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Autore: Patta97    17/09/2014    2 recensioni
- Avrei un piano in mente, dottoressa Song - annunciò il Dottore.
- Parigi - disse River con un sorriso entusiasta.

Il programma di una perfetta cena fuori può non rivelarsi tale quando si viaggia col Dottore...
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 11, Nuovo personaggio, River Song, Rory Williams
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao!
Ho pubblicato un'altra River/Eleven nel giro di un'ora, già. Spero che vi manchino quanto mancano a me e che mi lascerete un parere!
Chiara




 

Dinner.






River entrò nella stanza della console con indosso un enorme sorriso malizioso e un vestito verde scuro.

Il Dottore, cercando di non farsi vedere, osservò il proprio riflesso sullo schermo spento dello scanner e si sistemò cravattino e ciuffo.

- Buonasera, dottoressa Song - salutò lui con un sorrisetto mellifluo.

- Buonasera, dottor Smith - rispose lei, reggendo il gioco ed avvicinandosi.

- Ha programmi per la serata?

- Non proprio - River esibì la sua migliore faccia annoiata. - Mio marito ha deciso che io debba uscire con lui, stasera.

- Ma davvero? - chiese il Dottore, cercando di apparire fintamente contrito, ma fallendo miseramente.

River annuì ed annullò la distanza fra loro, gettandogli con calcolata lentezza le braccia al collo; il Dottore reagì di riflesso, cingendole la vita ed arrossendo.

- Ma se lei ha altri programmi, dottor Smith... - la voce di River si ridusse ad un sussurro e le sue mani si spostarono dalle spalle del Dottore in una lenta carezza, per finire ognuna su uno dei battiti accelerati del marito.

Il Dottore quasi cedette alle moine, con lo sguardo perso in quello ammiccante di River.

Ma si riscosse all'improvviso e rimosse gentilmente le mani di lei dal proprio petto.

Le porse poi il braccio e sua moglie lo accettò di buon grado, con solo un accenno di scherzosa delusione negli occhi grigi.

- In effetti, dottoressa, avrei un piano in mente... - annunciò con tono plateale, spalancando le porte della TARDIS.

Li accolsero una stradicciola lastricata illuminata da piccoli lampioni.

- Parigi - disse River con un sorriso entusiasta. Poi prese una boccata d'aria fumosa. - ...Fine 1800? - azzardò.

Il Dottore scosse la testa.

- Assolutamente no! - esclamò, prima di dare un'occhiata al proprio orologio da polso. - ...Sì, hai ragione - ammise a malincuore e solo con un pizzico di orgoglio.

- Certo che ho ragione - rise River, mentre iniziavano ad incamminarsi.

- Te l'ho insegnato io, per questo sei... - cominciò lui.

Lei lo interruppe. - ...più brava di te? - completò. - Sì, concordo.

Il Dottore le lanciò una finta occhiataccia e strinse ancora di più il braccio di lei al proprio.

 

*

 

- Possibile che non abbiano nulla di decente in questo menù? - chiese il Dottore per almeno la quinta volta, sfogliando indispettito il povero oggetto.

River alzò gli occhi al cielo.

- Dolcezza, siamo sulla Terra, in Europa, in Francia, nel ristorante più rinomato di Parigi - constatò. - E tu non riesci a trovare qualcosa di "decente"?

- È tutto così... così... - il Signore del Tempo cercò a lungo un termine adeguato per la propria indignazione, il palmo aperto ad indicare il povero menù. - ...Così ovvio!

River sospirò esasperata, sperando che nessuno degli occupanti dei tavoli vicini li stesse ascoltando.

- Ho deciso: andiamo via! - esclamò il Dottore, risoluto.

River iniziò a scaldarsi.

- Senti un po', Dottore - sussurrò con tono minaccioso. - Stavo lavorando ad un importante progetto di restauro per l'Università e sei arrivato tu, in carne ossa e cravattino, dicendo che dovevamo "assolutamente uscire a cena fuori". Abbiamo pure svegliato Susan Amelia per portarla dai miei genitori! Quindi. Adesso. Esigo. La. Mia. Cena!

Il Dottore la guardò ammutolito e leggermente intimidito per quasi un minuto.

- Okay - acconsentì alla fine, schiarendosi la voce.

- Finalmente un po' di buon senso - commentò River.

- Ma non qui! - aggiunse il Dottore, alzandosi di scatto dal tavolo rotondo e tirando River per una mano, lasciandole appena il tempo di rapire la bottiglia di vino.

 

*

 

- Eccoti servita! - annunciò soddisfatto il Dottore, gettandosi sul divano accanto a River.

Sua moglie lanciò un'occhiata sospettosa ai due contenitori che teneva fra le mani.

- No - gemette sconsolata. - Non l'hai fatto.

Il Dottore si limitò a guardarla con un sorriso enorme e l'espressione a dir poco soddisfatta.

- Tu non hai cucinato questo la sera della nostra cena - River tentò di negare l'imbarazzante realtà.

Per tutta risposta, il Signore del Tempo afferrò un bastoncino di pesce fritto e lo affondò nella crema pasticcera.

Poi, sotto lo sguardo incredulo di River, diede un generoso morso, emettendo un lungo verso estasiato.

- Dai, assaggia! - la incitò a bocca piena.

Si scambiarono un lungo sguardo.

- No - fu la secca risposta di River, prima che lei si dedicasse tutta alla bottiglia di vino "presa in prestito" del ristorante.

Il Dottore la guardò offeso.

- Facciamo un patto! - esclamò, riprendendosi dal fissare la gola di sua moglie. - Tu mangi questo delizioso e pregiato piatto da gourmet... - ignorò lo sbuffo scettico di River. - ...E io bevo quel liquido del male.

River rise di fronte alla sua espressione convinta come quella di un bambino.

- Croce sui cuori? - chiese allora, per divertirsi un altro po'.

- Assolutamente - giurò lui, facendosi i segni sul petto.

River gli scoccò un bacio veloce e scherzoso prima di strappargli le ciotole dalle mani.

 

*

 

Dopo parecchi minuti e lamenti di disgusto da entrambe le parti, la bottiglia era vuota e le ciotole ripulite.

Il Dottore schioccò la lingua, il ribrezzo fatto persona (o meglio Signore del Tempo).

Il suo sguardo incontrò quello di sua moglie e, leggendo la stessa espressione uno sul viso dell'altra, scoppiarono a ridere.

Cercando di riprendere fiato, la testa di River finì sulla spalla del Dottore, i riccioli di lei che solleticavano lo zigomo di lui.

- ...River - la chiamò piano lui.

- Dimmi, dolcezza.

- Tutto questo tasso alcolico in corpo rischia di farmi vomitare. E non vomito da... più di mille e duecento anni, circa - si lamentò il Dottore.

- Stessa cosa per me con quella roba che ti ostini ad usare come tua fonte primaria di nutrimento - lo rimbeccò River. - Ma non mi sto lamentando.

- Mh - borbottò lui a bocca chiusa, cingendole le spalle con un braccio ed affondando il naso nei suoi capelli, beandosi nella sola consapevolezza di averla accanto.

- Riv... River - la chiamò balbettando dopo un altro po'.

Lei disse il suo vero nome, come a dirgli di parlare.

- Ha... Hai un po' di... sul labbro - arrossì il Dottore.

Lei si scostò dalla sua spalla solo per sistemare il proprio viso a pochi centimetri dal suo.

E il Dottore notò che sua moglie aveva dipinto in volto il suo secondo sorriso più pericoloso (quello subito dopo il sorriso da killer): il famigerato "sorriso predatore".

- Ma davvero? - gli sussurrò addosso. - Mostrami dove...

Lui cercò di dissimulare il rossore con un sorrisetto fintamente sicuro. - Magari dovrei... - acconsentì.

Le loro labbra erano a un respiro di distanza, quando una vocina (s)fortunatamente familiare risuonò nella TARDIS.

- Mamma! Papà! - chiamò Susan.

Era ancora lontana, ma la loro vecchia amica li aveva avvisati amplificando la voce. River sospirò affranta.

- Dovevi proprio parcheggiare di fronte casa di Amy e Rory, eh? - chiese retorica.

- Ops - fu l'intelligente risposta del Dottore.

Si scambiarono un bacio veloce prima che Susan facesse il proprio piccolo e glorioso ingresso nella stanza, tutta saltellante.

La seguivano a ruota due leggermente colpevoli e giovani nonni.

- Ha visto la TARDIS fuori dalla finestra e... - cominciò Amy.

- ...Non siamo riusciti a trattenerla - terminò Rory, prima di guardare con diffidenza i corpi fin troppo vicini di sua figlia e del Dottore.

Quest'ultimo esibì una faccia ancora più colpevole di quella degli amici, somigliando in maniera preoccupante a un bimbo colto con le mani nella marmellata (o nella crema pasticcera, nel suo caso).

River si limitò a ridere con noncuranza e correre incontro a sua figlia, che le saltò al collo felice.

Il Dottore strizzò l'occhio ad Susan e poi restò incantato ad osservare la semplice magia delle risate e dei capelli di sua moglie e sua figlia mescolati insieme.

E gli bastò.

  
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