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Autore: Disorientated Writer    15/09/2014    5 recensioni
❝ Non c'è niente come un sogno per creare l'avvenire. ❞
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Un matrimonio, la gioia, la felicità che così poco si vede nell'opera di Victor Hugo.
Le lacrime di tristezza, il dolore.
Quello, purtroppo, sembra non riuscire mai a separarsi dai suoi personaggi.
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"Grantaire alza gli occhi, ferendosi appena le palpebre con la luce che in quel momento irrompe dalle finestre della chiesa.
E' costretto a chiuderli immediatamente, prima di prendere prima uno, poi due, poi dieci e ancora altri respiri profondi. Non ci crede, semplicemente. Non riesce davvero a capire come tutto quello sia possibile. Sembra così irreale, che il peso di quello che vede una volta riaperti gli occhi lo lascia boccheggiante, nonostante tutto il fiato che ha preso prima.
Perché quello che adesso sta camminando lungo la navata è l'amore della sua vita. E Grantaire non aveva mai creduto di riuscire a vivere abbastanza da poter assaporare quel momento."
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Enjolras, Grantaire
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ambientata da qualche parte. 
In qualche periodo della Storia.
E' un modern!AU?
Un what if del canon?
Non lo so. 
Spero solo sia di vostro gradimento, così come è piaciuta a me.
 

 
 
 
Questa storia, come tutte le mie altre storie, è dedicata a qualcuno. 
Questa volta è per te, Grantaire.

Sarai felice, tesoro.
Parola di lupetto.  





Rien n'est tel que le rêve pour engendrer l'avenir





Grantaire alza gli occhi, ferendosi appena le palpebre con la luce che in quel momento irrompe dalle finestre della chiesa.
E' costretto a chiuderli immediatamente, prima di prendere prima uno, poi due, poi dieci e ancora altri respiri profondi. Non ci crede, semplicemente. Non riesce davvero a capire come tutto quello sia possibile. Sembra così irreale, che il peso di quello che vede una volta riaperti gli occhi lo lascia boccheggiante, nonostante tutto il fiato che ha preso prima.
Perché quello che adesso sta camminando lungo la navata è l'amore della sua vita. E Grantaire non aveva mai creduto che sarebbe riuscito a vivere abbastanza da poter assaporare quel momento. 
Quell'uomo che avanza verso di lui, quell'Adone dalle convinzioni d'acciaio e l'animo infuocato, così bello che solo guardandolo Grantaire provava innumerevoli fitte al cuore ... quel fine marmo sarà presto suo marito.
Quello che una volta era conosciuto come "l'ubriacone", adesso non riesce a pensare ad un vino dal sapore più dolce di quello delle labbra di Apollo, della sua pelle, dell'amore che ha, incredibilmente, dimostrato per lui.
Si ritrova ad osservarlo senza parole, inebetito. E' tutto vero? Sta accadendo proprio a lui, tutto questo?
Il sorriso sulle labbra di Enjolras è la conferma a tutti i suoi dubbi. E' vero. Ed è il più bel giorno della sua vita.
Senza pensarci su, intreccia la mano dell'uomo con la sua, prima di voltarsi verso il sacerdote per l'inizio della sacra funzione. Il funzionario parla per quelle che a Grantaire sembrano ore, e ore, e ore. Non ascolta una parola. L'unica cosa che riempie la sua mente è la mano calda di Enjolras, la sua presenza lì, al suo fianco. E le due fedi che, proprio in quel momento, arrivano a depositarsi davanti ai suoi occhi, portate da un paggetto che, in quel momento, R non è sicuro di notare. Non nota molto, in realtà, e forse è un peccato. Ma in quel momento, nulla gli sembra più importante di Enjolras e della promessa che stanno per scambiarsi.
Schiarisce la gola, interrompendo il sacerdote giunto finalmente al termine del suo interminabile sermone.
Ignorando lo sguardo confuso di questi, e sicuro che anche sul viso di Apollo ne sia comparso uno uguale, inspira profondamente, cercando il coraggio necessario a pronunciare quelle poche parole che, fin dal mattino stesso, continuavano a ronzargli in mente.
Si era ripromesso di fare un bel discorso. Qualcosa che accendesse gli animi, che lasciasse di stucco gli uomini e in lacrime le donne della sala. Qualcosa che facesse piangere anche qualche uomo, perché no. Jehan, ad esempio, già sembrava sul punto di svenire.
Insomma, qualcosa che Enjolras avrebbe detto, sviolinando le sue incredibili doti oratorie.
Ma lui non era Enjolras. Era Grantaire, l'ubriacone e l'artista. Quello che sa esprirmersi con i disegni e non con le parole. Ma dal momento che portare un quadro di nascosto fino all'altare sarebbe stato difficile, il discorso di adesso è tutto ciò che è riuscito a mettere assieme. Si ritrova a sperare solamente che, almeno, il suo meglio basti.
« Volevo solo dire due parole, che in una funzione come questa mi sembrano quantomeno d'obbligo. Tranquilli, non è niente di lungo né troppo romantico, non sono geneticamente capace di produrre cose simili. Sarò conciso e sincero, perché più di così non so fare.
Apollo ― inutile che fai quella faccia, lo sai che per me questo è il tuo nome ― ho passato tutta la mia vita a cercare qualcosa, e neanche io so di cosa si trattasse. Ma quando mi hai trovato ― mi sono sentito come se non dovessi più cercare nulla. Come se avessi finalmente trovato la mia casa. Mi hai dato degli ideali, mi hai dato la forza di combattere, mi hai dato qualcosa per cui combattere. E di questo ti ringrazio, anche se so che non potrò mai ringraziarti abbastanza. Tutto qui. »
Termina velocemente il discorso, durante il quale non ha smesso per un secondo di passarsi nervosamente una mano tra i capelli. Non esattamente l'idea di "romantica dichiarazione d'amore" che aveva in mente.
Ma dopo un attimo già non gli importa più, perché Enjolras sta sorridendo. Quel sorriso meraviglioso e speciale che riserva solo a lui, quando fa qualcosa di stupido o durante un attimo particolarmente tenero, dopo azioni a cui è meglio non pensare in un luogo consacrato come una chiesa. Enjolras sta sorridendo, e per l'ennesima volta negli ultimi due anni Grantaire si chiede come sia riuscito a meritarsi un tale angelo nella sua vita.
Al suo discorso, tutto quello che Apollo risponde è un « Ti amo » appena sussurrato. Per molti sarebbe stato quasi banale, ma quelle due parole rappresentano un mondo per Grantaire. E non avrebbe potuto chiedere nulla di meglio.
Il prete sorride, e dopo un lieve cenno ai due procede con le due fatidiche domande, quelle che entrambi i futuri sposi aspettano di sentirsi rivolgere da fin troppo tempo.
E quando anche Enjolras pronuncia il fatidico "Sì", Grantaire è sicuro che mai nella sua vita riuscirà a provare un'emozione anche solo eguagliabile a quella che sente pervadergli le membra nell'udirlo.
Quando il funzionario pronuncia poi l'altra fatidica frase, occasionalmente modificata in "Puoi baciare lo sposo, e vale per entrambi", Grantaire non se lo fa ripetere una seconda volta. Avvicina le labbra a quelle di Enjolras, piano, quasi a non voler rovinare quell'attimo così speciale.
Sente il suo profumo, il sapore della sua pelle, percepisce quell'attimo pieno di promesse per il futuro ...
 
E poi Grantaire apre gli occhi, svegliandosi.
Le lacrime gli rigano il volto, perché allungando la mano sente, come tutte le notti precedenti, il posto accanto a lui freddo, vuoto.
E' da solo nel letto, e lo sarà per il resto della vita.
Enjolras è morto in quella rivolta. Qualsiasi sogno di una loro vita insieme non resterà altro che una mera invenzione della sua fantasia.
Grantaire non riesce ad impedire ad altre lacrime di scendere, mentre pensa che l'ultima volta che ha visto Enjolras è stato sì per una chiesa, ma non c'era nessun matrimonio.
Solo una bandiera francese legata attorno ad una bara, e le parole che Grantaire avrebbe tanto voluto rivolgergli, afferrando la sua mano e affrontando quel futuro spaventoso fianco a fianco.
"Permetti?" 











[ Writer's Corner ]

Su una cosa mentivo, lo ammetto. Qualcosa su questa storia, nata di getto in un momento in cui il mio umore era tutt'altro che sereno, la so: ed è che, stavolta, Grantaire non è morto assieme ad Enjolras. I dettagli li lascio decidere a voi, anzi, mi farebbe piacere sapere se questo qualcosa da me appena partorito vi abbia fatto luce su qualche AU, già letto o ancora non esplorato. 
Che dire? Se il primo giorno di scuola mi ispira cose simili, tremo al sol pensiero di ciò che accadrà durante l'anno. 
Il prompt è stato preso dal blog di tumblr "otpprompts", quindi non è tutta colpa mia. Più o meno.

Con la speranza che almeno un pochino vi sia piaciuta - perché quella non è mai abbastanza - 

Elis. 
   
 
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