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Autore: _Fux_    12/09/2014    2 recensioni
Il mondo è diviso fra attori e spettatori: tu avevi giurato che non saresti diventata nessuno dei due.
Avevi giurato che saresti rimasta vera.
Quindi, te lo ricordi il giorno?
Quando sei diventata soltanto l'ulteriore maschera di questo teatro che è la vita? (...)
Posi la mano sulla copertura gelida che porti in faccia e la senti non come una protezione, ma come una prigione.
La sfiori, la accarezzi.
La stacchi, quella sorta di seconda pelle. (...)
Sapevi che non sarebbe stato affatto facile, ma poi -forse per caso, forse per destino- hai trovato qualcuno come te, ma diverso.
Qualcuno.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori: essi hanno le loro uscite e le loro entrate; e una stessa persona, nella sua vita, rappresenta diverse parti." W.S.

A Fabiola,
che ha trovato una citazione bella e...
lei sa perchè.


 

Mi fai essere il tuo Qualcuno?

 

Hai sofferto tanto il tuo essere diversa, non è così?
E magari hai tentato anche di cambiare, ma non ci sei proprio riuscita.
Forse perchè nel profondo sapevi di non volerlo davvero fare, rinnegare te stessa.
"Sei una ragazza strana!" ti dicevano, e tu abbassavi lo sguardo, desolata, pensando a cosa rispondere, a come controbattere...
Ma le parole no, non uscivano mai, e così permettevi agli altri di continuare a spararti addosso.
Hai tentato di essere chi non eri, di farti piacere quello che detestavi; magari sei andata in discoteca senza il desiderio di farlo solo per accontentare chi speravi ti potesse essere amico: ti sei ritrovata fra colpi accaldati e sudati di persone felici, ignare di quella lacerazione che sentivi dentro: sei stata il punto interrogativo della situazione, il dettaglio errato di una scenetta.
Che ci facevi lì?
Non era il tuo posto.
Sei tornata a casa con il solo desiderio di rannicchiarti nel tuo letto.
L'hai fatto, e poi hai lasciato che il buio ti avvolgesse.
Hai vissuto come un manichino.
Il mondo è diviso fra attori e spettatori: tu avevi giurato che non saresti diventata nessuno dei due.
Avevi giurato che saresti rimasta vera.
Quindi, te lo ricordi il giorno?
Quando sei diventata soltanto l'ulteriore maschera di questo teatro che è la vita?
Quando hai smesso i tuoi abiti -comodi, confortevoli, tuoi- per infilarti nella divisa cucita apposta per te -da chissà poi chi-?
Hai rinunciato ai tuoi sogni, ai tuoi desideri, ai tuoi ideali.
Hai smesso di combattere le tue battaglie, piccole o grandi che fossero.
Hai coperto il volto con un pezzo di ceramica bianco, ora nessuno potrebbe più riconoscerti.
E' per questo che lo hai fatto?
Perchè -finalmente- nessuno potesse più additarti?
Hai cercato di costringerti nello schema che l'universo (l'universo?) aveva preparato per te, come per altre mille persone; hai provato davvero a non uscire fuori dalla strada che tutti si aspettavano tu percorressi.
Ma il peso che ti preme sul volto è sempre più pesante, tanto, troppo.
E allora forse non ha nemmeno più senso sforzarsi di essere chi non si è mai stati.
Non ha senso cercare di seguire quelle righe dipinte, soltanto per compiacere qualcuno di cui forse, alla fine, nemmeno ti importa, qualcuno che non ha mai provato ad accettarti per chi sei, o per chi desidereresti diventare.
Così, improvvisamente, mentre cammini per quella strada affollata e tortuosa, ti fermi di colpo.
Qualcuno viene a sbatterti contro la schiena e si gira a guardarti male, gli occhi rabbiosi eppure ciechi attraverso quelle fessure nella ceramica, mentre continua a camminare senza fermarsi mai, nemmeno il tempo di un sospiro, di un sorriso, di una lacrima.
Come se non ci si potesse fermare, ma bisognasse solo andare avanti, avanti, avanti.
Sì, ti fermi di colpo e scoppi a ridere, perchè tutto questo non ha minimamente senso.
Ma è vivere?
Qualcuno si volta a fissarti: che cosa stai facendo?
Li ignori.
Posi la mano sulla copertura gelida che porti in faccia e la senti non come una protezione, ma come una prigione.
La sfiori, la accarezzi.
La stacchi, quella sorta di seconda pelle.
Poi la fissi per un secondo e la mano -quasi seguendo una propria volontà- si apre sempre di più.
Le dita non riescono più a rimanere piegate, ad artigliare bene, e la maschera cade, rovina a terra, si rompe in mille pezzi.
Non esiste più.
Il "crack" ripetuto di qualcosa che si è ormai irreparabilmente rotto riempie l'aria, prima vuota di mormorii inutili.
Ancora una volta tutti gli sguardi si fissano su di te, ma non t'importa.
Riprendi a camminare lentamente, senza fretta, sentendo i cocci frantumarsi sotto le suole delle scarpe da ginnastica.

Sapevi che non sarebbe stato affatto facile, ma poi -forse per caso, forse per destino- hai trovato qualcuno come te, ma diverso.
Qualcuno a cui davvero non importava nulla, se non essere felice con sé stesso, nella libertà di vestire i propri panni.
Grazie a quella persona hai capito che non dovevi mai pensare di essere sola in un tuo pensiero, o pazza per quello che sentivi.
Non dovevi lasciarti abbattere da chi non cercava di capirti, ma piuttosto andare alla ricerca di qualcuno diverso da te, ma altrettanto pazzo, magari proprio per la sua normalità.
Spesso ti dicono "Sei una ragazza strana!" e magari lo fanno anche con una buffa smorfia di semi-disgusto in viso, tu allora sorridi e rispondi: "Grazie!" perchè quel qualcuno che ha passeggiato per qualche tempo fra i giorni della tua vita è stato un'àncora, una salvezza.
Un aiutante in una lotta che non sapevi di avere intrapreso.

E' quello che è successo a me, e se con te non è ancora capitato, non dispiacerti.
Ora non posso fare altro che augurare a chiunque, a chi mi sta simpatico e a chi un po' meno, a chi voglio bene e a chi magari nemmeno conosco -forse come te- di incontrare qualcuno di strano, diverso, pazzo, o assolutamente normale, ma vero.
Il che potrebbe volere dire anche poter essere compresi, no?
Mi piace pensare che anche io potrei aiutare allo stesso modo delle persone che si sono -come dire?- perse...
Pensandoci...
Potrei camminare per qualche tempo insieme a te?
Sono un po' strana e incomprensibile, ma...
Mi fai essere il tuo Qualcuno?

   
 
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