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Autore: Stilistire    14/09/2014    2 recensioni
[Resta anche domani]
One shot ispirata al libro e ormai film 'Resta anche domani' di Gayle Forman.
"Mia Hall pensava che la scelta più difficile da affrontare sarebbe stata quella tra il perseguire i suoi sogni musicali alla Juilliard, o seguire un percorso diverso per rimanere al fianco dell'amore della sua vita, Adam. Ma quel che sembrava essere il ritratto di una famiglia spensierata, in un istante cambia totalmente: e ora la sua vita è in bilico tra la vita e la morte. In seguito ad un evento cruciale, Mia dovrà prendere una sola decisione che non sarà determinante solo per il suo futuro, ma per il suo stesso destino."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler!
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Gayle Forman

Resta anche domani

Non è stupefacente come la vita vada in un certo modo e poi in un istante cambi tutto, all'improvviso?
La nostra vita viene tanto stravolta da un singolo attimo della nostra esistenza senza guardare alle spalle.
Ed è davvero meraviglioso - quanto pauroso - quanto siamo condizionati da questi bargliori di attimi. E così, da un momento all'altro, mentre percorri il sentiero della vita, vedi una buca, un burrone. E ne sei così attratta quanto impaurita che per vederla da vicino decidi proprio di attraversare il suo bordo, in un equilibrio perfetto di forze che ti incitano a non cadere, ma la decisione aspetta solo a te. 

Da un giorno all'altro, i miei problemi erano completamente cambiati.

Chi ero? Mia Hall. Promettente adempitrice dei suoi sogni musicali con un violoncello in spalla.

Chi sono ora? Mia Hall. In coma, che lotta fra due mondi differenti, quello dove si vive, e quello dove si è morti.

 E la decisione dipende solo da me.
Non sono i medici, gli angeli, la fortuna o Dio (se esiste), che deciderà di farmi restare. Sono io a condurre il gioco, sono io a decidere se voler restare o arrendermi alla luce. E questo mi fa ancora più paura. Quando il destino non c'entra più nulla, non puoi darti una spiegazione, o incolparlo. Sei la protagonista del tuo stesso gioco.

Allora capisci che la vita è tutta una questine di attimi. Di più lunghi, di più corti, di infiniti o di quelli che hanno un confine netto, delineato, deciso.

In questi giorni in cui non ho parlato con nessuno e sono realmente rimasta da sola per la prima volta, in ospedale, a vagare come un fantasma - uno di quelli che si vedono sempre nei film - mi sono chiesta che importanza abbia la nostra vita.
Allora ho capito che non ha senso se nessuno è disposto a condividerla con noi. Se non ci sono altre vite con cui incastrare la nostra, che senso ha continuare a vivere?
Non avrei più sentito la voce di mia madre, la mia più grande amica, e la mia stessa vita.
E mio padre? Nemmeno lui ci sarebbe più stato. Il mio grande eroe non ce l'aveva fatta.
Teddy era il mio fratellino ropiscatole, il mio preferito. Non sentirei più nemmeno lui.
Sono tutti morti e il destino, la mia forza, o chi mi lascia ancora in vita per un tempo che devo ancora decidere, ha voluto che rimanessi solo io. 
E io, per loro, sarei stata la prima a essermi sacrificata.

Adam era l'unico e al tempo stesso nessuno che mi avrebbe aspettato. 
L'amore supera forze maggiori, sconfigge distanze, abbatte muri e scava tra la morte per crearsi una vita. Adam era l'unico motivo per continuare a vivere. 
Ma lui mi avrebbe aspettato? 
Lui provava almeno una briciola di tutto ciò che il mio cuore provava per lui?

Adam a Mia. Le ultime lettere dei nostri rispettivi nomi erano le iniziali del nome dell'altro. Non ho mai pensato che fosse casualità. Forse siamo stati davvero scelti, o forse ci siamo scelti da soli, senza far caso a queste cose. 

Forse l'unico attimo che ho pensato e ripensato alla follia, che non scorderò mai in vita mia sarà questo: il mio primo bacio con Adam.
Sapevo che Adam mi fissava e sapevo con altrettanta certezza che se avessi alzato gli occhi mi avrebbe baciata. Mi resi conto solo in quel momento di quanto lo desiderassi, di averci pensato così tanto da memorizzare la forma esatta delle sue labbra, di aver immaginato di far scorrere il dito sulla curva del suo mento. Alzai gli occhi di scatto. Adam era lì che mi aspettava. Fu così che cominciò.


Quando sei in ospedale e sembri morta - anzi lo sei quasi per davvero - la gente non fa caso a cosa dice, non é per cattiveria, è solo che pensano che i pazienti lì dentro non li sentano, e per il 90% delle volte è così, poi ci sono io, a rappresentare quello scarso 10%.
Io sento, vedo, cammino, soffro e ricordo come fossi realmente sveglia. Potrei uscire dalla mia stanza, andare a trovare Adam e al tempo stesso parlare con mio padre, o mio nonno, entrambi di un'altra vita. Ed è una cosa talmente incredibile che non sembra vera. Forse perché vera non lo è realmente.

Allora ho capito che in ospedale si dicono tante cose. E le dicono anche a te.
Quando sono entrata in barella, rossa di sangue in testa, nelle braccia e nelle gambe, e già in coma, mentre mi stavano trasportando in una camera, rimasi per un attimo da sola con un infermiera. Non ero sveglia, ma la sentivo. 
In quel momento si chinò sul mio orecchio e sussurrò: "Ti svelo un segreto. Se vivrai o morirai dipenderà solo da te." E poi si ritrasse, girò l'angolo e gli altri infermieri con il camice azzurro mi trasportarono fino in una camera, singola, da sola. Più sola di quanto realmente fossi. Da sola, sola. Il destino lo lasciavano realmente decidere a me. E ebbi più paura di quanta ne avessi mai provata.

Il giorno dopo ancora non capivo cosa mi stesse succedendo. Ero io, la stessa dei giorni precedenti, ma allo stesso tempo non mi sentivo più me stessa. Fu una strana sensazione, come quando ti senti vivo, ma non puoi fare niente. 
Rimasi immobile per un giorno intero, l'unica cosa che volovo fare era capire. Cosa era stato della mia famiglia? E di me?
Sentii parlare due infermieri di fronte al mio letto. - Come sta? - 
- Questa ragazza si sveglierà orfana, se si sveglierà. - e lì non ebbi più dubbi. La mia famiglia non ci sarebbe più stata, e io?

Si dice che siamo tutti legati ad una ruota della fortuna, e non bisogna mai mettetersi troppo comodi perché l'unica cosa di cui si può essere certi è che la ruota continuerà a girare. 
Forse ho preso solo l'ingranaggio sbagliato. Certe cose non si possono spiegare fino in fondo. 
Quando ti ritrovi in una situazione come questa, la prima cosa che ti chiedi è 'perché proprio io?' tra milioni di persone, come hanno scelto proprio me? 
La risposta è indecifrabile. A volte nella vita fai delle scelte, e a volte è la vita che sceglie per te. 


È ormai giunto il mio decimo giorno di coma. Non li ho contati, ma li sento sulla pelle. Mi sento più morta che viva, nonostante abbia ancora la facoltà di scegliere. Non riesco più a fare le cose di prima, riesco a malapena a sentire e a muovere qualche cosa. La mia decisione deve essere presa tra poco, altrimenti la morte deciderà per me. 

L'ho aspettato sempre, dal primo minuto che sono entrata qui dentro. Ma lui non veniva mai, i giorni passavano e io non lo vedevo. Adam non era mai venuto.
Forse nemmeno lo sapeva.
O forse non gli interessava.

Se non avrei visto nemmeno lui, la mia decisione sarebbe stata ovvia. Perché continuare a lottare se nessuno ti aspetta? Le persone hanno la forza di andare avanti perchè hanno qualcuno a cui regalare il loro sorriso. Se non fosse stato così, il mio sorriso sarebbe morto sulle labbra.

Quando sei in coma e ti addormenti, e credi di dormire più di quanto stai realmente già facendo, non è mai un buon segno. Vuol dire che sta scegliendo qualcosa di più forte di te, e tu hai smesso di lottare. 
I miei occhi si stanno chiudendo piano piano. Quando le ciglia stanno per battere sulle guance, mi sento toccare. Qualcuno ha afferrato la mia mano, o la mia stessa vita.
Sono mani grandi quelle che circonda la mia. Calde e lisce. Ha un anello. Lo sento dal freddo che mi procura sul dorso della mia mano. Mi faccio forza per cercare di sollevare le palpebre, ma non ce la faccio. Riesco solo a muovere leggermente le dita, l'unica cosa che riesco ancora a fare. 

Mi si avvicina alla fronte e mi da' un bacio. Dolce e caldo. Mi sembra di averlo già sentito, quel tocco. La sua bocca tocca il mio orecchio, la mia sensibilità mi manda un brivido lungo la schiena.
- Se resti, farò tutto quello che vorrai. Mollerò il gruppo, verrò a New York con te. Se non vorrai avermi intorno, me ne andrò. Sono disposto a perderti così, se non ti perdo oggi. Ti lacerò andare. Se resti. -
Era Adam. Adam era venuto. Adam era lì con me e non so nemmeno da quanto tempo. Mi sono sempre concentrata a cercare qualcosa che non avrei mai trovato per non fare a caso alla persona che per me ci sarebbe sempre stata.
Io non ero sola.

- Ti aspetto e sono follemente innamorato di te. Ti prego, resta. - continuò dandomi un bacio sulla guancia. Sentii qualcosa bagnarmi la guancia. Adam stava piangendo, per me. 
Avevo tubi che mi circondavano il naso e la bocca. Ero come una macchina che va a corrente. Lui era sempre stato la mia energia.

In quel momento decisi. Vidi per la prima volta la luce. Non ero morta. I miei occhi si erano aperti e avevo visto la vera luce, quella del sole. 
Appena lo vidi, sorrisi. Sorrisi con gli occhi. La mia bocca non riusciva a farlo perchè c'era un tubo che mi dava ossigeno. 
Ma appena rincontrai i suoi occhi fui certa di una cosa. 
Ho sempre lottato per questo. Adam, sei la mia fonte di vita. Ti amo alla follia. 

Stilistire
  
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