Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
Segui la storia  |       
Autore: __Di    14/09/2014    0 recensioni
In amore, c'è bisogno di un cuore di stagno che si possa rimaneggiare, rimodellare, c'è bisogno di una testa di marmo che possa reggere il colpo, durare. I sentimenti possono cambiare, sì, ma possono anche durare nei secoli, duri e forti come delle catene di quel ferro buono che neanche le tenaglie più forti possono spezzare.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
shottina

Iitai koto wa asu ie


3. Iitai koto wa asu ie





Un mugolio profondo scuote le pareti della stanza. Quel suono è tanto forte, che il suo stesso autore si stupisce di quanto possa essere rumoroso il suo risveglio. È ancora piuttosto fiacco, Kurogane e ancora non ha il cuore di svegliarsi. L'unica cosa che sa è che il mago starà lì al suo risveglio e finalmente avrà la sua risposta. Da lì in poi, il loro percorso combacerà, sarà d'entrambi, saranno l'uno accanto all'altro e nulla al mondo, sogni, calamità... forse neanche il destino potrà dividerli, in barba a quel che diceva quella strega.
Si stiracchia appena e apre prima un occhio, poi l'altro, per abituarsi gradualmente alla luce del meriggio. La stanza è immersa in una quiete quasi innaturale. Il mondo, fuori da lì, sembra lontano e soffuso, come la luce di una candela dietro un foglio di carta velina.
Ha fame, Kurogane, in effetti non ha mangiato nulla nei giorni addietro e un po' il suo stomaco sembra lamentarsi.
La principessa è lì che lo guarda, e a quel rumore sorride appena.
Il ninja assottiglia lo sguardo e le lancia un'occhiata truce: per causa sua, e solo per causa sua, lui e il suo mago non sono stati insieme per tutto quel tempo. Forse non è solo colpa di quella lì, ma anche dell'idiota, ma certo con lui chiarirà con calma, tra le lenzuola appena riuscirà a muoversi a dovere, facendolo adagio, dolcemente e non con incosciente rancore come le altre volte.
«Che vuoi?» ringhia dopo un po' e in quel momento si accorge che sono solo loro due in quella stanza, quel credulone non c'è. Come ha fatto a non accorgersene subito? Sarà ancora intontito da tutta la contingenza?«Dove diamine è lui?».
Lei sospira. «Io volevo scusarmi con te».
«Non me ne faccio niente delle tue scuse.» l'ammonisce, senza alcun riguardo della situazione. «Dov'è lui?».
«Fammi parlare, Yoo. Sono pur sempre la tua principessa.» sibila lei gelida, anche se evidentemente toccata nell'intimo dal mezzo sguardo che gli ha lanciato a quelle parole.
«Sia!» soffia ancora furente. Far arrabbiare uno quasi sempre incavolato, da appena sveglio non è proprio la miglior cosa da fare, no?
«Credevo seriamente fosse l'unica cosa da fare, lo sai, no? Volevo evitare che lui ti morisse tra le braccia e che tu soffrissi per anni. Non è solo lui a vivere nel terrore di restare senza di te, per causa sua, ma anche tu provi lo stesso.» sospira.
«Ho vissuto comunque senza di lui. E, ripeto, si poteva trovare una soluzione.» brontola. «Se l'avessi saputo, non l'avrei mai messo in pericolo...».
Lei scuote il capo. «Ma se l'avessi saputo, avresti dato tu la tua vita per lui... non è lo stesso? Anche tu avresti deciso di allontanarti se l'avessi detto a te e non a lui».
«L'hai detto a lui e non a me, perché è più facile da manipolare. E questo lo sappiamo tutti e due, lui è uno sciocco... è un credulone e si tiene tutto dentro, questo ha giocato a tuo favore, e cerca di non nasconderlo, dannazione! Se l'avessi detto a me io ne avrei parlato con lui e avremmo trovato insieme una soluzione.» replica. «Non mi sarei mai aspettato che tu saresti andata direttamente a parlare con lui piuttosto che con me... di una cosa tanto importante che ha rovinato l'esistenza di entrambi, poi!».
Sospira, lei, l'aria ancora più colpevole.
«Comunque, pur di non sentire un'altra paternale da parte sua, ti perdono.» brontola a denti stretti. «Ora fallo tornare, che voglio la sua risposta».
Colei che detiene il suo nome scuote subito il capo, sospira. «Non c'è... è─».
Kurogane la guarda, attonito. «Cosa?».
«Sì, lui è andato─» bofonchia ma viene interrotta da uno sbuffo del ninja ferito.
«Tsk! Così questa è la sua risposta.» mormora. «Credevo avesse capito. Sono stato anche persuasivo, sono stato gentile. Ho cercato... io─».
Lei apre la bocca per dirgli qualcosa ma un piccolo turbine di luce abbagliante appare in un angolo della stanza. Kurogane capisce e si rilassa del tutto sul materasso, la figura per nulla imponente del mago sta prendendo forma.
Ecco, stavolta ha esagerato. Sì, è troppo irruente in certe sue manifestazioni emozionali.
La principessa sogghigna e lo guarda, con fare ammonitore. «Dovresti imparare a far finire di parlare le persone. È solo andato a prendere la sua roba».
«Hyuuu~» pigola l'idiota salutandolo con una sacchetta minuscola riempita forse troppo, evidentemente è il suo bagaglio. «Sei già sveglio, Kuro-tan?».
«Sì, e voleva scannarci. Ti avevo detto di aspettare un po', almeno che si svegliasse... ce ne hai messo di tempo!» annuisce Tomoyo.
«Eh, i saluti nel regno di Clow possono essere lunghi e cerimoniosi alle volte.» sospira stringendosi nelle spalle e guarda il ninja che ha una certa aria di disappunto sul viso, alla “tutti gli idioti me li cerco io!”. «Ho fatto la mia scelta, Kuro-rin».
La principessa si alza in piedi per lasciarli in intimità, senza che nessuno le chieda niente, ma lancia un eloquente sguardo al mago, come a intimargli di raccontargli in futuro quel che si diranno. Pettegola.
Il mago sorride alla principessa e l'accompagna alla porta, che chiude alle sue spalle con un gesto misurato, si poggia con le spalle contro lo stipite di legno e sospira a lungo, rinfrancato.
Kurogane guarda la scena impaziente, ma senza tradire alcuna emozione. Ha deciso di restare e quel minuscolo bagaglio ne è l'ovvia prova, ma non vuole altro che sentirlo da lui. Vuole sentire chiaro e forte che, finalmente, ha operato una scelta. Ha scelto lui.
L'idiota si muove piano, un passo dietro l'altro e percorre la breve distanza dallo shoji al letto, per poi accelerare quando ormai mancano pochi passi a raggiungere il ninja.
Il ferito allarga solamente il braccio, la stessa espressione severa sul viso, che cozza un po' con l'evidente invito ad abbracciarlo.
«Vorrei permetterti di rendermi felice.» mormora fermandosi sul ciglio del letto.
«Come te o come il fratello morto a cui vuoi restituire una vita che non può vivere?» ringhia serio.
Il mago deglutisce, con una ben eloquente espressione timorosa, di cosa poi? Di quello che sta per dire o dell'aria quasi minacciosa che aleggia intorno al suo amato Kuro-rin? «Come Yui. E comunque, puoi dire le cose con meno violenza, lo sai? Sennò, neanche io vorrò uscire con te, Kuro-tan.» mormora appena, la voce bassa bassa che trema.
Sul viso di Kurogane si affila un sorriso sghembo, vittorioso, gli fa cenno di fiondarglisi addosso, senza remore o mezze misure. Non gliene frega praticamente nulla d'essere ferito, vuole solo quel suo piccolo idiota addosso. «Vieni qua, scemo.» sibila.
E il mago che ormai potremmo chiamare per nome, con il suo nome, si acquatta sul materasso e comincia a gattonargli incontro, piano piano. Trema.
Il ninja però non è molto paziente e se lo tira contro appena è a portata di braccio. «Era ora che scegliessi me. Ti darò tutto ciò che desideri».
«Ho già quel che voglio, Kuro-pippi.» sorride annuendo.
Il bacio che segue non è come gli altri, come quelli che si davano furenti nelle notti in cui si incontravano quando non potevano esprimere liberamente il loro amore ma solo una gran rabbia, un gran rancore. È dolcezza e affanno, quel bacio. È respiro e sangue. È fame e sete. È polvere e vento. È il momento in cui le carte vengono rivoltate sul tavolo e si scopre chi ha vinto la posta più alta. È la pagliuzza più corta, è la pepita d'oro tanto agognata.
E Kurogane guarda il suo mago negli occhi, e Yui guarda lui. Una promessa è quel bacio.
Tutto quello che serve ora è il tempo da recuperare, ferite di guerra da ricucire.
«Sei fortemente convinto della tua scelta, idiota?» domanda piano piano, staccandosi appena da lui, ma tenendoselo comunque addosso, avvinghiato contro il proprio petto.
«Sì e tu? Davvero mi rivuoi con te?» domanda.
«Io che c'entro? Sei tu a dover scegliere, non certo io.» risponde raccogliendo il suo viso nella mano. «Io t'ho aspettato, io potrei anche costringerti a restare ma sarebbe contro la tua volontà.» gli soffia addosso, su una guancia.
«Ma─» farfuglia.
«Io sceglierei te. Sceglierei sempre te. Aldilà di ogni circostanza, anche al costo di doverti rincorrere per le dimensioni, io sceglierei sempre te.» mormora. «Però, stavolta devi farlo tu. Devi fare tu il primo passo verso di me e io ti accoglierò, te l'ho detto. Ti renderò felice... se ci hai pensato e questa è la tua risposta, se vuoi davvero restare con me, io non posso non esserne lieto.» aggiunge.
Il mago annuisce, lo guarda con gli occhi un po' lucidi, larghi e felici. «Resto qua con te, qualsiasi cosa succeda. Io ho scelto, dovrai solo aver pazienza... e cercherò anche io di renderti felice e di farmi perdonare, Kuro-rin».
«Bravo. Era ora.» annuisce.
E di nuovo un caldo abbraccio li stringe.


In amore, c'è bisogno di un cuore di stagno che si possa rimaneggiare, rimodellare, c'è bisogno di una testa di marmo che possa reggere il colpo. I sentimenti possono cambiare, sì, ma possono anche durare nei secoli, duri e forti come delle catene di quel ferro buono che neanche le tenaglie più forti possono spezzare.
E così è per loro.


Kurogane, in breve tempo, si è ripreso e s'è portato il mago a casa. In quella sua casetta non particolarmente grande, ché i ninja non hanno molto tempo per mettere in ordine, tanto che appena entrati in casa, si è messo a rassettare qui e là dove aveva lasciato evidente prova del suo passaggio, con il conseguente imbarazzo... sì, aveva proprio bisogno di una moglie, aveva bofonchiato il mago.
È piccola, dicevamo, la casa che divideranno, ma c'è posto per quello scemo che è tanto esile quanto ingombrante. Dovrà prendere un futon più grande, certo non comprarne uno staccato dal suo per il mago, che però non sembra affatto contrariato nel dividere quello piccolo e singolo, forse un po' troppo duro per i suoi gusti, col padrone di casa. Così entrambi, con la scusa del poco spazio, possono stare avvinghiati senza troppi complimenti.
La specie di profezia delle due sognatrici non sembra volersi avverare, hanno trovato una soluzione consona alla loro situazione: Kurogane aveva spiegato al mago che, se fosse stato in pericolo lui gli avrebbe fatto comunque da scudo, pertanto conveniva non andare in missione insieme e Yui aveva annuito con calma, aggiungendo che avrebbe fatto la casalinga e beccandosi un buffetto in testa di rimando.
E vivono la quotidianità tanto attesa con una certa maestria, come se fossero stati sempre votati a questo: come se, in realtà non potesse andare altrimenti.
Kurogane è un bravo paparino, direbbe Mokona: torna a casa tutti i giorni e poggia un bacio leggero sulla guancia della mammina (appellativo che lo stupido mago ha scelto per se stesso, e sono valse a ben poco le proteste del ninja).
E della notte, perché è la notte in cui è più facile amare e farsi amare, passano una buona parte a riprendersi quel che avevano perduto in quello stralcio di tempo in cui erano stati lontani. L'idiota che cerca di farsi perdonare e Kurogane, impetuoso, che ci sta facendo pace adagio. È molto meglio farlo piano piano, sì, come merita di essere compiuto quell'atto che li unisce.
Sì, una buona soluzione è stata trovata.
Comunque, l'idiota continua a lamentarsi giusto per il piacere di farlo (le abitudini sono dure da scacciare) e chiedere più attenzioni a Kurogane, che però è ben contento di questa situazione: finalmente, ha imparato a farsi viziare e a chiedere ciò che realmente desidera lui e non il suo fratello morto, però non ha neanche cercato di farglielo notare, che sennò quello lì si rattrista e certo lui non vuole che quel suo cosino scemo metta su il muso.
Ed è quindi cominciata così la vita di Yui, dopo un malinteso che poteva trovar soluzione fin da subito, tra le sue braccia ed è così che doveva andare, non poteva certo chiedere di meglio il severo ninja che ha finalmente avuto ciò che ha sempre voluto.
Hanno avuto anche il tempo di chiarirsi, ed è stato un po' difficile da trovare visto com'erano impegnati a baciarsi e divorarsi a vicenda, e con calma hanno ripreso ad essere complici come prima. Ed è stata un po' dura da ricostruire quella loro storia lasciata a metà, perché è difficile riprendere un rapporto che era finito ma non finito, che ha fatto male ad entrambi, ma che in realtà li ha fatti solo crescere e ha fatto capire ad entrambi cosa volessero in realtà, cosa fosse a spingerli l'uno verso l'altro.
Perché il mago tornava di tanto in tanto, quella era stata la domanda da cui era partito tutto e lui aveva zagagliato una specie di mezza spiegazione assurda: voleva vedere se stesse bene e voleva in effetti marcare il territorio, pur adducendo che facendo a quel modo aveva sperato di farlo cadere tra le braccia di qualcun altro, ottenendo, di fatto, l'effetto diametralmente opposto. Che c'era d'aspettarsi da uno come lui se non questo? Puro autolesionismo.
E Kurogane? Perché lui s'era piegato a tanto, in fondo uno retto e corretto come lui aveva dei principi morali, no? A questa domanda, il ninja aveva sogghignato e se l'era abbracciato forte. Voleva lui e basta. Punto. Nulla di più e nulla di meno. Voleva semplicemente averlo con sé e convincerlo con quel suo fare ben poco delicato a letto, che quella frustrazione che entrambi scaricavano era dovuta al fatto che non erano in grado di star lontani, di non amarsi. E in effetti anche questo ragionamento, che a ripeterlo, faceva un po' acqua da tutte le parti non aveva fatto altro che permettere a quel sentimento di bruciarli entrambi e di unirli ancor di più.
Ed è così che è ricominciata la loro storia, che è effettivamente cominciato il capitolo riveduto e corretto della loro vita insieme.

Kurogane dorme sonni tranquilli, naturale, è un ninja. Ma dorme tranquillo, ora, perché il suo calmante, il suo oggetto del desiderio, il suo stupido mago, per intenderci, è lì che si lascia abbracciare nella penombra della loro stanza.
Il silenzio, quel silenzio che prima li divideva, come una frattura tra le montagne, come un fossato intorno a un castello, un burrone, un baratro... ora è complice e pieno di quell'amore che aleggia nell'aria.

 

 

Fine.
Sì.
La conclusione è diversa dalle mie solite conclusioni (?), in effetti avete visto, voi assidui lettori, ben pochi epiloghi delle mie storie, pertanto forse non potete giudicare... ma fidatevi (??) è un esperimento. Come ho già detto è un epilogo stupido e breve, come il sottoscritto.
Il capitolo s'intitola come la storia, quindi il concetto è sempre il pensare prima di parlare, le parole, qualsiasi, che aspettino con calma fuori dalla porta.
Il mago ha fatto la sua scelta e dovete immaginarvelo ad arrovellarsi, mentre Kurogane dorme, sul modo migliore per dirgli la cosa... per poi dirglielo semplicemente dopo averlo fatto sudare freddo! Non ho voluto specificare le parti di Yui semplicemente perché la storia è molto più inquadrata su Kuro-rin...
Come ho già detto, sono contento di come sia venuta questa storiella, forse un po' breve che non ha incluso tutte le mie idee... però son contento.
Vi ringrazio molto per avermi seguito, per tutti i complimenti e i commenti. (risponderò alle recensioni, un giorno... fatemici pensare!).
A presto!

D.
















   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC / Vai alla pagina dell'autore: __Di