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Autore: micRobs    12/09/2014    1 recensioni
MakoRin | fluff-without-plot
" Makoto sospira di lieve frustrazione, ma sa di non potersi lamentare; dopotutto, è stato lui a chiedere a Rin di dargli ripetizioni di inglese, quindi adesso il minimo che può fare è predisporsi all'ascolto e comportarsi da studente modello. Cosa che in effetti è, eccezion fatta per quella materia infernale che proprio non ne vuole sapere di andargli a genio. Tutta colpa di quelle lettere, ci metterebbe la mano sul fuoco.
"E d'accordo. Cosa devo scrivere?" "
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Makoto Tachibana, Rin Matsuoka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Nella top three delle mie ship in questo fandom, i MakoRin si posizionano al secondo posto, subito sotto i SouRin. Sono belli ed io mi sono resa conto di amarli follemente, perché mi danno feels allucinanti pur non facendo assolutamente nulla, ecco. Per cui sì, ieri sera ero piena di feels MakoRin e quindi ho chiesto un prompt per… provare a cimentarmi in qualcosa di più o meno semplice e senza troppe pretese. Non sono sicura che il risultato sia accettabile e gradevole, così non sono affatto sicura di aver rispettato la caratterizzazione di questi due personaggi – è la prima volta in assoluto che scrivo di Makoto, quindi è stato due volte difficile averci a che fare – ma è una cosa talmente scema e da carie che ho deciso comunque di postarla, anche per ricevere magari qualche bel parere costruttivo ♥
Ah, il prompt era Makoto che chiede a Rin ripetizioni di inglese ♥ 
 
 



Universally Speaking
 
 
 
 
Se c'è una cosa di cui Makoto Tachibana è sempre stato sicuro, in tutta la sua vita, è che chiedere aiuto a qualcuno e ammettere i propri limiti non sia segno di debolezza e vulnerabilità, ma di forza d'animo e coraggio.
Eppure... eppure, quando la sua matita impatta poco gentilmente con il tavolo, per poi rotolare inesorabilmente sul pavimento, deve considerare che forse, a volte, non sempre dal confronto con gli altri si ricava arricchimento e crescita personale. Lui, ad esempio, ne ha ricavato solo un forte mal di testa e il desiderio impellente di trasferirsi dall'altra parte del mondo. Per delle ottime ragioni.
"Basta, mi arrendo" ripete, per quella che è almeno la ventesima volta in appena poche ore. Anche quello è un suo limite e lui è stato molto coraggioso ad ammetterlo, decisamente.
Un sospiro e poi il morbido fruscio di due tessuti a contatto tra loro: un attimo dopo, la matita è nuovamente tra le sue mani e il dolce peso che avverte gravargli sulla schiena gli fa intuire che anche Rin sia tornato al suo posto, dopo aver recuperato l'oggetto caduto a terra.
"Non ci hai neanche provato" gli fa notare, accogliendolo tra le sue gambe e poggiando il mento alla sua spalla. Con una mano gli cinge morbidamente il fianco, con l'altra puntella il dito sul foglio di Makoto, dove un numero imprecisato di scarabocchi disordinati li fissa impietosamente. "Dai, non fare il bambino. Sono parole facili, devi solo essere un po' più... morbido" spiega e intanto sovrappone la propria mano a quella di Makoto, aggiustandogli con delicatezza la presa sulla matita. "Prova di nuovo."
Makoto sospira di lieve frustrazione, ma sa di non potersi lamentare; dopotutto, è stato lui a chiedere a Rin di dargli ripetizioni di inglese, quindi adesso il minimo che può fare è predisporsi all'ascolto e comportarsi da studente modello. Cosa che in effetti è, eccezion fatta per quella materia infernale che proprio non ne vuole sapere di andargli a genio. Tutta colpa di quelle lettere, ci metterebbe la mano sul fuoco.
"E d'accordo. Cosa devo scrivere?"
"Mh... scrivi" Rin getta un'occhiata veloce al libro di testo, in cerca di suggerimento. "Scrivi 'piscina'."
Makoto sbianca. "È una parola lunga" constata inutilmente, poi deglutisce e fa un cenno affermativo con il capo. La mano di Rin è ancora posata con gentilezza sulla sua, un gesto di cui lui davvero non credeva che Rin fosse capace – "Tiri fuori il meglio di me", gli aveva confessato il ragazzo una vola, quindi Makoto sa che anche Rin continua a sorprendersi di certe iniziative da parte sua.
Inizia a scrivere piano e con attenzione, sotto la guida attenta della mano e degli occhi di Rin, che segue quel processo con espressione di dolce concentrazione. Una volta terminato, sospira e si morde il labbro inferiore, in attesa del verdetto del suo supervisore.
Rin rimane in silenzio qualche istante, dando giusto il tempo a Makoto di iniziare a crogiolarsi nella sensazione di aver fallito ancora, poi gli posa le labbra sulla mascella e Makoto le avverte schiudersi in un sorriso che lo fa rabbrividire.
"Magari la prossima volta scelgo una parola più semplice" propone, ma intanto intervalla quella frase a baci morbidi, volti unicamente a risollevargli il morale e a distrarlo da quanto appena detto, Makoto lo sa benissimo. Emette uno sbuffo sconsolato, ma non ha tempo di lasciar cadere di nuovo la matita, perché la presa di Rin si fa più salda – l'intero suo corpo pare stringersi maggiormente a quello di Makoto – e stavolta è la sua mano stessa a guidarlo nella scrittura di una nuova parola.
"Vedi che... non è poi così difficile?"
L'altro sorride. "Suppongo che mi ci vorranno parecchie ripetizioni per riuscirci" posa la testa alla sua e osserva Rin scarabocchiare distrattamente sul foglio.
"Che scrivi?"
Matsuoka scrolla appena le spalle, lo sguardo basso e improvvisamente incerto. "Niente. Pensavo che forse impareresti più velocemente, se andassimo a fare un viaggio in Australia. Da soli, intendo."
Makoto sbatte un paio di volte le palpebre, colto alla sprovvista da quella che ha tutta l'aria di essere una proposta seria e non un'idea buttata lì per ridere. L'espressione di Rin non lascia proprio spazio a dubbi.
Ci pensa un attimo, solo uno, poi decide che ci sono cose che, in qualsiasi lingua, hanno sempre lo stesso significato, idiomi che non hanno bisogno di lettere strane per essere compresi: senza preoccuparsi di aggiungere altro, volta appena il viso verso il suo, incontrando subito la familiare e morbida consistenza delle sue labbra. Poi chiude gli occhi e lascia che sia Rin a capire tutto il resto. Dopotutto, Rin capisce sempre.
 
 
 
 
 
 

Allora, ho una precisazione da fare – e queste note, nel complesso, sono più lunghe della fic in sé.
Ho – non so quanto erroneamente, ma comunque con molta libertà – immaginato che Makoto potesse aver difficoltà, oltre che nel linguaggio parlato, anche in quello scritto. Non so se sia vero, non so se i giapponesi a scuola imparino anche l’alfabeto e la scrittura latina, quindi non so se sappiano scrivere anche non con i katakana e gli hiragana. Prendetelo come un grosso e immenso What if? e sentitevi liberissimi di consigliarmi di darmi all’ippica – o di continuare a scrivere SouRin, che *forse* mi riesce un po’ meglio xD
 
Robs, gentilmente ospitata da faccialibro qui ♥ 
   
 
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