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Autore: Bad Bionda Bana    19/09/2014    2 recensioni
Al mondo esistono moltissimo leggende, delle più svariate origini. Il più delle volte raccontano di creature diverse dagli umani. La domanda ora è: che siano semplici invenzioni di persone che volevano spaventare i propri figli nel caso avessero fatto i capricci, o una certa punta di verità c'è?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cheondung, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando riaprii gli occhi subito non capii dove mi trovavo, attorno a me vedevo tutto sfocato. Ero sdraiato per terra con una piccola coperta sopra, mi alzai piano, sentivo la testa girare. Mi grattai gli occhi e tutto cominciò a farsi più nitido, riconobbi la stanza, mi trovavo al monastero dove viveva il padre di Saehwuin. Saehwuin? E lei dove era? Mi guardai intorno preoccupato. L'ultimo ricordo che avevo era che le avevo restituito la perla per non farla morire. Aveva funzionato? Stava bene? Un milione di domande turbinavano nella mia mente finchè non ricordai quell'unico dettaglio. La sua ultima coda, l'avevo vista poco prima di svenire con lei tra le mie braccia, era scomparsa. Cercai di non giungere a conclusioni affrettate, ma difficilmente ci riuscii. Mi tornarono in mente le parole di suo padre. “Così ha deciso di lasciarti tutta l'energia della perla”. Aprii le porte per poter urlare al cielo la mia disperazione quando la vidi.
-Saehwuin!- la abbracciai facendole cadere la bacinella e l'asciugamano che stava portando -Tu non hai idea di quanto sia sollevato nel vederti! Non te ne sei andata.- la strinsi il più forte possibile.
Guardai il cielo in cerca della luna, per ringraziarla per avermi lasciato quella meravigliosa ragazza. La notte era buia, più buia del solito, infatti la luna non c'era, ma in quel momento mi importava poco. Ero felice che Saehwuin fosse li con me, tra le mie braccia.
-Sanghyun, ascolta.- disse lei sciogliendo l'abbraccio, il suo viso era serio, con una lieve velo di tristezza -Devo dirti una cosa.-
-Non illuderti ragazzo.- suo padre arrivò dalla stanza a fianco -Non credere sempre a ciò che vedi.- disse. Non capivo cosa intendesse, insomma, lei era li, la sentivo, la vedevo, di cosa non dovevo illudermi?
-Mi scusi signore, ma di cosa non dovrei illudermi?- chiesi interrogativo.
-Sanghyun, ora io sono qui, ma non lo sarò per sempre.- abbassò il viso, vidi alcune lacrime cadere dal suo viso fino a terra.
-Vedi ragazzo mio, il tuo gesto è stato molto coraggioso quanto avventato. Restituendole la perla le hai ridato la sua energia vitale, ma ormai era quasi del tutto consumata. Ovviamente una volta tornata dal suo custode la perla cerca di fare il possibile per aiutarlo, per tenerlo in vita.- fuori il cielo cominciò a schiarirsi pian piano, probabilmente stava giungendo l'alba insieme al sole -La perla di Saehwuin debole come era riuscì a fare solo una cosa.- mi girai verso Saehwuin cercando di vedere se in lei c'era qualcosa di diverso, ma non vidi nulla, nulla finchè le prima luci del mattino non la colpirono.
-Vista la debolezza della mia perla, questa riesce a darmi forma umana solo durante le notti di eclissi lunare.- si allontanò piano -Mi dispiace Sanghyun.- disse versando le ultime lacrime per poi scappare nel bosco.
-No aspetta!- cercai di seguirla ma suo padre mi bloccò, diedi un ultimo sguardo al bosco e in pochi secondi dove stava scappando Saehwuin, al suo posto, vidi una volpe. Lei si era sacrificata per me, e ora era costretta a vivere la sua vita non più in forma umana, ma in forma di volpe. Mi buttai in ginocchio, i miei occhi si fecero sempre più umidi, le lacrime iniziarono a scendere.
-Mi dispiace ragazzo.- il monaco mi appoggiò una mano sulla spalla -Il tuo è stato un gesto nobile, e ti ringrazio per aver salvato mia figlia, ma dovrai dimenticarla, per il tuo bene, per il suo bene.- come avrei potuto dimenticarla? Nonstante l'avessi persa comunque, non sarei mai riuscito a dimenticarla, il mio cuore non ci sarebbe mai riuscito. Dicono che si capisce quanto si tiene a qualcosa solo nel momento in cui si perde. Io avevo capito già da subito quanto tenessi a Saehwuin, non c'era bisogno di strapparmela via. Urlai verso il cielo il più forte possibile, poi il nulla.
Mi svegliai di colpo, questa volta nel mio letto, guardai fuori dalla finestra, era sera. Che fosse stato tutto un sogno? Saehwuin, il monastero... la sua maledizione. Sembrava tutto così vero. Senza pensare ad altro me ne andai a fare una doccia. Era stato un incubo l'aver perso Saehwuin? Oppure... era stato tutto solo che un sogno? Forse era stato tutto una semplice invenzione della mia mente, il blocco dello scrittore, la musa ispiratrice, la gumiho. Non riuscivo più a distinguere la realtà dal sogno. Uscito dalla doccia mi guardai allo specchio per controllare se ci fossero cicatrici per l'incidente, ma non vidi nulla. Non potevo ancora dare un giudizio, poteva essere stato falso come la perla poteva averle guarite in fretta. Mi rivestii e andai in cucina sperando che ci fosse qualcuno, per mia fortuna erano tutti a tavola e avevano appena finito di mangiare.
-Cheondung! Ti sei svegliato!- disse Joon mostrandomi uno dei suoi sorrisi più splendenti.
-Quanto ho dormito?- dissi ancora un po' assonnato.
-Tre giorni.- disse Seungho -Sarai affamato. Tieni, ti abbiamo tenuto da parte un po' di carne.- mi porse un piatto colmo di carne.
-Grazie hyung.- iniziai a mangiare piano per non rischiare di stare male -Ragazzi, posso chiedervi una cosa?- dissi mandando giù il boccone.
-Certo Cheondung.- rispose G.O.
-Come mai ho dormito così tanto?- chiesi con paura della risposta, volevo sapere la verità, ma allo stesso momento non volevo.
-Penso tu abbia avuto un malore, sei svenuto. Nulla di più.- rispose il leader -Perché?-
-Nulla nulla, è solo che volevo verificare una cosa.- finii di mangiare e mi alzai -Vado a fare una passeggiata. Ci vediamo dopo.- presi le mie cose e uscii.
-Come diavolo facciamo a saperlo, noi lo abbiamo trovato sul tetto e basta.- disse Mir -Che poi, come facevi a sapere che era sul tetto, hyung?- chiese al leader. Lui si limitò a guardare la porta e a sorridere senza dire nulla.
Una volta per strada mi misi le cuffie e accesi la musica, volevo estraniarmi dal momento per qualche momento. Andai al centro commerciale, il luogo in cui la incontrai per la prima volta. Mi sembrava tutto così diverso, cambiato. Arrivai al negozio di articoli per la danza, diedi uno sguardo veloce, la cassiera non era la sua migliore amica. Me ne andai.
-Hey, ma quello non era Thunder? Dai uno di quei cinque che tanto ti piacciono.- disse la commessa alla collega.
-In cerca della tua Cenerentola?- disse tra sè sorridendo.
Stavo iniziando a pensare che probabilmente era stato sul serio tutto un sogno, dovevo ancora trovare qualcosa che mi riconducesse a lei. Immerso nei miei pensieri arrivai alla scuola di danza. Le luci erano accese, forse lei stava facendo lezione. Entrai un po' timoroso, avanzai per il corridoio avvicinandomi alla sala con le luci accese, ma non era lei ad insegnare, e non c'era tra le alunne. Sospirai e uscii. Forse era un bene, se fosse stato un sogno ciò voleva dire che lei non mi aveva veramente ceduto la sua perla dopo il mio incidente, e non stava rischiando di morire per me. Ma ciò avrebbe anche voluto dire che lei non era realmente esistita, che non avevamo passato tutti quei bei momenti insieme, che non mi ero innamorato di lei. Mi diressi verso il fiume Han, cercai il posto dove avevamo fatto il nostro piccolo picnic. Lì tutto sembrava essere rimasto uguale. La luna era alta nel cielo, piena e luminosa si rispecchiava nel fiume. Uno spettacolo meraviglioso che la natura ci donava gratuitamente. Tutto quello che avrei voluto in quel momento era vedere quello spettacolo con Saehwuin al mio fianco, ma ormai avevo capito. Era stato tutto un sogno, e per quanto sembrasse vero, era giunto il momento di svegliarsi e dimenticare, ma per farlo sentivo che sarei dovuto andare in quel luogo che nel sogno era tanto presente, quel luogo dove le cose cominciarono a peggiorare. Tornai al dormitorio e salii fino sul tetto, la luna sembrava aspettarmi al suo cospetto, rimasi a fissarla.
-A quanto pare siamo arrivati alla fine cara amica.- dissi togliendomi le cuffie -Ancora non ci credo che fosse tutto una semplice illusione.-
-Chi te lo avrebbe fatto pensare?- una voce leggera, come di velluto. Conoscevo quella voce, quasi meglio della mia. L'avevo sentita ridere, piangere, sussurrare parole dolorose ma piene d'amore -Sai, secondo molti filosofi tutto quello che noi percepiamo è solo una finzione, un velo che ci separa dalla realtà. Il nostro compito è quello di strappare questo velo.- una mano prese la mia stringendola, sentii il suo calore, mi voltai -Pronto a strappare il velo?- il suo sorriso fu ciò che mi riportò alla realtà. Non era stato un sogno, un'illusione, era accaduto tutto veramente.
-Saehwuin, sei tu? Sei veramente tu?- dissi quasi non credendoci. Lei si sporse lasciandomi un dolce bacio sulle labbra.
-Sono io. Anche se diversa dall'ultima volta che mi hai visto.- rispose sorridendo. Notai che anche alla luce della luna non si vedevano le sue code -Quando mi hai ridato la perla, questa ti aveva ceduto la mia energia di gumiho, ma aveva anche assorbito il tuo amore umano. Una volta ritornata a me quel tuo amore non solo mi ridiede vitalità, ma mi trasformò in umana.- rimasi a guardarla senza dire nulla. Ce l'avevamo fatta, eravamo riusciti a concludere la leggenda. Ma la cosa più importante era che ci eravamo riusciti insieme, l'uno grazie all'amore dell'altra. La abbracciai fortissimo come se non avessi più voluto lasciarla andare. Il cuore mi batteva all'impazzata, stava per scoppiare, ma non mi importava, finalmente eravamo insieme, senza più alcuna preoccupazione o paura. La guardai negli occhi e appoggiai la fronte contro la sua.
-Saehwuin, ti amo, e la luna ne sarà testimone.- dissi baciandola con tutto l'amore che provavo per lei.

 

  
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