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Autore: Dandelion_sama    15/09/2014    1 recensioni
Non vi era cosa al mondo che l'attraesse di più di quegli occhi di un grigio spento denso come il fumo in cui si perdeva costantemente ogni volta che i loro sguardi si incontravano, si cercavano famelici l'uno dell'altra e lottavano per reggere il confronto, in quella sfida che solo fra loro prendeva forma. Eppure quelli stessi occhi era ciò che temeva maggiormente. Perché nel suo piccolo Helena sapeva che, nel momento in cui si fosse concessa, nel momento in cui quella sorta di amicizia fosse divenuta "altro", allora non sarebbe più potuta tornare indietro. Era un gioco di luci ed ombre, di sorrisi e parole non dette, di verità solo a metà e di sussurri fugaci che fermavano il respiro. Questo era Sirius Black, un gioco pericoloso, capace di spezzarle il cuore. Ma avrebbe fatto di tutto per stargli accanto, anche nei momenti peggiori, sino alla fine, ancora insieme all'ombra del Platano Picchiatore.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Cap 1.

1 Settembre 1971

Di Helena Stevenson si poteva certamente dire che, nei suoi undici lunghi anni di vita, mai una volta fosse stata capace di distinguersi dalla massa, uscire da quello che comunemente veniva chiamato “ordinario”. Non era una bambina particolarmente bella o intelligente, e tantomeno si poteva pensare di lei che avesse una particolare inclinazione per una qualunque arte conosciuta al mondo come la musica, il canto o magari il disegno. Effettivamente, a prima vista niente, e per niente intendo proprio NIENTE, poteva far intuire che sotto quella matassa di capelli biondo grano, lisci e lunghi sino alle spalle, e oltre quelle grandi iridi castane circondate da un sottile spruzzo di lentiggini si celasse qualcosa di incredibilmente straordinario. Piccola di statura non poteva essere di certo portata per un qualsiasi sport e quelle dita sottili di certo non erano fatte per suonare un pianoforte. Chiaro che era una brava ragazzina, ben educata e con un senso del dovere particolarmente presente per una della sua età, sebbene più che frequentemente avesse problemi a tenere a freno la lingua. Non che fosse un suo difetto dire tutto quello che le passasse per la testa ma spesso e volentieri le capitava di essere inopportuna e quella sua linguaccia prendeva il sopravvento. Ma era una cosa normale per una strega caparbia come lei. Ah si, perché chiaramente la signorina era una strega, e non una qualunque!
Era una delle più giovani ed inesperte, fresca fresca di lettera per Hogwarts, la più famosa Scuola di Magia e Stregoneria di tutto il Regno Unito e non solo.
 
Non c’è da stupirsi che quel 1° Settembre del 1971 i suoi grandi occhioni studiassero con eccitata curiosità ogni angolo della stazione di King Cross dove adesso camminava spedita accanto ai genitori, un mago ed una comune babbana, spingendo un carrello carico di bauli sul quale stava comodamente appisolato un micione bianco. Questo chiaramente faceva di lei una mezzosangue, e nel suo piccolo sapeva che a molte famiglie la sua condizione non era gradita. Ma in quel giorno di festa quello era solo un trascurabile particolare.
Benché ne avesse sempre conosciuto ogni singolo dettaglio appreso dai racconti del padre, mago di casa, camminare lungo quella banchina piena di frettolosi babbani ignari di quale fantastica magia si celasse dietro l’angolo non poteva che riempirla di gioia, come mostrava quel sorriso stampato sul visetto ovale.
 
< Adesso sta molto attenta Hella… > la richiamò con tono premuroso la profonda voce del padre, un uomo sulla trentina dagli occhi azzurri e i capelli color del grano, ben vestito ed elegante, usando quell’allegro vezzeggiativo che le fece arricciare contrariata il nasino a punta.
gli chiese allegro lui, sotto lo sguardo attento della moglie dai lunghi capelli castani e gli occhi scuri, vestita in un abitino lilla, ben coscienti entrambi che la piccina già sapesse il da farsi.
< Certo papà! > rispose lei tutto di un fiato, con una vocina gioviale e vellutata, allegra e frizzante come pareva in quel momento la ragazzina, alta appena un metro e un boccale di burrobirra e fine come una foglia, dentro quell’ abitino azzurro decorato da fiorellini di campo, con i capelli talmente tirati all’ indietro da esaltare le sue orecchie appena a sventola, ben cosciente che quello fosse solo un scherzoso scambio di battute per rendere quasi ufficiale in suo ingresso nel mondo della magia, per quanto dalla nascita avesse visto cose a dir poco bizzarre capitarle intorno.
< Bene tesoro. Appena ti senti pronta dev… > nemmeno il tempo che quello finisse di parlare che la biondina, presa la rincorsa, già dirigeva con un sorriso stampato sul viso verso il muro di mattoni rossi. Giusto il tempo di chiudere gli occhi arrivata a circa un millimetro da quelli, che la sorpresa che trovò una volta aperti la lasciò letteralmente a bocca asciutta, e per una come lei era un tutto dire.
Dall’altra parte del muro, sostava sui binari una magnifica locomotiva verde, rossa e nera con su scritto a grandi lettere dorate Hogwarts Express. Era immensa e bellissima, e dietro di lei la seguivano un numero sconsiderato di vagoni.  Tutt’intorno le persone vi si aggiravano e si mescolavano come uno stormo di rondini: chi scendeva dal treno, chi saliva, chi come lei non vedeva l’ora di partire e gia salutava dal finestrino mamma e papà in lacrime e chi invece non voleva proprio staccarsi dai genitori. Un piacevole profumo di libri, di inchiostro e di avventura aleggiava nell’aria, tanto da farla sorridere ancora di più, facendo comparire uno strano sbrilluccichio negli occhi, carico di adrenalina. Ci mise davvero poco tempo a caricare i bagagli e salutare i suoi, dando poco conto a tutte quelle raccomandazioni che le venivano fatte sul seguire i corsi, ascoltare i professori e portare onore alla Casa, qualsiasi essa fosse stata, annuendo semplicemente e spargendo baci e abbracci a destra e a manca, per poi gettarsi in quel bagno di folla nella speranza di guadagnare un po di tempo prima di salire dentro e cercarsi un comodo scompartimento nel quale iniziare quel nuovo viaggio.
 
Col padre avevano affrontato varie volte il discorso delle Case di Hogwarts. Una sognate Helena coricata a pancia in giù e con il nasino puntato in aria, non si stancava mai di ascoltare il padre raccontare di come fosse la vita all’ interno dell’imponente castello costruito in tempi remoti dai quatto fondatori di cui le Case portavano non solo i nomi, ma i profondi ideali. L’idea più plausibile per una come lei era capitare fra i Grifondoro, coraggiosi e spericolati, o caso mai fra i Serpeverde, furbi e ingegnosi, dediti al successo. Erano questi i pensieri che frullavano veloci nella mentre della streghetta mentre se ne stava comodamente seduta in uno scompartimento nel vagone di quelli del primo anno, lasciando che lo sguardo si alternasse fra gli interni in pelle e le rifiniture delle porte in mogano, e la campagna scozzese che correva sotto gli occhi.

< Bella vero? > Proprio nel momento il cui la fronte scoperta era andata ad appoggiarsi al vetro del finestrino e gli occhi osservavano il paesaggio, le si era avvicinato furtivamente alle spalle un ragazzetto gia vestito dentro la sua bella divisa. Bhe non che fosse particolarmente bella, anzi. Decisamente di qualche taglia più grande era rattoppata in vari punti, ma tutto sommato non stonava con quel viso tirato di chi stava sull’attenti fermo all’entrata dello scompartimento, reggendo nella mandritta un pesante libro.
I capelli di un biondo cenere, stavano spettinati su tutta la fronte, riproducendo delle forme più svariate, mentre gli occhietti timidi, color nocciola, stavano bassi ad osservare il pavimento. Se ne stava li, silenziosamente attento, alzando di tanto in tanto il capo in attesa che succedesse un miracolo, o che semplicemente venisse invitato ad entrare, guardando con aria titubante la strega che adesso l’osservava con curiosità.
< Vuoi accomodarti? > gli chiese lei con tono gentile e un delicato sorriso a fior di labbra, chiedendosi come mai un ragazzo della sua età, perché evidentemente non poteva essere molto più grande di lei dato l’assenza di qualsiasi stendardo nella cravatta, avesse un’aria tanto cupa e intimorita, quasi remissiva.
< Ah… grazie. Ma non vorrei disturbare… > rispose con un sussurro lo sconosciuto, stringendo maggiormente il libro e colorando appena le scavate guanciotte di un leggero rosato. Era chiaro che volesse sedersi, e che probabilmente avesse trovato tutti gli scompartimenti occupati, o peggio ancora, avesse trovato qualche antipatico.
< Ah, ma non disturbi affatto! > fece notare lei, indicando lo scompartimento evidentemente vuoto e un posto esattamente davanti dove fece segno di sedersi. Ma quello permaneva sulla soglia.
Allora provò in un modo diverso.
< Che leggi? > a quella semplice domanda il giovane mago si accese, mostrando un sorriso a trentadue denti e con una leggera corsetta, andò finalmente a prendere posto davanti a lei.
< Storia della Magia dalla caccia alle streghe, sino ai giorni nostri… e… >  il sorriso sognante di lui che per il momento si era dedicato unicamente al libro si alzò di scatto osservando le scure iridi di Helena.
< E…? > continuò lei attenta, sperando che il giovane non notasse che sinceramente l’argomento trattato non le interessava. Di certo Storia della Magia non sarebbe stato il suo forte.
< E non so nemmeno come ti chiami… Io sono RemusLupin… > disse lui, appena titubante, porgendole timidamente la mano, che venne presto stretta dalla ragazza con fare caloroso.
Non che si aspettasse di riuscire gia a fare amicizia sul treno, ma questo non sembrava un inizio tanto male.
< Io mi chiamo Helena, Helena Stevenson, primo anno immagino, anche io… bhe, è una consolazione conoscere già qualcuno! Non trovi? > che fosse stata capace o meno di rendere confortabile quella situazione questo non ci è dato saperlo, perche all’ improvviso la porta dello scompartimento scattò e di filata due, anzi TRE ragazzini vi si gettarono dentro a capofitto!

Se da un lato il povero Remus fece un salto sul posto e per poco non morì dallo spavento nel vedere quei tre cadere a terra uno sopra l’altro, coricati sul pavimento e ridenti come un branco di iene, dall’altro l’espressione sconvolta di Helena fu lampante, soprattutto perché quelli non si curavano minimamente di chi c’era prima di loro, ma anzi beatamente veniva ignorato.
< Ehi! > li fulminò lei, interrompendo quella serie di schiamazzi, risolini e complimenti che lo strano trio si scambiava con tanto di pacche sulle spalle, mentre veloci si alzavano e andavano a sedere, senza chiaramente essere stati invitati ad accomodarsi.
< Non sapete che è buona educazione chiedere il permesso prima di sedersi? > fiammanti la punta delle orecchie ben in vista, era scattata in piedi e adesso osservava con braccia conserte il gruppetto, prendendosi il tempo per studiarli uno ad uno.
Lo sguardo severo si era posato inizialmente su un ragazzetto decisamente slanciato per la sua evidente età, dai lineamenti severi, quasi signorili o addirittura nobili. Labbra appena pronunciare, naso stretto e un viso pallido perfettamente squadrato, dove due occhietti di un grigio spento come il fumo stavano perfettamente incastonati e circondati da una matassa di capelli corvini, appena mossi e decisamente troppo spettinati per non dargli un aria da ribelle. Tra se e se avrebbe giurato che quello fosse lo stesso ragazzino tutto tirato a lucido che solo poche ore priva aveva visto accanto ad un’austera donna dallo sguardo grave, capace di trapassare una roccia, mentre caricava i bagagli sul treno. Aveva sentito giusto uno scambio di battute fra i due, riguardanti il nome delle famiglia e qualche minaccia in caso di problemi, o peggio, disonore. Ma in quel momento non ci aveva dato troppo caso. Non l’erano mai piaciuti gli snob con la puzza sotto il naso e a prima vista quello era il prefetto ritratto di Sirius Black, che adesso le si presentava decisamente sotto un altro aspetto.

Forse fu il suo eccessivo fissare il giovine, scrutarlo dalla testa ai piedi notando ogni particolare fuori posto, che quello perse di colpo ogni grammo di allegria dipinta viso e la fulminò con uno sguardo glaciale.
< E a te nessuno ha detto che è maleducazione fissare la gente… nanetta?! > acidità nella voce, accompagnata da un ghigno sfrontato e aria da prepotente, si era guadagnato le risate guturali e a dir poco non eleganti di uno dei due compari, quello più grassoccio, che a stento riusciva a contenere quel suo grugnire, tenendosi addirittura la pancia. aveva aggiunto in un secondo momento, coprendosi la bocca con la mano sinistra per non riderle in faccia e facendo chiaramente allusione alle sue piccole orecchie a sventola.
< Su Sirius… non esagerare… > L’aveva rimproverato bonariamente il terzo ragazzo, quello che aveva stranamente preso posto accanto a lei e che, ormai affondata la schiena nella poltrona in pelle, osservava l’amico al di là di una pesante montatura per occhiali, che in qualche modo gli conferivano un’aria buffa. Capelli color cioccolato, tanto ribelli quanto soffici e occhi nocciola, aveva dipinto sul volto un sorriso furbetto di chi ne sapeva una più del diavolo. Tutti e tre già indossavano la divisa della scuola. Chi in maniera davvero impeccabile, per quanto mancasse la cravatta o fosse malamente acconciata, chi invece in una maniera decisamente scomposta, con camicia fuori dai pantaloni, scarpe slacciate e cappa messa alla rinfusa ed è chiaro che si parla di Peter. Nessuno stemma o colore ne adornavano le cappe, e per tanto dovevano anche loro essere del primo anno.
< Dovresti dire al tuo amico di pensare prima di parlare… se sa come si fa, chiaro!> aveva risposto piccata lei, mentre con uno sbuffo tornava a sedersi, dando un’occhiata a Rem che per tutto il tempo era stato in silenzio con gli occhi bassi, forse imbarazzato dalla strana situazione che si era andata a creare.
< Ma tu sentila questa nana! > aveva riattaccato il corvino, decisamente offeso dalle parole di lei riguardo al suo quoziente intellettivo. < No, devi essere di certo un elfo, con le orecchie che ti ritrovi! > le aveva risposto quella scatenando nuovamente la risata del grassoccio Peter e un’occhiataccia da parte di Helena mente il povero Remus era andato ad infossare nuovamente il collo fra le spalle.
si era accesa come una fiammella, gia pronta a prendere a sberle quella faccia da schiaffi, e di certo ci sarebbe riuscita se non fosse stato per il povero James Potter che, bonariamente si era messo fra i due.
< Dai ragazzi, non vogliamo litigare gia il primo giorno di scuola. No? E poi non è un mio amico, ci siamo appena conosciuti, vero Sir? > lo guardava con aria complice e un ghigno da piccolo teppista quello che era andato finalmente a risedersi e guardava con un broncio il corridoio, anche se al sentirsi chiamare aveva lanciato uno sguardo d’intesa al castano.
< In ogni caso… > riprese il giovane Potter, < Vi siamo grati dell’ospitalità e del nasconderci… io sono James, lui e Sirius e quello lì è Peter…. Voi siete? > chiese il giovane ricevendo dalla ragazza giusto uno sbuffo offeso, per quanto quel “nasconderci” avesse evidentemente acceso un pizzico di curiosità, che, bisogna saperlo, mai manifestò davanti a Sirius.
Fortunatamente ci pensò Remus, che nel mentre aveva messo da parte il libro, per fare le presentazioni.
< Io sono Remus… > disse indicando inizialmente se stesso, e abbozzando un timido sorriso che fece scaldare il cuore anche all’ attualmente offesa Hella.
< E lei è Helena. > concluse, evidentemente assorto da quello stano quanto vivace gruppetto. < Che vi è successo.... se posso chiedere? > aggiunse dopo un po, mostrando quel tanto di interesse necessario a convincere il trio ad assumerlo come quarto membro del gruppo, per quanto questo successe solo qualche settimana dopo, anche se già da molto prima il biondino iniziò a seguirli nelle loro strabilianti marachelle.
Nel mentre che i ragazzi gli raccontavano quello che era appena successo con coinvolgente entusiasmo tanto da catturare pure l’attenzione di Helena che fingeva di non ascoltare, ma che anzi, quasi si divertiva a rispondere alle linguacce di Sirius con altrettante linguacce, una minuta ragazza dai capelli rossi e immensi occhi verdi comparve sulla porta del loro scomparto. Non era molto più piccola di Hella il colore dei suoi capelli era qualcosa di fantastico, per non parlare della lunghezza, dato che le punte sfioravano la vita.

< Scusate… il Prefetto mi ha chiesto di avvisare tutti quelli del primo anno che stiamo per arrivare… e come mai tu non hai ancora la divisa?! > Lily Evans scrutava con accesa curiosità Helena, mentre alle spalle di lei sostava un ragazzetto dagli oleosi capelli neri e lo sguardo smarrito, perennemente offeso.
< Non credevo che fosse così tardi… > le risposte la biondina del quintetto, mentre di scatto andò a prendere il proprio cambio, mettendosi in piedi ad allungandosi verso il baule che stava sulle loro teste. Ignorò totalmente quel ghigno divertito di Sirius nel vederla sbracciarsi per raggiungere la maniglia, ma accettò di buon grado l’aiuto di James.
< Ah… non ti preoccupare… anche io stavo andando a cambiarmi… MA SIETE VOI! > rispose quella cordialmente, mentre all’ improvviso fulminò con lo sguardo il gruppetto appena formatosi, ad eccezione di Rem, mentre Helena gia superava la porta. Nel mentre quella continuava a parlare al malefico trio, che di rimando la guardava con un aria falsamente innocente.
< Avete fatto piangere una ragazzina con quello scherzo idiota! Dovreste vergognarvi! > gli riproverò piccata, mentre se li squadrava uno ad uno, scuotendo il capo e facendo dondolare la matassa di capelli.
< Ehi non te la prendere rossa, quella li si dava troppe arie… non credo che adesso avrà molto da vantarsi, con i capelli color topo! > le rispose questa volta James, scatenando la risata di tutti, persino di Remus, che probabilmente era venuto a conoscenza della storia durante la chiacchierata con i ragazzi.
Quella esasperata fece roteare gli occhi, scuotendo varie volte il capo.
< Che bambini…. Andiamo Severus, accompagniamo… come hai detto che ti chiami? > fece rivolgendosi in modo decisamente più gentile verso Helena, abbozzando pure un tenero sorriso, mentre il cupo ragazzo iniziava gia ad incamminarsi senza proferire parola.
< Helena… > le rispose lei, sorridendole di rimando e ringraziando Merlino di aver finalmente trovato una ragazza con cui parlare, o comunque un essere dotato di parola che non fosse solamente per stuzzicarla come per tutto il viaggio aveva fatto quel dannato Black.
< Ah, va bene. Allora, Helena a cambiarsi… > fece cinguettando allegra, ricevendo dal ragazzo che le sostava dietro solo un cupo grugnito, con tanto di sguardo acido ai ragazzi che venne da loro ricambiato prontamente.

Di li a meno di un’ora sarebbero finalmente arrivati a Hogwarts. Vi sarebbe stato lo smistamento e ciascuno di loro sarebbe entrato a far parte di una casa. Sogni ricchi di fantasia e ingenuità occupavano le loro menti, ancora ignari di cosa, o chi, si aggirasse nel buio.
 

Angolino dell'Autrice.
Buonsalve :) Come andiamo? Avete finito di leggere?! Bhe, spero di si. Eccovi catapultate il quello  che si può tranquillamente definire il sogno malato di ogni amante della saga di HP.
Finalmente, dopo disumani sforzi e ripensamenti, sono riuscita ad iniziare questa FF che spero vi coinvolga almeno quanto coinvolge me <3
Com'è evvidente la storia ruota intorno al gruppo dei nostri amati Malandrini, una dolce quanto agguerrita Lily Evans e una nuova levache si unirà alla vita del gruppo e che probabilmente scoinvolgerà l'esistenza di qualcuno *uhuhuh*! Gli anni di scuola, i primi amori, le prime delusioni e una giusta dose di pozioni incantesimi e Signore Oscuro *vieni qui Voldy*  renderanno la loro vita dentro e fuori il castello, durante e dopo Hogwarts, un'avventura che spero di riuscire ad interpetare alla meglio!
Sinceramente la timidezza prende il sopravvento e le cose carine da scrivere stanno gia finendo... spero che vi piaccia e che la lettura sia gradita e scorrevole. 
Qualsiasi cosa: una critica, una richiesta particolare un dubbio e semplicemente un commento, RECENSITE <3 o fatemelo sapere per messaggio!
Qui Dandelion_sama, passo e chiudo <3
   
 
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