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Autore: BlackRobin    15/09/2014    3 recensioni
Il continuo di "Two years later..."
Dopo la fine del CBI e la morte di John il Rosso, come e dove si rincontreranno Jane e Lisbon?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Patrick Jane, Teresa Lisbon | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono finalmente  riuscita ad andare avanti nella storia! Questo è il continuo di "Two years later..." che mi avete chiesto (se non l'hai letto, lo trovi sul mio profilo). Spero vi piaccia questo capito! Non so quando riuscirò ad aggiornare, dato l'inizio della scuola. Grazie a tutti i recensori. ENJOY!

*The thought of Jane*
Da quanto tempo non vedevo più Teresa. Ben due anni, non so come ho fatto a resistere senza di lei. Standole distante, ho veramente capito, che lei è la migliore amica che abbia mai avuto. Sempre disponibile per me, gentile, divertente. È l’unica che mi sopporta sul serio. Le ho chiesto cosa ha fatto in questi anni e mentre parla, non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi, più verdi del solito. E il suo volto, illuminato dalla luce del sole, le mette in risalto gli zigomi, le sue labbra e un piacevole sorriso. Sinceramente sono stato troppo lontano da lei, per ascoltare le sue storie, vorrei abbracciarla. Ma tutto quello che faccio è fissarla annuendo ai suoi discorsi. Stringo la tazza nella mano e la porto alla bocca, ma lei mi ferma.
“Ehy, dov’è la tua fede.” Mi ha scoperto, cerco di inventarmi una scusa.
“Dopo la morte di John, ho finalmente voltato pagina. Ma la tengo sempre con me.
” Mi guardò sorridendo beffarda “Tu? Che volti pagina? Non ci credo sai.”
“Beh, credici perché è così” cerco di farla smettere e bevo un sorso di tè.
Ma lei non demorde “L’hai tolta per la tua psicologa.” Mi stava andando di traverso il liquido.
“E non mi hai ancora detto come l’hai incontrata.”
“Hai voglia di andare a fare una passeggiata in spiaggia? Mi devo sgranchire le gambe.” Dico convinto e mi alzo.
Alla fine arriviamo in spiaggia, dopo aver battibeccato su chi doveva pagare il conto. Naturalmente ho vinto io.


NARRATORE ESTERNO
Camminavano in religioso silenzio, uno accanto all’altro. Teresa guardava il mare e Patrick dalla parte opposta. Probabilmente la distanza li aveva cambiati, non lavorando più insieme tutti i giorni. Eppure c’era una parte in loro che voleva riprendere i contatti, ricominciare a vedersi spesso. Ma come? Con che scusa?
“Non mi hai ancora detto dove hai incontrato quella donna.” Si schiarì la voce Lisbon, guardandolo. Lui si girò la guardò negli occhi e facendosi coraggio parlò.
“Dopo la fine di John, sono andato in un bar, ma isolato dalla città. Lì mi sono seduto e ho cominciato a mangiare le mie uova strapazzate. Devo dire che però erano poco salate, avevano qualcosa che non mi piaceva..”
“Vai avanti!” esordì seccata l’agente.
“E mentre ero seduto lì, al bancone, ho sentito conversare la mia ex ragazza. Così, data la solitudine, ho cominciato a parlarle.”
“Qual’era l’argomento di cui stava parlando?” non si era nemmeno accorta che lui aveva detto “ex”.
“Eh?” la guardò senza capire “Come mai hai scelto di parlare proprio con lei, cosa ti ha colpito?” lo guardò seria.
“Stava parlando della sua squadra, i suoi amici, il suo lavoro..” si fermarono, si girarono e si guardarono negli occhi.
“Ti manca il CBI? A  me sì, il mio lavoro è dannatamente noioso.”
“Anche il mio: mi occupavo di piccoli casi, che mi offrivano di tanto in tanto. Mi piaceva di più lavorare con la squadra.
” Disse facendo un sorriso malinconico. “Mi ha fatto piacere rivederti, Jane..” 
“Anche a me Lisbon..” Dopo essersi guardati per un po’ negli occhi si sono abbracciati, stringendo i loro corpi, in una calorosa stretta.


*The thought of Lisbon*
Sono passati due anni, ma lui non è cambiato di molto. Devo ammetterlo: ho sentito la sua mancanza, perché faceva parte della mia vita, ma sono anche arrabbiata, perché non si era mai fatto sentire. E glielo dico. Ma lui non mi risponde. Però comincia a raccontarmi alcuni avvenimenti che mi fanno sorridere. Adoro questa sua qualità, mi fa ridere nei momenti morti. E anche se gli do una botta sul braccio per farlo smettere, mi piace questo suo lato un po’ infantile. È stato molto d’aiuto alla squadra e credo l’abbia fatto anche per me.
“Se devo dirla tutta, mi manca la nostra collaborazione.” Dico con un sorriso beffardo
“Strano, visto il modo in cui mi trattavi. Come se fossi un bambino irresponsabile.”
Sorrisi , “Molte volte lo sei stato!” Le nostre risate colmarono il silenzio della spiaggia, come anche il verso dei gabbiani. Lo guardo, mentre sorride guardando la spiaggia. I suoi occhi sembrano due biglie azzurre, limpide come il mare calmo che c’è oggi. Essi mi hanno sempre affascinato, forse perché dietro, si nascondevano i suoi demoni. Ma ora sono sereni, come un cielo senza nuvole. Sono intriganti.


NARRATORE ESTERNO
I due camminarono per un lungo tratto e si fermarono a riposare. Si sedettero su una duna di sabbia per rimirare infine, il tramonto davanti a loro.
“Goditi quest’ultimo tramonto Lisbon. Dopo dovrai tornare a lavorare in quel postaccio con le pareti grige.”
“Chi te lo dice che sono grige?” disse girandosi “Ah, allora ammetti che è un postaccio!” allargò un sorriso.
“Non ho detto questo!” “Ma non l’hai negato!” controbatté. L’agente non proferì parola, ammettendo dentro di se la sconfitta.
I due si stavano ormai studiando da diversi secondi. Lui notò la pelle di Teresa arrossire e lei il suo sorriso beffardo, ma che nascondeva tutta la sua timidezza.
Due anni come fossero secoli. Eppure si ricordavano i dettagli più insignificanti, come le pieghe che prendeva la pelle, durante un sorriso o che gli occhi si sfumavano a ogni cambiamento d’umore.
D’un tratto cominciarono ad avvicinarsi, molto lentamente. Senza distrarsi. Quasi volessero entrare uno nelle iridi dell’altro. Senza accorgersene, le loro labbra si toccarono tremanti e fu naturale baciarsi, come un istinto primordiale. Assaporarono il loro profumo, lentamente e a più riprese. Con gli occhi costantemente chiusi per far affiorare i ricordi.
Si allontanano, infine. Cercano di ritornare alla realtà., ma La donna rimane scossa.
“Scusa tanto, è tutta colpa mia!” si portò una mano alla fronte “No, è solo colpa mia. È successo in fretta e..” la frase rimase in sospeso.
“Tranquillo, ora me ne vado.” Disse frettolosamente, alzandosi e cominciando a camminare a passo veloce. L’uomo si alzò di scatto e la raggiunse
“Aspetta, non è colpa tua.” Lei non lo stava ascoltando e rivolgeva i suoi occhi lucidi a terra.
“Scusa.” Si limitò a dire e si liberò dalla stretta di Patrick, allontanandosi imbarazzata.
Lui rimase in mobile a guardarla andare via, maledicendo se stesso per quell’atto inconsulto. I suoi occhi si riempirono di malinconia e rabbia. Come poteva contattarla, dopo due anni di separazione? Aveva bisogno di dormire, per pensare.
 
 
  
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