Il salice piange
–le nubi unite, nei suoi lutti neri-
le nevi ormai vecchie tra rami, foglie e pelle
e si finge carezza di fuoco.
È una resa, la mia,
scritta sugli occhi
-una resa che,
in presenza tua,
non ammetterei mai-
ma non esistono tregue
per guerre inesistenti,
e non c’è lama, arma o parola,
che possa
ferire la notte.
Si alza la nebbia,
ingannatrice di sensi
-tendo mani che non troveranno mai appiglio-
stregandomi occhi, corpo e mente,
anche il cielo piange.
–le nubi unite, nei suoi lutti neri-
le nevi ormai vecchie tra rami, foglie e pelle
e si finge carezza di fuoco.
È una resa, la mia,
scritta sugli occhi
-una resa che,
in presenza tua,
non ammetterei mai-
ma non esistono tregue
per guerre inesistenti,
e non c’è lama, arma o parola,
che possa
ferire la notte.
Si alza la nebbia,
ingannatrice di sensi
-tendo mani che non troveranno mai appiglio-
stregandomi occhi, corpo e mente,
anche il cielo piange.
Salve a tutti!
Potrete trovare questa mia poesia anche nella pagina su facebook "Agerath".
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