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Autore: Patta97    17/09/2014    4 recensioni
Di tutte le cose che John aveva sognato per la sua vita, certamente non tutte erano andate come programmato.
Dopo la morte di Mary, John e Sherlock si ritrovano con una bimba fra le mani...
Note: fluff, character death, Johnlock
Genere: Fluff, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The never dreamed dream.





Di tutte le cose che John aveva sognato per la sua vita, certamente non tutte erano andate come programmato.
Certo, era diventato medico senza troppi problemi.
Era anche diventato un soldato - ma era stato ferito gravemente.
Aveva vissuto avventure - che avevano a che fare con scene del crimine.
Si era sposato - con un'assassina addestrata.
Era anche diventato padre - ma ...
 
*
 
- Mary Mary Mary Mary Mary - continuava a ripetere, accettando debolmente la stretta forte della mano di sua moglie. - Ce la faremo, Mary, stai tranquilla...
- Signore, dovrebbe uscire dalla sala parto.
John lanciò uno sguardo al colorito pallido di Mary e alla sua fronte imperlata di sudore.
- Non posso lasciarla! Sono un dottore, lasciate che resti...
- La prego, signore, davvero non mi sembra il caso. Se davvero è un dottore, capisca ed esca.
Rimase seduto su una sedia di plastica in un corridoio vuoto per mezz'ora.
La mezz'ora diventò un'ora, e l'ora si raddoppiò.
Quando il medico uscì dalla sala parto e si calò la mascherina sul mento, fu come se avessero dato a John una secchiata d'acqua gelata.
Aveva visto scene del genere nei film e, per un numero di volte maggiore di quante gli piacesse ammettere, era stato proprio lui ad interpretare la parte di quel dottore. Quel dottore che apriva la bocca e muoveva le labbra a dire "non ce l'ha fatta".
Con le orecchie che fischiavano fino a coprire ogni suono, John si impose di rispondere con un cenno del mento. Ma anche quel minimo movimento gli fece rivoltare lo stomaco ed ebbe l'improvvisa voglia di vomitare. Perfino ascoltare le esatte cause del decesso era doloroso ed indicibilmente faticoso.
- Vuole sapere come sta la bambina, signor Watson?
Era ancora il medico. Coraggioso o molto stupido per lui, continuare a stare lì; o semplicemente non si era reso conto dello sguardo molto pericoloso sul volto di John.
- Sta bene.
'Mary...'
- Respira perfettamente in maniera autonoma.
'Dove sei...'
- Il battito è nella norma.
'Non ti ho neanche detto addio...'
- Il peso è due chili e quaranta grammi.
'Come farò adesso...'
- La lunghezza è quarantacinque centimetri.
'No...'
 
*
 
Diciamo che anche se delle cose non le aveva sognate, comunque, era solamente perché non sapeva ancora di averne bisogno ...
 
*
 
- Facciamo un accordo: possiamo giocare a ciò che vuoi, dopo, a patto che ora mangi tutta la frutta.
Elizabeth lo fissò con grandi occhi blu e un cipiglio risoluto mentre teneva la bocca serrata.
- Ti capisco, davvero! Le mele sono a stento buone da mele vere, figuriamoci in questa melma che di frutta non avrà nemmeno il due per cento! Ma papà voleva che tu mangiassi la frutta e tornerà da un momento all'altro e...
Il portone del 221 si aprì e Sherlock fu invaso dal panico.
Senza pensare, mangiò alla svelta ciò che rimaneva dell'omogeneizzato e lanciò il piatto nel lavabo.
Sollevò Lizzie dal seggiolone, afferrandola da sotto le ascelle, e iniziò a girarsi intorno velocemente, non sapendo dove poggiarla.
 
*
 
Una di quelle fu, per esempio, quando ritrovò uno Sherlock Holmes con la faccia imbrattata di omogeneizzato di mela, seduto sul tappeto del loro appartamento a giocare a scacchi con sua figlia ...
 
*
 
- Sai, John - lo accolse Sherlock. - Non credo che tua figlia abbia carpito appieno il senso di "mangiare un pedone".
Indicò la piccola Lizzie, tutta contenta ed intenta a sbavare e mordicchiare uno dei pedoni bianchi.
John si limitò a ridacchiare e dare un bacio sulla fronte di entrambi.
 
*
 
Oppure quando li sorprese a giocare a "caccia al tesoro" in una di quelle giornate quando pioveva troppo fitto per uscire fuori ...
 
*
 
Sherlock era appollaiato sul tavolo della cucina, con la testa penzoloni a guardare giù e Lizzie gli scoccò un bacio umido sul naso.
- Cosa è che stai facendo, per l'esattezza...? - chiese John, divertito.
- Giochiamo ad acchiappa l'assassino, papà! - esclamò Lizzie, come fosse ovvio.
- 'Assassino'...?! - ripeté John, lanciando un'occhiata carica di disapprovazione a Sherlock.
- Ha solo nascosto delle fotog... - di fronte allo sguardo carico di rimprovero della bambina di tre anni, si corresse: - Nascosto delle insostituibili e molto necessarie prove del crimine!
Lizzie rise e gli diede un altro bacio.
 
*
 
Un altro sogno-non-sognato si realizzò qualche anno dopo, di fronte al camino ...
 
*
 
- Siete davvero finiti nel Tamigi?! - chiese Lizzie, gli occhi blu sgranati, adocchiando incredula gli abiti zuppi di Sherlock e John.
- Croce sul cuore - confermò John.
- E avere preso l'assassino? - domandò la bambina, sempre più interessata.
- Falliamo mai...?
- No, mai! - rispose sicura Lizzie, sistemandosi un ciuffo di capelli biondi dietro l'orecchio.
Si appoggiò alla spalla di un taciturno Sherlock e sospirò felice.
- Non vedo l'ora di diventare grande per aiutarti a battere i cattivi, papà!
Sherlock arrossì di imbarazzo nel sentirsi chiamare in quel modo per la prima volta, e guardò subito John, trovando il suo sguardo sereno e il suo sorriso tenero.
E, mentre loro figlia chiacchierava di tutte le cose nuove che aveva imparato quel giorno a scuola, i due si tennero per mano.
 
E John non avrebbe mai potuto sognare nulla di meglio.
  
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