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Autore: ProfumodiLavanda    12/09/2014    4 recensioni
Helen si trasferisce a Bedford, una città dell'Inghilterra.
Nuova scuola, nuovi amici, e nuovi amori. Con un peso, il suo passato.
In classe incontra Kimberly, una ragazza che l'aiuterà ad ambientarsi e con la quale diventeranno grandi amiche, ma Kim non sarà l'unica con la quale si relazionerà.
Nell'angolo dell'ultimo banco c'è un ragazzo, Ash, il solito bulletto della situazione, con il quale lei dovrà fare i conti prima di scivolare nella più grande storia d'amore.
Le farà aprire gli occhi e la farà diventare più sicura di se, mentre lui le rivelerà il suo grande segreto, il motivo per cui indossa la sua maschera.
Non sai mai quanto sei forte finché essere forte non è l'unica scelta che hai.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con | Contesto: Scolastico
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16 Febbraio 

Come ogni venerdì pomeriggio sul tardi mi ritrovo a passeggiare per il parco per schiarirmi i pensieri, mi piace prendermi un po' di tempo per me. Poi il rumore della città come sottofondo non mi dispiace, mi libera la mente.
Mentre passeggio avvolta nel mio bel giubbotto caldo mi vibra il telefono, un messaggio, lo guarderò dopo... non posso rovinarmi il momento magico.
Il sentiero prosegue e i rami sopra la mia testa s'intrecciano, spogli.
Il mio umore da dopo lo scontro in biblioteca con Ash non era molto alto e l'unica che riusciva a tirarmi su il morale era Kim.
Un ragazzo è sdraiato su una panchina alla mia destra con una birra in mano. Ma come si fa ad essere ubriachi alle sei del pomeriggio? Mi ritrovo a pensare a questo e lo supero cercando di non farmi notare. Questa situazione mi fa salire il magone e la paura torna.
E se dovesse succedere di nuovo? Ho paura.
Mantengo lo sguardo basso e il telefono stretto nella mano per qualsiasi evenienza. Sto stringendo così forte il pugno che le unghie mi stanno tagliando il palmo della mano, sussulto per il dolore e quasi non mi blocco dalla paura. Mi stringo nelle spalle e mi convinco che devo andare avanti e non devo fermarmi, non ora.
È un punto di forza e prima o poi dovrò superare tutte le mie paure.
Voglio tornare a casa. Ma non voglio passare di nuovo da quell'ubriacone.
Mi giro e guardo non è più sulla panchina ma a terra svenuto. Penso.
Mi avvicino, cerco di rilassarmi, sarei passata velocemente accanto a lui. Insomma se è svenuto non mi farà del male.
Sospiro e cammino nella direzione opposta a quella di prima, vado verso casa.
Il ragazzo ubriaco è ancora lì a terra e ho il tempo di superarlo, ma appena guardo bene il cuore perde un battito.
Ash Dason era lì, sdraiato a terra.
 
Mi avvicino e mi inginocchio vicino a lui, non è privo di coscienza. È solo molto, molto ubriaco.
Cerco di capire se mi riconosce.
-Ash? Mi senti? Sai cosa ti è successo?- lo scuoto leggermente dalle spalle con tutte e due le mani come mi avevano insegnato alla lezione di primo soccorso.
-Sono un po' ubriaco...- singhiozza. -mi sei venuta a prendere? Tu sì che sei il mio angelo custode!- ride.
-Ma che ti è saltato in mente!?- cerco di mantenere la calma, cosa quasi impossibile. -Ti riporto a casa, andiamo...- cerco di aiutarlo a sollevarsi ma la scena sembra molto in stile pinco-panco, senza pinco-panco.
-Helen? Mi riporti a casa?- chiede lui, con gli occhi rossi e lucidi.
-Certo, però aiutami a tirarti su!-
-Oh...sì! Mi piace il fatto che mi porti a casa, magari poi mi fai toccare le tette!- esclama lui, riprendendosi dalla tristezza di poco prima.
-Ash, cerca di contenerti, non sai cosa stai dicendo e ti stai umiliando da solo!- rido da sola. Lui non capisce cosa gli sto dicendo. E io gli metto il braccio intorno al mio collo come sostegno.
-Ma so cosa sto dicendo! Non sono ubriaco, non così tanto!- esclama e inciampa nei suoi passi tirando giù anche me.
-Ti prego Ash, ancora poco- sospiro pensando che casa sua è come minimo a cinquecento metri da qui.
 
Dopo una lunga e faticosa passeggiata, se così si può chiamare, siamo arrivati a casa sua e io mi ritrovo a bussare con un peso morto dall'altro lato. Perché si è ridotto così?
Continuava a dire cose senza senso durante il tragitto, ma cosa dovevo aspettarmi da un ubriaco?
Dalla porta sbuca quella bellissima donna che avevo incontrato alla cena di classe, rido pensando a quello che le avevo detto di suo figlio e lei ci guarda a tutti e due. Uno messo meglio dell'altro.
-Helen? Giusto? Cos'è successo?- guarda me e poi prontamente viene ad aiutarmi per dividere il carico e lo aiutiamo ad entrare in casa.
-Signora Dason, l'ho trovato al parco sdraiato a terra con una birra in mano, io stavo passeggiando e lui era lì...- sospiro e lo facciamo sedere sul divano.
-Mamma sei proprio bella oggi- dice lui con occhi sognanti e molto rossi.
-Helen, fammi un favore...portalo in camera sua...io chiamo il medico- dice sua madre correndo a prendere il telefono e io ritorno a sollevare Ash e a portarlo in una delle stanze che penso possa essere la sua. Non pensavo che avrei visto per la prima volta la sua stanza in queste circostanze.
Entro in una camera molto normale, di un ragazzo di 18 anni normalissimo. Le pareti erano bianche, una scrivania, un armadio e un letto singolo. Niente di molto esagerato, anzi, tutto molto spoglio.
-Helen, scusa ma ci siamo trasferiti da poco..- sospira lei cercando di tirare su qualche maglietta del figlio da terra.
-Non si preoccupi, ma penso che il medico non sia necessario... la sbronza passerà da sola...- dico scrollando le spalle.
-Oh no cara, poi da quando è arrivato l'esito del prelievo! Nelle sue condizioni fa la differenza anche una piccola sbronza!- sorride lei cercando di essere comprensiva nei miei confronti. Non capisco.
-In che senso, scusi?- chiedo timidamente, non sapendo niente.
-Non sai?- chiede lei stranita.
-No..poi, cosa non so?-
-Niente, niente... stai qui con lui.. io gli faccio qualcosa di caldo- sorride lei e se ne va in cucina.
Io rimango con lui fino a quando non arriva il medico, poi sua madre mi invita a tornare a casa visto l'orario.
Perché non mi dice niente? E io perché non gli dico niente?

 

   
 
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