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Autore: Il Saggio Trentstiel    19/09/2014    6 recensioni
Pillole di Destiel.
Avvenimenti poco sovrannaturali e molto quotidiani, segreti, follie e storie mai raccontate della coppia fanon più canon che esista.
Rating, generi e avvertimenti saranno molto variabili: in ogni caso cercherò di mantenermi entro l'arancione.
I - Turn! Turn! Turn!
II - Fever of love
III - Honey (I miss you)
IV - Every little thing he does is magic
V - Fear of sleep
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Titolo: Fear of sleep
Personaggi: Dean, Castiel
Genere: Fluff, Malinconico
Avvertimenti: ///
Note: Human!Cas
Prompt: Dean parla nel sonno, Cas ama ascoltarlo [suggerito da Alioth]
Rating: Verde
Conteggio parole: 781








Quando Castiel era ancora in possesso dei suoi poteri non aveva alcun bisogno di dormire.
Secoli, millenni si erano succeduti senza che lui si distendesse su un qualsivoglia giaciglio e serrasse le palpebre. Poi Dean Winchester era entrato nella sua vita – o era stato lui a farlo? – e Castiel aveva scoperto che anche con tutta la sua millenaria esperienza aveva chissà quante cose da imparare.
Gli hamburger sono buonissimi, chi guida l'automobile sceglie la musica, torte e crostate sono molto diverse tra loro. Queste alcune delle lezioni che aveva diligentemente appreso, ma il dormire... Oh, quello era difficile.
Più volte aveva provato a chiudere gli occhi e a sgombrare la mente ma era tutto inutile: mille e più pensieri si rincorrevano nella sua testa, la sua Grazia e la sua essenza gli impedivano semplicemente di lasciarsi andare a un sonno ristoratore.
Così Castiel, privo di occupazioni alternative, aveva cominciato a osservare Dean Winchester mentre dormiva. Ad ascoltarlo. A volte l'umano parlava nel sonno.
Le prime volte Castiel aveva replicato alle sue frasi sconnesse ed era rimasto interdetto quando non aveva ricevuto risposte. Poi, pian piano, aveva capito.
Il più delle volte Dean biascicava singole parole, solitamente a sfondo sessuale o gastronomico.
Di rado riusciva a formulare frasi di senso compiuto che Castiel ascoltava rapito.
Altre volte, invece, digrignava i denti e si lamentava sommessamente. La prima volta le mani di Dean aggrappate al cuscino e il suo volto contorto dal dolore avevano preoccupato Castiel che, istintivamente, aveva posato due dita sulla fronte dell'uomo, interrompendo le sue sofferenze.
Incubi. Dean soffriva spesso di incubi, ma Castiel era quasi sempre lì a confortarlo come un vero angelo custode.
Delicatamente, senza svegliarlo, gli sfiorava appena la fronte imperlata di sudore e lo osservava rilassarsi e, talvolta, borbottare qualche inudibile parola. Allora, e solo allora, Castiel sorrideva.








Quando Castiel aveva perso i suoi poteri avrebbe avuto bisogno di dormire ma, semplicemente, non ci riusciva.
Il suo corpo ormai umano lo pregava di stendersi e addormentarsi, la sua mente ancora angelica sembrava volerglielo impedire.
Ci volle tutto l'aiuto di Dean per imparare come rilassare corpo e mente, come favorire l'arrivo della sonnolenza e come riposarsi.
Castiel aveva lentamente appreso anche questa preziosa lezione: ciononostante non riusciva mai a dormire a lungo e ininterrottamente.
La sua parte angelica, quella che era rimasta ancorata al suo cuore e alla sua mente nonostante la perdita della Grazia, gli rammentava costantemente il suo compito. Vegliare su Dean Winchester.
Così Castiel si svegliava nel cuore della notte, a volte insonnolito e stordito, a volte terribilmente lucido, e in silenzio si sedeva accanto al letto di Dean.
Il Cacciatore non aveva perso l'abitudine di parlare nel sonno né Castiel quella di ascoltarlo con attenzione e sorridere dinanzi alle sue buffe espressioni; ma così come Dean parlava, poteva anche sognare. Avere incubi.
Castiel si sentiva inutile. Senza poteri non poteva far altro che osservare Dean contorcersi e lamentarsi – lo udì chiamare lui, Sam, Bobby –, macerandosi nell'attesa di un'alba che non giungeva mai troppo presto.
I primi raggi del sole mattutino sembravano rischiarare i pensieri di Dean che dopo un po' tornava a rilassarsi. Era quello il momento in cui Castiel si alzava e si allontanava, gettandosi sul suo giaciglio in preda al rimorso per non averlo potuto aiutare, incapace di riaddormentarsi.
Una notte Dean parve avere un incubo peggiore del solito. Si agitava tra le lenzuola umide, strizzava gli occhi dietro le palpebre e rantolava dolorosamente.
«No... No... Cas...».
L'ex Angelo si alzò dalla scomoda sedia di legno e gli si fece vicino. Dean aveva il volto lucido di sudore e sofferente oltre ogni immaginazione: il cuore umano di Castiel batteva con furia, come se volesse saltargli fuori dal petto.
«Non... Toccarlo...».
Castiel agì d'istinto. Levò una mano e la posò sulla fronte di Dean, consapevole di non avere più poteri ma...
«Cas...».
Sobbalzò, temendo di aver svegliato Dean, ma l'uomo era ancora addormentato. Sembrava anche essersi quietato dopo il suo tocco: eppure non aveva più poteri!
«Cas...» ripeté Dean a bassa voce, muovendo appena le labbra. Castiel avvicinò il volto al suo senza interrompere il contatto con la sua mano.
«Sono qui, Dean» replicò, sebbene l'esperienza gli avesse insegnato quanto fosse inutile; ma stavolta qualcosa accadde.
Il volto di Dean si rilassò completamente e gli angoli della bocca dell'uomo sembrarono incurvarsi appena verso l'alto. Il suo respiro si era fatto regolare, ben diverso dall'ansimare di poco prima e Castiel ancora non si decideva ad allontanare la mano dalla sua fronte.
«Torta di mele...».
L'ex angelo sorrise radioso e si accostò all'orecchio di Dean.
«Tutta la torta di mele che vuoi».
Allora, e solo allora, anche Dean sorrise.


















Angolo acuto dell'ottuso autore
Di nuovo, fluff a profusione e un pizzico di malinconia che non fa mai male!
Siate felici, eh, ché inizialmente ero intenzionato a imbottire questo capitolo di lacrime e angst... Ma attenzione perché la voglia di angst c'è sempre e potrebbe colpire quando meno ve l'aspettate *le muhahahah*
 

   
 
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