Videogiochi > Hatoful Boyfriend
Segui la storia  |       
Autore: La Mutaforma    17/09/2014    0 recensioni
Quanto poteva essere rassicurante la certezza di essere di nuovo ingabbiato, lontano dallo spazio inconsistente dei suoi incubi?
Quali terribili sogni popolano l’eterno sonno dei morti?
Sospirò e poggiò la fronte alle ginocchia, aspettando che l’eternità volgesse al suo atto conclusivo.

Storia di due prescelti nati sotto la stella della solitudine.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Anghel Higure, Nageki Fujishiro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Accarezzando la copertina del quaderno, sorrise delicatamente.

C’era stato un momento della sua permanenza in biblioteca in cui aveva deciso di annotare i giorni, pensieri, lembi di ricordi, pagine senza data che sembravano venute da un’epoca trascorsa, lontana.

Non lo aveva aperto, voleva aspettare il ritorno dell’angelo cremisi. Perché sarebbe tornato. Definitivamente.

Non aveva mai avuto tanta fiducia in qualcosa dacché ricordasse.

E la sensazione che gli scaldava il petto era che quella fiducia non era un salto nel vuoto. Higure Anghel meritava tutta quella fiducia.

 

Il campanello alla finestra suonava molte volte, con sua gran delusione, per il vento, ma quella volta il vento gli aveva portato due ali d’angelo in biblioteca.

Si alzò, guardandolo solennemente. “Higure..”

“So dove trovare il libro d’incantesimi”

“Higure, non serve”

“Sì invece”

“No” gli mostrò il quaderno chiuso in una copertina marrone di cuoio “Sapevo che c’era un antico manufatto in questa biblioteca, e ho cercato insieme a te. E ho trovato questo”

L’angelo si avvicinò a Nageki, osservando l’oggetto tra le sue mani. “Non è… il libro di incantesimi. Non è quello che stavo cercando”

Il fantasma sorrise lievemente, aprendo il quaderno alla prima pagina. “Riconosco la mia calligrafia. Ho scritto io qui dentro. I primi tempi in biblioteca”

“A quando risale questo manufatto?”

Nageki sfogliò le pagine, mostrandogli le x tra le sbarre, in un educato e per niente inquietante xx/xx/xx, simile ad un mazzo di crisantemi che cresce dentro la galera.

“Non so quando l’ho scritto, ma è stato tempo fa. Quando i miei giorni erano tutti uguali e queste croci servivano a ricordarmi che il tempo passava anche per me, anche se non ne facevo più parte”

L’altro lo guardò di sottecchi, indeciso. “E.. adesso?”

“Adesso sono… parte di tutto. Del tempo, della scuola, delle persone.. perché questa biblioteca non è più vuota”

Anghel gli sorrise lentamente. “Non è mai stata vuota. Ci sei sempre stato tu”

Era commovente, per quanto potesse sembrare una semplice constatazione.

Un fantasma non riempie uno spazio. Non ne fa parte, non interagisce col mondo. È una cosa presa da un barattolo e rimessa in quello sbagliato. È un sopramobile che nessuno nota, parte dell’arredo, pur non potendo modificare nulla intorno a sé. Ma lui adesso esisteva. Era parte di quella biblioteca e persone erano venute in biblioteca per lui, non per i libri, non per la finestra aperta che raffreddava l’aria ancora di più. Ed era merito di quell’angelo strampalato, che gli aveva permesso di esistere ancora.

Quella stanza non era vuota.

L’aveva riempita di ricordi, come si riempie una scatola di latta di fogli, giocattoli, e carte di caramelle.

 

Lessero insieme.

Pensandoci attentamente, non aveva mai letto con lui. Aveva letto i manga che lui aveva disegnato, ma più che leggere era un lavoro di decifrazione delle vignette e dei disegni, come un archeologo che studia un’antica stele.

O un messaggio degli alieni.

Era stato così semplice da sembrare un istinto naturale. Nageki leggeva, ad alta voce e senza vergogna, lui girava le pagine. Era un completo mostrarsi all’altro, ma sapeva di potersi fidare ciecamente di lui.

All’ultima pagina, Nageki prese dalla tasca dei pantaloni il disegno che l’angelo scarlatto gli aveva donato e lo infilò nel quaderno, fermandolo con una graffetta.

“Lo lasci qui?”

“Sì”

“Ma i tuoi ricordi non sono stati recuperati”

Nageki accarezzò i bambini sul foglio di carta, lasciando che le dita scorressero sui visi di tutti loro. “Mi sento ancora incompleto, ma riempirò questo vuoto. E allora mi sentirò più vicino a tutti loro.”

Anghel lo guardò negli occhi, e annuì dopo una breve esitazione. “Questa è la tua decisione, astrologo”

“Volevo chiederti scusa” aggiunse Nageki, in fretta. Lui lo guardò con un’espressione così confusa da fargli tenerezza. “Mi riferisco a quello che ti ho detto l’altra volta. Non lo pensavo per davvero, e mi dispiace averti sconvolto. La mia mancanza di delicatezza nei tuoi confronti è imperdonabile. Spero che tu possa scusarmi”

La pausa di silenzio che ci fu tra loro quasi lo spaventò. Poi, enigmaticamente, Anghel sorrise e poggiò la mano sulla sua. “Alleati?”

Nageki sistemò il palmo sul suo, facendo combaciare le loro mani, e guardando oltre le loro dita, sussurrò “Amici”

Rimasero per breve tempo in silenzio, come se non ci fosse null’altro da aggiungere. Il calore della sua mano bastava per entrambi, il suo spirito, la sua energia, erano sufficienti.

“C’è ancora una cosa che mi chiedo”

“Poni la tua domanda, Textoris Melodia Funeris”

“Se non apparteniamo a questo mondo… se questo non è il vero mondo… allora dov’è? Com’è il vero mondo?”

Il silenzio che si alzò tra loro gli fece capire molte cose. Avrebbero potuto cercare la terra promessa su tutto il globo, e oltre, ma ci sarebbe sempre stato altro da vedere, da trovare. E nelle sue condizioni, la lista delle terre da esplorare veniva drasticamente ridotta.

Forse un mondo vero non c’era. Non per loro. Non per un fantasma e per un angelo caduto. Loro stessi venivano dallo stesso barattolo delle cose non vere.

Ma quel momento era vero. E nessuno avrebbe potuto negarlo.

Le loro mani erano vere, i loro sguardi, il fatto che erano lì, in quel luogo, in quel momento.

Quello, era tutto vero.

 

 

 

 

Alla fine, credo che i tempi non fossero ancora maturi.

Ma lo saranno. Un giorno.

Fino ad allora, i miei sogni non potranno più spaventarmi.

Ho fatto una scelta. E credo che anche             ne sarebbe fiero.     

 

 

 

 

 

 

 

Fanfic dedicata a Phrancesca, probabilmente l’unica lettrice e sostenitrice dei miei deliri.

Mi sono strafatta di citazionismo scrivendo questa fanfic, ma dopotutto Nageki vive in una biblioteca.

Gli spazi vuoti non sono errori dell’html; Miyazawa li usava come censura. Chissà cosa ho censurato, ops.

Il titolo è stato ispirato senza volerlo da Lana del Rey. Grazie.

E grazie per averla letta. 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Hatoful Boyfriend / Vai alla pagina dell'autore: La Mutaforma