora, stava guardando le due ragazze mentre uscivano dalla sua classe, domandandosi che cosa avesse potuto spezzare il cuore della ragazza più allegra della scuola.

Mentre si recavano verso la sala giochi per incontrare le altre ragazze, Ami, incapace di reggere l'assordante silenzio, aveva intrapreso un monologo sulle varie verifiche della giornata e sulle lezioni e compiti. Usagi non disse nulla...si fissava solamente i piedi con la frangia spettinata che le copriva gli occhi. Quella vista lacerò il cuore di Ami e cercò di pensare a qualche spiegazione scientifica o cura medica, ma non gliene venne in mente nessuna. Pensò di cercare nel suo computer qualcosa a riguardo delle pozioni d'amore e sui loro effetti collaterali e decisa che valeva la pena provarci, anche se non ci sperava molto. Quello era il campo di Minako.

La porta di vetro si aprì ed Usagi esitò. Appoggiando gentilmente la mano sulla spalla della ragazza, Ami la guidò all'interno dove vennero salutate da Minako, Rei e Makoto, già sedute sugli sgabelli.

"Giusto in tempo!", disse Rei, facendo loro segno, "Vi abbiamo ordinato un frappé".

"E stanno arrivando anche le patatine", aggiunse Makoto.

"Come ti senti, Usagi-chan?", le chiese Minako, preoccupata.

Usagi scrollò le spalle, mentre si sedeva di fianco a loro ed Ami occupava l'ultima sedia rimasta. "Bene", mentì, in modo poco convincente.

"Allora...ci h pensato molto", disse duramente Rei, "e sono riuscita a trovare altre due soluzioni al tuo problema, Usagi-chan, in aggiunta a quella di trovare una cura per la pozione d'amore".

Usagi sbuffò all'accenno alla pozione, credendo che i suoi sentimenti fossero reali e forti quanto l'amore che provava per la sua famiglia ed i suoi amici e non esclusivamente dovuti ad una pozione magica.

"Allora, quali sono queste idee?", chiese Ami.

"Primo, trovarle un altro uomo".

Usagi sollevò lo sguardo e la guardò male. "Non voglio un altro-".

"Lo so, lo so. Almeno ascoltami. Ti ricordi quando odiavi Mamoru?".

"Non ho mai-".

"Perché si comportava come un idiota con te! Con quei nomignoli e gli insulti e tutto il resto? Allora, se riusciamo a trovarti un vero principe così da allontanare i tuoi pensieri da lui, forse-".

"No!", urlò Usagi, stringendo le mani a pugno, mentre gli occhi andavano riempiendosi di lacrime. "Non voglio nessun altro! Questa non è una semplice cotta! Non è una stupida infatuazione. Gli appartengo completamente, interamente. Se non posso avere lui, allora non avrò nessuno. Diventerò una suora prima di fingere di essere innamorata di un altro!".

Le ragazze si scambiarono un'occhiata, guardando in modo strano la ragazza che si lasciò cadere amaramente sul suo sgabello, proprio mentre stava arrivando Motoki con 5 frappé e 2 grossi cestini di patatine. "Ecco a voi, ragazze. Hey, cosa c'è che non va, Usagi-chan?".

Minako gli fece velocemente segno di lasciar cadere il discorso e di andarsene. Capendo al volo, fece un passo indietro, borbottando..."Ehm...uhm...non importa. Okay. Beh, sai dove trovarmi se hai bisogno di qualcosa". Aveva l'espressione preoccupata, mentre ritornava al bancone e Minako cingeva le spalle di Usagi con un braccio.

"Qual'era la tua seconda idea, Rei?".

"L'opposto di questa", disse la sacerdotessa, scrollando le spalle. "Invece di costringere Usagi a lasciar perdere, faremo innamorare Mamoru di lei".

Usagi si imbronciò, abbattuta. "Pensi che non ci abbia provato?".

"Oh, suvvia, hai flirtato con lui per quanto? Tre giorni? Queste cose necessitano di tempo. Inoltre, non hai pensato di esserci andata troppo pesante? Possiamo provare tattiche diverse. Come, 'la ragazza difficile da conquistare'? O possiamo fingere di farvi andare ad un appuntamento al buio? O forse, farti uscire con qualcun altro così da renderlo geloso? Ci sono un sacco di cose che possiamo provare".

Anche se per un breve istante una luce di speranza era apparsa nello sguardo di Usagi, se ne andò via velocemente , mentre scuoteva la testa. "Che cosa importa? Non sarò mai abbastanza per lui. Nessuna cosa che io faccia potrà mai renderlo felice. Si merita una ragazza che sia intelligente e bella e affascinante e sofisticata e unica".

"Unica?", Makoto rise. "Usagi, tu sei la più-".

"Shh!", le interruppe Ami e si volsero in tempo per vedere Mamoru entrare nella sala giochi. Quando i suoi occhi si posarono su di loro ed in particolare sulla bionda che sembrava improvvisamente nascondersi dietro Minako, fece un profondo respiro e si diresse verso il loro tavolo. Usagi squittì nervosamente, incapace di distogliere lo sguardo da lui.

"Ehm, ciao", iniziò nervosamente.

"Ciao, Mamoru-san", risposero in coro le ragazze. Tutte, eccetto Usagi. Aveva perso la voce; il corpo le tremava e Minako, notandolo, le passò una mano sul braccio nel tentativo di calmarla.

"Odango-chan, mi chiedevo...posso parlarti?".

Era nervoso. Minako sollevò un sopracciglio e guardò le altre ragazze per vedere se lo avevano notato anche loro. Lo avevano notato. Mamoru non era mai nervoso.

Deglutendo, Usagi annuì lentamente e Minako la sospinse fuori dalla sua sedia. Riuscì a trovare un po' di forza nelle gambe e seguì Mamoru, all'estremità del bancone, lontani dalla confusione della sala giochi.

Le ragazze si guardavano incuriosite, pregando silenziosamente in una svolta della situazione, prima di concentrare la loro attenzione su Mamoru e Usagi.

"Forse non dovremmo guardare", sussurrò Ami, lo sguardo incollato alla coppia.

"Stai scherzando?".

"Scommetto che se Minako sbattesse le ciglia a Motoki, lui ci farebbe nascondere dietro al bancone per farci ascoltare cosa si dicono".

Minako sogghignò. "Mi piacerebbe avere quel tipo di potere su di lui". Poi, voltandosi verso le sue amiche, chiese, "Credete che lo farebbe?"

__________________________________________________________________________

Mamoru ed Usagi si sedettero sugli ultimi due sgabelli e la ragazza iniziò immediatamente a giocare con le bustine di zucchero sul bancone, desiderando di aver portato con sé il frappé, così da avere qualcosa da fare, ma poi grata di non averlo fatto perché avrebbe solo riportato alla mente dei brutti ricordi e avrebbe fatto ricordate a Mamoru quanto era stata infantile quando glielo aveva rovesciato in testa. Non osò incontrare il suo sguardo, anche quando il silenzio fra di loro divenne pesante e iniziava a soffocarla. Aprì un pacchetto e fece un minuscolo mucchietto di zucchero, guardando affascinata il modo in cui i granelli cadevano insieme e scintillavano.

Finalmente, Mamoru si schiarì la voce. "Sei arrabbiata con me".

Il respiro mozzato fece capire a Mamoru di avere ragione, anche se lei non era davvero arrabbiata con lui. Era infuriata con se stessa e innamorata di lui. Si morse il labbro ed aprì un altro pacchetto. Mamoru sospirò.

"Usagi, ascolta...sono...ehm...non me la cavo bene nelle amicizie, okay? Non ho mai avuto molti amici nella mia vita e, di questi, la maggior parte sono ragazzi, così...voglio esserti amico. In realtà ero veramente...felice...sabato sera quando eri da me e ho scoperto che mi sento a mio agio con te e questo mi piace. Ma non so che cosa fare, ora, con te. Non so cosa tu ti aspetti o cosa ho fatto di sbagliato. Non sono abituato a queste cose". Si interruppe, guardando la mandibola di Usagi tremare e le palpebre sbattere furiosamente. Le sue labbra erano increspate e dubitava che gli avrebbe risposto. Era arrivata alla quarta bustina di zucchero.

Dopo aver roteato gli occhi, infuriato per la sua inadeguatezza, allungò la mano e coprì quella di Usagi, fermando l'attacco ad una nuovo pacchetto di zucchero. Boccheggiando, lo guardò. Mamoru cercò di sorridere, sicuro di aver fatto più un sorrido pietoso e implorante che allegro. "Per quanto riguarda ieri", sussurrò, inumidendosi le labbra, "stavi bene. Davvero bene, in realtà. E' solo che non mi aspettavo...il cambiamento e dopo tutte queste situazioni nuove in così poco tempo, ecco...sono stato colto di sorpresa. So che è una scusa che non regge, ma non volevo farti star male. Davvero, non so perché tu tenga tanto alla mia opinione...", ridacchiò nervosamente, "ma credo che sia compreso nel pacchetto dell'amicizia. Allora...stavi bene!".

Usagi sbatté le palpebre, lo sguardo in grado di fargli perdere il sorriso che tentava disperatamente di trattenere, prima di aprire lentamente la bocca.

"Stavo bene?".

"Si, davvero".

Allontanò la mano dalla sua e improvvisamente fecero la loro comparsa delle lacrime di rabbia, "Bene, Mamoru?", quasi urlò. Si tirò indietro, sussultando. "Non stavo cercando di 'stare bene'!".

"Ehm...tu...che cosa...ho detto qualcosa di sbagliato?".

"Che ne dici di bella?", gridò, saltando giù dallo sgabello e mettendosi le mani sui fianchi, infuriata, "che ne dici di meravigliosa? Quello era quello che volevo che pensassi! Che sono splendida, Mamoru! Sono stata al salone di bellezza per ore! Mi sono fatta i capelli e le unghie e quell'orrendo fango verde e la ceretta...e l'ho fatto per te!". La sua tirata stava perdendo tono, mentre le lacrime le scendevano lungo le guance. Guardò la sua espressione sbigottita attraverso gli occhi annebbiati, cercando di trattenere i singhiozzi ed infine bisbigliando, "L'ho fatto per te. Per te, Mamoru. Perché voglio che pensi che io sia bella. Perché voglio che mi ami. E non come un'amica, ma come io amo te".

Sbatté le palpebre, la bocca aperta. "Usa...", inspirò, le labbra quasi incapaci di formulare una frase. Allungò le mani verso di lei, spaventato, insicuro. Voleva confortarla, disperatamente, ma il suo cervello si rifiutava di comprendere quello che gli stava dicendo e fino a quando non riusciva a capirlo...non sapeva che fare. "Usa, io-".

"No, Per favore, no".

Chiuse la bocca e all'improvviso, le braccia di Usagi furono attorno al suo capo, la testa premuta contro l'incavo del suo collo. Spalancò gli occhi e le sue braccia la strinsero inconsapevolmente. Stava tremando violentemente. Voleva tranquillizzarla, sapeva di doverlo fare, ma le sue mani che le accarezzavano la schiena e le spalle sembravano inesperte e rudi anche a lui. Deglutì nervosamente.

"Ti amo", sussurrò e Mamoru avvertì il suo fiato contro il collo, "ti amo così tanto, Mamoru. Sono innamorata così pazzamente di te che sto morendo dentro". Poi le mani di Usagi furono nei suoi capelli e le labbra sulle sue, piccole e calde e lo stavano baciando freneticamente, supplicandolo. Immediatamente Mamoru si trovò a non poter più respirare, o muoversi o pensare. La sensazione della sua bocca, delle sue dita nei capelli, del suo corpo, lo immobilizzarono. Il suo cervello si trovava in una fitta nebbia dove esisteva solo la sensazione di lei. Il suo cuore anelava a restituirle il bacio, ma era troppo sconvolto per iniziare anche solo a reagire al torrente di emozioni che lo stava sommergendo.

Usagi si allontanò. Mamoru la guardò shockato, le braccia ancora strette attorno alla sua vita. Piangeva ancora. I suoi occhi lo guardarono per un momento con un'espressione terrorizzata, prima di togliere le dita dai suoi capelli e aprire la bocca come per parlare.

Ma invece, i suoi occhi rotearono all'indietro e svenne fra le sue braccia.

"Usagi!", urlò, rinsaldando la sua presa per tenerla su. Le sue grida vennero immediatamente accompagnate da quelle delle sue amiche e guardò da sopra la spalla in tempo per vedere le quattro migliori amiche di Usagi e Motoki nascosti dietro il bancone. "Da quant'è che siete lì?", urlò.

"Svelto, portala sul retro", ordinò Rei, ignorando la sua domanda. "Ha bisogno di stare giù".

Cercando di rimettere insieme qualche frammento di razionalità. Mamoru, riconoscendo che Rei aveva ragione, prese Usagi fra le braccia e si affrettò verso il retro, posandola cautamente sul sofà. Quando gli sembrò comoda, anche se pallida, si girò verso i cinque amici che stavano sulla porta.

"E' anemica o qualcosa di simile?", ruggì. "Perché continua a svenire in questo modo?".

"Fammela vedere", disse Ami, spingendolo da parte e inginocchiandosi di fianco alla ragazza.

Lasciandole un po' di spazio per farle controllare il polso e la temperatura di Usagi, Mamoru si precipitò verso il gruppo, sembrando più stanco che infuriato.

Tirandosi indietro, Motoki mormorò, "Sta accadendo davvero?".

"Che succede? Da quand'è che eravate lì?".

"Mamoru, calmati", gli ordinò Rei. "Questo non riguarda te e poi ora abbiamo altre cose di cui preoccuparci".

"Inoltre", disse Minako, "c'è qualcosa che devi sapere prima che Usagi si svegli".

"Che cosa?".

"Beh, sai che Usagi ha iniziato a comportarsi diversamente verso di te dopo che è svenuta l'ultima volta...".

Mamoru sbatté le palpebre. Non aveva notato la coincidenza, ma ora che glielo faceva presente realizzò rapidamente che i due eventi erano stranamente coincidenti.

Continuò, "Ho ragione di credere che le cose cambieranno di nuovo quando si sveglierà".

"Come?".

Un gemito attirò la loro attenzione di nuovo su Usagi proprio mentre stava aprendo gli occhi. Ami stette dietro la ragazza mentre questa osservava la stanza, gli occhi che passavano da un amico all'altro. Mamoru si aspettava che il suo sguardo si fermasse su di lui. Non lo fece.

"Che è successo?", chiese ad Ami.

"Sei svenuta".

Si accigliò, poi sollevò lo sguardo pensierosa, poi boccheggiò. "Oh! Dopo che ho rovesciato il mio frappé sulla testa di-", guardò Mamoru, che si stava agitando. "Wow, ti sei pulito in fretta".

"Odango Atama, quello è successo venerdì", le disse Rei.

"Oggi è venerdì".

"No, è lunedì".

Studiò i loro stoici volti. "Davvero?".

Annuirono tutti.

"Non ti ricordi nulla degli ultimi 3 giorni?", le chiese Makoto, gettando uno sguardo a Mamoru, il quale stava ancora fissando Usagi con gli occhi spalancati. Era diventato stranamente pallido.

Usagi si soffermò e cercò di ricordare qualcosa, ma tutto ciò che le venne in mente era Mamoru che la insultava una volta di troppo fino a che lei era scoppiata e gli aveva versato mezzo frappé al cioccolato sulla testa. "No. Non da quando ho rovesciato quel milkshake su Mamoru". Ridacchiò e lo guardò, "Uno spreco orrendo per un frappé gratuito".

Mamoru strinse la mascella, ma Minako sembrò l'unica a notarlo.

"Usagi! Lo hai baciato!", proruppe Motoki. Le ragazze si fecero piccole piccole. Mamoru non disse nulla.

"Ho baciato chi?".

"Mamoru!".

Fissò Motoki per un attimo, poi Mamoru, poi scoppiò a ridere. "Già, come no! Come se potessi mai baciare quello! Ottima trovata, Motoki-onii-san!".

"Ma...ma...l'abbiamo visto tutti...proprio ora...", il ragazzo si interruppe quando Rei gli conficcò un unghia nel fianco.

"Non ti ricordi proprio nulla?".

"Che cosa? Tipo io che bacio il baka? Siete tutti matti! Quale ragazza nel pieno delle sue facoltà mentali vorrebbe...oh, solo il pensiero mi fa venire la nausea! Che razza di scherzo state cercando di farmi? E' davvero lunedì o state scherzando anche su questo?".

"Usagi, molte di noi non erano nemmeno qui venerdì, ricordi?".

"Oh, già...".

"E tu hai bac-".

"No", si volsero tutti verso Mamoru e videro che aveva gli occhi incollati su Usagi e furono sorpresi di vedere quell'espressione di totale indifferenza sul suo volto. Minako, che lo aveva osservato, scosse la testa e distolse lo sguardo. "Non è successo nulla. Non mi ha baciato. Perché avrebbe dovuto farlo?".

La sua voce era dura e fredda e Usagi si sentiva in trappola. Deglutì nervosamente, mentre un brivido le scendeva lungo la schiena.

Ma poi Mamoru distolse lo sguardo da lei, si girò e andò via, camminando velocemente fuori dalla sala giochi, mentre tutti lo osservavano, avvertendo una nube scura che incombeva sulla stanza e la strana sensazione che qualcosa fosse andato storto.

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Note di lithtys: innanzitutto volevo scusarmi con tutte quelle persone che mi hanno contattato via mail...mi sono accorta che i nuovi filtri anti-spam mi cestinavano direttamente le mail da indirizzi sconosciuti e così non so se mi sono persa qualcosa. Scusate. Se qualcuna di voi mi ha scritto, non pensi che non abbia voluto risponderle...semplicemente non ho ricevuto il suo messaggio ç____ç Ora ho sistemato tutto e non ci saranno più problemi...spero!

Hatori: come avrai letto, Usagi ha fatto IL guaio! Ha baciato Mamoru, lui ne è rimasto scosso e lei subito dopo se n'è dimenticata...peggio di così non potrebbe andare ç____ç

chichilina: ecco un altro capitolo...ancora 3 e 'Love Potion No19' sarà finita ^_-

ellephedre: anche a me dà una sensazione di freschezza *___* E' una fanfict dolce e simpatica ^___^ Ammetto che Alicia Blade è bravissima e tutte le sue storie meritano di essere lette *___*

bunny1987: spero ti sia piaciuto anche questo capitolo *___*

Gaia: credo che questo capitolo sia stato ancora più triste del precedente...ma le cose andranno meglio...o no? XD

maryusa: nuovo capitolo fresco fresco di stampa XD

jaj984: ho tutta l'intenzione di portare a termine questa traduzione ^___^ E' vero, sono un parecchio lenta, ma la finirò.

layly_lily: grazie mille per i complimenti! *____*

princessangel: mi sono un po' persa con gli aggiornamenti, ma eccomi qui! XD

Grazie a tutte per la pazienza e...scusatemi ancora per il problema delle mail.

  
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