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Autore: JeanJacquesFrancois    15/09/2014    4 recensioni
La storia di Renly e Loras dal vero e proprio inizio alla drammatica fine.
Genere: Drammatico, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Loras Tyrell, Renly Baratheon, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti
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Golden

 

Capitolo 1

Per una volta, le Terre della Tempesta non mantenevano la loro fama. Il sole era fuori e solo una leggera brezza soffiava attraverso la Baia dei Naufragi, solitamente tumultuosa, così chiamata per le numerose navi che erano affondate nelle sue acque. Renly aveva approfittato dell'insolito tempo favorevole e sedeva su una delle molte rocce che davano sulla baia, guardando l'acqua sciabordare sulla costa rocciosa. Non che gli dessero noia le tempeste; c'era qualcosa di innegabilmente impressionante nelle onde che si infrangono e nella pioggia battente. Renly, anzi, non amava niente più che sedere a una finestra di Capo Tempesta, guardando il tempo lanciare il suo brutale attacco sul paesaggio, sicuro nella conoscenza che Capo Tempesta aveva resistito contro tale tempaccio per migliaia di anni.

Guardando la baia, sembrava difficile immaginare che le stesse onde che adesso rollavano innocentemente sotto la luce del sole avessero il potere di distruggere navi e mandarle a infrangersi contro le rocce senza pietà che affioravano dalla superficie dell'acqua. Gli stessi genitori di Renly avevano subito quel destino, la loro nave distrutta da una tempesta proprio in quella baia, le pareti sicure di Capo Tempesta in vista, ma fuori portata. Renly rise, gli Dei avevano un crudele senso dell'umorismo, sembrava. I corpi non erano mai stati trovati e Renly spesso si chiedeva se dovesse provare qualcosa al pensiero dei corpi dei suoi genitori intrappolati in quella tomba d'acqua. Ma non provava nulla. Non aveva mai conosciuto i suoi genitori. Non aveva neppure celebrato il suo primo compleanno quando il mare li aveva reclamati. La famiglia era una cosa curiosa. Per come la vedeva Renly, sembrava significare tutto e niente allo stesso tempo. Nella sua infanzia, ricordava di essere stato castigato spesso per non comportarsi in un modo più consono, era un Baratheon, non un villico. Eppure, nonostante questo, vedeva molto poco entrambi i suoi fratelli. Robert era troppo impegnato ad andare a puttane e a mandare in bancarotta il regno per preoccuparsi più di tanto di cosa il suo fratello più piccolo facesse, e Stannis... Bene, Stannis non era stato molto contento di far visita da quando Robert aveva dato il seggio dei Baratheon, di Capo Tempesta, a Renly, invece che a lui. Avendo visitato Roccia del Drago molti anni prima, Renly poteva capire la delusione di Stannis. Roccia del Drago gli era sembrata semplicemente una roccia piena di gloria, arida e fredda. Rise, di certo era adatta alla personalità di Stannis. Ma comunque, non era colpa sua che Robert lo preferisse a Stannis.

Ricordava bene il giorno in cui Stannis era partito per Roccia del Drago dopo la fine della ribellione di Robert. Aveva solo sei anni. Ricordava le lacrime pungergli gli occhi mentre guardava le navi salpare via dalla baia per Roccia del Drago. Cortnay Penrose, l'uomo incaricato di crescere Renly dopo la partenza di Stannis, aveva tenuto la sua mano mentre le navi scomparivano all'orizzonte e gli aveva detto di non rimanerci male. I Baratheon non piangono, aveva detto, e oltretutto i tuoi fratelli torneranno a farti visita. A Renly piaceva supporre che almeno una parte della sua tristezza era dovuta alla partenza del fratello, ma le sue lacrime erano state soprattutto per Maestro Cressen, quel vecchio sorridente, grinzoso, che aveva fasciato le sue ginocchia quando se le era sgraffiate, e aveva giocato con lui mentre suo fratello era impegnato a occuparsi dell'assedio di Capo Tempesta.

Renly si ricordava davvero poco dell'assedio. Aveva solo sei anni quando era cominciato, non era nemmeno grande abbastanza da capire gli eventi che gli si svolgevano attorno. Aveva una vaga memoria, tuttavia, della costante fame che era giunta con l'assedio e del mare di verde e oro che aveva circondato le mura del castello. Non aveva capito quando suo fratello aveva pazientemente tentato di spiegare perché non ci fosse cibo, sollevandolo perché potesse vedere la vasta armata Tyrell dalle mura, che banchettavano e ridevano mentre loro morivano di fame nel loro castello. Renly non aveva capito, era ovvio che gli uomini che banchettavano fuori dalle mura avessero cibo da condividere, era stato sicuro che se glielo avessero chiesto gentilmente, gli uomini con le bandiere verdi e oro ne avrebbero felicemente condiviso un po'. Stannis aveva sospirato, e era scivolato via, ridando Renly a Maestro Cresse. Con il senno di poi, Renly capì di essersela passata bene, probabilmente, durante l'assedio. Renly aveva avuto molto poco da mangiare quell'anno, ma si immaginava che Stannis ne avesse avuto ancora meno.

C'era qualcosa che Renly ammirava in Stannis. Una delle uniche cose, pensò Renly, divertito. Aveva razionato le provviste in modo equo, ai signori e ai paggi più insignificanti allo steso modo. Renly non poteva immaginare Robert a morire di fame con le sue truppe come Stannis aveva fatto e si chiedeva se qualcuno avrebbe retto Capo Tempesta tanto a lungo quanto aveva fatto Stannis. Dette un calcio a una pietra sulla spiaggia, immaginando cosa sarebbe stato di lui se Capo Tempesta fosse caduta. Rabbrividì leggermente mentre pensava ai bambini Targaryen. La testa del principe ereditario Aegon era stata sbattuta contro una parete e la principessa Rhaenys era stata trascinata da sotto il letto del padre dove si era nascosta. Tutto mentre la loro madre urlava. Renly si chiese di sfuggita dove si sarebbe nascosto se Capo Tempesta fosse stata saccheggiata dalle forze Tyrell. Più probabilmente sarebbe stato catturato e usato come strumento di baratto, ma comunque...il destino dei bambini Targaryen indugiava spiacevolmente nella sua mente.

Renly tornò a guardare le onde, mentre provava a togliersi l'assedio dalla mente. Era un ricordo distante, ben rimosso dalla vita attuale di Renly. Guardando Capo Tempesta adesso, rise di come un momento prima avesse pensato a Capo Tempesta che cadeva. Era un castello come nessun altro, una struttura colossale che incombeva sulla baia, le mura alte più di cento piedi e spesse quaranta. Non vi era mai stata fatta breccia.

Sentendo un brivido improvviso, Renly guardò il cielo, il sole se ne era quasi andato. Era tardi e lui avrebbe dovuto avviarsi verso il castello. Aveva pensato, quando era stato fatto lord di Capo Tempesta, che avrebbe potuto fare come voleva. Aveva presto appreso altrimenti. C'era un protocollo da seguire, l'onore di famiglia da mantenere alto, cose noiose da discutere con Penrose riguardo del governo del castello. Era sicuro che la sua assenza fosse stata notata, ormai. In realtà, Penrose gli aveva detto precisamente quella stessa mattina che uno scudiero sarebbe arrivato per lui nel pomeriggio, e che lui avrebbe dovuto essere lì per dargli il benvenuto. Uno scudiero Tyrell, nondimeno, il terzo figlio di Mace Tyrell, gli era stato detto. Renly rise, immaginando l'espressione di suo fratello alla svolta degli eventi. Una volta, Stannis aveva sputato alle bandiere Tyrell dai torrioni di Capo Tempesta, dichiarando che non si sarebbe mai arreso. Adesso, Renly era sul punto di invitarne uno come scudiero personale.

Era stato su richiesta del Re che Renly aveva accettato che il ragazzo Tyrell gli facesse da scudiero. In teoria, questo accordo doveva aiutare a guarire la frattura tra i Baratheon e l'Altopiano. Renly sospirò. Immaginò che non fosse altro che una pedina politica nel grande schema delle cose e si chiese se, più tardi nella vita, sarebbe stato costretto a sposarsi in un’ altra delle manovre politiche del Re. Non che fosse tanto ingenuo da pensare che fosse stato Robert in persona a accordarsi perché il ragazzo Tyrell fosse lì, tuttavia. Più probabilmente, era stato Jon Arryn, calcolò Renly. Stannis gli aveva detto, in una delle sue rare lettere, che era Lord Arryn a governare il regno, o magari si limitava a evitare che crollasse, mentre Robert si apriva la strada per una tomba precoce col vino e le puttane.

Si chiese come sarebbe stato il ragazzo Tyrell. Sapeva molto poco sui Tyrell e l'Altopiano. Gli era stato detto che il ragazzo aveva dieci anni e desiderava diventare un cavaliere, un giorno. Renly rise, non volevano diventare cavalieri tutti i ragazzini di quell'età? Molti pochi, in realtà, ci riuscivano, ma si immaginava che il ragazzo Tyrell avesse buone probabilità, essendo il figlio di un Lord. Almeno gli avrebbe tenuto compagnia, riflettè Renly. Capo Tempesta poteva essere abbastanza noiosa, largamente priva di persone anche lontanamente vicine all’età di Renly. Il ragazzo Tyrell era sempre un bambino, ma sarebbe stato meglio di niente, immaginò lui. Magari il ragazzo avrebbe avuto il senso dell'umorismo. Renly rise, il ragazzo avrebbe difficilmente potuto essere peggio di Stannis in questo campo.

Era buio quando Renly scivolò di ritorno nel castello. Penrose lo stava aspettando, un piccolo bambino dai capelli neri che gli si arrampicava sulle gambe. Una serva di corsa provò a trascinare il bambino su per le scale, ma Renly si limitò a sorridere. Edric Storm era il bastardo di Robert, concepito al matrimonio di Stannis con Selyse, la madre del bambino era niente meno che Delena Florent, una cugina della sposa. Il suo modo di gestire la casa sembrava implicare che crescere un bastardo nella stessa casa lo avrebbe offeso, ma a Renly il bambino piaceva abbastanza. Era robusto, scuro di capelli, e i membri della servitù di Renly spesso facevano notare quanto somigliasse sia a Robert che a Renly alla stessa età. Le voci dicevano che il bambino fosse stato concepito nel talamo stesso e mentre Renly sapeva che non c'era da dar fede ai pettegolezzi, era molto curioso. Di sicuro Robert non sarebbe stato tanto volgare al matrimonio del proprio fratello, e soprattutto così a breve dopo il suo. Renly aveva contemplato l'ipotesi di chiederlo a Stannis l'ultima volta che aveva fatto visita, anche solo per vedere la sua faccia alla volgare domanda, ma era riuscito a trattenersi. Magari avrebbe chiesto a Robert la prossima volta che sarebbe andato ad Approdo del Re, gli piaceva l'umorismo crudo. Renly tornò a rivolgere la propria attenzione a Penrose.

“Mio lord,” iniziò Penrose, “Vi aspettavamo ore fa. Vi...” sembrò sul punto di sgridare Renly, ma si fermò quando Renly gli sorrise semplicemente. Era uno dei talenti di Renly, nessuno riusciva ad essere arrabbiato con lui a lungo.

“La mia presenza era richiesta?” chiese Renly, sperando che non sarebbe stato così.

“Di fatto, sì, mio lord. Il vostro nuovo scudiero è arrivato poco dopo mezzogiorno. Vi abbiamo atteso per riceverlo.”

“Oh,” disse Renly, “Beh, di certo è troppo tardi perché lo veda ora. Avrete mandato il ragazzo a letto ore fa..”

“Abbiamo provato, ma il ragazzo è ben... testardo.” Penrose aveva l'aria di uno che stava mordendo una critica più perfida indietro. “Si è rifiutato di andare a letto senza essere ricevuto da voi prima.”

Renly rise, perlomeno non sembrava che il ragazzo sarebbe stato noioso. “Va bene, allora, non può fare alcun danno placare il ragazzo. Portalo nelle mie stanze, lo riceverò lì.” E con questo, Renly scivolò sulle scale fino al suo appartamento.

Non era passato molto tempo prima che un paggio bussasse alla porta di Renly annunciando l'arrivo di Penrose con il suo nuovo scudiero.

Renly fece loro cenno di entrare e Penrose spinse avanti il ragazzo, piuttosto malamente, pensò Renly. Sorrise mentre lo guardava in su e in giù; il ragazzo era piccolino e molto magro e, se non avesse saputo diversamente, Renly avrebbe potuto pensare che ci fosse una fanciulla davanti a lui. I suoi lineamenti erano delicati e carini, ricci disordinati che gli cadevano elegantemente intorno al viso.

Renly gli sorrise.

“Dunque, giovane ser, sarete il mio scudiero, sento dire” guardò Penrose, gli occhi lampeggianti, “Sei un po' troppo piccolo per fare lo scudiero, di certo?”

Il ragazzino aggrottò la fronte, togliendosi i ricci dagli occhi, e guardò con aria di sfida verso Renly, prima di parlare.

“Ho dieci anni. L'età consona a uno scudiero.”

“Devi rivolgerti a Lord Renly come mio signore, in fututo,” lo corresse velocemente Penrose, ma Renly scosse via il commento con una mano, ridendo.

“Però, sei diretto per la tua età. Ti spiace dirmi qual è il tuo nome?”

“Loras, della casa Tyrell,” rispose il ragazzino, sempre aggrottando la fronte.

“Bene, giovane Loras della casa Tyrell, per quanto sia deliziato di averti come scudiero, credo che sia ora che tu ti ritiri per la notte.”

Il ragazzino si mosse a disagio, sembrando insicuro se Renly lo stesse prendendo in giro o semplicemente fosse educato, ma permise a Penrose di accompagnarlo fuori dalla stanza, dove dei servi stavano aspettando di accompagnarlo alle sue stanze.

Renly sorrise mentre andava a letto, pensando a come se la sarebbe cavata il ragazzo come scudiero. Era di certo piccolo, ma sembrava che compensasse in sicurezza e ambizione, pensò Renly. Si immaginò che sarebbe stato amaramente deluso, tuttavia, quando avrebbe realizzato che Renly preferiva guardare i tornei piuttosto che prendervi parte. Rise, pensando a tutte le volte che Penrose lo aveva punito per non essersi esercitato con le armi.

Stava ancora sorridendo, quando soffiò sulla candela, apprezzando il suono della pioggia che aveva iniziato a cadere fuori mentre si girava per addormentarsi.

Note:

Questa storia è stata inizialmente scritta in inglese, si può trovare con lo stesso titolo su AO3, la traduzione è stata svolta con il consenso dell'autrice dall'utente Neurodramaticfool. 
L'autrice fa sapere a tutti i lettori che sarà felice di rispondere personalmente ai vostri commenti e che è molto felice di poter avere un pubblico italiano. Fatela felice!


 

   
 
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