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Autore: they_are_not_only_books    16/09/2014    2 recensioni
[SPOILER!! Per chi non ha letto COHF]
Durante la battaglia contro gli ottenebrati Clary vede un ragazzo che piange sul cadavere di un Nephilim Oscuro. Grazie a fratello Zaccaria scopriamo poi che si è suicidato e che quello Shadowhunter sotto di lui era il suo parabatai. Il cognome del ragazzo suicida era Longford. Ho approfindito la sua storia.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ethan Longford era un ragazzo di circa diciotto anni. Aveva i capelli color cioccolato e dei lineamenti molto dolci, spesso infatti, lo scambiavano per un Blackthorn, l'unica cosa che non lasciava dubbio sulle sue origini inglesi erano gli occhi: un grigio tempestoso che si stagliava potente dentro quelle due piccole fessure. Ethan era stato abbandonato da piccolo forse a tre o quattro anni. Suo zio materno l'aveva accolto nell'Istituto di Edimburgo ma, raggiunti i dodici anni, si era trasferito in America, più precisamente a Chicago. L'Istituto di quella città era diretto dai Goldscar, una antica famiglia di origini tedesche. Il direttore si chiamava Nicolas Goldscar, e abitava lì con i due figli: Anthony e Martha. Ethan instaurò un amicizia col ragazzo, che era inoltre, suo coetaneo. All'età di Quindici anni Ethan Longford e Anthony Goldscar divvenero parabatai. Fu un giorno qualche anno dopo però, che Sebastian Morgenstern, bussò alla porta dell'Istituto di Chicago. Ethan e Anthony si divisero e, forse, fu proprio quello il loro errore. Il giovane Longford tornò nell'atrio solo per vedere Martha e suo fratello legati ai piedi degli ottenebrati. Guardò con orrore mentre il suo migliore amico beveva dalla coppa. I suoi bellissimi occhi azzurri erano scomparsi, al posto due cavità nere come la notte si stagliavano minacciose. Si tappò la bocca per non gridare mentre Sebastian diceva che la ragazza non gli se rviva. Ricordò la sua risata, come contento di uccidere la propria sorella, quando il sangue rosso macchiò il pavimento. Corse via, raggiunse la stanza di sicurezza e, con un ultimo sguardo verso il mostro che era il suo parabatai, vi si lanciò dentro. Appena dopo essere atterrato nella sala del consiglio gli diedero una stanza in cui stare. Sapeva che ci sarebbe stata una battaglia, e lui sarebbe stato lì. Per il mostro. Dopo qualche settimana la bataglia arrivò. Si ricordò come tutto quello che accadeva intorno a lui non contasse nulla: aveva solo occhi per un ragazzo biondo, vestito di rosso e la tunica sporca di sangue. Cercò di immaginarsi due occhi color cielo al posto di due buchi neri, e di mascherare quel ghigno con un caldo sorriso, e sì, era lui. Anzi in realtà era il mostro che si era impossessato di lui. Anthony avanzò ridendo e provocandolo, Ethan sguainò la spada e si preparò: voleva andare fino in fondo a quella faccenda. Un affondo dopo l'altro l'Ottenebrato si stancò e mollò la presa. Ethan incombeva su di lui, la spada premuta contro il suo petto. Le lacrime gli rigavano il volto e, quando finalmente la lama affondò nella carne, il ragazzo si abbandonò ad un urlo selvaggio. Raccolse un pugnale da terra e disse solo due parole prima di tagliarsi entrambi i polsi "Aspettami Tony."
   
 
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