Malfoy's women.

Lucius osservava Narcissa incantato. I suoi capelli biondi fra le sue dita avevano un qualcosa di giusto, di naturale.
L’amava.
L’amava e gli bastava.
L’amava e a lei bastava.
Da piccolo gli hanno sempre insegnato a puntare in alto. Che lui, un Malfoy, avrebbe potuto avere il trofeo più grande non facendo la minima fatica. Gli avevano detto che avrebbe potuto promettere e soddisfare chiunque. Lui era cresciuto con questa convinzione, eppure il mondo dei grandi aveva smontato le sue convinzioni. Perché lui era un Mangiamorte e ultimamente il marchio che portava al braccio bruciava troppo spesso. Come avrebbe potuto garantire un futuro degno di un Malfoy a Narcissa ed, in futuro, ai suoi figli? Non lo sapeva, non voleva neanche darsi delle risposte in quell’attimo. In quell’attimo Narcissa gli stava baciando la mandibola e tutto il resto era fuori da quella stanza. Perché Lucius aveva imparato che durante una guerra bisogna godersi di ogni momento di piacere come se fosse l’ultimo, non sempre potrebbero tornare. Forse, non era in grado di dare un bel futuro alla donna che amava, ma in quel momento a Narcissa sembrava non importarle, l’amava e a lei bastava.

Il volto nell’incavo della sua spalla, le mani sui suoi fianchi e le sue braccia attorno al collo.
Era la posizione più bella al mondo e di questo Draco ne era certo. Si sentiva, in qualche modo, protetto e in pace col mondo, in pace con se stesso. Astoria, per motivi ignari pure a lui, sapeva di casa. Sapeva della felicità che non aveva mai trovato, ma desiderato troppo.
In qualche modo il cuore umano è sempre un po’ egoista. D’altronde è quasi scontato, ma è buffo pensare che amiamo tutte le persone che ci salvano o che  ci fanno bene. Come se senza di loro non potessimo vivere. Draco sapeva perfettamente di essere egoista e questo lo sapevo anche Astoria.
Le ferite però erano ancora lì, a fargli sanguinare il cuore, ed Astoria era ancora lì pronta a curargliele. Ed in fin dei conti, va bene così. Perché avevano imparato ad amarsi nel dolore e quando dopo anni ne erano finalmente usciti, erano insieme, sempre a tendersi una mano a vicenda, ancora lì ad essere l’antidoto dell’altro.

Scorpius lo sapeva che era sbagliato. Lo sapeva pure Lily.
I capelli di lei sparsi nel cuscino e il lenzuolo a coprirla. Probabilmente se la famiglia di Scorpius e la sua gli avessero visti sarebbe scoppiata quasi una terza guerra magica. Una guerra Potter e Malfoy.
Scorpius, che era stato il primo a cessare le armi nella stessa guerra combattuta da lui e Lily negli anni precedenti, avrebbe giurato che di quella guerra non gliene sarebbe importato nulla. Loro si amavano, erano giovani con le porte del mondo contro e si amavano. Bisticciavano, si prendevano in giro, passavano le giornate ad ascoltare le loro dita sul pianoforte e a baciarsi, si completavano e formavano le più assurde sfumature di grigio, ma toccavano sempre il cielo.
Probabilmente, tirando le somme, la guerra Potter e Malfoy gli avrebbe soffocati. Eppure, ad entrambi gli andava più che bene soffocarsi a vicenda, sarebbero morti felice se l’avessero fatto insieme.