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Autore: Val    02/10/2008    5 recensioni
"Lei era una strega...
No, niente cappello a punta o naso adunco...la scopa sì, ma per pulire in terra e...beh il calderone è una cosa che stregoneria o non stregoneria, bolle comunque, a prescindere dal colore del liquido che contiene e indipendentemente da quanto inquietante e denso siano l’odore e il fumo che ne fuoriescono.
Insomma Sìle, anche se a prima vista non si vedeva, era una strega."
Niente a che vedere con la wicca o con qualcosa di Potteriano, senza nulla togliere loro, è ovvio. L'ispirazione per me è nata tutta da Brian Froud e le sue splendide illustrazioni che aiutano a capire meglio il mondo affascinantissimo delle fate e...più "bassamente", da un sacco di pensierini fatti su quel bel figliolo di Gerard Butler(fisicamente il protagonista maschile è lui ;p).
Grazie di cuore a coloro che,seguendo la mia storia, consigliandomi e incoraggiandomi, mi hanno portato a concludere per la prima volta un racconto.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'There's Something Magic'
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Capitolo 1- Per Riassumere...

Capitolo 1 - per riassumere...



Lei era una strega...
No, niente cappello a punta o naso adunco...la scopa sì, ma per pulire in terra e...beh il calderone è una cosa che stregoneria o non stregoneria, bolle comunque, a prescindere dal colore del liquido che contiene e indipendentemente da quanto inquietante e denso siano l’odore e il fumo che ne fuoriescono.
Insomma Sìle, anche se a prima vista non si vedeva, era una strega.
Non era nemmeno che a prima vista non si vedesse, è che lei, al primo sguardo, lo lasciava vedere solo a chi voleva.
Ma a nessuno da anni ormai, era più concesso vedere quel riflesso nei suoi occhi, quello che la faceva sembrare un animale nella notte...occhi di gatta, occhi a specchio, piccoli dischi di argento cangiante che vedevano tutto, senza lasciarsi vedere..
Dove abitava, uno di quei piccoli villaggi della campagna britannica, annidati tra le colline del Lake District, tra i dolci e verdi declivi che facevano da cornice al Grasmere, lo Windermere e i loro vicini, deliziosi specchi d'acqua tra alberi e vecchi cottages, tutti lo sapevano, anche se nessuno per una effettiva e comprovata conoscenza di qualche fatto strano.
La solita storia: Sìle era nata sull’isola di Man, nessuno conosceva niente di lei e del suo passato, tutti ovviamente si erano accorti del suo arrivo dieci anni prima, tutti avevano avuto una risposta plausibile alle loro curiosità, ovvero che quella ragazza era arrivata in paese trovando lavoro in un piccolo Bed and Breakfast annidato tra i boschi, e fino lì niente di stupefacente.
Qual’era l’elemento che scatenava la curiosità?
Che fosse il B&B di Dorcas Patel.
Dorcas Patel era un’arzilla donnina, dallo sguardo vispo, con occhi grandi e scuri, vivaci come quelli di una bimba dispettosa che brillavano su un viso rubicondo con lineamenti che sembravano disegnati da un cartoonista e coronato da una foltissima, incontrollabile chioma riccia della cui indisciplina, quotidianamente lei accusava la "Fata dai Capelli Arruffati".
Era una fata, a sua detta, pestifera e dispettosa che trovava il suo maggior diletto nell'annodare capelli umani, code ai cavalli, peli ai cani di mantello lungo durante la notte per poi godersi lo spettacolo al risveglio delle sue vittime.
Dorcas aveva anche, e come poteva essere altrimenti, una passione per l’erboristeria, la cucina e il suo piccolo nido immerso nel verde, che non era il B&B aperto a tutti, bensì un vecchio cottage che affondava radici nel cuore della foresta come i suoi più antichi alberi, era uno scrigno di meraviglie culinarie e piccoli tesori di uncinetto, maglia, patchwork.
Dorcas aveva tutte le sue abitudini, abitudini che nessuno capiva...abitudini da strega, ovviamente.
E forse nessuno capiva Dorcas e le sue abitudini proprio perché, oh guarda un po’...Dorcas era, una strega.
Il punto era che in realtà, alla gente piaceva dire di quelle come Dorcas e Sìle “E’ una donna...strana...dicono che parli alla luna...”, con i turisti faceva colore dire che ci fossero delle vere streghe in città, anche se poi nessuno di credeva, e tra compaesani c’era sempre qualcosa di cui parlare, anche se nemmeno in quel caso forse erano tutti in grado di capire quanto fosse vero quello che dicevano...
Dorcas aveva arguito una cosa che aveva poi insegnato a Sìle: se si nascondevano, sarebbe stata la volta che tutti avrebbero detto di tutto...mentre; come insegnavano i latini, “Panem et circenses” era un metodo assai più efficace per essere lasciate in pace.
Il trucco stava nel concedere loro qualcosa di sé, sosteneva Dorcas, tipo farsi vedere in giro di notte coperta dal suo scialle nero, un cappello un po' strambo, un grosso canestro appeso al braccio e un seguito di gatti alle calcagna quando ormai per strada non c’era nessuno, mentre loro, nascosti dietro le tende alle finestre, la guardavano chiamando il marito, la moglie o chi per loro, telefonando alla compagna di pettegolezzo per dirle “Arriva...”.
Era lo spettacolino delle notti di luna piena o delle “Feste Stregonesche” su cui ormai una certa editoria speculava enormemente e che le concedeva di essere sé stessa senza che nessuno se ne scandalizzasse o intimorisse.
Il fatto che poi fosse veramente una strega, lì, non dava davvero fastidio a nessuno.
In più il suo Bed and Breakfast richiamava turisti perché era pulitissimo, confortevole e economico, e se i turisti non trovavano posto lì, si riversavano in quelli vicini, i suoi pasticcini aromatizzati ai fiori e alle erbe, facevano felice la caffetteria sulla via principale del paese, i suoi pasticci salati, il pub di fronte, i suoi intrugli di erbe curavano i piccoli disturbi quasi meglio della medicina canonica e costavano meno della metà e se andavi a prendere il tè da lei, c’era anche il caso che ti predicesse il futuro.
Insomma a modo suo, Dorcas si faceva benvolere da tutti e nessuno le avrebbe mai dato contro, si limitavano a spettegolare un po’ sulle sue bizzarrie.
Ovviamente però il fatto che una ragazza giovane e carina come Sìle ci vivesse insieme, automaticamente faceva di lei una strega: tanto meglio, meno spiegazioni da dare e più possibilità di vivere tra loro per quelle che erano.
Dorcas era un’amica della nonna di Sìle, madre di sua madre, strega a sua volta, ma i tempi cambiavano e certe particolarità, in posti piccoli come quello in cui lei era nata e cresciuta, erano sì ormai date per assodate, ma facevano anche sì che i disagi fossero ben altri e con lei c’era qualcuno che si era preso qualche libertà di troppo.
Era voluta andare via dall'isola dopo una certa estate in cui aveva litigato con un suo vecchio amico e senza dare spiegazioni, solo la nonna aveva saputo qualcosa di più e l’aveva fatta andare da Dorcas.
Era per non allontanarla dalla propria natura e al contempo per tenerla lontana da brutti ricordi.
Sìle e Dorcas erano affiatate come fossero sempre state insieme: erano amiche e sorelle e confidenti, Dorcas era premurosissima con Sìle, la trattava come la figlia che non aveva mai avuto, e Sìle adorava Dorcas, le voleva bene come a poche altre persone al mondo.
La madre per Sìle non era che un ricordo vago, in un certo senso l’aveva lasciata quando era bambina perché era troppo giovane per avere una figlia, era ancora una figlia lei stessa e aveva un'idea tutta personale di come voleva la sua bambina. Non aveva mai sentito il bisogno di essere madre per il semplice fatto di esserlo.
Dorcas non era una madre per Sìle, ma grazie a lei, da dieci anni, aveva riempito quella mancanza. Poi era arrivato John.
Sìle l’aveva amato enormemente, ma non gli aveva mai detto che le voci che giravano sul suo conto erano sì invenzioni, per lo più, ma involontariamente veritiere.
Non gli aveva mai detto che a volte riusciva a sentire qualcosa prima che avvenisse, che poteva avvertire il cambiamento del tempo in anticipo, che sentiva la vita scorrere nella terra, negli alberi, negli animali, negli uomini...e che poteva sentirla anche abbandonare il corpo che animava, quella stessa vita.
John era un ragazzo alto, biondo, solare e sorridente e Sìle, con i suoi occhi da gatta, marrone nocciola e vellutati e con le lunghe ciglia che li coronavano, e i suoi capelli scuri e morbidi, la pelle chiara, e la sua timidezza, lo aveva conquistato, ma non era sicura che lui avrebbe accettato che lei fosse così...non se fosse diventata sua moglie.
Quando le chiese di sposarlo lei aveva ventiquattro anni e si erano conosciuti quattro anni prima, quasi il giorno stesso in cui lei aveva messo piede in città, e lei aveva deciso che per lui, se glielo avesse chiesto, avrebbe nascosto tutto di sé.


“Nasconderti?” Dorcas aveva reagito malissimo “nasconderti? Da chi? Da cosa? Perché? Sei così, sei nata così, è la tua natura ed è una natura benedetta! E tu vuoi nasconderti per far piacere a chi? Bambina mia tu credi davvero che potresti essere felice con un uomo che ti ama, sì, ma che non sa chi sei? Hai mai provato a dirglielo?”


No...
Non ci aveva ancora mai provato...
E quando John aveva avuto quell’incidente, dopo quella lite, lei si era ripromessa che mai più, avrebbe permesso ad un uomo d’avvicinarsi tanto a lei da farle del male o da farsi del male a causa sua.
Sì perché John, quando lei gli aveva detto quella cosa di sé, che era una strega, davvero, non ci aveva creduto, aveva pensato che fosse una scusa, un modo per evitare di dirgli che non lo voleva più, se n’era andato, aveva bevuto troppo...era scoppiata quella brutta tempesta di vento...era crollato quel ramo già pericolante dalla grande quercia lungo la strada, proprio sulla sua auto, senza che lui riuscisse a fare niente.
Non aveva nemmeno avuto il tempo di accorgersene, dicevano: aveva trent'anni.
Un mese dopo, era arrivata Lily...
Era una notte strana, gelida, immobile e luminosissima, la luna rischiarava tutto in modo netto e fulgido.
Sìle era uscita, non si era chiesta perché, non si era chiesta con quali intenzioni, era solo stanca, stanca di sentirsi vuota senza John, di sentirsi sbagliata, perché se lei non fosse stata così, se non ci fosse stato il problema di dirglielo o no, non avrebbe dovuto provarci e lui non si sarebbe arrabbiato e non sarebbe andato via in quel modo e...non...quante cosa non sarebbero successe.
E mentre ci pensava, aveva camminato, camminato, camminato ancora, fino a uno dei piccoli, minuscoli laghetti tra le gole erbose...uno che faceva da specchio alla luna con un velo d’acqua profondo due o tre piedi, non di più.
Per un momento Sìle fu lucida abbastanza da dire che c’era qualcosa di strano nell’acqua del laghetto quella notte...e quello che era strano era che l’acqua fosse così chiara, così limpida e profonda...e perché non si era mai accorta di quella strada, quella scalinata di pietra che sembrava puntare dritta verso il basso, verso l’acqua più profonda, laggiù dove la vedeva diventare nero-blu.
C’era qualcosa che scintillava, qualcosa di bellissimo...era una di quelle cose...che quando si è bambini si potrebbero perdere ore a guardare, come i raggi di luce rifratti attraverso un cristallo, che si dividono in un milione di piccole shegge dei colori dell’iride...solo che andava tutto sui toni del blu quello che vedeva lei, del blu dell’acqua sotto la luce glaciale della luna.
L’Annwn?
Era così quello di cui raccontavano certe leggende?
“Sìle...”
John? Era lì? Sì, c'era, intorno a lei, vicino, tutto intorno…
Aveva sorriso...
Non era vero niente allora! Lui era lì! Bastava scendere quella scala!
“Sì amore, sto arrivando...”
La sua voce le era arrivata flebile, come se si sentisse parlare nel sonno.
Aveva già mosso il primo passo nell’acqua.
“No, ascolta...ascolta tesoro...non sono io...c’è qualcosaltro...non è per questo che sei qui...”
“Non per venire da te?”
Com’era invitante l’acqua, così calma e immobile...le pareva già di sentire il freddo invaderla dentro e fuori, riempirle i polmoni, le sembrava già di vedersi affondare, vedere le luce affievolirsi...e John vicno a lei...
“No, non è là che devi andare!” la voce di John era sempre dolce, ma urgente, come se dovesse affrettarsi a riscuoterla e poi era diventata quasi accorata , ma lui dov’era?
“Ascolta amore mio, ascolta...”
E allora come una piccola esplosione rabbiosa e disperata e viva era arrivata la vocina di un neonato.
L’aveva risvegliata, laveva ripresa quando lei era già nell’acqua fino alle ginocchia, in mezzo al pantano...niente di quel bellissimo nero-blu gelido rimaneva di fronte a lei.
Uscì dall’acqua con un moto di leggero raccapriccio...cosa stava per fare?
Meglio seguire quel pianto, meglio...quel bimbo poteva avere bisogno di aiuto.
L’aria era così fredda e quel bambino sembrava davvero disperato, chissà dov’era, chissà...che ci faceva lì, non vedeva nessuno, non sentiva altre voci, ora anche quella di John taceva e solo quel vagito urgente e sofferto la richiamava a sé.
Un altro attimo di esitazione l’aveva colta...quando si era accorta che il prato intorno si era riempito di gigli bianchi, bellissimi gigli bianchi, che macchiavano il verde dell’erba come grandi stelle di ghiaccio.
In mezzo a loro trovò la bambina.
Era una bambina piccolissima, nata da poche ore sicuramente, ma piccola anche come dimensioni.
L’aveva raccolta, l’aveva stretta nel cardigan di lana pesante che aveva indosso, stringendosela al cuore e immediatamente aveva sentito quel vuoto riempito, mentre stringeva quel corpicino nudo al petto.
L’aveva portata a casa di Dorcas, intorno a lei non c’era nessuno, così non cercò altro che di sbrigarsi a portare la bimba al caldo.
Quando chiamarono la polizia e il medico, il dottor Clawley e i poliziotti che arrivarono, le dissero che quella bimba le doveva davvero la vita.
Sìle invece rifletté sul fatto che forse era lei, che doveva la vita alla bambina...ma fu un pensiero che tenne solo per sé.
Quello che non fu un segreto né per lei, né per Dorcas, e venne loro in mente fin dal primo momento, fu che quella creaturina, non fosse una bambina come tutte le altre.
Lily rimase con loro, in affidamento; la chiamarono in quel modo proprio in memoria della notte in cui Sìle l’aveva trovata e si augurarono con tutte loro stesse che avesse trovato la sua casa.

   
 
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