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Autore: gattapelosa    20/09/2014    2 recensioni
— Io sono immortale?
— Non ancora. — risponde. — Ma puoi diventarlo.
— E come?
— Ci sono nove cose che devi assolutamente fare. Nove traguardi da raggiungere. Dopo, se anche il tuo corpo morirà, Clove Reen esisterà per sempre.
Io mi alzo in piedi; sento il corpo leggero, di nuovo vivo.
— Quali sono questi nove passi?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passo numero sei: impara a farti rispettare




Clove Reen - 12 anni



Finché non compi dodici anni non sei niente, e se non ci sai fare sarai un niente per tutto il resto della vita. I veri allievi stanno solo con i veri allievi, chi non ce la fa rimane carne da macello.
I primi mesi in Accademia mi sono vista spesso con Cato, ho quasi avuto l’impressione stessimo diventando amici. Lui è come me, in corsa per l’immortalità, non cerca affetto, solo gloria. Invece, quando ha compiuto dodici anni, dopo aver vinto la sfida, sono improvvisamente diventata niente pure per lui.
— Ti aspetto — aveva detto.
Ormai sono passati quasi due anni e credo proprio abbia smesso di aspettarmi, ma non me ne curo: cerco l’alleanza di un compagno, non la sua amicizia. Qui da noi è normale trovare subito un compagno per gli Hunger Games, un qualcuno di cui ti puoi fidare, con cui sai di riuscire a lavorare bene insieme. Prima, però, bisogna imporsi come tributo degno. L’unico modo per farlo è vincere la sfida.
È il giorno del mio dodicesimo compleanno, oggi decideranno se accettarmi o meno tra i veri allievi dell’Accademia. Una commissione di quindici studenti volontari avrà il compito di valutare la mia performance nella Scatola.
Non avevo mai visto la Scatola prima, è un centro di simulazione virtuale, spaventosa nella sua magnificenza, meravigliosa nella sua pericolosità. I Grandi continuano a ripetere che dovrei stare calma, agitarsi non porta a nulla, bisogna respirare, distendere i nervi. Tutto inutile: io nervosa non lo sono per niente, anzi! La Scatola, i giudici, le loro aspettative… piccolezze, quel che voglio io è l’immortalità, al resto non bado.
Entro nella Scatola – grigia, buia e vuota. Entro nella Scatola e so di poter vincere. Ogni certezza viene meno solo quando, due secondi dopo l’attivazione, mi si scaglia contro la prima freccia virtuale. Provo a spostarmi, vengo colpita di striscio, e ora capisco perché tutti odino la Scatola: non perdo sangue, ma sento il dolore.
Per la seconda freccia sono preparata: evito il colpo, giro di lato e mi butto a terra. La Scatola reagisce circondandomi di manichini armati che, uno dopo l’altro, provano a colpirli.
Credo di comprendere perché non tutti riescano a superare la sfida, ma io sono Clove Reen, io non posso fallire. E non fallisco. Dodici minuti di lotta sfrenata e la Scatola si spegne.
Vittoriosa, vengo travolta da un meraviglioso applauso: decine e decine di spettatori che, giuro, prima non erano presenti. Ho conquistato il loro rispetto, la fiducia dei miei compagni; si congratulano con pacche sulla spalla, batti-cinque e abbracci. Poi sento qualcuno prendermi per il posto e stringervi attorno un bracciale metallico. Non devo neanche portarlo agli occhi per immaginare cosa sia: il bracciale dell’alleanza. Qualcuno mi ha scelta come compagna per gli Hunger Games.
— Avevo detto che ti avrei aspettata. — sento sussurrare.
In un piccolo, buio angolo di questo cuore nero e duro, forse ci avevo sperato.
  



Bacheca dell'autrice


Il ritardo per questo aggiornamento deriva dal fatto che come capitolo non mi piace affatto. L'ho scritto e riscritto decine di volte, ma sono entrata ora in periodo "blocco dello scrittore" e non ci posso fare nulla. Qualsiasi consiglio è ben accetto.
Per quanto riguarda la trama...immagino vi abbia stupito. La mia visione dell'Accademia è assai stramba, ma ho le mie ragioni. 
Un tributo uscito vincitore dagli Hunger Games vuol dire soldi e fama per il Distretto, quindi un Distretto favorito cerca sicuramente di organizzarsi al meglio. E questa secondo me è la migliore organizzazione possibile. I tributi possono entrare nell'Accademia dai dieci anni solo se mostrano già una certa predisposizione, gli altri sono ammessi a partire dagli undici, ovvero poco prima del possibile sorteggio. Un bimbo fino a che possibile dovrebbe concedersi pure l'educazione scolastica tradizionale, quindi, prima dell'Accademia, tutti a studiare matematica, italiano, storia e scienze. 
Poi, secondo me un Distretto ben organizzato dovrebbe proporre tributi in gamba. Meglio, dovrebbero mandare nell'Arena i migliori. Quindi credo che sia logico far decidere all'Accademia i volontari di ogni edizione...però in una situazione del genere sono convinta che molti diciottenni esclusi, dopo sette anni di duro allenamento, piuttosto che vedersi mandare a casa preferirebbero offrirsi per turni che non sono i loro.
Per quanto riguarda la scelta preventiva del compagno, anche questa ha un suo scopo funzionale: due tributi che crescono lavorando insieme sono molto più utili di due possibili sconosciuti che rischiano di farsi guerra.


 
  
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