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Autore: Becky_99    16/09/2014    3 recensioni
"Non dovresti calmare la sposa in questa situazione?" domanda Grant alla fidanzata.
"Peccato che la sposa sia calma solo se io faccio avanti e indietro tra chiesa e casa per supervisionare tutto!" si lamenta Skye.
"Torna a casa e dille che ora controlliamo tutto noi." le propone Grant.
"Chissà perché ho l'impressione che questo non la calmerà per niente - gli dice ironica - ma colgo l'occasione al volo." conclude, prima di alzare leggermente il vestito che le arriva alle caviglie e camminare velocemente verso il parcheggio. "Non distruggete tutto, per favore!" li prega.
"Tu non guidare!" le grida dietro Ward.
"Sono incinta, non disabile!" urla in risposta lei.
[FitzSimmons] [SkyeWard] [Phillinda] [Ricordando un tempo in cui erano tutti felici.] [Scritta a quattro mani con Thiare e la mia parte è dedicata a te, dolcezza]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Jemma Simmons, Leo Fitz, Phil Coulson, Skye
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dreams come true

Se sul Bus esistessero le giornate tranquille, allora quella gli si avvicinerebbe parecchio. Il problema è che Skye sta urlando e Ward non le riesce più a stare dietro, e la May è arrabbiata e Phil non riesce più a starle dietro.

"E' tutto ok, tesoro?" Ward strizza gli occhi e allunga la testa dall'altro lato mentre tiene i capelli di Skye lontano dalla fronte.

Quest'ultima con il viso infilato nella tazza del water mugola qualche lamento in risposta. "Che dici? TI SEMBRA CHE STIA BENE?!"

In molti potrebbero affermare che l'ex specialista dello S.H.I.E.L.D., l'agente rimasto nella storia per aver affiancato l'ormai Direttore Coulson nell'ascesa verso il successo, non sia spaventato da nulla. Sicuramente sono voci fasulle perché quella neo fidanzata con gli occhi di fuoco non sembra nulla.

"Posso fare qualcosa per te?" Non appena Skye si alza dallo scarico, Ward si riguarda nello starle lontano, mentre la ragazza gli si avvicina con due solchi sotto gli occhi che farebbero invidia alla Faglia di Sant'Andrea.

"Non sopporto l'aereo - e chi diavolo ha avuto la geniale idea di ritornare qui sopra per un "ritorno alle origini"?" sbraita.

Fitz compare dal nulla dietro la spalla di Ward, distogliendo - per sua fortuna - l'attenzione della ragazza. "E' colpa mia." ammette con una nota colpevole in fondo all'occhio. "Volevo che fossimo tutti qui."

E qui Skye resta in silenzio, perché Leo Fitz non è una di quelle persone che si impone, lui si fa trascinare, ma in quel momento esigeva di parlare e bisognava ascoltarlo.

Coulson e May escono dalla cabina di pilotaggio dopo aver inserito il pilota automatico e si uniscono insieme agli altri nel soggiorno. Non sanno quanti anni siano passati da quell'ultima missione ma sembrano tanti e ricordare il passato sa di insoddisfazione per il presente, ecco perché adesso tutti sorridono. Jemma sbuca da un angolo e appare agli occhi splendida, la necessità che la Terra ha del Sole, e se lui si è sempre considerato un uomo con i piedi per terra, allora lei dev'essere per forza il suo Sole. Si guardano intensamente prima di mischiarsi insieme agli altri in quel cerchio fatto molto allo sbaraglio.

May stila un sospiro mentre Coulson la osserva, Skye e Ward si avvicinano l'uno l'altra allontanandosi dal centro, nel quale rimangono solo Fitz e Simmons, semplicemente a fissarsi.

"Volevi che fossimo tutti qui perché..." comincia Skye sperando di esortarlo, ma questa è una cosa delicata e serve del tempo.

Fitz caccia un lungo respiro distogliendo gli occhi da Skye e rifissandoli su Jemma. "Non è qui che siamo nati noi. Che è nato 'FitzSimmons'."

Jemma arriccia le sopracciglia non capendo dove il ragazzo voglia arrivare, perché quello che ha imparato in tutti questi anni che si conoscono è che Fitz è infinito. Non importa quanto bene possa conoscerlo, ci sarà sempre una parte di lui che non le è familiare, che la stupirà, che la sorprenderà facendolo amare sempre di più da lei. La sua anima è un gioco a quiz senza una risposta giusta, ma Fitz più di una volta l'ha ripetuto tra sé e sé, si è ripetuto che è lei la sua risposta giusta.

Fitz mette una mano in tasca mentre continua a parlare e lucida gli occhi di un velo di commozione. "Ho voluto portarti qui perché questa è stata la nostra casa, perché queste persone sono la nostra famiglia e perché tu sei mia. Ho passato anni al tuo fianco non sapendo cosa volessi, ma ogni anno che passava, ogni sorriso che facevi, ogni lacrima irrisolta, ogni giorno, Jemma, mi ha aperto gli occhi su ciò che realmente volevo. Quello che avrei fatto nella mia vita non avrebbe importato, l'importante era farlo stando al tuo fianco. E lo so che mi ero scritto un bellissimo discorso da fare stasera e che l'ho dimenticato, ma vorrei tanto che ora tu capissi che cosa sto cercando di dirti." il ragazzo prende ampiamente fiato. "Non credo di poterti sopportare più come la mia ragazza, mi dispiace tanto. Se vorrai stare al mio fianco dovrai essere.." Fitz apre davanti ai suoi occhi scuri una piccola scatolina di velluto. "..mia moglie."

Questo suo discorso non esclude per forza un rifiuto da parte di Jemma, pur rischiando di perderlo, ovviamente, ma ormai tutti sanno che Fitz non la lascerebbe andare per nulla al mondo.

Il ragazzo si mette finalmente in ginocchio, ancora ad occhi lucidi. "Da sempre e per sempre, vorrai essere la Simmons per il mio Fitz?" E ora ride, quel timido ragazzo di campagna, davanti ad una domanda così semplice.

Gli occhi stupiti dei presenti ora sono su Simmons, che, ancora sconvolta, si porta una mano al petto e con l'altra si asciuga una lacrima. "Oddio. Oddio. Lo sapevo." ride - o piange, nessuno riesce a capirlo. "Lo sapevo che lo avresti fatto." respira ampiamente mentre si dirige verso il divanetto e si mette seduta. Fitz, allarmato, la raggiunge inginocchiandolesi davanti. "Oddio. Non ci posso credere." ripete stringendo la testa tra le mani.

"Questo sarebbe un 'no'?"

Simmons si ridesta dalla sua pisizione scattando. "Scherzi? Mi toccherà stare con te per il resto della mia vita..." e gli si butta al collo in cerca di un contatto, dopo aver pronunciato dolce quelle parole, dopo aver arricciato il labbro..

"Questo sarebbe un 'sì'?" balbetta Fitz ancora allarmato.

"SI!"

E gli altri urlano e battono le mani mentre loro si abbracciano. Nessun bacio, nessun 'ti amo' sussurrato tra sospiri affannosi. No. Loro non sono così.

Ritornati alla base i due si sono rintanati nella loro stanza e sia Skye che Ward possono giurare di aver visto da sotto la loro porta, l'ombra di due persone baciarsi.





***




Otto mesi dopo...


"Ma ti piace seriamente guidare delle auto decappottabili più di gettarti da un aereo in volo?!"

Ward ride e sterza sotto gli occhi impressionati dell'amico.

Leo e Grant scendono dalla macchina nera che hanno parcheggiato e chiaccherando si avviano verso la chiesa, un edificio immerso nel verde. I muri bianchi riflettono leggermente la luce del sole, facendo risaltare ancora di più il tetto spiovente e quello a cono del campanile, fatti di tegole scure. Le finestre arcuate di vetri colorati lasciano entrare i raggi del sole, mutando il loro colore e il portone imponente di legno è leggermente aperto.

Ma la chiesa non è la meta dei due amici. Si dirigono, infatti, verso il grande spiazzo sul retro, dove si tengono le feste di paese e le veglie natalizie. Quando girano dietro l'edificio restano entrambi a bocca aperta. Le ragazze avevano spiegato a grandi linee come sarebbe stato organizzato il prato per la cerimonia, ma nessuno dei due si aspettava una cosa così... Perfetta.

Rose, margherite e orchidee bianche sono accostate a Iris, ortensie e non-ti-scordar-di-me in vasi alti che delimitano il perimetro del parco e diffondono nell'aria un profumo fresco. Le sedie di legno e laccate di bianco sono disposte in precise file in egual numero, ognuna con un fiocco color azzurro sullo schienale e il programma con la trascrizione del breve scambio di voti. Sono tutte, ovviamente, rivolte verso la stessa direzione: un arco ricoperto interamente di fiori di tutte le sfumature esistenti di celeste e di bianco. Sotto di esso un prete dal viso rotondo e l'espressione bonaria tiene in mano un libricino e si aggiusta la tonaca. "Ti sei cacciato in un gran bel guaio, fratello." ridacchia Grant, dando una pacca sulla spalla all'amico.

"Finalmente siete arrivati!" esclama Skye, mentre si affretta verso di loro. "Jemma è in mezzo ad una crisi" li informa.

"Non vuole sposarsi?" chiede, quasi speranzoso Fitz, in preda al panico.

"Qui l'unico che non vuole sposarsi sei tu, sembrerebbe. Te ne sei già pentito?" gli risponde, alzando un sopracciglio.

"Non dovresti calmare la sposa in questa situazione?" domanda Grant alla fidanzata.

"Peccato che la sposa sia calma solo se io faccio avanti e indietro tra chiesa e casa per supervisionare tutto!" si lamenta Skye.

"Torna a casa e dille che ora controlliamo tutto noi." le propone Grant.

"Chissà perché ho l'impressione che questo non la calmerà per niente - gli dice ironica - ma colgo l'occasione al volo." dice, prima di alzare leggermente il vestito che le arriva alle caviglie e camminare velocemente verso il parcheggio. "Non distruggete tutto, per favore!" li prega.

"Tu non guidare!" le grida dietro Ward.

"Sono incinta, non disabile!" urla in risposta lei.





***




"Il catering? Perché l'ultima volta che ho controllato c'erano poche tartine e tutti sappiamo che sono fondamentali..." domanda Jemma per l'ennesima volta.

"Falla stare zitta, ti prego." sussurra Coulson in preda all'esasperazione, alla guida della macchina che porterà la sposa e le damigelle a destinazione.

"Jemma, calmati, abbiamo risolto tutto, e aggiunto un altro vassoio di tartine." le ricorda Melinda, stretta sul sedile posteriore vicino alla biochimica.
La sposa prende un respiro profondo. "E se non fosse la decisione giusta?" chiede in preda al panico.

"Ne abbiamo già parlato!" esclama Skye, seduta al posto del passeggero, guardandola dallo specchietto retrovisore. "Tu e Fitz vi amate da sempre, se ne era accorto perfino Phil!" esclama la ragazza.

"Non ho intenzione di prenderlo come un insulto..." borbotta l'interpellato, fermandosi ad un semaforo rosso. Quando Coulson ferma la vettura davanti alla chiesa, c'è un attimo di silenzio, rotto solo dal respiro di Jemma e delle sue damigelle.

"Dovreste scendere." ricorda loro Phil. "Vi raggiungo tra un minuto." aggiunge. Le tre donne escono dalla macchina e recuperano boquette e fiocchi da aggiungere all'ultimo momento.

"Andiamo!" esclama Coulson, spuntato da chissà dove.





***





Leo è alla sinistra del prete, che ride sotto i baffi al suo nervosismo, e si tortura nervosamente un polsino della camicia. Gli invitati sono seduti, chiaccherano a voce bassa, sorridono e si scambiano occhiate.

Grant è dietro lo sposo, il suo testimone, e posa per un attimo la mano sul taschino per constatare che ci siano ancora le fedi che l'amico gli ha affidato. All'improvviso tutte le voci si quietano, il prato tace, solo le libellule e le api battono le ali intorno ai fiori.

Melinda attraversa la navata per prima, subito seguita da Skye. Indossano lo stesso vestito, color acquamarina, lungo fino ai piedi, senza spalline, con una sottile striscia di tessuto argento sotto al seno. Skye si era lamentata per settimane, perché l'abito la faceva sembrare un uovo di Pasqua. "All'ottavo mese di gravidanza ho il sospetto che qualsiasi cosa farebbe quell'effetto" aveva detto Melinda e la ragazza si era rassegnata a sembrare una mongolfiera.

"Un uovo di Pasqua con una stupenda sorpresa." le aveva sussurrato Grant la sera, a cena fuori, il giorno della prova degli abiti.

I buoquette che tengono tra le mani sono composizioni precise di fiori che richiamano gli stessi colori che si ammirano ovunque, bianco e azzurro. Grant non stacca gli occhi neanche per un attimo dalla sua adorata fidanzata e sanno tutti che Phil, da dietro l'angolo, non distoglie lo sguardo per nulla al mondo da Melinda. Ma i pensieri di tutti volano via quando Jemma appare in fondo alla navata, sottobraccio a Coulson. I parenti, gli amici e persino il prete rimangono impressionati dalla delicatezza e dalla perfezione della sposa. Jemma indossa un abito senza strascico, ma lungo fino a terra, bianco latte. La parte inferiore del corpetto e della gonna sono ricoperti da fiori ricamati e leggermente in rilievo, mentre il resto dell'abito è composto da stoffa sottile e liscia al tatto. Ha i capelli raccolti sulla nuca e tenuti fermi da mollette decorate da perle brillanti. Ma mai splendenti come il suo sorriso. Il velo di trucco applicatole dall'amica fa risaltare gli occhi e la forma dolce della bocca, facendo sembrare ancora più grande il sorriso enorme che ha sul volto.

E in questo momento nessuno dei due, Jemma o Leo, ha più dubbi.

Coulson affida Jemma allo sposo unendo le loro mani e ammonendolo con uno sguardo che farebbe tremare di terrore un leone. Il prete inizia la solita omelia, parlando del dono del matrimonio, della sacra unione... O almeno sono questi gli stralci di discorso che Leo coglie. È troppo impegnato a sorridere come un ebete e a fissare Jemma per concentrarsi su quello che il prete sta dicendo. Si riscuote leggermente quando capisce che deve formulare i suoi voti.

"Jemma. Io non sono "caduto in amore" con te. No, ho scelto ogni passo con cura, ho camminato verso di te, con le braccia aperte e il cuore in mano. Ti ho amata da sempre e dal primo momento ho capito che sarebbe stato per sempre. Siamo stati FitzSimmons da subito, uniti indissolubilmente, come se fossimo destinati ad essere così. E forse lo siamo davvero." le dice, con la voce tremante, facendola commuovere. La ragazza con gli occhi lucidi cerca di ricordare il discorso che aveva preparato, ma le torna in mente solo la frase di Skye "arrivata lì parlerai con il cuore, non con le pagine scritte" le aveva detto l'amica.

"Leo, io non so se ti ho amato da sempre. Non me ne ero neanche accorta di amarti. Negavo l'evidenza, ero sempre stata sola, non avevo avuto nessuno finché non sei arrivato tu. E avrei dovuto capirlo, sai? Perché sei stato il primo a farmi ridere. E non è una coincidenza. Credo nel destino, ma credo anche che siamo destinati a fare cose che sceglieremo di fare comunque. E forse è davvero destino se siamo qui oggi. Ma sono sicurissima che se avessi la possibilità di scegliere il mio futuro, qualsiasi e ovunque esso sia, non esiterei neanche un attimo a dire di volerti al mio fianco per sempre." gli risponde tra le lacrime di gioia.

Il prete sussurra qualcosa su un bacio ma Leo ha già posato le sue labbra su quelle dell'amata, non curandosi degli invitati in piedi ad applaudire, del vento tra le foglie e del sorriso enorme dei testimoni. Tutto quello che esiste è ridotto a lui e a Jemma, stretta tra le sue braccia. Perché la sceglierebbe comunque, in qualsiasi universo o epoca si trovasse. Il destino li porterebbe insieme e si sceglierebbero senza esitazioni.
Da sempre e per sempre.





***





"Perché mi fanno male i piedi se porto delle ballerine rasoterra?!" si lamenta Skye.

"Penso sia tutta colpa del piccolo." le ricorda Jemma.

"O della piccola." aggiunge Melinda, quardando le bollicine del suo bicchiere di champagne.

"Smettila!" esclama l'hacker, dopo qualche secondo.

"Di fare cosa?!" esclama la May.

"Di fissare quel bicchiere come se potessi berlo!" le risponde Skye imbronciata.

"Ce l'hai con me perché posso bermi lo spumante?" domanda incredula la donna.
La giovane annuisce in risposta. "La gravidanza fa schifo..." commenta, prendendo un sorso dal bicchiere trasparente con un analcolico preparato apposta per lei.

"Stavo pensando: non c'eri in mezzo alla folla, quando ho lanciato il bouquette... Come mai?" chiede curiosa Jemma all'amica.

La ragazza rimane interdetta, poi apre la pochette "Perché sarebbe stato come barare..." dice sorridendo e facendo scivolare un cerchietto d'argento con un diamante fuori dalla borsetta.

"Te l'ha chiesto?!" esclama Jemma con un sorriso a trentadue denti.

Skye annuisce contenta. "E perché non me l'hai detto prima?" le domanda offesa.

"Perché volevo che le attenzioni fossero tutte per te, oggi." le risponde.

"Be', congratulazioni!" esclama Melinda.

"A proposito di congratulazioni, se non sbaglio sei stata proprio tu a prendere i fiori!" urla Skye.

La May, forse per la prima volta in vita sua, arrossisce e farfuglia qualcosa che somiglia a un "già..."

"A quanto pare allora dovrai fare anche tu il grande passo." ridacchia Leo, dando una pacca amichevole sulla spalla a Phil.

"Se ce l'avete fatta voi, ragazzi, posso riuscirci anche io!" borbotta speranzoso.

"Certo, se lei accetta.." commenta Grant ridendo e alludendo alla Cavalleria, che allegra conversa con le altre due donne.

Un'espressione di sorpresa mista a terrore si disegna sul volto dell'agente e tutti scoppiano a ridere, anche le ragazze che hanno ascoltato la conversazione. E in un gazebo in mezzo a un prato, con lanterne e candele che emanano una soffusa luce e le stelle che brillano alte nel cielo, sei amici si ritrovano a ridere e a parlare come se potesse bastare per sempre.





***




Quella sera i signori Fitz non tornano alla base, il Direttore Coulson li ha congedati concedendo loro tre settimane di ferie per la Luna di Miele.

Leo ha affittato una casa in periferia per qualche giorno e quando la macchina bianca degli sposi giunge alla sommità della villetta, Jemma scende con un'esclamazione di stupore. "E' bellissima.." sussurra. Ma in quel suo abito da sposa, Leo sa che ad essere bellissima è lei.

"Bé è nostra." esclama tutto ad un tratto, tant'è che Jemma si gira di scatto verso di lui ma si ritrova solo un mazzo di chiavi a un soffio dal naso. "Non l'ho propriamente affittata... Auguri amore mio."

Jemma gli si getta al collo e lo bacia, stringendo quel viso dolce e pallido tra le mani. Leo ride sulla sua bocca e la prende in braccio con uno slancio di follia. La casa non è aperta, infatti hanno un po' di problemi ad infilare la chiave nella serratura così impegnati ad esplorarsi l'un l'altro. Quando finalmente la porta di legno laccato si apre, i neo sposini si fiondano dentro, Jemma ancora tra le braccia di Leo. La camera è al piano di sopra e per quanto la casa sia magnifica, in questo momento a nessuno dei due importa di fare un tour turistico. E' una notte in cui le stelle sembrano brillare solo per loro tra le tendine della loro stanza da letto e la Luna sembra osservarli stendersi sul lettone e ridere uno sull'altra. Jemma non ha mai visto quel ragazzo così timido alle prese con una donna, tantomeno se quella donna è lei, ma si dice che ha tutta la vita per farlo e non vede l'ora. Leo la fa voltare e con calma le slaccia i primi fili che tengono stretto il corpetto dell'abito da sposa, e quando si gira, il vestito le sta largo sul petto. Leo allaccia le mani attorno alla stoffa e fa per tirarla giù, quando-FITZ!



Il ragazzo si sveglia di colpo nel laboratorio respirando velocemente per lo spavento.

Una Jemma furiosa gli si staglia davanti con le mani sui fianchi e un'espressione innervosita. "Stavi dormendo?"

Fitz cerca di balbettare qualcosa di sensato ma non ci riesce, in quel momento si focalizza soltanto su a) il fatto che si è addormentato sul nuovo prototipo di Icer; b) più probabilmente si è sparato per sbaglio una dose ed è svenuto; e c) Jemma ha indosso il suo camice da laboratorio invece di un abito da sposa, quindi presume che il suo sia stato tutto un sogno.

Jemma rilassa le spalle e distende le sopracciglia mentre si avvicina premurosamente a Fitz premendogli un fazzoletto bagnato poco prima sulla fronte. Il giovane chiude gli occhi e assapora quel gesto così dolce, mentre le mani di lei si stringono sulla sua fronte e lui non può dire quanto in realtà gli manchi sua moglie.

"Vai a riposarti.." conclude la ragazza. "Qui ci penso io. Ah, se non ci fossi io con te Fitz! Mi toccherà stare al tuo fianco per il resto della mia vita.."

Fitz scatta subito verso di lei. "Che cosa hai detto?"



Jemma l'ha mandato a riposare nel suo bunker senza dargli neanche modo di ribattere; sono venti minuti che è steso sul suo letto a fissare il soffitto e ripensa a quello che ha sognato, quando ad un tratto la porta bussa di colpo. "Jemma?"

"No, sono Skye." lo fulmina la ragazza entrando.

"Ah, sei tu.." risponde rimettendosi seduto.

"Sì, sono solo io. Sono passata perché non sembra che tu stia tanto bene..."

Fitz scaccia quel pensiero con un movimento della mano. "Tutto ok.. tu più che altro sembri uno straccio!"

"Non saprei.." inizia la ragazza imboccando l'uscita. "E' tutto il giorno che do di stomaco.. ultimamente non sopporto proprio l'aereo."

"Cos-SKYE!"



Angolino delle autrici:
Una storia allegra, per celebrare il fatto che finalmente Facebook si è deciso a farci trovare, e perché io non potevo più di storie tristi.
Lasciate una recensione vi va, speriamo vi sia piaciuta,
Erika e Becky :*
  
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