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Autore: LaMicheCoria    18/09/2014    1 recensioni
[Iron Man 3]
“Da quando sono uno dei tuoi, Stark?”
Tony si fa sfuggire un sorriso. Il che ha del miracoloso, la sua espressione da un po’ è la gemella incazzosa del
Grumpy Cat.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa, Tony Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Don’t Know Where You Come From

 

 

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“Da quando sono uno dei tuoi, Stark?”
Tony si fa sfuggire un sorriso. Il che ha del miracoloso, la sua espressione da un po’ è la gemella incazzosa del Grumpy Cat.
“Sei uscito fuori dai macchinari di mio padre, Rogers: sei un marchio registrato Stark Industries dagli Anni Quaranta.”
“Giuro su Dio, se trovo il tuo logo sullo scudo o sulla divisa passerai il peggior quarto d’ora della tua vita.”
Il magnate morde il labbro inferiore coi denti ed inspira una boccata d’aria, gli occhi socchiusi, la fronte aggrottata nel miglior cipiglio meditabondo del repertorio. Il risultato è che sembra il Pensatore in preda alla stitichezza o ad un brutto attacco di colite fulminante.
“Sai, credo che ci siano giusto un paio di momenti che potrebbero concorrere a…”
Non fa in tempo a finire la frase che il Capitano ha sollevato le spalle dal muro e ha inclinato la testa, con quell’occhiata da So esattamente cosa stai pensando, smettila di fingere che Tony considera una irritante manifestazione divina.
Non è umanamente possibile possedere una così vasta gamma di espressioni paternali. Magari le prova davanti allo specchio. O magari è solo il mal di schiena: il Capitano ha l’inquietante vizio di doversi appoggiare ad ogni parete che incontra per strada. Quando assume uno dei suoi accigliamenti da manuale, di solito si è appena staccato dal muro. Brutta bestia, la lombaggine.
“Come sta?” chiede –E dallo sguardo che gli lancia, deve aver captato i suoi pensieri alla stessa velocità con cui decriptava le trasmissioni naziste durante la Guerra.
“Se la caverà.” Risponde Stark, evasivo, tirandosi il lobo dell’orecchio in  rapido un tic nervoso “E poi non può tirare le cuoia prima di aver visto il finale di stagione di Dowton Abbey. Una questione di principio o qualcosa del genere.”
Steve annuisce e Tony si domanda se debba sempre, dannatamente annuire quando lui si mette a sproloquiare così. Accondiscende? Lo compatisce? Che diavolo, ancora non gli si è ancora scongelata la lingua dacché lo hanno tirato fuori dal banco frigo?
“Stai per fare qualcosa di altamente stupido, vero?”
Ci deve essere un manuale di istruzioni in giro, altrimenti Stark non è in grado di spiegarsi come l’attempato in abiti civili davanti a lui abbia colto nel segno con tanta facilità. Forse è la mia faccia, considera Tony, Non deve essere bello un Grumpy Cat incazzoso colto dalla stitichezza -O da un attacco di colite fulminante.
“Andiamo, Rogers, quando mai ho fatto qualcosa di stupido?”
“Ho letto i tuoi file e ho assistito ad alcune delle tue prodezze: se vuoi te le posso elencare in ordine alfabetico.”
Se Rogers comincia a fare battute, il mondo è davvero alla rovescia. Oppure il Capitano si sta dimostrando un essere umano, dopotutto.
Sebbene il mondo alla rovescia sia un’ipotesi più convincente e plausibile.
“Lascia che venga con te.”
Steve si è girato a fissarlo dritto negli occhi e ha uno sguardo così franco, deciso e sicuro che manca solo una bandiera sventolante alle sue spalle. E’ patriottico da dare la nausea.
Ed è l’unico ad essersi fiondato lì non appena si è diffusa la notizia dell’esplosione al Chinese Theatre.
Tony non sa come, non sa perché, non sa neanche da dove.
Fatto sta che non ha neanche avuto bisogno di chiamarlo. In macchina il cellulare ha semplicemente squillato e sul display del cruscotto è comparsa la foto profilo del Capitano. Epifania mistica o brutto segno che fosse, Tony per una volta ha evitato di inscenare la pantomima della segreteria LMD e ha risposto. Cioè, in realtà ha soltanto accettato la chiamata. L’altro non gli ha neanche permesso di emettere suono.

Arrivo.
Nient’altro. Il crepitio della sua voce è riverberata nell’abitacolo dell’auto per un tempo non quantificabile, fino a quando Stark non è sceso, abbandonando il guscio rassicurante di quell’unica parola, più affidabile di qualunque promessa.
“Mi servi qui.”
“D’accordo.”
Il Capitano gli porge la mano.
E’ marziale nel compiere quel gesto, ma la sua presa non ha niente di militare. Non sta obbedendo agli ordini, non sta marciando al piffero di nessuno: è sua la scelta, sua la decisione di concedergli lealtà ed amicizia. Di essergli leale. Di essergli amico, nonostante i dissapori, la diversa visione delle cose, del palinsesto televisivo e quant’altro.
A dispetto di tutto, Stark non può che esserne immensamente felice. E grato.
Steve è la sicurezza che esiste ancora un po’ di umanità, in giro, anche se è un’umanità che porta le camicie a quadri infilate in pantaloni beige ascellari.
“Vedi di non farti ammazzare, Tony.”
“Riposo, Capitano” Stark gli indirizza un ghigno divertito, di traverso sulle labbra e tirato gli angoli “Un trucchetto sfigato, una battutaccia ed è fatta.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E poi un’altra cosa: che tutti portino il badge. Ha una specie di fissa
E poi i miei non faranno entrare nessuno, senza, okay?

Tony Stark – Iron Man 3

   
 
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