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Autore: Red_Ginger    19/09/2014    1 recensioni
"La mia mano stringe la tua, l'altra ti cerca in un abbraccio portandoti vicino a me, fino a sfiorare la mia fronte con la tua. Un brivido percorre tutto il corpo, la musica è iniziata. Chiudo gli occhi per un attimo e si muove il primo passo della salida.
Per tre minuti il mondo siamo noi."
Primo ma importantissimo tassello di una serie di one shot. Dedicata.
Genere: Introspettivo, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Storico
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Per tre minuti

 

 

 

 

"La mia mano stringe la tua,

l'altra ti cerca in un abbraccio portandoti vicino a me,

fino a sfiorare la mia fronte con la tua.

Un brivido percorre tutto il corpo, la musica è iniziata.

Chiudo gli occhi per un attimo e si muove il primo passo

della salida.

Per tre minuti il mondo siamo noi."



 

Madrid, 1935


Silenzio.

 

Silenzio assoluto nella milonga1. Un silenzio grave, pesante come un macigno e così forte da rischiare di assordarti mentre avanzi sulla pista da ballo, mano nella mano con lei.

 

Cammini con calma, muovendo passi misurati, cercando di nascondere il terrore che ti scorre nelle vene, sperando che il battito impazzito del tuo cuore non rimbombi per tutta la sala elegantemente arredata.

 

Una mano bianca come la neve eppure calda, affusolata eppure straordinariamente forte stringe la tua con delicatezza.

 

Tieni lo sguardo basso sulle listelle del parquet, tenute in modo impeccabile e perfettamente lucidate nonostante l’uso continuo a cui sono sottoposte, e lo rialzi solo quando lei ti fa fare un mezzo giro con un movimento fluido del braccio per farti trovare davanti a sé.

E quando lo fai incontri due occhi che ti lasciano senza fiato.

 

Così conosciuti, eppure sempre così nuovi.

 

Così familiari, eppure sempre così impenetrabili.

 

Così cangianti, così misteriosi, di quella sfumatura verde, un verde tanto scuro da sembrare smeraldo liquido, screziato qua e là da pagliuzze dorate.

 

Quegli occhi che sanno parlare più chiaramente e più intensamente della voce da contralto che hai imparato ad amare.

 

Occhi capaci di incenerirti, di scioglierti di passione.

 

Capaci di leggerti nell’anima.

 

Quegli occhi che ora ti dicono danza con me, in un invito muto quanto intenso e allettante.

Basta fissare quelle iridi di bosco per pochi secondi, e la paura e la tensione scivolano via dal tuo corpo come acqua.

 

Vi mettete in posizione con movimenti sicuri e fluidi: vi stringete in quell’abbraccio asimmetrico tanto familiare, con le sua destra che si posa sulla tua la schiena e la sinistra che tiene la tua destra.

 

E appena i vostri corpi si avvicinano sparisce tutto ciò che ci circonda.

 

Sparisce il legno della pista da ballo sotto i vostri piedi, circondata da visi attoniti, sparisce l’orchestra in fondo alla sala, sparisce la milonga, sparisce tutto il mondo perché ora sei tra le braccia della donna che ami.

 

Nelle braccia di Diana.

 

Diana, dai capelli corti capelli color rame.

 

Diana, a cui non importa nulla delle convenzioni sociali e che si veste da uomo.

 

Una donna scomoda per un Paese arretrato come la Spagna, la vostra amata Spagna.

 

Diana, con quel corpo da ballerina classica, scolpito e modellato dagli anni passati nella terra di sua madre, al Bolshoi2, con quella pelle bianca che sembra di porcellana.

 

Diana, con la sua ironia pungente, con il suo profumo di mirra, con la sua apparente calma glaciale che nasconde l’ardore della passione.

 

Fuoco liquido che scorre sotto il ghiaccio, liquido come il verde delle iridi fisse nelle tue.

 

Non vuoi distogliere lo sguardo, e non ci riusciresti nemmeno se volessi, ipnotizzata e catturata nelle spire del fascino della tua compagna.

 

Le prime battute del brano risuonano nell’aria ormai rarefatta del locale.

 

Violente stoccate di violino, sulle quali Diana muove i primi passi in avanti, facendo muovere anche te.

 

Danzate in perfetto sincrono, e quando lei si ferma tu ne approfitti per eseguire una cadenza3: tieni il ritmo sul posto con una sequenza di passi sensuali, la mano sinistra posata sulla morbidezza del tessuto della giacca di Diana.

 

Ti viene da sorridere mentre la corteggi, mentre la inviti a intessere proibiti intrecci di corpi con i movimenti lascivi delle tue gambe scoperte, perché ti rendi conto che portate gli stessi vestiti di sei mesi fa, gli stessi abiti di quella volta a casa sua, quell’attico dalle cui finestre si vedono tutti i tetti di Madrid.

 

Lei indossa un completo grigio scuro, che fa risaltare la sua chioma e i suoi occhi, e che evidenzia le parti giuste di quel corpo scultoreo.

 

Sotto la giacca un gilet grigio perla lancia riflessi opalescenti, in magnifico contrasto con una cravatta rossa.

 

Rossa come la passione.

 

Rossa come il peccato.

 

Della stessa tonalità del vestito che indossi tu, seta rossa e pizzo, audace e scollato, con uno spacco vertiginoso.

 

Lei comprende il tuo divertimento ed un leggero sorriso tende le sue labbra piene, mentre ti guida nella figura dell’ocho4.

 

Disegnate un otto con  vostri movimenti veloci e sicuri, mentre flash di quel giorno ti balenano in mente a ritmo delle battute musicali.

 

Un giorno brutto, con un cielo plumbeo, pesante di nubi che si addensavano prima del temporale, come la tensione che si è addensata tra voi prima che scoppiasse la passione.

 

Molinete5.

 

Girate lentamente attorno al vostro asse.

 

Passi sempre misurati e attenti, ma non per questo meno fluidi.

 

Movimenti felini.

 

Il tessuto che copre le gambe scattanti di Diana sfiora le tue mentre lo fate, dandoti un brivido mentre ti torna in mente il tocco carezzevole delle sue mani che ti prendevano le caviglie, una alla volta per sfilarti le scarpe.

 

Volcada6.

 

I vostri visi vicinissimi, i vostri piedi lontani.

 

Puoi contare quelle lunghe ciglia chiare, e lo faresti più che volentieri.

 

Il suo profumo ti invade ancora di più le narici, inebriandoti.

 

E la rivedi mentre si abbandonava sul letto, sotto le tue mani che le slacciavano la camicia.

 

I tuoi palmi su candida pelle rovente.

 

Le tue dita che tastavano la solidità di muscoli torniti da ore ed ore di esercizi di ginnastica e danza.

 

La sua mano sulla base della tua schiena ti attira verso di lei, facendovi aderire quasi completamente, e poi ti solleva mettendoti una mano dietro un ginocchio mentre fa una giravolta.

 

Trattieni il respiro mentre ti torna in mente quando ti ha presa in braccio rialzandosi dal letto per premerti contro il muro.

 

Le stringi una gamba attorno alla vita e le posi una mano dietro il collo mentre ti fa scivolare lentamente a terra, facendoti strusciare su di lei in un gesto inconfondibile.

 

Improvvisamente si ferma, si stacca da te e fa per andarsene, in quella tipica mossa che riempie il tango di tensione.

 

Riesce a fare solo un passo, perché tu le afferri il polso per fermarla.

 

Ti da le spalle in questi pochissimi secondi, però sei sicura che un nuovo sorriso le tende le labbra.

 

Si gira lievemente e ti tira di nuovo verso di lei, così vicino da far toccare le vostre fronti.

 

Ora tocca a te sorridere, mentre ti sottrai al suo abbraccio tirandola per la cravatta.

 

Ricordi quel tessuto morbido stretto attorno ai tuoi polsi, tremanti di piacere come il resto del tuo corpo grazie alle carezze di una bocca bollente che ti esplorava.

 

Ricordi il pulsare frenetico del tuo cuore mischiato ai brividi di godimento mentre ti spingevi contro due labbra più morbide della seta e bollenti come l’inferno.

 

Rivedi quella testa fulva tra le tue cosce, risenti il lieve solletico di quella seta ramata sulla pelle, risenti quella bocca che ti dava ciò che volevi.

 

E continuate a ballare, dimentiche del mondo e dei suoi problemi, dimentiche di una società che forse non vi accetterà mai, chiusa nel Medioevo.

 

Continuate a corteggiarvi, ad amarvi a tempo di musica, mischiando i vostri corpi sulle note vibranti del pezzo suonato dall’orchestra.

 

Ora gli occhi di Diana hanno uno sguardo morbido, vellutato, mentre ti accarezza con il verde delle sue iridi.

 

Uno sguardo morbido e compiaciuto, come quando hai ricambiato il piacere che ti aveva donato.

 

Uno sguardo felice del gioioso desiderio che mostravi nella scoperta di ogni anfratto e ogni curva di quel corpo dalle fattezze quasi maschili.

 

Dio, è così bella.

 

È così bella e affascinante, e ti appartiene.

 

Ad ogni suono i vostri passi si fanno sempre più arditi, sempre più sensuali, come se davvero foste sole come quella volta.

 

E anche se ora non potete realmente spogliarvi a vicenda danzando lo state facendo con gli occhi.

 

Siete vagamente consapevoli del pubblico che trattiene il fiato davanti ad un tale fascino, davanti ad un tale magnetismo.

 

Sembrate due stelle, due corpi celesti che si attraggono inevitabilmente e  che gravitano l’uno intorno all’altro.

 

Salida7Otto passi di pura seduzione sotto gli occhi attoniti dei presenti nella milonga.

 

Occhi negli occhi, il vostro respiro che si mischia. Il suo è caldo, dolce del Disaronno che ha bevuto prima.

 

La musica si fa lievemente più rapida, avviandosi verso la conclusione e voi vi perdete l’una nell’altra, prigioniere dello stesso incantesimo che avete intessuto stregando il pubblico.

 

Le sue gambe si muovono sicure con le tue, componendo quelle figure che tanto amate.

 

Quelle figure che parlano di proibiti intrecci passionali di corpi che compongono sinfonie di corteggiamento.

Melodie di conquista.

 

Fianchi che scattavano in preda al piacere più sublime sotto le stoccate indolenti della tua lingua.

 

La tua mano le stringe la spalla.

 

Le tue dita che affondavano nella sua carne soda.

 

Eccole, le ultime battute del brano. Brevi, sincopate, furiose.

 

Furiose come i lampi e i tuoni del cielo sopra Madrid in quel pomeriggio, come la pioggia che martellava sul tetto, colando sui vetri.

 

Furiose come il battito dei vostri cuori, come i baci che vi scambiavate.

 

Furiose come il vostro desiderio.

 

L’ultima nota si spegne vibrando nel silenzio mentre tu ti trovi seduta sulla gamba destra di Diana, in una perfetta sentada8.

 

Infine vi rialzate con il fiatone e, sorde allo scrosciare degli applausi del pubblico estasiato, vi baciate sulle labbra9, lì davanti a tutti, incuranti del mondo.

 

Perché nel vostro mondo ci siete solo voi.

 

Note

 

1Milonga: locale dove si balla il tango.

2Bolshoi (Gran Teatro nazionale accademico di Russia): storico centro teatrale di Mosca in cui vengono allestiti ballettiopere e spettacoli teatrali. È uno dei più celebri e blasonati templi del balletto classico mondiale.

3Cadenza: figura del tango nella quale si tiene il ritmo sul posto.

4Ocho: figura del tango nella quale l'uomo guida la donna facendo così in modo che lei disegni un otto con i piedi.

5Molinete: figura del tango nella quale l'uomo e la donna girano camminando attorno all'asse della coppia.

6Volcada: figura del tango caratterizzata da un abbraccio molto chiuso in cui la coppia è molto vicina con le spalle e lontana con i piedi.

7Salida (basica): sequenza di 8 passi. L'uomo partendo col piede destro esegue: passo indietro, di lato, avanti, avanti, unisce i piedi e guida alla donna un incrocio, avanti, di lato, insieme.

8Sentada: figura spettacolare nella quale la donna effettua una sorta di "seduta" sulla gamba del ballerino, allungata e tesa verso l'esterno.

9Nel mondo dello spettacolo e della musica le coppie omosessuali destavano ben poco scalpore dato che non era raro che gli artisti fossero sull’altra sponda.


 

Angolo autrice

Buongiorno a tutti.

Rieccomi qui a pubblicare dopo mesi. Non ho scritto nulla per molto tempo per un motivo molto semplice: sto cambiando. Come potete vedere BlueStarMoon non esiste più, perché ora c’è Red_Ginger, e la rosa blu che tanto mi piaceva nel mio avatar è stata sostituita dalla foto del mio poeta preferito, sicuramente uno degli scrittori più rivoluzionari ed affascinanti della letteratura mondiale (e sono sicura che capirete chi è). Sto cambiando e con me il mio stile, i miei gusti, perciò non so se chi mi ha seguito fino ad ora continuerà a farlo perché mi dedicherò solo ad alcuni generi. L’unica cosa che non cambierà sarà il mio ritardo cronico, perciò non aspettatevi una storia al giorno, perché Ginger una ne scrive e cento ne pensa senza avere il tempo di metterle giù tutte.

P.S: spero che l'immagine (se si vede) vi piaccia, perchè l'ho modificata io, come dice il mitico Catarella di Montalbano, di persona personalmente!

Alla prossima,

Red_Ginger

  
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