Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: onedeyes    18/09/2014    1 recensioni
Perché, a volte, le cose non sono destinate a durare.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Per la terza legge della fisica, vale il principio secondo cui a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. 
Eppure, in quel momento, con un coltello nella mano e gli occhi nocciola spalancati, Valerie lo fissava e si chiedeva se mai avesse avuto il coraggio di fare quello che lui le aveva fatto.  Di rovinarle la vita come lui l’aveva rovinata a lei.
I suoi occhi erano chiusi e la mano era premuta contro la ferita sul torace.
“Fallo, Valerie.” tossì, sputando sangue.
Ma la ragazza scosse la testa, se l’avesse fatto, se avesse affondato quella lama, sarebbe stata proprio come lui e lei non voleva.
Lui sorrise, vedendola indietreggiare e tremare.
La piccola e dolce Valerie.
“Oh, andiamo, Val.” disse, prendendo un respiro profondo. La ferita lo stava distruggendo. “Non è così difficile. Devi solo venire qui.” mormorò, battendo con una mano vicino a lui.
Valerie aprì la mano, lasciando che il coltello cadesse sulla strada e si portò entrambi le mani davanti la bocca, mentre un vento glaciale iniziava ad alzarsi e a farla rabbrividire.
I suoi capelli castani le sferzarono il viso, ma lei continuava ad allontanarsi.
“No.” sussurrò e solo quella parola fece ridere il ragazzo, facendogli scuotere la testa.
Cercò di alzarsi, ma non ci riuscì, e fu costretto a muoversi sui gomiti per avvicinarsi a Valerie.
La ragazza avrebbe voluto urlare mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime, ma dalla sua gola non uscì niente, perché, per quanto odiasse ammetterlo in quel momento, lo amava ancora.
“Vattene, per favore.” sussurrò, continuando a indietreggiare finché la sua schiena non sbatté contro una parete e lei si accasciò per terra, portandosi le mani tra i capelli.
Lo vedeva avvicinarsi, lentamente, e il suo sorriso la inquietava.
Incontrò i suoi occhi e rabbrividì, stringendosi tra le braccia, ma non riuscendo a spostarsi di un millimetro, non riuscendo a dire nulla.
Lui era lì, e voleva che la ferisse perché sapeva che così avrebbe messo fine a quel dolore che lo stava devastando.
“Andiamo, Val. Fai un favore a entrambi, facendo questo.” disse, facendo finta di puntare una lama al suo torace.
Valerie scosse la testa, gli occhi colmi di lacrime mentre lui si sedeva al suo fianco, alzando una mano sporca di sangue.
Le sfiorò una guancia, con dolcezza, e la ragazza trattenne il respiro, mentre la sua mano scendeva fino a posarsi sul suo petto, sopra il cuore.
Non le avrebbe mai voluto far del male, quello lei doveva saperlo.
Valerie gemette quando sentì quelle labbra al suo orecchie, solleticarglielo mentre si muovevano.
“Fallo, Val. Salvaci entrambi.” mormorò, lasciandole poi un bacio che si ripercosse in tutto il corpo.
Valerie tremò e si girò, allontanandosi il giusto per vederlo a pieno viso ma non tanto per non sentire il suo respiro sulle sue labbra.
“Perché?” sussurrò, tremando. “Perché così non paghi per quello che hai fatto, eh? Io ti sto dando un’opportunità, l’unica possibilità che hai. Scappa.” sussurrò, chinando poi la testa.
Chiuse gli occhi, aspettando di sentire il vuoto vicino a lei, ma quando sentì invece la sua mano sulla sua gamba, come era sempre stato, un brivido la percosse.
“Non voglio più fuggire, Valerie. Non voglio più dover vivere nascosto.” 
Le sue parole le entrarono dentro e Valerie strinse le mani a pugni, pronta a esplodere.
Si alzò e si allontanò di scatto, guardandolo in quegli occhi verdi. Quegli occhi che le avevano sempre raccontato bugie solo per poi distruggerla.
“Dannazione, Harry!” disse, scoppiando a piangere. “Lo sto facendo perché ti amo, cazzo. Scappa, scappa e basta. Se ti prendono, sei fottuto, e non puoi chiedermi di ucciderti, non posso farlo.” mormorò, sentendo le lacrime scendere sulle sue guance.
Harry prese un respiro tremante e appoggiò la schiena al muro dietro di lui, chiudendo gli occhi per un momento. Quando li riaprì, Valerie era davanti a lui e lo fissava con i suoi occhioni da cerbiatta spaventata.
Sorrise e allungò una mano, cercando contatto, ma la ragazza si sottrasse e lui non poteva darle tutti i torti. L’aveva ferita in tutti i modi possibili.
Si leccò le labbra screpolate e gemette quando una fitta lo colpì, facendogli chiudere gli occhi per un breve istante, nel dolore.
Valerie lo fissava spaventata e Harry fece quel mezzo sorriso che avrebbe dovuto risolvere tutto, come sempre, ma in quel momento le fece venire
solo voglia di picchiarlo.

Perché, proprio in quel momento, aveva deciso di voler fare l'eroe? Di voler fare il bravo ragazzo?
“Vattene, Harry.” lo pregò, sperando che, per una volta in tutta la sua vita, l’ascoltasse.
Harry fissò a lungo gli occhi hazel di Valerie, cercando di trovarci dentro una ragione. Eppure Valerie era stata chiara, lo amava ancora, nonostante tutto e gli stava dando un’opportunità. L’unica che forse, saggiamente, avrebbe dovuto prendere. E fu lo sguardo spaventato della ragazza, il suo desiderio di salvarli nel modo meno crudele per tutti, a farlo agire.
Aggrottò la fronte mentre si piegava e Valerie si irrigidì quando lui le prese il braccio, avvicinandola.
“Aiutami, per favore.” sospirò e la ragazza chiuse gli occhi, rilassandosi.
Aveva paura per il ragazzo che l’aveva distrutta. Paura che gli facessero del male, perché lui, lo sapeva, non le avrebbe mai fatto del male se non fosse stato costretto dalla vita. Paura che lo perdesse e lei non poteva immaginarselo un mondo senza lui al suo fianco.
Lo aiutò a tirarsi in piedi e gli poggiò un braccio sulla vita, mentre Harry si appoggiava a lei.
Da lontano, si potevano già sentire le sirene della polizia e Valerie chiuse gli occhi, pregando che non arrivassero in tempo e che mantenessero la loro abitudine di arrivare sempre tardi.
Con passo zoppicante, riuscì a portare Harry fuori da quella casa diroccata e alzò lo sguardo, trovando l’auto con cui era venuto.
“P-posso farcela da solo.” disse il ragazzo, cercando di staccarsi ma Valerie scosse la testa, i suoi occhi rossi dal pianto.
Si girò, per vedergli il profilo. Le guance erano segnate da lacrime e graffi e lo sguardo era fisso e glaciale, facendola rabbrividire.
Sospirando, accelerò il passo, raggiungendo l’auto e aprendogli la portiera.
Harry salì dentro, trattenendo le urla e le lacrime. In tutti quegli anni, gli avevano sempre insegnato a essere forte, a reprimere le emozioni, ma poi era arrivata Valerie. Quella piccola e ingenua ragazza che gli aveva insegnato l’amore e lui adesso ne portava le ferite.
Valerie strinse le labbra mentre lo vedeva prepararsi a lasciarla, ancora una volta, forse per sempre. 
Quando fu pronto, Harry si girò, prendendole una mano e portandosela alle labbra, baciandole gentilmente le dita, le nocche, il palmo, qualsiasi parte potesse raggiungere con le su elabbra affamate di lei.
La ragazza non riuscì a reprimere i singhiozzi che le stavano squarciando il petto.
Non aveva idea di quello che stava facendo, se faceva la cosa giusta, salvando l’uomo che amava, o se stava sbagliando, lasciandolo scappare impunito per i suoi crimini.
Harry sospirò, sfiorandole una guancia e costringendola a guardarlo.
“Non è la fine, Valerie.” le mormorò e la ragazza scosse la testa, non trovando la voce.
Avrebbe tenuto lo sguardo basso se non fosse stato che Harry le alzò il mento, fissandola negli occhi.
“Tornerò, lo prometto.” sussurrò e Valerie si sporse avanti, mentre chiudeva gli occhi.
Rilasciò un sospiro solo quando poggiò la sua fronte su quella di Harry e sentì la mano di lui dietro il suo collo, avvicinarla.
Quando gli riaprì, Harry la fissava, in attesa che dicesse qualcosa.
“Ti uccideranno se tornerai, Harry. Salvati e fuggi.” mormorò, passandosi la lingua sulle labbra secche.
Harry sospirò e dovette mordersi l’interno della guancia per evitare di urlarle contro, così fece l’unica cosa che poteva fare. La avvicinò ancora di più, finché le loro labbra non si sfiorarono.
Valerie portò le sua mani, tremanti, tra i capelli sporchi di fumo del ragazzo.
“Mi uccide restare lontano da te.” mormorò, prima di baciarla.
Valerie pianse nel bacio, mentre si stringeva a Harry, come se avesse potuto cancellare tutto e riniziare da capo, come se quello fosse stato il loro primo bacio. Harry la costrinse ad aprire la bocca, insinuando la lingua nella bocca della ragazza e assaporandola, mentre sentiva i singhiozzi di
Valerie e le sirene farsi sempre più vicine.

Si tirò indietro, respirando sulle sue labbra gonfie, umide dei suoi baci.
“Avresti dovuto uccidermi.” mormorò, scherzando e Valerie trovò la forza di colpirlo sul braccio, spostandosi e fissandolo con un cipiglio sul volto. 
Non lo avrebbe mai fatto, di quello ne era sicura.
Harry ridacchiò e si tenne la ferita, sospirando e tremando.
“Vai, Harry.” mormorò, mentre si stringeva tra le braccia, come a proteggersi dal freddo che stava iniziando a insinuarsi nelle sue ossa.
Eppure, sapeva che, in un modo o nell’altro, quella relazione sarebbe finita. Solo che non avrebbe mai immaginato finisse così.
Harry la fissò un’ultima, ricordandosi quel volto scavato dal dolore, quegli occhi nocciola pieni di lacrime e quelle labbra umide dei suoi baci. Si ricordò Valerie così, come la bellissima ragazza che aveva distrutto.
“Tornerò, lo prometto.” sussurrò di nuovo e Valerie scosse la testa, mentre si portava una mano sulla guancia.
“Non credo più alle tue parole. Ora, vattene.” gli disse, mentre altre lacrime scendevano.
Harry sospirò e guardò nello specchietto sopra la sua testa, vedendo le luci blu avvicinarsi.
Alcune bestemmie scivolarono dalle sue labbra prima che mettesse in moto e fuggisse, come aveva sempre fatto. Come avrebbe sempre continuato a fare.
Valerie cadde sulle ginocchia, sentendosi male, debole. Si portò una mano davanti la bocca mentre urlava e piangeva. Il dolore la stava squarciando e lei non avrebbe mai pensato che vederlo andare via le avrebbe fatto così male.
Era sola.
Senza Harry, lei era sola e quella consapevolezza la distrusse, mettendola al tappeto.
Si portò un’altra mano davanti la bocca, non riuscendo a reprimere i singhiozzi che uscivano dalle sue labbra che sapevano di lui, ancora una volta.
Sentì delle voci, ma i suoi occhi rimanevano incollati nel punto in cui Harry era sparito.
“Non credo più alle tue parole.” gli aveva detto.
E davvero, non ci credeva più. Harry le aveva raccontato così tante balle nel tempo in cui si erano conosciuti che lei ne aveva perso il conto. Si era chiesta, dopo che aveva scoperto la verità, se mai le avesse detto una verità. Anche piccola, non importava. Ma le bastava una verità, per dimostrare che lei non aveva sbagliato a dargli un’opportunità, che aveva fatto bene. Che, nonostante le parole di tutti, lei aveva fatto bene a seguire il suo cuore, come le aveva insegnato sua madre.
“Signorina? Signorina, è lei che ha chiamato il 911?” 
Una voce la raggiunse, così come una mano la toccò, ma Valerie rimase immobile, ricordandosi quegli occhi verdi.
Sarebbero stati la sua dannazione, lo sapeva. Ma lei si sarebbe ripresa, come aveva sempre fatto.
Eppure, chiuse gli occhi mentre le sue labbra si muovevano senza che lei volesse.
“Ma ti amo ancora.”










non riesco mai a scrivere qualcosa di felice, mai.
comunque, mi farebbe piacere se passate dalla mia storia ("Collision"), la potete trovare sul mio profilo.
love ya.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: onedeyes