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Autore: ShairaKrane    21/09/2014    6 recensioni
"Non tutti gli umani sono uguali, mi sento più vicina a voi Autobot che a loro" Disse Keira, guardandolo negli occhi con serietà. Il suo sguardo ambrato, era piuttosto intenso e luminoso.
"Perchè sei stata cresciuta da lui...ma cosa penseresti di me, se fossi stata allevata normalmente dai tuoi genitori naturali?" Lui rispose con cipiglio severo.
"Non lo so...ciò che credo fermamente, è che se tu fossi umano, ti amerei."
Lui cercò di non mostrare sorpresa.
"Ami sviare i discorsi, Keira. -Si ritrovò tuttavia a pensare.- Umano...perdonami. non vorrei esserlo. Ho sbagliato a fidarmi degli esseri di questo pianeta."
"Sbagliare...è umano, Optimus. Hai semplicemente seguito il tuo cuore...o scintilla, in questo caso."
Una storia un po' lunga, che spero di continuare ad un certo ritmo, ambientata tra la fine del Terzo Film e gli eventi principali del Quarto.
Con l'inserimento di un personaggio Original, il mutamento di uno vecchio e la presenza di quasi tutti quelli classici, spero possa essere una lettura piacevole.
Genere: Azione, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bumblebee, Nuovo personaggio, Optimus Prime, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Premessa dell'autrice: i personaggi non mi appartengono, solo Keira Lorien.
Buona lettura.


We live in every moment but this one
Why don't we recognize the faces loving us so “


 

I suoi occhi iniziavano ad aprirsi in quel momento, occhi che erano stati accecati tempo prima, mentre ora invece erano tornati funzionanti.
Non capiva però il motivo di tutto ciò.
L'ultima cosa che riusciva a ricordare era un dolore lancinante a uno dei due occhi, aveva sentito i suoi processori ululare per quel dolore, ed infine un'esplosione poco dopo essere diventato cieco.
Il suo mondo era diventato più nero dello spazio e ogni pensiero si era spento in un vuoto assoluto.
Prima di cadere in quel vuoto aveva maledetto quell'umano, li aveva maledetti tutti, aveva maledetto anche quell'idiota di Megatron...eppure ora, quell'odio non riusciva a tirarlo fuori.
Ricordava però ogni cosa...e delle immagini giungevano nella sua mente in quegli istanti...un momento, una mente?
Gli era scoppiata la testa, come poteva avere ancora processori di memoria attivi?

Non capiva.

 

What's God if not the spark that started my life

Smile of a stranger

Sweet music, starry skies"

 

Continuava da qualche minuto ormai a guardarsi attorno, scorgendo solo apparecchiature elettroniche e null'altro.
Due computer gli erano posizionati di fianco e ora che lo notava, doveva essere in uno specie di capannone, poichè la luce filtrava da qualche fessura posta nella parte più alta delle pareti.
Con sorpresa, notò che il suo corpo robotico non c'era più, o meglio, sembrava essere rimasto solo uno scheletro interno di filamenti, metalli principali e...i propri occhi, poichè sentiva la mancanza della propria bocca.
Voltò un'ultima volta lo sguardo per capire meglio in che razza di situazione fosse andato a cacciarsi e ciò che si ritrovò davanti lo stupì: vide una ragazzina che lo fissava con aria ansiosa e preoccupata.
Era lì, messa proprio di fianco a lui, seduta su uno sgabello e protesa verso il suo corpo “a brandelli”. Gli occhi di lei erano di un marrone scuro, che con l'alternarsi della luce filtrante dalle finestre, si facevano di un color ambra intenso.
Erano occhi curiosi, ma per lo più preoccupati.
Si, preoccupati...ma per cosa...o per chi?

Non capiva.


In quell'istante notò con la coda dell'occhio anche la propria scintilla, illuminata di una luce liminosissima, circondata da ciò che era rimasto del suo petto.
Non sentiva nè gambe nè braccia, si sentiva per la prima volta nudo,vulnerabile e lui non lo era mai stato, aveva solo sempre cercato di essere più furbo del suo capo e basta. Solo quando lui lo pestava o lo trattava male, era vulnerabile.
Giusto...Megatron! La battaglia di Chicago! Com'era finita? Cos'era successo?

"Fossi in te non sforzerei troppo i processori che ti ho appena ricostruito, è stata una faticaccia trovarne di compatibili con la tua testaccia da Decepticon."
Una voce profonda si udì nell'aria, una voce che lui aveva sentito solo in rare occasioni, poichè di quell'individuo non gli era mai importanto. Già, era solo una formica sul suo cammino, un insetto che lui e la grande armata dei Decepticon avrebbero dovuto schiacciare.

...Fino ad ora.

"Ratchet, non lo trattare così..."
Avvicinandosi con passi pesanti e metallici, dietro la ragazzina comparve uno dei più fidati Autobot sotto il comando di Optimus Prime.
Si ergeva ritto con postura fiera, con aria però di disprezzo rivolta al corpo in brandelli, il quale era lui, di fronte a sè.
Lo sguardo di Ratchet, rivolto alla ragazzina era severo, ma subitò dopo sospirò scuotendo la testa.
"Non capirò mai perchè gli sei così tanto legata...ha fatto del male a tante persone e tu stessa stavi davanti a lui quando Megatron stava per ridurgli in frammenti la sua scintilla vitale.
Fino ad adesso non te l'ho mai chiesto...ma perchè l'hai fatto?"
La risposta alla domanda dell'autobot si fece a lungo attendere e lui non riuscì nemmeno a sentirne la risposta, poichè ricadde per qualche motivo nel vuoto oscuro che lo aveva accolto all'inizio.
Ancora non riusciva a capire: perchè un Autobot e un'umana erano lì con lui? Perchè lei avrebbe voluto proteggerlo? Ma specialmente...la scintilla quindi, lo aveva salvato essendo ancora intatta?
Che le parole di anni prima, di quando ancora tutti i Transformers erano su Cyberthron, che aveva sentito provenire dalla bocca di Optimus Prime riguardo alla scintilla come fonte di ogni ricordo e vita...come anima, fossero vere e fondate?

Non capiva.

Per l'ennesima volta, in quei pochi minuti in cui era ritornato a vedere prima di sprofondare nel vuoto di nuovo, non comprendeva ciò che era successo.
Si sentiva però stanco...ogni pensiero non aveva più senso...solo una domanda ora lo assillava:
“Perchè non sono morto?”
Dopo che la sua mente, in quel vuoto l'ebbe formulata, non avvertì più niente e si perse...
"Non dovevi morire, perchè devi ancora proteggermi...papà."
Fu l'ultima frase che riuscì a sentire.
La voce che l'aveva detta era calda e gentile, ma lui era un Decepticon...come poteva capire ciò? Come poteva capire...un sentimento positivo?

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L'angolo dell'autrice:
Salve a tutti, sono Xamu l'autrice di questa Fic di Transformers. Amo questo Brand sin da quando ero bambina e poter scrivere qualcosa su di esso mi entusiasma.
Come primo capitolo, un poco sintetico, è scritto di fretta in una serata in cui ero ispirata dalla seconda visione del quarto Film di Transformers.
La fic è ambientata tra la fine del terzo film e riprende gli avvenimenti poi del quarto.
Non mi divulgherò troppo, anche perchè questo è un piccolo spazio, quindi: spero possa essere uno scritto scorrevole e piacevole da leggere, come spero anche che l'idea che poi andrò a sviluppare possa piacere.
Con questo vi do un arrivederci al prossimo capitolo.
 

Un abbraccio,
XamuPrimeOakenshield

   
 
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