Serie TV > Zorro (1990)
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Autore: Sashaprati    13/09/2014    1 recensioni
[Zorro - serie televisiva 1990]
Un uomo anziano, dal portamento elegante e quasi "regale", si alzò in piedi e lesse la lettera inviata dalla corte Spagnola nella quale si diceva che lui era stato incaricato di sostituire il Defunto Luis Ramon come Alcalde di Los Angeles. La barba bianca dell'anziano sembrò quasi contrarsi, come a voler evidenziare il disgusto per la miserevole fine del suo predecessore. Le sue dita accarezzarono il pizzetto con fare pensoso, risvegliandogli una concatenazione di pensieri ad alta voce, come per riflettere sull'incarico a lui affidato. Con davanti un bicchiere di vino rosso, rigorosamente spagnolo e proveniente dalla California, iniziò dunque a parlare rivolgendosi ad un interlocutore immaginario...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ZORRO, nato come personaggio verso i primi del '900 dalla mente dello scrittore e sceneggiatore statunitense Johnston McCulley e interpretato da vari attori sotto le più sgargianti vesti televisive e cinematografiche, nel 1990 diventa il "volto" più celebre dell'ex-attore canadese Duncan Regehr.
Senza assolutamente atteggiarsi come sostituto dello ZORRO impersonato da Guy Williams nel 1957, Regehr ci offre un'interpretazione altrettanto vivace, dinamica, spiritosa ma anche seria e drammatica, perfettamente in linea con i valori ed i passi fondamentali della storia.
La trama è più o meno invariata, salvo alcuni dettagli.
Lo scenario è sempre il cuore della California del 1800, dove l'Alcalde spagnolo opprime i cittadini col peso della violenza, e il nobile Don Diego de la Vega decide di vestire i panni del giustiziere mascherato per difendere la sua gente, in groppa al suo nero stallone Tornado e brandendo la sua indistruttibile lama forgiata nel più puro acciaio di Toledo. Diversamente dall'originale, il fedele servitore sordomuto Bernardo viene qui sostituito dal giovane Felipe ( Juan Diego Botto ), un ragazzino anch'egli muto che si finge però sordo per non destare attenzioni indesiderate da parte delle persone violente che teme sempre possano fargli del male approfittando della sua debolezza. A rimpiazzare egregiamente il paffuto sergente Garcia vediamo quivi un valido sostituto nel sergente Jaime Mendoza ( interpretato da un esilarante James Victor ), mentre ai cattivi si susseguono prima il giovane e spietato Luis Ramon ( Michael Tylo ) e il più anziano ma non meno crudele e subdolo Ignacio De Soto ( John Hertzler ). Nei panni della dolce fiamma amorosa di Zorro, la bella e caparbia locandiera Victoria Escalante ( Patrice Camhì Martinez ). Mentre rimane pressoché immutato il ruolo dell'ignaro ed orgoglioso padre di Diego, Don Alejandro Vega ( interpretato prima dallo spigoloso Efrem Zimbalist Jr. e poi da Henry Darrow ).

clicca qui per guardare la celebre sigla televisiva:
https://www.youtube.com/watch?v=F9lV71hO5nQ

Pensieri liberi di Ignacio De Soto

 

Un uomo anziano, dal portamento elegante e quasi "regale", si alzò in piedi e lesse la lettera inviata dalla corte Spagnola nella quale si diceva che lui era stato incaricato di sostituire il Defunto Luis Ramon come Alcalde di Los Angeles. La barba bianca dell'anziano sembrò quasi contrarsi, come a voler evidenziare il disgusto per la miserevole fine del suo predecessore. Le sue dita accarezzarono il pizzetto con fare pensoso, risvegliandogli una concatenazione di pensieri ad alta voce, come per riflettere sull'incarico a lui affidato. Con davanti un bicchiere di vino rosso, rigorosamente spagnolo e proveniente dalla California, iniziò dunque a parlare rivolgendosi ad un interlocutore immaginario.
Era un modo che Ignacio De Soto utilizzava per chiarire le sue idee.
"Luis Ramon era niente di più e niente di meno di un povero sciocco. Se la Corona di Spagna ti offre un incarico in un luogo così remoto è un segno di assoluta fiducia e implicitamente ti dà il permesso anche di poter esercitare il tuo potere in modi non convenzionali per svolgere al meglio il tuo incarico"...
Il bicchiere si avvicinò alle labbra e un sorso della rossa bevanda scese nella gola dell'appena nominato Alcalde di Los Angeles, il quale riprese subito quel suo soliloquio rivolto a se stesso.
"Un Alcalde non può mai esagerare con tasse aggiuntive, o delle inutili prestazioni di lavoro; nessun popolo è mai realmente fedele al governo, ma tutti cercheranno di appoggiare il proprio interesse, e tu puoi giocare su questo ma non devi mai tirare troppo la corda. Altrimenti i grandi proprietari potrebbero sempre corrompere qualcuno dei tuoi soldati e tu ti ritroveresti morto, ucciso da una persona che non verrà mai identificata"...
Un altro dettaglio che la mente di Ignacio de Soto non trascurava era appunto la presenza di quel fuorilegge chiamato Zorro; un bandito che violava le disposizioni degli inviati della corona di Spagna e cercava l'appoggio del popolo.
"Devo capire chi sia e a cosa mira. Se io fossi una spia al servizio di qualche potenza straniera, o un capopolo, mi comporterei esattamente così; del resto non credo sia un normale contadino che ha solo rabbia, perchè non avrebbe quell'abilità di spadaccino. Non posso permettermi di fare mosse false nella gestione della città di Los Angeles, in quanto quell'idiota di Ramon non ne ha fatta una giusta"...
Rammentò quando si era interessato ai precedenti del suo predecessore, dai quali risultava un classico Animale di Corte: favorito di qualche notabile di Madrid e che probabilmente non sapeva fare nulla.
"Ad avere troppe persone così, il nostro regno finirà con lo spegnersi e divenire un patetico simulacro di se stesso"...
Doveva stare attento, in quanto l'impulsività era già costata ad Ignacio De Soto, ma, improvvisamente, il suo braccio scaraventò il bicchiere di vino nel caminetto e la voce di Ignacio De soto uscì poderosa in un urlo di frustrazione. Odiava che i "cani" della corte di Madrid venissero privilegiati nella distribuzione delle cariche, rispetto a dei soldati che avevano sputato sangue e si erano battuti per la grandezza della corona spagnola.
"PATETICI INETTI!!!!"
Scattò in piedi e si diresse alla finestra.
Il tempo di pensare era finito, ed era ora di passare all'azione e di recarsi alla città che avrebbe dovuto amministrare, sperando di non farsi prendere dall'ira e dalla foga (difetti caratteriali che pure gli erano già costati un comando in gioventù).

  
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