Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |       
Autore: Nina Ninetta    15/09/2014    2 recensioni
*IN FASE DI EDITING*
L'avventura di tre giovani amiche - Teddy, Morena e Grimilde - si svolge in soli due giorni: un week end speciale che decidono di trascorrere in un resort per festeggiare l'addio al nubilato di Teddy, inconsapevoli che qui incontreranno i fantasmi del loro passato, con cui saranno costrette a confrontarsi, senza poter più rimandare.
PS. Il titolo è tratto dalla canzone "Per Sempre" di Nina Zilli.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

STAVOLTA SAREBBE PER SEMPRE
 
 
Prologo


Nicolas la fissava con le labbra increspate in un sorrisino all'insù, la spalla sinistra poggiata allo stipite della porta, le braccia conserte e le gambe incrociate.
Teddy aveva il volto coperto dalle mani, rideva come una pazza, mentre Alex apriva i bottoni della sua camicia bianca, uno dopo l'altro, lentamente, scoprendo un addome muscoloso e glabro, dai colori caldi.
Qualcuno batteva le mani accompagnando il ritmo di quella musica latina, la quale avvolgeva in una bolgia assordante l'ampia sala che, gentilmente, era stata messa a loro disposizione dal direttore dell'albergo.
Le due amiche di Teddy erano alle spalle di quest'ultima, sorreggendosi l'una all'altra, ridendo e asciugandosi le lacrime, un po' brille e del tutto esaltate.
Nicolas le conosceva entrambe. Con Teddy formavano un trio che tirava avanti dai tempi delle scuole e nonostante gli anni, i cambiamenti, le delusioni, le bugie, i tradimenti e i fidanzati, erano ancora lì, insieme e indissolubili. E lui non poteva che esserne felice: sapeva che quelle due pazze scatenate si sarebbero sempre prese cura di Teddy, anche adesso che non c'era più lui a farlo. Soprattutto adesso, probabilmente.
Una voce lagnosa e maschile urlò qualcosa e Nicolas si ridestò dai suoi pensieri, tornando con l’attenzione su Alex, il quale aveva preso una mano di Teddy nella sua, ma questa continuava a nascondersi il viso con quella libera, scuotendo il capo. Rideva e il sorriso di Nicolas si allargò. Una delle due ragazze alle sue spalle le parlò all'orecchio, sorridente, prese poi a spingerla con insistenza.
Qualcuno della Federación de Chile fischiò, qualcun altro gridò «Vamos! Vamos!».
Alex prese entrambe le mani di Teddy nelle sue e, senza smettere di muovere il bacino sensualmente a tempo di musica, la portò con sé, facendole abbandonare la sedia sulla quale stava accomodata, evidentemente restia a lasciarla.
La camicia bianca di Alex era completamente aperta adesso, mentre le passava una mano dietro la schiena e la stringeva a sé, guidandola in un ballo approssimativo. Teddy rideva, aveva le guance rosse e, imbarazzata, affondò il viso nell'incavo del collo del pallavolista sudamericano.
Si parlavano in maniera sommessa, rilassata e Nicolas non riusciva a distogliere lo sguardo da quei due. Erano stati grandi amici, un tempo, Alex e Teddy. Una di quelle amicizie vere, profonde, avevano condiviso un sentimento che non era riuscito a legare, d'altro canto, lui e Teddy, troppo coinvolti fin dal primo sguardo, dal primo tocco. Dal primo bacio.
 Mai nessuna aveva rapito la sua attenzione come fece lei quella mattina, quando davanti ai cancelli di scuola un compagno di classe gli aveva presentato, distrattamente, la sua vicina di casa: una sedicenne con lunghi capelli castani, occhi scuri incorniciati da ciglia folte, e un fisico alquanto immaturo per la sua età.
Portava sulle spalle uno zaino grosso il doppio di lei e un libro di letteratura in braccio, di circa mille pagine, lo stesso libro che lui teneva ancora avvolto nel cellofan, segretamente custodito nel cassetto del suo armadio.
La prima cosa che pensò vedendola fu che una tipa come lei non avrebbe concesso mezza chance ad un tipo come lui: orecchini, collana spessa, felpa e jeans stracciati. Pettinatura sbarazzina e irriverente.
La loro storia d'amore durò per ben quattro anni …
Morena gli andò incontro, tenendo due calici in mano e, quando fu a pochi centimetri da lui, gli sorrise porgendogliene uno. Nicolas sciolse le braccia e prese il bicchiere che gli veniva offerto. Lei si voltò all'indietro, facendo un cenno verso il centro della stanza, dove Alex e la sua amica Teddy ballavano, mantenendo il fulcro dell'attenzione su di loro. Guardò di nuovo Nicolas, senza smettere di sorridere:
«Vederli insieme ti fa sembrare che il tempo si sia fermato...»
Il numero 8 della Federación sapeva benissimo dove sarebbe finito quel discorso se le avesse dato corda e, per questo, non lo fece. Morena era sempre stata una persona schietta, in quel metro e sessanta di altezza racchiudeva una personalità tosta e caparbia, capace di far capitolare le certezze di un individuo con una sola parola. Da che ricordava, era sempre stata molto formosa, con un seno prosperoso e il bacino largo. Nicolas la guardò dall'alto, abbozzando un sorriso sarcastico di cui lei avrebbe di sicuro intuito il recondito significato “non ne voglio parlare”:
«Questa roba è alcolica?» chiese poi, scrutando la bevanda rossastra all'interno del calice. Morena si ravvivò i capelli scuri all'indietro, mossi e lunghi, poi rispose che no, non era alcolica:
«Nessuno vi vuole ubriachi per l'amichevole contro la Colombia di martedì» concluse.
Si sorrisero e ognuno bevve un sorso dal proprio bicchiere.
 
Quando Teddy le disse che si era innamorata di Nicolas Antonio Romero, Morena quasi l'aveva uccisa.
Più volte aveva voluto la conferma che fosse proprio quel Nicolas: il tipo punk, con gli orecchini e i jeans stracciati, quello che giocava a pallavolo nella squadra della città, quell'emerito impedito a scuola e dopo che Teddy le aveva confermato che sì, era proprio lui, quasi le erano fumate le orecchie per la rabbia.
Teddy si era fatta piccola piccola sulla sua seggiola, in quel bar al centro, mentre fuori imperversava una tempesta. La ragazza mora era scattata in piedi, battendo le mani sul tavolo, allorché qualche cliente si era voltato a guardare nella loro direzione, ma a Morena non era importato e aveva cominciato a sbraitare contro la sua compagna, mentre l'altro membro del gruppo, Grimilde, la invitava a riprendere posto sulla sedia, aggrappandosi al suo braccio destro e tirandola verso il basso.
Quello era stato il primo litigio che aveva tenuto lontano Teddy e Morena per diversi giorni.
 
Nuovi fischi, ululati e battiti di mani riempirono l'atmosfera. Morena si voltò a guardare verso l'allegra comitiva alle sue spalle, senza dimenticarsi di lanciare uno sguardo furtivo a  Nicolas, il quale sembrava completamente attratto dalla situazione che si stava svolgendo a pochi metri da loro.
Alex aveva accompagnato la reginetta della serata verso la poltroncina sulla quale stava accomodata prima che la prendesse a ballare con lui. Grimilde batteva le mani e sbraitava qualcosa, Teddy le diede un leggero colpetto sul ventre, risero insieme, abbracciandosi.
Alex indietreggiò di qualche passo, senza smettere di fissare Teddy negli occhi, sforzandosi di assumere un'espressione sensuale, ma quel sorriso divertito non accennava a scomparire. Con un gesto scaltro si liberò della camicia, sfoggiando un torso dai muscoli perfettamente delineati, tutto intorno i fischi si fecero più acuti.
Grimilde saltò un paio di volte, portandosi le mani a coppa sulla bocca quando lo vide armeggiare con la cintura, continuando a tenere il ritmo della musica. Da sempre Alexander Martinez era un ottimo ballerino.
Il viso di Teddy era tutto rosso, si asciugava le lacrime ai lati degli occhi che sgorgavano per via del troppo riso. E anche la cintura capitolò, atterrando accanto alla camicia bianca che, inerme, giaceva sul pavimento. Il giocatore cileno slacciò il primo bottone dei jeans e la ragazza che gli era di fronte di nuovo si portò le mani sul volto. Grimilde si girò verso Morena e le fece cenno di raggiungerla, era euforica e tanto, tanto brilla.
Morena guardò all'insù il viso di Nicolas che ancora teneva gli occhi puntati su Teddy e sullo spogliarello messo in scena dal suo compagno e amico Alex:
«Tu non vieni?» gli chiese
«A vedere Alex che si spoglia?» sorrise e Morena si rese conto che il tempo non aveva potuto nulla contro quel sorriso che aveva rapito, anni or sono, il cuore della sua migliore amica Teddy «No, grazie».
La ragazza fece spallucce e trottò verso Grimilde che, praticamente, le saltò al collo e Morena notò subito i suoi occhi chiari che brillavano, un po' per l'alcool in circolo nel suo corpo mingherlino, ma anche per la visione di Martinez mezzo nudo:
«Morena...» la chiamò senza voltarsi a guardarla
«Dimmi Grimilde...»
«Quando deciderò di sposarmi, esigo un addio al nubilato come questo!»
Morena sorrise, prospettava tempi duri per lei. 
 


CAPITOLO 1

 
 
Quando Grimilde le aveva esposto la sua idea per l'addio al nubilato della loro amica Teddy, Morena non era stata molto convinta. Non c'era stato un motivo valido che potesse spiegare quella sensazione di pessimismo che le aveva attraversato il cuore, eppure non aveva potuto ignorarla. Ma Grimilde è una di quelle persone che quando si mettono una cosa in testa non trovano pace, né te la fanno trovare, fin quando non raggiungono il proprio obiettivo. Morena aveva abbassato lo sguardo sul depliant di quel resort immerso nella natura che Grimilde le aveva proposto come luogo per trascorrere insieme un week end all'insegna del relax e in memoria dei tempi andati.
E allora come cavolo si erano ritrovate in quella situazione? Con Alexander Martinez che ballava mezzo nudo davanti ai loro occhi e Nicolas Antonio Romero che non aveva smesso per un attimo di fissare la sua ex fidanzata Teddy?
 Grimilde si strinse a lei e, accostando la bocca al suo orecchio, le sussurrò:
«Se si toglie i pantaloni, giuro che gli salto addosso!»
Morena si voltò a guardarla alzando un sopracciglio e la vide morsicarsi il labbro inferiore, scosse il capo scoppiando a ridere, rendendosi conto che la sua amica non si era neppure accorta di quello che aveva appena esclamato, intenta com'era a mangiare con gli occhi il fisico scolpito di Alex.
Grimilde era una pazza scatenata, alta quanto lei, se non qualche centimetro in meno, ma magra la metà. Da sempre portava i suoi lunghi e lisci capelli biondi con la frangia piatta sulla fronte, che le incorniciava un viso piccolo e dalla carnagione candida, proprio come quella di sua madre, di chiare origini europee, irlandesi per la precisione. Spesso il carattere esuberante e amichevole (a volte troppo) di Grimilde le avevano cucito addosso un'etichetta non proprio pudica e, nonostante avesse avuto diversi ragazzi, sia Morena che Teddy sapevano benissimo che la loro amica dai capelli chiari non era affatto una persona superficiale come si diceva in giro. Semplicemente le piaceva la vita mondana, i bei ragazzi e le emozioni forti, ma era migliore, buona ed autentica, di tanti altri che, invece, la criticavano. Dopo l'affermazione di Grimilde, Morena lanciò, ancora una volta, uno sguardo furtivo in direzione di Nicolas. La bevanda che gli aveva offerto poco prima era ancora tutta lì, nel bicchiere, ma la sua attenzione, come sempre, era rivolta su Teddy. Morena si chiese a cosa pensasse la sua mente intanto che la osservava.
 
Al loro primo bacio.
A questo stava pensando la mente di Nicolas, frattanto che il suo sguardo le era posato addosso.
Era accaduto al falò di fine anno, quando tutti gli studenti si riunivano sulla spiaggia che costeggiava Santiago per salutare i maturandi che andavano via e, in contemporanea, dare il benvenuto a quelli che sarebbero arrivati per il nuovo anno scolastico.
Sia per Nicolas, sia per Teddy, quella era stata l'estate del sedicesimo anno di età.
L'aveva osservata per tutta la sera, intimorito dal suo fascino, dalla sua bellezza genuina, da quei lunghi capelli castani che le ondeggiavano lungo la schiena, assecondando i suoi movimenti, come un velo.
Quasi ogni giorno la incontrava per i corridoi della scuola, dove si scambiavano un semplice saluto di circostanza, spesso era stato tentato di dirle qualcosa che andava oltre il ciao, ma Teddy era una studentessa modello sempre molto impegnata negli eventi scolastici ed extrascolastici e trafficava in quei corridoi con una particolare urgenza. Nicolas non poteva sapere che quell'urgenza, in realtà, era dovuta alla sua presenza, era sicuro che una ragazza così impegnata culturalmente non si sarebbe mai potuta innamorare di un tipo scapestrato come lui, eppure quella notte gli era apparsa come una sedicenne normale: una ragazza a cui avrebbe potuto far piacere sapere che lui, Nicolas Romero, la trovava attraente.
La sua amica, quella bassina e tondetta, le era sempre affianco, l'altra invece, l'irlandese, si era allontanata con un ragazzo. Col tempo Nicolas avrebbe imparato a conoscere anche loro, ma in quel momento l'unica persona che voleva conoscere era Teddy e quando la vide incamminarsi verso il mare, completamente sola, non aveva esitato a seguirla.
 L'odore del mare era intenso e la brezza che soffiava da ovest le aveva smosso i capelli. Teddy se li era intrecciati su di un lato accendendosi una sigaretta. Il fumo si librò nell'aria e lei lo aveva guardato distrattamente allontanarsi. Il cuore le batteva forte nel petto, sentiva lo stomaco sotto sopra e tutto per colpa di quegli occhi scuri e profondi che non avevano smesso per un solo istante di fissarla. Si sentiva maledettamente stupida ad innamorarsi di quel ragazzo che vedeva tutti i giorni a scuola scambiandosi un puerile saluto di sfuggita. Nicolas non era il tipo di ragazzo che veniva attratto da quelle semplici come lei e lo sapeva benissimo. Era sempre stata molto razionale nell'analizzare gli altri e i suoi sentimenti e questa parte del suo carattere era riuscita a tenerla, finora, lontano dai guai e dagli amori che avrebbero potuto spezzarle il cuore, ma il sorriso che le concedeva quotidianamente era diventato, in pochissimo tempo, la sua medicina, la sua droga, la sua felicità.
Aveva tirato un'altra boccata di fumo togliendosi i sandali per bagnare i piedi nel mare. Le onde le avevano solleticato le caviglie e il tepore dell'acqua pervaso il corpo. Era proprio vero, il mare di notte è caldo e tremendamente inquietante. Eppure non era bastato a distogliere i suoi pensieri da lui, da quel sorriso accecante.
«Allora anche tu hai un difetto!»
Teddy si voltò di scatto e, come per magia, quel sorriso si era materializzato davanti ai suoi occhi. Dannatamente bello.
«Oh, sono piena di difetti» gli aveva risposto «E ti garantisco che fumare è l'ultimo di questi» avrebbe voluto aggiungere che il primo, almeno in quel periodo, era il fatto che si stesse innamorando di lui.
La reazione di Morena, qualche giorno prima al bar, era stata la testimonianza concreta che si stava cacciando in una brutta situazione e, in quel momento, le parole pronunciate dall'amica le tornarono in mente, con prepotenza: «Quel Nicolas Antonio Romero? Ti rendi conto che siete distanti anni luce? Vivete su due pianeti differenti!
La sua amica aveva ragione, ma poteva davvero contrastare quell'emozione che provava quando le sorrideva o puntava il suo sguardo addosso?
Le onde tornarono a bagnarle i piedi e nel reflusso si portarono via quelle parole.
Teddy aveva allora raccolto le sue scarpe dalla sabbia e lo aveva oltrepassato, intenta a ritornare intorno al fuoco e al sicuro, al canto di Morena, ma Nicolas le aveva chiesto se volesse tenergli un po' compagnia. Non aveva saputo dir di no a quella proposta.
Lo aveva osservato mentre prendeva posto sulla sabbia e, porgendole il palmo, l'aveva aiutata a sedersi al suo fianco. Il contatto fra le loro mani aveva fatto tremare entrambi.
Teddy aveva inspirato un'altra lunga boccata di fumo, poi aveva spento la sigaretta nella sabbia e quasi aveva perso i sensi guardando Nicolas che le sorrideva ad una spanna di distanza.
 L'aveva osservato rapita distendersi sulla sabbia, sorreggendosi sui gomiti, mentre voltava lo sguardo al cielo cosparso di puntini luccicanti:
«Teddy...» sentirgli pronunciare il suo nome per la prima volta le aveva procurato una felicità inaspettata «Secondo te siamo troppo diversi?»
Lei lo aveva guardato interdetta, chiedendosi se per caso non avesse il dono di leggere nella mente altrui, chiedendosi se anche lui provasse i suoi stessi sentimenti, le sue stesse ansie.
«Cosa intendi?» gli aveva chiesto con uno sforzo immenso e lui, continuando a fissare il cielo che all'orizzonte si fondeva con il buio dell'oceano, le aveva risposto:
«Credi che noi due possiamo mai stare insieme?»
Teddy aveva sorriso al suo errore grammaticale, provando una profonda tenerezza per quel ragazzo disteso al suo fianco e, per la prima volta, sentì di essere sul suo stesso pianeta:
«Sì, siamo totalmente diversi e..»
Nicolas era allora scattato a sedere, posando una mano sulla sua guancia, sentendo la pelle morbida e levigata al tatto, scorgendo un bagliore fulmineo in quei due occhi grandi e castani, percependo appieno la sua agitazione:
«Ho voglia di baciarti» le aveva sussurrato avvicinando lentamente la bocca a quella di Teddy, pietrificata.
 Da lontano la voce di Grimilde che intonava il suo nome con una certa apprensione l’aveva ridestata completamente da quello stato di trance. Aveva guardato quegli occhi scurissimi come il cielo sopra di loro e per un attimo le erano sembrati delusi, poi di nuovo la voce della sua amica risuonò nell'aria e Teddy si alzò, scrollandosi la sabbia di dosso:
«Ah, sei qui! Ti abb...» Grimilde e Morena erano a pochi metri, lesse distintamente l'irritazione nello sguardo di quest'ultima e l'imbarazzo nella voce balbettante della ragazza bionda «Ehm, noi a-andiamo via, ma tu-tu rimani.»
«No, vengo con voi...» si era chinata a raccogliere i sandali abbandonati sulla sabbia e aveva così notato il sorriso sarcastico di Nicolas, mentre guardava il mare.
Le aveva parlato senza voltarsi a guardarla, dicendole che sì, erano diversi, ma l'unica differenza fra i due era la sua codardia, la sua paura di affrontare la realtà, di affrontare lui:
«Non è vero, io non ho paura!» solo allora l'aveva guardata, senza smettere quel suo sorriso spavaldo:
«Allora rimani qui, con me»
 Di qualsiasi natura fossero le sfide che le venivano avanzate, Teddy aveva sempre avuto un debole, amava l'adrenalina che la competizione le trasmetteva, la faceva sentire forte e padrona del suo destino. Aveva ricambiato lo sguardo, senza abbassarlo, poi si era rimessa in piedi e si era rivolta alle due ragazze alle sue spalle, Nicolas si era voltato indietro a guardare le sue amiche:
«Voi andate...» aveva affermato «Io resto ancora un po'»
L'espressione di Morena si era incupita ancor di più e l'aveva vista scuotere il capo lentamente, mentre il viso di Grimilde si era illuminato in un gran sorriso, da buon intenditrice, le aveva fatto il segno dell'ok con le dita, trascinando via con sé l'imbronciata Morena.
«Quella biondina è una tipa...»
«Grimilde è una bravissima ragazza e un'ottima amica, quindi non dire nulla di sconveniente su di lei» lo aveva fissato con occhi duri e Nicolas aveva mostrato i palmi in segno di resa, trattenendo un sorrisino.
Adagio aveva ripreso posto al suo fianco, lasciando le scarpe sulla sabbia dove le aveva trovate. Aveva intenzione di dirgli che quello che stava accadendo fra di loro, prima che arrivassero le sue amiche, era alquanto avventato e irresponsabile:
«Nicolas, ascolta, io...»
La mano di lui si era insinuata sotto i suoi capelli, chiudendosi intorno alla nuca, aveva sentito la sua presa salda e il calore del suo palmo stranamente l'aveva rilassata.
Posando con delicatezza le labbra su quelle di Teddy, così invitanti, così morbide, si era poi allontanato di qualche millimetro, sollevando appena le palpebre aveva notato che le sue erano abbassate e la bocca dischiusa:
«Hai mai baciato?» le aveva chiesto.
Lei non aveva aperto gli occhi, li tenne serrati, impaurita da tutte le sensazioni che la stavano attanagliando, aveva scosso lentamente il capo, sussurrando un flebile no, non aveva mai baciato nessuno prima di lui.
L'aveva sentito esclamare un debole occhei e di nuovo le loro bocche si erano toccate, questa volta schiacciandosi un po' di più l'una all'altra, poi la sua lingua aveva oltrepassato le labbra, muovendosi lenta contro la propria.
Una miriade di emozioni contrastanti le avevano percorso tutto il corpo, dai muscoli alla pelle, dal cuore allo stomaco. Avrebbe voluto farlo smettere immediatamente di fare quello che stava facendo, ma desiderava anche che quel momento durasse in eterno.
Aveva lasciato che Nicolas la sdraiasse sulla schiena, senza smettere di baciarla, e se dapprima il peso del suo corpo su quello proprio le aveva procurato una sensazione di soffocamento, ben presto fu sostituito da una sensazione di protezione e calore.
 
Alex aveva slacciato tutti e tre i bottoni del jeans, voltandosi di spalle, fra le grida e gli incitamenti generali dei suoi compagni di squadra, si abbassò i pantaloni scoprendo i suoi boxer neri, sculettando verso Teddy.
Grimilde sussurrò qualcosa del tipo “gli salto addosso” o forse era stato “lo voglio addosso”, Morena non poteva dirlo con certezza, poi vide Teddy balzare in piedi:
«Va bene, Alexander Martinez! Ti ringraziamo dal profondo del cuore per lo spettacolo concessoci» rise e gli tirò su i jeans.
Alex si voltò, sorridente, abbracciandola. Teddy ricambiò il sorriso e l'abbraccio e fu stando stretta al suo ex amico Martinez che incontrò lo sguardo serio di Nicolas.
Dopo tutti quegli anni, i suoi occhi erano sempre neri e profondi, il suo sguardo come il fondo invisibile di un pozzo che muore nell'oscurità.
 
 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Nina Ninetta