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Autore: Julia of Elaja    18/09/2014    1 recensioni
E chi l'ha detto che il blocco dello scrittore sia un evento nefasto?
Questa storia partecipa al contest "MUSACA" indetto dal gruppo FB "La cremé della cremé di EFP".
Canzone scelta: Hysteria, Muse.
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ore 23:27 del giorno 17.
Chiusi gli occhi per un solo istante, giusto il tempo di riposarli dopo averli tenuti incollati per ben due ore davanti allo schermo del mio pc.

Una pagina bianca si stagliava davanti a me; quel documento era stato scritto, riscritto e cancellato continuamente.
Non riuscivo a scrivere nulla che mi convincesse davvero; appena riuscivo a buttar giù dieci righe, cancellavo tutto dicendomi che era davvero uno schifo senza senso.
E per l'ennesima volta avevo cliccato il tasto destro sul desktop, scegliendo l'opzione "Nuovo documento"; ormai, ero certa del fatto che Open Office mi avrebbe amorevolmente mandato a quel paese; sarebbe accaduto prima o poi.
Era arrivato quel temuto momento, che una tantum tornava a infastidirmi; il blocco dello scrittore.

In realtà, però, non sono certo una scrittrice io; mi occupo, effettivamente, di una branca agli antipodi della letteratura, ma nonostante i miei studi scientifici non ho mai perso la fantasia sbrigliata e la voglia di scrivere fiumi, maree di pagine e storie.

Solo che, in quel momento, il mio cervello aveva deciso di prendersi una pausa dalla scrittura, per dedicarsi a rimugianare su due situazioni che pendevano sul mio capo.
In primis l'esame di Embriologia che avrei dovuto affrontare di lì ad una settimana; così, con una data di scadenza imminente entro la quale avrei dovuto consegnare una storia per un contest, mi ritrovai con una pagina bianca con cui combattere, i libri di Embriologia, fogli pieni di appunti e disegni che circondavano me e il computer, il Moore aperto sulla pagina di una fotografia di un feto di 38 settimane, con tanto di spiegazione del suo sviluppo a quello stadio in didascalia sottostante e l'ansia che mi corrodeva lo stomaco.

Dannazione, perché, perché l'ispirazione era scomparsa così, da un giorno all'altro, nel nulla?
Colpa dello stress per l'esame?
No.
In parte, sicuramente, ma sapevo benissimo che era altro a tenere la mia mente distratta.

Il fatto era che la mia fantasia in quei giorni viaggiava, sì, e anche parecchio; e dunque oltre a pensare all'esame che di lì a pochi giorni avrei dovuto affrontare, avevo ricominciato a pensare intensamente a qualcuno, come non facevo da qualche tempo.

Intanto la canzone che avrebbe dovuto fare da "colonna portante" della mia storia, come da regolamento del contest, suonava in sottofondo; su youtube i Muse cantavano la loro "Hysteria" raccontando di un pover uomo che ardeva dal desiderio di avere lei, quella donna che gli aveva rubato l'anima e il cuore.

E non potevo, nel mio intimo, non pensare che quelle parole sembravano uscire dalla mia bocca.

Perché quella era proprio la mia situazione; desideravo ardentemente una persona, in quel periodo non facevo che pensare a lui.

E a quei suoi maledettissimi occhi.

"I want it now, I want it now".

Oh, lo volevo, proprio come cantava Matthew Bellamy; e il mio cervello disperdeva inutilmente energie, fantasticando su me e quel ragazzo che mi aveva rubato il cuore.

Eric.
Il bellissimo Eric Krowler.
Be', forse dire bellissimo era effettivamente esagerato; ma ai miei occhi era stupendo, con il suo sorriso idiota che contagiava chiunque, la parlantina sciolta e coinvolgente, lo charme e la classe nell'indossare le sue camicie Burberry che portava rigorosamente sbottonate fino alla clavicola.

Lui non era poi granché, all'epoca; un semplice studente di un corso di laurea diverso dal mio. A volte ci si incontrava in giro e tramite alcuni miei amici ero riuscita ad avvicinarmi a lui e balbettargli un timido "Piacere, Eris" mentre mi sorrideva gioviale stringendomi la mano e fissandomi interessati.
Adoravo i suoi capelli biondi che tendevano al rossiccio, i suoi occhi chiari di un insolito colore a metà tra il verde e il marrone; mi piaceva fantasticare sul suo petto, che immaginavo ben scolpito, sotto quelle camicie...

Mi piaceva persino il modo in cui fumava le sue Lucky Strike; inspirava a fondo e poi buttava via lentamente il fumo, godendo ogni tiro della sua sigaretta sino all'ultimo accenno di fiato.

Avevamo parlato molto poco, a causa del mio imbarazzo in sua presenza; lui, dal canto suo, non aveva mai fatto cenno alcuno al fatto di voler avere alcun tipo di rapporto con me al di fuori solo di un saluto frettoloso quando ci si incontrava con gli amici e quando si andava via.
Oh, a parte forse le sue occhiate languide.

Eric mi aveva invaso la mente, lasciandomi con la testa divisa a metà tra l'esame di Embriologia e lui e il suo sorriso.

In tutto questo, naturalmente, non c'era posto alcuno per la stesura di quella storia per il contest.

Riguardai l'orario; 23:57.

Come? Di già?
Scossi il capo cercando di riprendermi; era arrivato il momento di spegnere il pc.

L'indomani la sveglia avrebbe regolarmente suonato alle sette in punto e non avrebbe accettato alcuna scusa del tipo "Ti prego, lasciami dormire un altro poco; ieri sera ho fatto tardi per pensare a lui mentre fissavo come un'ebete la pagina bianca di Word".

Si sa, le sveglie hanno poco tatto; loro pensano a suonare e basta, e non si fermano fino a quando per disperazione ci si alza e le si disattiva, quasi a voler dire "Sono sveglia! Sei contenta ora?"

Le sveglie; che invenzione subdola e meschina.
Spensi il pc in tutta fretta; la mia vescica stava scoppiando e reclamava di essere svuotata, dopo ben tre ore passate seduta su una scomodissima sedia davanti alla mia scrivania.

Uno spreco di energie totale.
Seduta sulla tazza del gabinetto, fissai il mio riflesso sulle mattonelle nere lucide alla mia destra; certo che ero davvero buffa, con quei capelli crespi e l'aria sfatta da studentessa in crisi.
Ma la cosa davvero simpatica era il fatto che fossi in quelle condizioni non tanto per l'esame quanto per lui, Eric; ma perché, perché avevo deciso di innamorarmi di lui?
Tornai in camera dopo aver fatto una doccia veloce; gettatami sul letto, diedi uno sguardo veloce al cellulare e controllai se avessi ricevuto messaggi; niente.
Posai il cellulare sul comodino e fissai il soffitto; mi sentivo una inconcludente, ero riuscita a studiare solo sette ore scarse e avevo ancora mille pagine di argomenti da ripetere.
Il mio cervello mi bombardava con mille pensieri; Eric, cresta neurale.
Epitelio celomatico; è l'epitelio che poi darà origine al mesotelio, che è l'unico strato epiteliale che origina dal mesoderma.
Eric l'altra sera mi ha fissata; lo fa sempre, ultimamente. Ma perché allora non si fa avanti?
Il mesoderma parassiale dà origine ai somiti; questi si compongono di una cavità interna e di due versanti, uno dorso-laterale che prende il nome di dermatomiotomo e uno ventro-mediale che è comunemente chiamato sclerotomo.

Una mia amica mi ha rivelato che Eric esce con un'altra ragazza; ma allora perché guarda me in continuazione? Perché mi fissa in quella maniera?
Lo sclerotomo dà origine alle strutture ossee dello scheletro, tranne quelle del cranio.
Eric mi fissa in quel modo da sempre. Dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti.
Il dermatomiotomo invece dà origine a derma e strutture muscolari annesse al tronco; i muscoli sternocostali, ad esempio...

... Perché mi fissa?
... Invece il mesoderma intermedio dà origine ai nefrotomi, che a loro volta si organizzano in...
... Quel sorriso...

... strutture tubulari ancestrali che daranno origine al...

... i suoi sguardi...
... sistema del pronefro....
... Eric.


Quando la mattina dopo mi risvegliai, mi resi conto di aver sognato per tutta la notte una ragazza che mi inseguiva, urlandomi "Avresti dovuto consegnare la tua storia per il Contest! Entro il 23 Settembre!" e Eric che mi fissava mentre io scappavo da questa sconosciuta, consapevole del fatto che non avessi rispettato l'impegno preso ma troppo vigliacca per affrontare le mie colpe.
A coronare il bel sogno, era comparsa alla fine la mia professoressa di Embriologia che rivolgendomi un sorriso sornione mi aveva detto con tono squillante; "Signorina, mi spiace, ma lei non può sostenere l'esame. Ha dimenticato di prenotarsi, indi per cui non posso esaminarla."
Quindi non mi stupì affatto trovarmi, al risveglio, madida di sudore e con la sgradevole sensazione addosso di non aver compiuto il mio dovere.
E allora capii quel che avrei dovuto fare.

Accesi il pc e aprii di nuovo quel file di OpenOffice che avevo creato la sera precedente; lo rinominai "Contest" e iniziai a scrivere.

Avevo deciso; l'ispirazione era tornata repentina a farsi sentire e mi aveva suggerito quell'idea appena sveglia.
Ed ero finalmente riuscita a scrivere qualcosa; forse non era granché, forse sarebbe piaciuto, o magari mi avrebbero rincorso con torce e forconi. Ma, almeno, sapevo di aver portato a termine l'impegno preso ed ero in pace con me stessa e con la mia coscienza.
Quel che mancava, ormai, era Embriologia; avvicinai a me il Moore, ancora aperto sulla pagina del feto a 38 settimane e, sorridendogli, dissi con tono convinto; "E va bene, Keith L. Moore; a noi due!".
Avevo capito tutto; mentre scrivevo, le parole di Matthew Bellamy risuonavano nella mia testa come se fossi collegata su youtube direttamente tramite il mio sistema nervoso; I want it now, esatto!
"Voglio farcela, voglio essere padrona della mia vita!" urlavo dentro di me.
Eric, certo, mi piaceva e anche parecchio; ma avevo altro a cui pensare!
Il mio sogno di diventare neonatologa non poteva sfumare così, solo perché un ragazzo era troppo idiota o chissà cosa per farsi avanti e dirmi che intenzioni avesse; non potevo fondere il mio cervello appresso a lui e alla sua infantilità.
"Lo voglio ora!"
"Voglio il bene per me stessa."
E promisi al mio cuore, che da quel momento nulla si sarebbe più frapposto tra me e i miei sogni di realizzazione.

 

Il mio cellulare suonò dieci minuti più tardi per dirmi di svegliarmi, ma io gli sorrisi divertita; "Stavolta suoni a vuoto!" ridacchiai disattivandolo.
Ero padrona di me stessa e non poteva esistere sensazione migliore di quella.
Nemmeno una stupida sveglia poteva più condizionarmi.



*Moore: testo di embriologia. Autore: Keith L. Moore


I cenni di embriologia inseriti tra i pensieri della protagonista sono nozioni reali della materia.
(Si nota così tanto che ho l'esame a breve?)

L'immagine inserita a inizio OS è mia ^-^ Se prendete, fatemi sapere contattandomi qui o su FB.

 

   
 
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