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Autore: Serena_Camillo15    12/09/2014    0 recensioni
Stava nella sua camera, il computer sul suo grembo, il telefono vicino a lei e Tv accesa con una partita di pallavolo . Sul comodino c'era una tazza con dentro trequarti di te ma tutto quello che aspettava era una sua telefonata, un suo messaggio, un suo "mi manchi". Ma prima di ciò devo raccontarvi tutto dall'inizio.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, FemSlash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
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CAPITOLO 1: 15 GIUGNO 2010 
stava nella sua camera, il computer su suo grembo, il telefono vicino a lei e la Tv accesa che trasmetteva una partita di pallavolo. Sul comodino c'era una tazza con dentro trequarti di tè. Aspettava, aspettava una sua telefonata, un suo messaggio, un suo "mi manchi". Ma prima di ciò devi raccontarvi tutto dall'inizio. 
15 Giugno 2010, Serena Camillo era sull'aereo diretto verso l'Australia con suo fratello maggio Peter. Andavano a trovarela loro nonna, May Gordon, Serena aveva 14 anni mentre suo fratello 20. I loro genitori furono assassinati da uno stupido rapinatore, così Peter quando compì 18 anni comprò una casa e si prese la piena responsabilità di Serena. Dopo un bel paio d'ore in volo di noia pura arrivarono sulla stazione dove c'era May che li aspettava con un grosso cartellone "La famiglia Camillo!". Serena appena vide sua nonna corse verso di lei e l'abbracciò.
-Nonna! mi sei mancata così tanto!- 
-Oh cara, quanto sei cresciuta e anche tu giovanotto, quanto sei diventato bello- Disse may. Non aveva tutti i torti, Peter era alto, atletico, occhi azzurri...beh tutto quello che una ragazza sognava su un ragazzo ce l'aveva Peter. Anche Serena era bella ragazza, non era né magra né troppo in carne, non era né alta né troppo bassa. Era normale, una normale adolescente maschiaccio e rock, con lunghi capelli castani e quasi sempresmalto nero sulle unghie. Odiava le gonne, indossava sempre dei jeans stretti con delle magliette larghe e lunghe. Usciti dalla stazione , entrarono nella macchina della nonna e andarono subito a casa. Sydney era bellissima, soprattutto di notte. Tutte le persone avevano un sorriso stampato in faccia, erano...sereni. Dopo un po' arrivarono fuori la casa di nonna May, era bella grande, colorata tutta di blu tranne le finestre, quelle erano bianche. Il vialetto era ricoperto da rose rosse e margherite. Peter e Serena si stavano trasferendo proprio lì, nella casa della nonna May. Appena entrarono c'era un odore di biscotti al cioccolato, vaniglia e legno vecchio. May diresse Serena nella sua camera, era al piano di sopra, era abbastanza grande, piena di mesole, una libreria, un armadio, una scrivania, due finestre una vicino al letto a una piazza e una vicina al piccolo divanetto.
-wow nonna è bellissima-
-lo sarà ancora di più quando l'avrai decorata e riempita con le tue cose- Serena amava disegnare ed'era anche molto brava. Posò le valige e gli scatoloni sul letto, si sistemò un po' e scese al piano di sotto.
-Peter posso andare in spiaggia per pochi minuti? ti prego!!-
-...Okay, ma stai attenta che è sera e stai poco che tra poco dobbiamo mangiare- Serena lo ringraziò con un caloroso abbraccio, poi uscì. Annusò l'aria, dopo molto tempo era davvero felice. Andò sulla spiaggia e si sedette sulla sabbia, si portò con se una torcia, l'accese e puntò un piccolo granchio ma poi puntò la torcia sull'oceano, quel bellissimo oceano immenso e blu.
-Scusami, qui è chiuso, non si può stare a quest'ora- Disse una voce abbastanza giovane, Serena si spaventò ma poi puntò la torcia in alto ed era solo un ragazzo, poco più grande di lei, la prima cosa che pensò "è proprio carino". I suoi occhi verdi riflettevano alla luce della torcia e i suoi capelli lisci biondi anche.
-Oh, perdonami , mi sono appena trasferita n-non lo sapevo-
-Ti ho spaventata? scusami-gli scappò una piccola risata- comunque ci sono scritti gli orari sul cartellone all'entrata...- ci fu un piccolo minuto di imbarazzo poi il ragazzo porse la mano verso serena e continuò - comunque io mi chiamo Ashton, piacere di conoscerti-
-I-io S-sono- Serena balbettava solo quando era agitata o nervosa, in quel momento lo era - Serena, che ci fai qui? se posso chiedere-
-Ah, beh mi assicuro che la gente non venga dopo l'orario di chiusura- Disse sorridendole, Serena divenne rossa e Ashton se ne accorse ma non disse nulla, la trovava molto carina e impacciata. Serena improvvisamente fece un piccolo urlo di dolore toccandosi il tallone e cadde sulla sabbia.
-che ti è successo?- chiese Ashton basito
-Non ne ho idea, qualcosa mi avrà morsa- vicino al suo piede c'era quel piccolo granchio di prima
-Ah non preoccuparti, non è velenoso quel granchio...oh sta uscendo un po' di sangue, aspetta - prese un fazzoletto dalla tasca dei jeans e lo mise delicatamente su quella piccola ferita al tallone. I loro visi erano abbastanza vicini da sentire i loro respiri.
-Vedo che hai molti brufoli sulla guancia sinistra-
-beh grazie, tu neanche uno...mi piacciono questi brufoli mi danno un aria d'adolescente, non trovi?-
-si...- disse Serena facendogli un sorriso
-Vedo che hai delle dita molto corte- notò Ashton
-Beh grazie ma sono le tue che sono davvero troppo lunghe, fanno a dir poco paura, suoni il pianoforte per caso?- chiese Serena, Ashton prese la mano destra di Serena e confrontò la differenza di lunghezza delle loro dita, le sue erano troppo piccole, quelle di Ashton troppo grandi.
-In realtà suono un po' la chitarra, un po’ anche  il pianoforte ma soprattutto la batteria- rispose mentre i loro palmi delle mani si toccavano ancora, si sorrisero per un po' ma poi la tasta di Serena vibrava e dovette deviare lo sguardo e levare la mano dalla sua. Si alzò, scosse i jeans per togliere la sabbia e disse
-mi dispiace ma ora devo andare, ci vediamo domani?-
-M-ma certo. Solito orario?- Chiese alzandosi anche lui
-Beh, dovrei controllare l'agenda, la mia vita è davvero molto impegnata, ma forse e dico forse troverò del tempo per te- disse ridendo e con tono altezzoso
-Beh, spero che troverai del tempo per questo batterista dalle dita troppo lunghe- Le sorrise e le porse un delicato bacio sulla guancia, si voltò e se ne andò.
Serena tornò a casa della nonna con un grosso sorriso stampato in faccia
-hey tutto okay?- domandò Peter a tavola
-s-si ho incontrato questo ragazzo dolcissimo in spiaggia, mi ha salvato la vita da un granchio velenoso - scoppiò una risata da May che contagiò anche Peter. Dopo la cena Serena andò a letto ma non sognò nulla.
 
   
 
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