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Autore: vermissen_stern    21/09/2014    3 recensioni
Sono passati quattro mesi dal matrimonio disastroso in cui Kid Muscle e Kevin Mask hanno quasi dato la vita per poter redimersi da una accusa infamante. Robin Mask a breve diventerà padre per la seconda volta, mentre Warsman ha preso la sua decisione di allenare il cugino di Kevin alle tecniche di famiglia. Ed i ragazzi della Muscle League hanno deciso di prendersi una vacanza dopo la Corona Chojin... il punto è: quanto a lungo potrà durare tutto questo? ed il matrimonio è davvero la cosa giusta da fare?!
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kevin Mask, Kid Muscle, Nuovo personaggio, Robin Mask, Warsman/Lord Flash
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Reignite '
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La pioggia cadeva incessante all’interno dello stadio gremito di gente. Le nubi erano dense e nere, colme di energia come lo era il cuore di Kid Muscle, mentre quest’ultimo precipitava a terra avvolto dalle fiamme della Kinniku Buster più forte che mai.

Un ruggito di guerra gli fuoriuscì dalla bocca, spalancata come quella di un leone, nel mentre che teneva stretto in una presa ferrea il suo temibile avversario.

Il pubblico esultava il suo nome con sempre più forza mentre ricadeva al suolo, sempre più veloce… sempre più potente, sentendo ormai del tutto in pugno la fantomatica Corona Chojin…

 

– Kid…! Kid, maledizione! Svegliati ragazzo! Sono le due del pomeriggio e non riesco a registrare la mia soap preferita! –

Il sogno del giovane principe dei kinnikku finì bruscamente quando il suo allenatore, Alexandria Meat, non lo svegliò riportandolo ad una realtà che avrebbe fatto volentieri a meno di ricordare. Mugugnando parole incomprensibili si scostò le coperte di dosso, dormiva su di un semplice materasso, e sbadigliò cavernosamente. Era tra l’atro solo in boxer e canottiera, e con la vista appannata dal sonno iniziò ad armeggiare con un registratore che non voleva funzionare.

– Meat… ma non sarebbe il caso che imparassi ad usare pure tu questo affare?! –

– Sono troppo vecchio per queste diavolerie elettroniche! Inoltre prima registriamo e prima possiamo tornare ai tuoi allenamenti –

– Io mi chiedo a cosa servano ormai, gli allenamenti… –

Lo disse piano in modo che il suo piccolo allenatore non sentisse, ma in realtà Meat lo aveva sentito forte e chiaro… trovandosi per questo a sospirare piano e a intristirsi.  Ed il perché di tutto quell’eloquente silenzio, mentre le immagini della soap opera si alternavano sul piccolo schermo della televisione, gli era ben chiaro.

Alla fine Kid Muscle non aveva potuto fare niente contro la preparazione tecnica e la determinazione di Kevin Mask nel riportare lustro alla propria famiglia, ed anche se era riuscito a contrastare una tecnica tanto elegante quanto micidiale qual era la “tecnica Olap” ( ossia una versione inversa del “palo special” ) era stato definitivamente messo K.O da una devastante Big Ben Edge.

Quelli furono momenti di assoluto dolore per Meat, così come per un Kid che si ritrovò a cadere a terra con le ossa fratturate, poiché per la prima volta le forze del suo pupillo venivano meno di fronte ad una competizione tanto importante. Per somma gioia di MacMadd padre e figlio.

Sentendo il peso della sconfitta su di se come qualcosa di inaccettabile per lui, così dannatamente abituato a vincere da non sapere realmente che cosa volesse dire la parola sacrificio, aveva accettato il gesto di “pace” di Kevin Mask ( gli aveva stretto comunque la mano ignorando i festeggiamenti a lui dedicati pur di dargli l’onore che si meritava ) ma la delusione di aver fallito lo mortificava ancora.

Ma ormai la Corona Chojin era stata vinta, ed anche se la competizione era ormai chiusa il lavoro della Muscle League non si fermava mai. Probabilmente ci sarebbero stati altri super cattivi da affrontare, altri tornei in cui gareggiare… ma per il momento, c’era solo un videoregistratore che non voleva andare e qualcuno che stava bussando alla porta della loro casetta.

– Hm, mi chiedo chi possa essere a quest’ora… –

Meat difatti non aspettava visite, ma fu sorpreso quanto il suo pupillo di vedere, una volta che aprì la porta, che i suoi ospiti erano volti a lui ben noti.

– Sorpresaah!! –

Fecero tutti in coro Jeager, Terry Kenyon, Wally Tusket, DikDik van Dik e Check Mate all’indirizzo di due sorpresi kinnikku. E come ciliegina sulla torta, al centro di quel pittoresco quadretto c’era nientemeno che una Roxane con indosso un abito leggero e una torta fatta in casa tra le mani.

Una dolce visione, in tutti i sensi, che portarono Kid Muscle a ridestarsi dall’apatia che da troppo tempo lo aveva preso e a saltare come una molla in direzione della giovane amica.

– Roxaane!! – flautò il ragazzo con tanto amore negli occhi – mio unico vero amore! sei venuta con una torta fatta dalle tue manine per consolarmuuh…! –

Le sue parole si tramutarono in una sorta di muggito quando si ritrovò un sandalo dell’amata donna in bocca lanciato in sua direzione per tenerlo a bada.

– Ti ringrazio per il benvenuto Kid, ma preferirei che non invadessi il mio spazio personale – disse asciutta la ragazza, prendendo posto nella casetta in compagnia dei suoi sghignazzanti amici – e la torta l’ho comprata assieme a tutti quanti –

– Volevamo risollevarti il morale per quello che… beh, lo sai no? –

L’irlandese Wally cercò di spiegarsi titubante per non demoralizzare un confuso amico, e ad aggiungersi alle spiegazioni ci furono anche gli altri.

– Benché sia contrario ad una dieta piena di grassi saturi, abbiamo pensato che una torta avrebbe colmato il tuo vuoto interiore –

– Quello che DikDik sta cercando di dirti è che abbiamo messo in questa torta una parte dei nostri risparmi – spiegò al meglio Terry, mettendosi seduto sul basso tavolino assieme a tutti gli altri – e come ha detto Wally eravamo preoccupati visto che sei scomparso da più di una settimana –

– È vero! Inoltre questa torta è farcita a più strati con i colori del tuo pianeta di origine e… uh?! –

– Ahaha! Lascia perdere, Check Mate! A herr Muscle interessa solo che sia buona! –

La scena che ne seguì non si sapeva se catalogarla nella totale perplessità o ilarità, poiché il principe dei kinniku si era fiondato su quella torta bellissima con la voracità di qualcuno che non mangiava da secoli.

– È buoniffima ragaffi! Avete avuto un… pensfiero fufendo!! –

– Kid!! Ti sei mangiato metà torta! Lasciala un po’ anche agli altri!! –

Per ovvi motivi Meat non fu affatto contento del gesto impulsivo del proprio allievo, arrivando a tirare fuori un grosso martello da sotto il materasso per darglielo in testa e fargli vedere le stelle, ma nonostante tutto non ci andò giù pesante vedendo che l’atmosfera all’interno della casupola era serena oltre che allegra. Kid era un ragazzo fortunato ad avere degli amici che pensavano a lui cercando in tutti i modi di risollevargli il morale dopo una cocente sconfitta, e vedere il suo pupillo che si stava divertendo con i propri amici era qualcosa che lo portò a sorridere sollevato.

Fu solo a un quarto alle quattro che Roxanne si ricordò di avere un impegno improrogabile, e quando dette una occhiata all’orologio appeso al muro quasi non le venne da strillare.

– Oh… maledizione! Sono in super ritardo per il corso di karate! E poi chi la sente l’istruttrice? – si alzò in piedi dandosi una spolverata alla lunga gonna del suo abito, cercando di congedarsi con educazione .

– Nuooo! Te ne vai via già così prestoo?! –Kid iniziò a protestare come un bambino di due anni, ma i suoi occhi gonfi di lacrime non scoraggiarono la ragazza dall’allontanarsi da li –speravo potessi rimanere anche a cena e magari pure per restare a nanna qui…–

Roxanne tuttavia parve quasi non ascoltare i deliri del kinnikku o i facepalm dei suoi amici, taluni imbarazzati o altri semplicemente basiti, poiché non era una ragazza che trascurava gli allenamenti, e da li a poco fu sull’uscio della porta già pronta a salutare tutti.

– Ciao ragazzi, ciao Kid! E mi raccomando cerca di risollevarti un po’… non mi piacciono i ragazzi musoni! –

La sua non era una confessione d’amore nei confronti di Kid Muscle, ma il ragazzo già viaggiò con la fantasia ritrovandosi a seguirla fin fuori dalla casetta quasi come se stesse volando e fermato giusto in tempo dallo spiccare il volo dalle abili mani del tanzaniano DikDik.

– Prima che tu spicca il volo da bravo pallone gonfiato, non sei curioso di sapere come abbiamo speso l’altra parte dei nostri risparmi?! –

– Uh…?! L’altra parte? Che intendi dire?! – fece il kinnikku una volta che cadde a terra sulla terra polverosa – io che c’entro con i vostri risparmi?! –

– Beh ecco… non eravamo sicuri di coinvolgere anche Roxanne per cui ci siamo semplicemente limitati a dirle della torta… –

Fece un imbarazzatissimo Jeager ricordandosi che, nel mentre che si stavano dirigendo a Beverly Park, avevano incrociato la ragazza in questione nel mentre che progettavano un piano differente da quello di portargli un’ottima torta farcita. Non che avessero in mente qualcosa di losco, ci mancherebbe altro, ma probabilmente la loro idea l’avrebbe portata quasi sicuramente a… ingelosirsi.

– Non abbiamo cattive intenzioni, Kid – si affrettò a dire Terry, vedendo il dubbio sul volto dell’amico – ma volevamo concederci tutti quanti una vacanza meritata per rimetterci in forma e magari divertirci un po’ –

Dalla tasca dei pantaloni estrasse qualcosa di molto simile ad un biglietto aereo, e solo guardando più da vicino quel coupon Kid Muscle riuscì a notare che si trattava di un buono per un soggiorno scontato in un villaggio turistico/termale nientemeno che su Amazon.

– Ci saranno un sacco di ragazze li… non so se potrò vederle tutte, ecco – fece titubante il tricheco umano – però l’idea di nuotare in una sorgente d’acqua calda non mi dispiace affatto! –

– Abbiamo tutti bisogno di una vacanza, compreso tu Kid… che necessiti più di tutti di una adeguata riabilitazione –

Check Mate aveva detto parole sagge, e nell’insieme tutti i ragazzi avevano ragione nel dire che il giovane allievo di Meat necessitasse di staccare un po’ la spina visto e considerato che la Terra al momento forniva solo ricordi spiacevoli, ma il piccolo kinnikku, che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad ascoltare attentamente tutta la conversazione tra i ragazzi, non si aspettò l’insolita reazione che ebbe Kid Muscle.

Il giovanotto rimase per un lungo momento come pietrificato, poi all’improvviso scattò verso la fatiscente casetta come colpito da una scossa elettrica, lasciando stupiti tutti quanti, barricandosi al suo interno lasciando che fosse unicamente il silenzio a parlare.

– E-ehi… Kid! Che diavolo combini?! – decisamente Meat non lo aveva mai visto comportarsi così. Perché mai si era offeso? – oh, andiamo ragazzo! I tuoi amici volevano soltanto farti un regalo… non c’è bisogno di fare così… ouch!! –

L’allenatore del principe dei kinnikku riuscì ad evitare per un soffio di rimanere schiacciato tra la parete e la porta di casa che si spalancava di colpo, mostrando in tutto il suo “splendore” un Kid Muscle in bermuda e valige stracolme di roba pronto per il lungo viaggio che lo attendeva.

– Donne, donne, doneeee!! Amazon, stiamo arrivandooo!! –

E senza neppure aspettare tutti quanti, iniziò a correre via senza neppure sapere dove fosse l’aeroporto interspaziale di Tokyo. Una scena a dir poco esilarante, poiché Meat non ci impiegò molto a ridestarsi dallo shock di vederlo conciato così e berciargli dunque dietro di fermarsi inseguendolo a sua volta come un matto, e di conseguenza persino i ragazzi non poterono fare a meno di mettersi a ridere di gusto nel vedere quel quadretto che non si vedeva ormai da un po’ di tempo e a cui, francamente parlando, ci si erano abituati come una insolita routine.

Si… una bella vacanza per tutti non avrebbe affatto guastato!

 

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A Warsman l’oscurità piaceva. Gli dava un certo conforto, contrariamente a molti che la temevano perché nessuno sapeva cosa potesse esserci al suo interno, e dato che nessuno al buio poteva vederlo, lui si sentiva il padrone dell’ambiente che lo circondava.

Nel buio era lui il predatore, non la preda.

La sua intera esistenza l’aveva spesa nel buio di una maschera, causa un volto martoriato che non doveva essere troppo esposto alla luce del sole, ed ogni volta che se la doveva togliere persino nell’intimità di un bagno si sentiva per davvero nudo.

Sospirò lentamente, e con una mano andò a smuovere la patina opaca che si era creata sullo specchio del bagno in cui si trovava. La luce tremolante del neon rivelò un volto composto da tessuti scoperti e da metallo, il cui unico occhio buono brillava di un’iride rossa come il fuoco. Un volto martoriato, vero, di cui apprezzava ben poco e solo poche persone avevano il permesso di vederlo senza maschera.

Il più delle volte si sentiva un cacciatore quando era solo nel buio… c’è chi lo aveva paragonato un animale, a causa della ferocia che lo aveva sempre contraddistinto in battaglia, ma francamente parlando considerava gli insulti solo ciò che la gente voleva vedere di lui. Eppure, nonostante i suoi sensi affinati che il più delle volte gli permettevano di essere vigile durante la notte ( a meno che non entrasse in sonno profondo ), neppure un mese fa ad un passo dal disputare l’incontro finale della Corona Chojin aveva finito col passare dall’essere cacciatore a preda.

Un pensiero questo che gli faceva una certa rabbia, considerati i precedenti che lo avevano visto protagonista quattro mesi fa, e se non si ritrovò a distruggere quello specchio in un impeto d’ira malcelata fu solo per la presenza sarcastica di una persona sull’uscio della porta.

– Tzk… mi sembra di vedere un incidente automobilistico – e questo in riferimento al suo volto tutt’altro che attraente – se hai finito col farti la doccia, direi che potresti spiegarmi il perché ci troviamo in questo squallido motel…–

Con la spalla sinistra appoggiata allo stipite della porta, e con le braccia incrociate in petto, Kyle Mask mostrava una maleducazione piuttosto spiccata nei confronti del suo nuovo maestro, ma di rimando il russo si limitò a sbuffare sistemandosi meglio l’asciugamano allacciato in vita.

– Te l’ho già detto… non voglio avere giornalisti o ficcanaso per la partenza su Amazon, e seminarli direi che è la cosa migliore se vuoi che ti insegni le tecniche dei Mask in santa pace –

Il giovane cugino di Kevin, a cui somigliava parecchio fisicamente e a cui aveva “scordato” di fargli gli auguri per aver riportato lustro alla famiglia, si limitò a sbuffare sarcastico lasciando passare il russo una volta che questi ebbe finito di rimuginare sul passato.

– Sicuro, e credi che partire per Amazon sia una cosa saggia? Con la tua bellissima figlia che tra una settimana partorirà…? Vuoi cercare un posto tranquillo per allenarmi, o stai scappando dai tuoi fantasmi? –

Kyle somigliava molto a Kevin, quantomeno sul piano fisico, ma a confronto del suo pupillo era decisamente più sveglio sebbene questa sua dote aveva il potere di irritarlo non poco. Subito dopo che il rampollo di casa Mask aveva vinto la tanto agognata Corona Chojin, Lord Flash si era ricordato che a Kyle doveva la vita e di conseguenza doveva sdebitarsi insegnandoli tutto quello che poteva. Ma il fatto che il nipote di Robin cercasse di stuzzicarlo così… non è che se lo faceva più amico.

– Mia figlia finirà il tempo di gestazione tra una settimana, quindi abbiamo tutto il tempo per allenarci e tornare – iniziò a rivestirsi dei suoi abiti da Lord Flash a cui ormai si era affezionato – e visto che sei un Mask, dovresti essere capace di apprendere le tecniche ideate da tuo zio in meno di una settimana… se tieni conto che a tuo cugino ci sono bastati pochi minuti per padroneggiare la tecnica Olap –

Ora toccò a lui lanciare una frecciatina nei confronti di un giovanotto inglese che aveva diversi attriti con “l’amato” cugino, tanto che lo sentì emettere una risata sarcastica prima di dirigersi con svogliatezza all’interno del bagno.

Una volta che il suo nuovo allievo sparì all’interno dello squallido bagno, per l’ex lottatore russo non rimase altro da fare che indossare la sua preziosissima maschera. L’aveva fatta tingere di bianco, ma fondamentalmente era la stessa che si era fatto fare a Londra durante il matrimonio di sua figlia Alya. Stessa lega metallica, stessa perfezione a contatto con i suoi circuiti scoperti che ne modellavano il metallo densomorfico…. E stessa incisione che ora suonava come un dannato spauracchio.

“il tuo nome sulle mie labbra”

Ripetendosi mentalmente quelle parole si ritrovò a sospirare tristemente, sentendo come un nodo alla gola che francamente non voleva andarsene via, ma decise di accantonare i pensieri che lo stavano per assalire indossando quella maledetta maschera e gioendo del buio che avvolgeva ora le sue carni. Aveva bisogno di staccare un po’ la spina da un sacco di cose, in primis da quella frase incisa nel metallo e nell’anima, e partire per Amazon con l’intento di rilassarsi un po’ e allenare un altro promettente Mask era la cosa migliore da fare.

Si ripromise mentalmente, tra le altre cose, che non avrebbe più ceduto in maniera così effimera come era accaduto un mese fa. Non più. Non con lei.

 

 

 

E dunque eccoci al secondo atto della mia storia.

Capitolo corto per i miei standard, ma è giusto una anticipazione ai casini che avverranno, perché logicamente avverranno, e dunque consideratelo un assaggio. Avrete inoltre notato una cosa: ho seguito la linea del manga anziché quella dell’anime per quanto riguarda la vittoria della Corona Chojin, poiché mi sembrava decisamente più sensata la versione cartacea anziché quella animata. Tutto qui, per il resto non avrà gran impatto sulla trama.

Eeh… niente! Fatemi sapere cosa ne pensate xD!

  
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