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Autore: blackings    13/09/2014    1 recensioni
Draco la guardò compassionevole: oh, mia piccola Hermione, tu e il tuo cuore smarrito e innocente… pensi che siano queste le torture del mondo? Hai visto ben poco, Hermione, ma sono felice per te…
“Mi ha cruciato, Hermione”
La ragazza non resse il colpo e le ginocchia cedettero, costringendola a terra.
“Draco, devi denunciare questa cosa!”
“E cosa dovrei fare? Ammettere che la mia famiglia è composta da Mangiamorte da generazioni? Mi consegnerei direttamente a Voldemort, ed è una cosa che non posso permettermi di fare”
Stettero un po’ in silenzio, poi Hermione gli prese la mano e se la portò alla bocca, appoggiandoci le labbra umide e calde.
“Fa male, essere cruciati?” chiese innocentemente.
“Non si può descrivere”
“Per quanto, beh…”
“Una notte. E la mattina dopo”
“Draco, che cosa stiamo facendo?”
“Stiamo infrangendo tutte le regole, Hermione”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Hermione guarì e, per quanto possibile, riuscì a metabolizzare il fatto che si era arrecata del male. La presenza di Draco accanto a lei fu costante: il biondo voleva recuperare il tempo perso e allo stesso tempo farsi perdonare per una cosa che non aveva fatto, ma per la quale si sentiva ugualmente colpevole. Un mese esatto dopo l’incursione a casa Malfoy, come promessa di Madama Chips, Hermione era fuori dall’infermeria, più in forma di prima, e pronta a rimettersi al passo con tutti i corsi nonostante le fosse stato impedito categoricamente di sforzarsi. Passava la maggiorparte del suo tempo libero seduta nel chiostro a prendere il sole con Draco, dato che finalmente sembravano cominciate le belle giornate, e per il resto passeggiava con Ginny, Harry e Ron per il castello o si faceva divertire dai gemelli nella Sala Comune. Era così felice che più di una volta i Grifoni pensarono che lei stesse mentendo e le chiesero se andasse tutto bene, ma lei li deliziava con la sua risata cristallina che sembrava indistruttibile. Ginny sulle prime era sempre cauta nel relazionarsi con l’amica, ma quando capì che il pericolo era ormai passato fu contenta di riaccogliere Hermione nella sua vita. La rossa infatti era perennemente in lotta con i suoi sentimenti contrastanti per Harry e quelli non più tanto sicuri per Dean, e, nonostante inizialmente avesse messo da parte i suoi problemi per essere d’appoggio alla Granger, ora entrambe erano contente di poter ricominciare a parlare di ragazzi come ai vecchi tempi. Le cose erano tornate normali, almeno per allora, ma non c’era tempo di pensare a quello che sarebbe accaduto dopo.
Una settimana dopo la sua dimissione dall’infermeria, Hermione si svegliò di buonora, indossò un maglione pesante di Grifondoro e dei pantaloni di velluto nero e scese le scale di corsa fino alla Sala Comune dei Serpeverde. Draco le aveva detto la parola d’ordine nel caso avesse avuto bisogno di lui, così la ragazza entrò e, notando che la Sala Comune era ancora deserta salì al dormitorio maschile e, silenziosamente, scivolò nel letto di Draco, che si svegliò di soprassalto.
“Ehi, amore” le sussurrò baciandola dopo il primo spavento.
“Avevo voglia di vederti” rispose lei ricambiando il bacio.
“Non potevi scegliere momento migliore: è domenica e abbiamo tutto il giorno libero! Cosa vorresti fare?” la ragazza si tirò su puntellando il gomito e tenendo la testa con la mano e sorridendo gli disse: “Voglio che mi insegni a volare!”
Draco sbiancò, poi rise per non mostrare che era visibilmente spaventato, ma poi tornò serio dato che la grifona non sembrava scherzare.
“Guarisci, bambina: abbiamo tempo”
“Io voglio imparare adesso!” alzò la voce Hermione.
“Shh, che li svegli, e se Nott ti trova qui comincia a bofonchiare! Dico solo che forse dovresti uscire dalla convalescenza”
“Malfoy, sto benissimo!” riprese Hermione, poi, maliziosa, lo guardò “Non dirmi che hai paura?!”
Draco si sentì punto nell’orgoglio e, da Serpeverde che era, accettò la sfida: “Va bene, Granger, fammi vestire e testerò le tue capacità: ma ti avverto, sono un maestro severissimo!”
“Correrò il rischio!” ammiccò la ragazza sdraiandosi sul letto quando il ragazzo si alzò. Draco si spogliò del pigiama e, alla luce dell’alba che filtrava dalla finestra, indossò il maglione di Serpeverde che aveva sulla testiera del letto e un paio di pantaloni, infine infilò delle scarpe di camoscio nero e si pettinò con le dita davanti allo specchio.
“Andiamo, ragazza!” le disse quando ebbe finito prendendola per mano e trascinandola via. Hermione seguì Draco fuori nel campo da Quidditch e il ragazzo appellò dall’armadio delle scope la sua Firebolt, sostituta della Nimbus 2001 dall’anno precedente. Malfoy inforcò la scopa e vi salì, poi fece accomodare la riccia davanti a lui. Quando la ragazza fu ben seduta e salda, Draco diede una leggera spinta con i piedi e si librò in volo, fin su gli anelli del Quidditch e poi via, oltre il castello, sul Lago Nero.
Chiunque si fosse affacciato da una finestra del castello non avrebbe potuto credere ai propri occhi. Insieme, su una scopa, il verde-argento del Serpeverde e il rosso-oro del Grifondoro si mischiavano e si separavano in una danza senza fine. Sfrecciavano in alto e poi scendevano in picchiata sulla superficie scura del Lago, per poi eseguire acrobatiche giravolte e avvitamenti pericolosi ma bellissimi. Draco sussurrava ordini di movimento a Hermione, che eseguiva scientificamente come faceva per tutto. Si spostavano all’unisono a destra o a sinistra, e quando il ragazzo per farla arrabbiare o per dimenticanza eseguiva una manovra pericolosa tipica dei cercatori un gridolino di paura di lei e un calcio negli stinchi lo riportavano in carreggiata. Volarono per un tempo che sembrava infinito, ma quando ritoccarono terra e si accorsero che erano passate solo due ore non erano ancora sazi.
“E’ stato bellissimo!” esclamò Hermione aprendo le braccia e accasciandosi sul letto d’erba fresca sotto una quercia in riva al Lago.
“Tu sei bellissima” rispose Draco abbassandosi su di lei e baciandole le labbra umide.
“Ti amo” sussurrò Hermione al suo orecchio “Con te so di non essere sola”
“Con me non sarai mai sola” disse il ragazzo accarezzandole il viso. La ragazza scattò in piedi e, prendendo un sasso dalla riva del lago, glielo mise in mano continuando a tenerlo.
“Che c’è?” chiese Draco divertito.
“Giuralo”
“Giuralo cosa?”
“Giura che ci sarai sempre. Giuriamo che ci saremo sempre l’uno per l’altro”
“Lo giuro” dissero in coro sorridendo.
“Ok, adesso gettiamo il sasso nel Lago: lì non lo troverà nessuno, e il giuramento sarà eterno”
I due, senza mollare la pietra, si alzarono in piedi e, insieme, la gettarono lontano, nell’acqua scura. Quando il sasso sparì dal loro campo visivo, Draco trascinò Hermione a sé e la baciò appassionatamente. Un vento caldo si levò, investendo i due amanti e sollevando le loro incertezze e i loro dubbi. Era l’alba di qualcosa di nuovo. Nessuno sapeva se sarebbe stato meglio o peggio di quello che era passato, ma speravano ardentemente che, qualunque sarebbe stato il loro destino, non sarebbero stati costretti a separarsi di nuovo. Nessuno volle ammettere questa incertezza, però, e rimasero entrambi sulla riva del Lago, l’una tra le braccia dell’altro, a fissare i cerchi concentrici che il tuffo del sasso nell’acqua aveva provocato.
 
***
 
Quando finalmente scesero a colazione, la Sala Grande era avvolta nel classico torpore della domenica mattina. La domenica era l’unico giorno in cui era permesso agli studenti delle case di scambiarsi e mescolarsi, e così sia Draco sia Hermione si sedettero al tavolo dei Grifondoro, dove già Blaise stava concedendosi delle avance con Ginny e le gemelle Calì e Padma si intrecciavano i capelli.
“Buongiorno truppa” salutò Hermione sedendosi di fronte a Harry e Ron, che ricambiarono. Draco si versò del succo di zucca e lo bevve tutto d’un sorso, per poi provvedere alla colazione della ragazza (da quando si era accorto delle privazioni a cui si era sottoposta non faceva altro che rimpinzarla di cibo), mettendole nel piatto una decina di pancakes inzuppati di sciroppo d’acero e delle uova strapazzate.
“Draco, così mi ucciderai!” esclamò Hermione scherzosa quando il piatto le fu posizionato davanti “Nemmeno Ron riuscirebbe a mangiare tanto!”
“Vuoi scommetterci?” chiese il Weasley riempiendosi il piatto il doppio di quello di Hermione e cominciando a mangiare.
“Tu sei pazzo, Ron” lo riprese Harry ironicamente, concentrandosi sulla sua modica porzione di latte e biscotti.
“Che programmi avete per la giornata, ragazzi?” chiese Blaise voltandosi verso i piccioncini.
“Pensavamo di andare a Hogsmeade. Hermione deve fare dello shopping e io ho bisogno di una seria sbronza da burrobirra” rispose Draco.
“Malfoy, ne abbiamo già parlato” lo riprese la ragazza.
“E va bene, solo una burrobirra con lo zenzero”
“Cominciamo a ragionare”
“Fa niente se veniamo con voi? Devo passare da Mielandia” si intromise Ron, ancora restìo sul lasciare Hermione da sola con “quel Mangiamorte”.
“No, certo Ron, vieni pure” rispose Draco con una punta d’imbarazzo.
“Allora ci si vede lì, eh?” disse Harry alzandosi e trascinando con sé Ron.
“Certo” rispose Hermione guardando i suoi due amici allontanarsi.
 
***
 
“Weasley ancora non si fida a lasciarti sola con me, Granger” le sussurrò Draco una volta che si furono alzati dal tavolo della colazione e stavano camminando nei corridoi.
“E fa bene, Malfoy” rispose la ragazza sbattendolo al muro e baciandolo con passione.
“E questo cos’era?” gli chiese Draco staccandosi da lei e sorridendo le scostò una ciocca di capelli dal viso.
“La dimostrazione che i Grifondoro, anche i più testoni, hanno sempre ragione!” e detto questo gli tirò via la sciarpa di Serpeverde dal collo, cominciando a correre verso il chiostro. Draco stette al gioco e, quando lei si sedette a cavalcioni su uno dei balconi degli archi che davano sul giardinetto interno sventolando la sciarpa verdeargentea come una bandiera, lui la sollevò e di peso se la mise su una spalla come un sacco di patate.
“Mettimi giù, Draco Malfoy! METTIMI GIU’!” gridò la ragazza ridendo e prendendolo a pugni sulla spalla.
“Sento un leggero fruscìo d’aria alle mie spalle” la canzonò adagiandola a terra e mozzandole il fiatto con un bacio. Hermione puntò i suoi occhi dorati nei suoi e, quando si staccarono, sussurrò: “Vogliamo andare?”. Draco annuì e la trascinò verso la porta principale.
 
***
 
“E’ inutile, non troverò nulla che vada bene per la festa del Lumaclub!” gridò Hermione sconfortata sbottonando il terzo vestito e lanciandolo fuori dal camerino su un povero Draco scarmigliato carico di abiti.
“Herm, dai, esci, ti aiuto io a scegliere” le disse afflitto tentando di persuaderla. La ragazza scivolò fuori dal camerino ancora a piedi nudi e senza maglione, il reggiseno di pizzo che si intravedeva sotto la camicetta bianca.
“Vediamo che sei capace di fare, Malfoy”
“Su che genere ci orientiamo, milady?” chiese Draco prendendola sottobraccio e facendole fare il giro dell’atelier.
“Un abito che si possa indossare con un paio di ballerine comode senza sembrare banale”  rispose Hermione poco convinta. Il Serpeverde la lasciò un attimo e si avvicinò a uno stand, spulciando tra gli abiti. Ne riemerse poco dopo mostrandole un vestito col bustino di seta color prugna e una gonna gonfia grazie a parecchi strati di tulle poco più chiari, che la facevano volteggiare in modo quasi etereo.
“Che te ne pare?” le chiese, accostandole l’abito sul corpo “Secondo me ti sta benissimo”
“Vedremo” rispose la Granger ostentando la sua ammirazione. Scomparve nel camerino e ne riemerse poco dopo. Alla sua vista, Draco, che si era accomodato su una poltrona di pelle nera, si raddrizzò stupito e, quando la ragazza fece una giravolta e la gonna si alzò in una nuvola violetta scoprendo le sue gambe bianche e perfette ebbe una fitta di desiderio. Si alzò, la prese tra le braccia e, baciandola, pagò la commessa e la trascinò fuori, l’abito ancora indosso. Scivolarono dentro al castello dal passaggio segreto di Mielandia e si appartarono nella camera del Serpeverde, imperturbata e silenziata. Sarebbe stata una lunga nottata.
 
Buongiorno a tutti!
Ok, chiedo perdono per il ritardo e la noiosità di questo capitolo, ma è una parte di passaggio, mi scuserete, ne vedrete delle belle. Voglio solo dire che sono ancora viva per miracolo (una delle mie lettrici mi stava per uccidere ieri sera). Spero che non abbiate perso l’interesse per la fanfiction, a buon rendere!
blackings
   
 
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