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Autore: miry_funnysummer    20/09/2014    6 recensioni
Era la mia strana, stupida, vita.
Con un fratello sempre in mutande in giro per casa, un migliore amico dai capelli color arcobaleno, un amico di vecchia data di nome Ashton.
E poi arrivò lui, quello che mi avrebbe dato delle ripetizioni, quello che mi avrebbe cambiato la vita.
Luke Hemmings.
"Presi Luke per mano e lo trascinai con me verso la riva. Aspettate tutti, gli stavo davvero tenendo la mano?
All’improvviso lui attorcigliò le sue dita nelle mie, cercando di sigillare quella presa. Iniziammo a camminare in silenzio, così dopo qualche minuto decisi di rompere il silenzio.
-Allora, quando facciamo lezione?- Lui scosse la testa e si girò verso di me.
-Non sono qui per parlare delle ripetizioni. Volevo solo mettere in chiaro un paio di cose: tu sei una ragazza straordinariamente sexy, io sono un ragazzo sexy, tu sei una brava ragazza...io no. Però ti prometto che cercherò di comportarmi meglio... a meno che tu non ti faccia trovare coperta solo da un’asciugamano molto corto. In quel caso finiresti a letto con me, ma sarebbe solo colpa tua...- Disse mordendosi il labbro con quel maledetto piercing. "
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel caso non sappiate chi sono, mi presento, mi chiamo Rachel Hood. Sono una ragazza con un passato da cancellare, una che cerca sempre di sorridere nonostante dentro stia piangendo disperatamente, una che non può avere una vita troppo semplice. Sono testarda, decisa, impulsiva, ho tanti di quei difetti che se dovessi elencarli tutti non finirei mai; eppure c’è qualcosa in me, nel profondo, che è ancora recuperabile. Quella parte infondo al cuore che può essere salvata solo da qualcosa, o meglio, da qualcuno. E quel qualcuno, sarebbe entrato presto a far parte della mia vita, anche se contro voglia. Il suo nome è Luke. Luke Robert Hemmings.
 
-Rachel, capisci quello che ti sto dicendo? Hai un debito in fisica, matematica e chimica. Sai che non mi piace fare la parte del fratello responsabile, ma sei messa maluccio. Se non recuperi queste insufficienze entro settembre, puoi dire addio al quarto superiore e riniziare il terzo da capo. So che da quando mamma e papà sono morti sono cambiate tante cose, so che è difficile cercare di andare avanti, ma è successo due anni fa. Ormai siamo grandi, dobbiamo cercare di vedercela noi e per il momento il nostro compito è quello di continuare la scuola, anche se non è la cosa più emozionante di sempre.-  Calum era seduto di fronte a me, con la mia pagella in mano. L’avevo combinata proprio grossa per essere rimproverata da lui allora...

-Lo so, lo so. Non ci posso fare niente, ok? Io provo a studiare, ci metto tutta me stessa, ma automaticamente quando inizio a leggere l’inizio del paragrafo la mia testa se ne va in un’altra dimensione.  Però pensa a quel nove in italiano, sono andata bene, no? E’ solo che la matematica, proprio non mi entra in questa stupida testolina. Appena vedo lettere e numeri assieme, non ci capisco più niente. Per non parlare di chimica, cioè, mi spieghi a che cosa mi serve sapere la struttura interna dei micro-neutrini? Mi dici l’utilità di sapere la tavola periodica a memoria?! In ogni caso cercherò di impegnarmi quest’estate, proverò a studiare di più per recuperare il salvabile, te lo prometto.- Lui mi porse la pagella e prese il cellulare che era sulla poltrona, mentre digitava qualcosa.

- Non credo che riuscirai a fare molto da sola, ed è per questo che il tuo fratellone preferito ha appena avuto un’ideuzza per non farti perdere l’anno. – E ora cosa avrà in mente? L’ultima volta che ha avuto un’idea, si è fatto un ciuffo biondo. Ho seriamente paura di quello che ha pensato il suo cervello bacato.
Poi avvicinò il telefono ad il suo orecchio ed aspettò una risposta alla chiamata.

-Ciao, Ash! Ascolta, qui abbiamo un problema. Si tratta di mia sorella. Si, ecco, vedi, ha qualche problema a scuola e... non è che tuo fratello può darle qualche ripetizione?Cioè, naturalmente gli daremo qualcosa in cambio. - CHE COSA? RIPETIZIONI? Da quel cretino del fratello di Ashton? MAI.

Ashton è un nostro vecchio amico, era il figlio di un amico di mio padre e spesso veniva a casa a giocare con me e Cal quando eravamo piccoli. Siamo buoni amici, lui è un tipo solare, sempre sorridente, uno che ha sempre la battuta pronta. Il problema non è lui, quanto... suo fratello. Luke Hemmings, il classico ragazzo odioso che solo perchè ha un bel faccino crede di poter avere tutte le ragazze ai suoi piedi. A volte veniva con suo fratello, e quando veniva il novanta percento delle volte ci provava con me( si, anche quando aveva solo dieci anni). Ed ora IO dovrei prendere ripetizioni da quell'imbecille? Col rischio di essere stuprata il primo giorno di lezione? NO.  – Ok, grazie mille amico, allora fammi sapere. Si, certo, ok. Ciao!- Appena Cal mise giù il telefono mi avventai su di lui.

-Che diavolo intendevi con ripetizioni? Sai che non sopporto il fratello di Ashton, lo sai! E tu che fai? Vuoi che mi dia ripetizioni? No, fratello, non ho assolutamente intenzione di andare a lezione da lui, chiaro? E’ inutile che mi guardi con quella faccina tenera, non mi addolcisci, questa è la mia vita e posso vedermela da sola per studiare. Non fare quella faccia, no, noooo.- Aveva il labbro piegato e gli occhi supplicanti, quella che io chiamo “la faccetta da cucciolo di panda”. Odio quando fa così, davvero, sa che non posso resistergli.

-E va bene, va bene! Andrò a lezione da quel coglione, se proprio ci tieni. Ma solo per un paio di volte.-
Cal mi venne ad abbracciare e tornò improvvisamente felice. Perché diavolo ci casco sempre? Ora mi toccherà prendere ripetizioni da quel presuntuoso-pervertito che non sa tenere le mani a posto.

-Hai fatto la scelta giusta sorellina. Allora, la tua prima lezione incomincia tra circa mezz’ora, quindi ti conviene andarti a togliere quella tutona quattro taglie più grande e ti conviene renderti più presentabile, così fai paura persino a me, sembri uno zombie! Ah, e, fatti una doccia.-

-Stai per caso insinuando che puzzo?- Gli chiesi con uno sguardo infuocato.

-No, n-no, stavo solo dicendo che hai i capelli un po’ sporchi e dovresti lavarti. Tutto qui.-

-La prossima volta invoco l’ira di Zeus e ti fulmino.- Gli risposi andando al piano di sopra per farmi una doccia purificante. Presi un asciugamano ed andai in bagno a farmi una doccia rilassante. Odiavo quelle cicatrici che avevo sui polsi, ogni volta che mi toglievo i bracciali si vedevano e mi facevano ricordare tutto quello che avevo passato. Segni indelebili di quello che mi porto dentro da due anni fino ad oggi. Ogni volta che stringevo mi facevano male come la prima volta, per questo avevo cercato di smettere. Eppure, ogni tanto ricadevo in quel tunnel senza fine, nei momenti in cui mi sentivo sola ed esclusa dal mondo, tutto per colpa mia.
Mi feci una doccia con tutta calma e quando uscii mi misi l’asciugamano per coprirmi.  Presi il fono e la spazzola, e mi avviai verso camera mia per vestirmi, ma quando arrivai feci cadere la spazzola per terra e rimasi a bocca aperta.

-Ciao, bambola. Non sapevo che tu fossi così diretta, ma se vuoi possiamo passare direttamente a quella parte del programma.- Luke era seduto alla mia scrivania e mi stava fissando con malizia. Questo è il motivo per cui lo odio. E’ così presuntuoso, narcisista, odioso, insolente... posso continuare all’infinito se voglio.  Indossava degli skinny jeans neri strappati alle ginocchia, delle vans dello stesso colore ed una maglia grigia dei Green Days che gli lasciavano scoperte le braccia. Era forse per questo che era sempre circondato di oche senza cervello?

-Che cavolo stai facendo in camera mia? Esci subito!- Gli dissi afferrandogli il braccio e strattonandolo con tutta la forza che avevo, ma ottenni come risultato solo un minimo spostamento di due millimetri, mentre si mordeva il labbro col pircing.

-Ci devi mettere più forza se vuoi farmi alzare di qui, piccola. Ah, e ti conviene alzarti quell’asciugamano se non vuoi  che ti stupri in questo preciso momento.-

-Dio, Hemmings, esci subito di qua o ti rovino quel faccino che tanto ti vanti con un gancio destro. Prova a dire una cosa del genere un’altra volta e ti faccio diventare femmina.-

-Uuh, che paura! Comunque, sono qui per farti ripetizioni. Ora vado a salutare tuo fratello e quando torno apro la porta e basta, ti converrà essere vestita in quel momento, altrimenti non rispondo più di me.- Affermò con un sorriso strafottente, andando lentamente fuori dalla mia camera. Io chiusi la porta alle mie spalle e sospirai. Bene, ottimo inizio, se andiamo avanti così è meglio che mi facciano subito una lapide: In memoria di Rachel Hood, morta per esasperazione per colpa di Luke Hemmings.  
Sì, suona bene.

Mi vestii in fretta, mettendo un paio di pantaloncini neri ed una maglia a fascia bianca con delle rifiniture di pizzo e sopra una camicia rossa a quadretti. Bene, ora sono presentabile, anche se ho i capelli umidicci e più ondulati del solito.
Neanche il tempo di rimettere tutti i bracciali che la porta si spalancò e tornò quel cretino.

-Beh, vedo che sei stata veloce. Ed io che speravo di trovarti come prima... ok, iniziamo con queste benedette ripetizioni. Se sono qui un motivo ci sarà. Da che materia iniziamo?-  Mi chiese sedendosi  affianco a me e prendendo i libri.

-Chimica?-

- Allora, in principio devo premettere che sento della chimica fra di noi, bambola. Hai presente quella sensazione che provi quando mi vedi, quella sensazione di volermi in tutti i momenti? Questo si chiama chimica.- Andiamo, continuerà a tenere quel sorrisino strafottente ed a fare battutine sconcie per tutto il tempo della lezione?

-Ti rendi conto che sei pesante quando fai così? Non potresti semplicemente limitarti a spiegarmi la lezione come farebbe un normale professore?- Mi sto già esasperando e sono passati solo 5 secondi da quando ci siamo seduti. BENISSIMO.

-Poi non sarebbe divertente, pupa. Riprendiamo il discorso, ah, e la prossima volta che mi parli così ti meriti una bella punizione, giusto per essere chiari.-  Disse ammiccandomi. Qualcuno mi spari, vi prego.
Sospirai e presi tutta la pazienza che mi era rimasta per non dargli un ceffone.
Continuò la lezione facendo continuamente battutine a doppio senso, in pratica tutte le frasi che diceva avevano un doppio fine. Tipico di lui. Ogni tanto mi guardava negli occhi, ed io in quei momenti mi perdevo quello in che stava dicendo non so per quale oscuro motivo. Per quanto lo potessi odiare, i suoi occhi erano come una calamita per me.

-Rachel, hai capito?-

-Uhm, sì.-

-E allora ripetimi quello che stavo dicendo.-

-Stavi parlando del... della composizione dell’atomo?-

-In realtà ho appena detto che hai un sedere da paura, ma se tu lo intendi come composizione dell’atomo, fai pure. Posso essere quell’atomo?- Mi sorrise e si morse il labbro, lasciandosi sfuggire uno sguardo sulla scollatura della mia maglia.

E così iniziava una LUNGA estate. E sarebbe stata davvero, lunga. 


 
   
 
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