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Autore: moni_cst    22/09/2014    10 recensioni
Rick tende una trappola a Kate per tentare di convincerla di farsi intervistare insieme a lui da Oprah Winfrey. Ma quando ormai stava per rinunciare, gli eventi prendono una piega inaspettata: Kate è davvero in trappola!
dal testo:
"SIGNORI E SIGNORE avrete già capito di chi sto parlando… è un piacere avere con noi Richard Castle e sua moglie, Katherine Beckett, il più giovane capitano che la Polizia di New York abbia mai avuto"
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Richard Castle, Victoria Gates | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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- Questa storia fa parte della serie 'La famiglia Castle'
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Capitolo 2  A CUORE APERTO

 

La truccatrice aveva finito gli ultimi ritocchi e Castle si alzò e si avvicinò alla poltroncina dove Kate era ancora alle prese con il parrucchiere.

“Nervosa?” le chiese appena l’hair stylist si era spostato per prendere uno spray dall’altra parte della sala trucco.

“Un po’” fu la risposta laconica e rassegnata.

In quel momento Oprah Winfrey si avvicinò e sorridendo si sedette insieme a loro.

“Steve, va bene così. Può bastare. Questa donna è perfetta così come è, meglio non esagerare con il trucco e parrucco. Mi piace che rimanga il suo aspetto naturale” disse la regina del salotto più famoso d’America strizzando un occhio in direzione di Kate.

“Grazie” replicò Kate “un altro po’ e sembro uscire direttamente da photshop”

“Oh cara tu non hai bisogno dei fotoritocchi mentre tuo marito con quelle borse sotto gli occhi…” si interruppe lasciando intendere chissà cosa mentre sorrise a Castle con cui, nel corso degli anni, aveva sempre avuto un ottimo rapporto.

Kate rivolse un sorriso ad entrambi senza riuscire a nascondere il suo nervosismo.

“Cara, ascolta. Non devi temere. Sei stata molto chiara e non ti devi preoccupare parleremo per 10 minuti della vostra Fondazione e poi della svolta letteraria di Rick. Rispetterò la vostra privacy nei limiti del rispetto che ho per le richieste del mio pubblico.”

Kate scosse la testa e guardò sconsolata Rick.

“Oprah, non mi sono mai risparmiato nel risponderti ma oggi ti chiedo la cortesia di essere un’amica, prima di tutto”  Castle fece un ultimo tentativo.

“Rick ti ricordo che da quando questa splendida signora è entrata nella tua vita non hai più voluto farti intervistare da me. Un motivo ci sarà pure.”

“Touché” esclamò lo scrittore non potendo ribadire altro.

Poi gli venne in mente Paula e allora azzardò: “In realtà ho saputo che la Black Pawn ha faticato per trovare uno spazio nella tua agenda…”

“Rick.. Rick… il mio staff è ben preparato e sa come lavorare. Se abbiamo una certa fama non è un caso. Non mi sarei mai lasciata sfuggire l’occasione di intervistarti nuovamente, figuriamoci poi insieme a tua moglie!!” detto questo uscì dalla sala trucco come una diva.

A Kate venne da ridere pensando alla somiglianza di alcune movenze tipiche di Martha che, nonostante ormai fosse un’anziana signora, aveva continuato a mantenere intatto il suo charme e il suo senso teatrale della vita.

Mezz’ora dopo le luci di scena si accesero e Oprah con un cenno della testa diede il suo benestare a procedere.

Il regista in collegamento audio con il backstage chiese agli ospiti se erano pronti e, dopo il loro assenso, iniziò a fare il conto alla rovescia.

“Buonasera! Sono molto onorata di potervi annunciare degli ospiti che mi sono molto cuore e con cui parleremo di un tema molto importante: il sostegno psicologico per i familiari delle vittime di crimini violenti. E’ nata per questo una fondazione a scopo benefico che raccoglie fondi per aprire sportelli di accoglienza in cui queste persone possono trovare tutta l’assistenza psicologica necessaria seguendo poi delle terapie emozionali che sembrano dare degli ottimi risultati. Parleremo anche della svolta letteraria di uno dei più amati scrittori d’America. SIGNORI E SIGNORE avrete già capito di chi sto parlando… è un piacere avere con noi Richard Castle e sua moglie, Katherine Beckett, il più giovane capitano che la Polizia di New York abbia mai avuto” annunciò con aria trionfale Oprah aprendo le braccia per accogliere i suoi ospiti e farli accomodare nel divano biposto bianco che la scenografa aveva scelto per l’occasione.

L’inquadratura cambiò e le luci illuminarono la porta d’ingresso della scena dove Rick e Kate entrarono tenendosi per mano. In prima fila, Victoria Gates nel suo più splendente tailleur rosso assisteva allo spettacolo sperando di non venir tirata in ballo da Beckett. Kate le aveva chiesto di partecipare ed essere presente allo show e lei non se l’era sentita di rifiutare visto come le aveva imposto la partecipazione. Gli applausi scroscianti da parte del pubblico sembravano non finire nemmeno quando i due ospiti erano giunti vicino ad Oprah e si erano accomodati a sedere dopo averla salutata. Servì un gesto plateale di Castle per far fermare quell’accoglienza. Rick non poté nascondere di essere emozionato. Era da molti anni che evitava eventi di quella portata e un brivido di piacere e compiacimento lo attraversò.

Sentì la mano di Kate stringersi nella sua e si girò verso di lei cercandola con lo sguardo per rassicurarla e farle coraggio. Invece, appena incrociato il suo sguardo, la vide emozionata e commossa per lui. Il suo pubblico l’amava e non l’aveva mai dimenticato.  E sua moglie era contenta per quella ondata di affetto che stava ricevendo sentendosi anche un po’ in colpa per averlo sottratto così a lungo da tutto questo. Si schiarì la voce per parlare, cercando di rammentarsi che, nonostante la gioia, avrebbe dovuto cercare di non farsi prendere troppo dall’euforia altrimenti si sarebbe ritrovato a saltellare sul divano dichiarando a tutti quanto grande era il suo amore per Kate come aveva fatto qualche anno prima Tom Cruise. No, non voleva rendersi ridicolo e, soprattutto, non voleva scatenare le ire di sua moglie.

“Sono davvero emozionato Oprah. Permetti?” le chiese facendo un gesto con la mano. Oparah annuì e lui si alzò dal divano stando attento a non fare danni al fragile mobilio di scena davanti a lui. Si portò entrambe le mani al cuore e fece un profondo inchino di ringraziamento. Poi si girò, prese la mano ad una confusa Kate e la fece alzare. Anche in quella occasione voleva condividere con lei quel momento perché, anche se il pubblico non lo sapeva e pensava l’esatto contrario, anche lui era rinato ed era diventato un uomo nuovo accanto a sua moglie. Un uomo nuovo che piaceva a se stesso molto di più di quello precedente.

Una Gates emozionata guardava la scena, ammirando la devozione totale dello scrittore per la sua compagna di vita.

Oprah dette loro il tempo per riaccomodarsi e poi iniziò con una battuta:

“Richard Castle, stai facendo tutto questo per perdere tempo e per evitare le mie domande?” tutti risero, Kate compresa, e la tensione si sciolse in breve tempo.

“Siamo qui per parlare della Luke Castle Foundation, da voi istituita, che in pochi anni ha raggiunto risultati ragguardevoli a New York. Kate, vuoi raccontarci perché oggi ne parliamo?” chiese sperando che la bellissima donna che aveva di fronte fosse in grado di reggere l’emozione davanti ad una telecamera.

“Certamente, Oprah. Anzi ti ringraziamo per la possibilità che ci dai di parlarne a livello nazionale. Come hai appena detto, la fondazione intitolata in memoria di nostro figlio, ha aperto a New York uno sportello di ascolto e supporto per ogni distretto della città.  Il nostro prossimo obiettivo è fare la stessa cosa in tutto lo Stato di New York e mano a mano coprire tutto il territorio degli Stati Uniti dando precedenza agli Stati dove l’incidenza della criminalità è maggiore.”

“Benissimo mi sembra un’iniziativa lodevole.  Per far capire anche il nostro pubblico a casa diciamo che Luke Castle è stato vittima di una pallottola vagante in una terribile notte di Capodanno. Rick, non voglio assolutamente parlare della tragedia che avete vissuto perché conosco il vostro riserbo e non mi sembrerebbe comunque giusto farlo in questo contesto ma vorrei davvero esternare la mia profonda ammirazione per il modo in cui avete fondato e investito tempo e denaro in questa iniziativa."

“Grazie Oprah. Quello che è successo a noi purtroppo è accaduto a moltissime persone e New York in particolare è una città violenta… “ Castle venne interrotto.

“E tu sei diventato un esperto ormai. Da quanti anni collabori attivamente con la Polizia di NY?” chiese curiosa la padrona del salotto.

“Sono ormai 15 anni di collaborazione, di cui gli ultimi 10 anche con il riconoscimento morale e pubblico della mia consulenza gratuita da parte dei piani alti” si voltò verso la Gates a cui fece un piccolo cenno con la mano. Tutti risero mentre il faro dell’illuminazione si spostò sul capo della Polizia Victoria Gates.

Oprah non perse l’occasione e al volo la presentò al pubblico con grande imbarazzo della stessa. Poi Caste continuò a parlare: “Dicevo… New York è una città molto violenta e la polizia fa un lavoro egregio ogni giorno per proteggerci e ormai che sono anche io uno di loro … “ si girò verso la Gates che venne illuminata prontamente da un fascio di luce. Victoria, imbarazzata, sorrise e annuì. Castle gongolante continuò: “Posso dirlo con orgoglio: lo fa con passione e senza risparmiarsi mai.”

“Kate, sei il capitano del 12° distretto e nella tua vita in Polizia ne hai viste di tutti i colori. Ma nessuno come te è testimone della brutalità della violenza. Tu stessa per ben due volte sei stata familiare di una vittima.”

Kate stava iniziando a parlare a Oprah le fece un cenno di aspettare, voleva aggiungere una cosa “tutti ricorderanno lo scandalo del Senatore Bracken e dei suoi loschi traffici. Il senatore fu arrestato proprio grazie alla caparbietà di questa donna nel trovare il mandante dell’omicidio di sua madre Johanna Beckett”.

“Si, Oprah. Certamente. Proprio perché anche io sono stata colpita personalmente per ben due volte so per esperienza che è necessario rivolgersi all’assistenza di personale qualificato che possa rimettere in sesto i pezzi della propria vita.”

Oprah allungò una mano posandola sopra il braccio di Kate con l’intenzione di dare maggiore pathos al momento e annunciò una pausa pubblicitaria.

Mentre la truccatrice aveva velocemente tamponato i visi dei tre, Oprah si stava assicurando che entrambi i suoi ospiti fossero a loro agio.

Poi la trasmissione riprese.

“Eccoci tornati in studio. Mentre noi continuiamo a parlare vi prego di notare che in sovraimpressione scorrono a flusso continuo i riferimenti per poter fare le vostre donazioni per la Luke Castle Foundation.“

Castle nel frattempo aveva ripreso tra le sue la mano di Kate. Sapeva che sarebbe sembrato stucchevole all’esterno ma non gliene importava nulla. Era conscio di quanto la donna fosse in profondo disagio e voleva infonderle tranquillità. Per quanto fosse una tigre nel suo ambito lavorativo anche davanti alle situazioni più pericolose, sapeva quanto potesse essere fragile come una bambina in contesti diversi.

“La Luke Castle Foundation opera a New York, speriamo che con il vostro aiuto riusciremo ad estendere il suo operato anche nel resto del nostro bellissimo ma grandissimo Paese”. L’appello spontaneo di Castle venne accolto da un fragoroso applauso che diede la possibilità ad Oprah di passare ad altro.

“Kate, tu sei una splendida donna, hai una posizione professionale di potere e ora sei qui, in splendida forma ma con una silhouette che però non nasconde la tua nuova maternità.” le sorrise come a farle cenno di stare tranquilla.

Kate annuì, mentre Rick continuava a tenerle la mano.

“Come si può trovare il coraggio di andare avanti dopo i gravissimi lutti che ti hanno colpita sin dalla giovinezza?” Oprah le fece un cenno di incoraggiamento con la testa.

Kate abbassò un momento gli occhi indecisa su cosa rispondere. Poi alzò lo sguardò decisa, guardò dritta la telecamera e, staccando la mano da Castle, iniziò a parlare gesticolando come sua abitudine.

“La Luke Castle Foundation nasce un po’ dalla mia esperienza. Dopo la morte di mia madre ero una giovane ragazza arrabbiata col mondo intero che ha smesso di vivere per perseguire un solo scopo: scoprire chi la avesse uccisa. Ho lasciato i miei studi e sono entrata in Accademia solo pensando a questo. Anni passati a vivere con la rabbia dentro e nient’altro. Ero sola e non volevo nessuno accanto a me, se non per situazioni… a termine. Diciamo così.”

“Cosa è successo poi? Quale è stata la molla che ti ha fatto continuare a vivere?” chiese Oprah stando attenta a misurare le parole.

“Per più di 10 anni non ho vissuto: sono sopravvissuta.  Mangiavo, bevevo, dormivo, molto poco in realtà, e dedicavo ogni mia energia nel mio lavoro e nella ricerca di qualche indizio nel caso di mia madre. Senza farmi aiutare da nessuno.“ Kate fece una pausa, poi si girò verso Castle e lo guardò. “Poi un caso di omicidio mi ha messo sulla strada del mio scrittore preferito…” rise “anche se gliel’ho confessato moltissimi anni dopo.” I loro occhi si incrociarono per un secondo che durò per loro tantissimo. Uno scambio di sguardi di innegabile valore emotivo, anche per un distratto telespettatore. “Grazie alla sua collaborazione in Polizia, che mi venne imposta dall’alto, la mia vita è stata stravolta. Fino allora vivevo di poche certezze legate al mio lavoro e da quel momento ogni cose assunse una visuale differente.”

“All’epoca lo scrittore Richard Castle era un uomo molto diverso da quello che è oggi” osservò Oprah.

“Spero di essere diventato un uomo migliore.” Si intromise Rick cercando con lo sguardo l’approvazione del pubblico.

“Sicuramente uno scrittore migliore, a mio parere” intervenne la padrona di casa. “Kate sei tu l’artefice del cambiamento del suo genere letterario?”

“Il talento di Rick come scrittore è indiscutibile e indiscusso.” Affermò sicura. “Tutti cambiamo e, per quanto possa sembrare strano anche Richard Castle si è evoluto”. Gli strizzò un occhio sorridendogli poi riprese la parola. “Rick ha scritto una serie di romanzi in cui il personaggio principale, il detective Nikki Heat, era liberamente ispirato a me. Ma posso dire che il suo nuovo lavoro è straordinario, nonostante io abbia amato tantissimo tutta la saga di Derrick Storm e ovviamente sia affezionata a quella di Nikki Heat.”

“Ok Kate. Ma facciamo un passo indietro. Prima ci stavi parlando del periodo in cui hai conosciuto e iniziato a collaborare con Castle…” la incalzò nuovamente Oprah.

“Rick è riuscito a salvarmi. Ero un’automa con un solo scopo nella vita: trovare e arrestare l’assassino di mia madre. Castle mi ha dato piano piano la forza di ricominciare a vivere. E se sto raccontando, Oprah, queste cose intime di me, lo faccio solo perché sono convinta che se mi fossi fatta aiutare subito dopo la morte di mia madre da uno specialista, non avrei sprecato 10 anni della mia vita personale.”

“Questa è la motivazione che ci ha spinto ad accettare il tuo invito Oprah, la nostra fondazione può aiutare moltissima gente a non sprecare anni della propria vita” disse Castle non riuscendo poi a trattenere una battuta “ Ovviamente non tutti hanno la fortuna di incontrarmi di persona…”

Un piccolo scappellotto sulla gamba non glielo tolse nessuno.

“Be’ immagino che Rick abbia ragione. Ma Kate, come hai superato anche il secondo trauma?” Oprah stava diventando sempre più diretta e Kate la guardò sconcertata. Ebbe solo un momento di esitazione, poi guardò il display che teneva il conto delle donazioni fatte in diretta e si fece coraggio. Per quella causa valeva la pena.

“Il dolore separa, non unisce. Il dolore ti rende sempre più introspettivo e ti annienta rinchiudendoti in te stesso. E io lo sapevo bene, come lo aveva imparato Rick standomi vicino.  Questo non fa bene alla coppia, non fa bene alla famiglia. Poi con il tempo e con la voglia di voler reagire e di voler continuare a vivere, ti ritrovi uno nelle braccia dell’altra, ti guardi e riconsegni il tuo cuore e la tua anima nelle mani dell’altro per poter continuare a vivere uno accanto all’altra. Insieme. E insieme soprattutto al piccolo Tommy, che viveva di riflesso il nostro dolore, troppo piccolo per averne uno suo. E così, un pomeriggio durante un lungo viaggio in macchina di rientro da un cottage di famiglia in montagna, chilometro dopo chilometro, discussione dopo discussione, pausa dopo pausa, lacrima dopo lacrima, ne abbiamo parlato. Fino a notte fonda ne abbiamo discusso e così i giorni e le settimane seguenti. Volevamo un altro figlio. Volevamo riappropriarci della nostra vita, dei nostri sogni rubati. Volevamo che la vita vincesse sulla morte. Che male c’è in questo?”

Rick le aveva ripreso immediatamente la mano e la guardava orgoglioso.

Oprah era rimasta ad ascoltare e anche ad una regina dei salotti come lei non era mai capitato di commuoversi così visibilmente. Tra il pubblico era sceso un silenzio epocale e tutti cercavano di assimilare quelle parole. Victoria Gates non riusciva a credere alle proprie orecchie, dopo anni di collaborazione professionale e di amicizia non aveva mai sentito Beckett parlare così a cuore aperto.

Gli inservienti di scena fecero cenno ad Oprah di staccare per dare la pubblicità.

Lei fece un breve cenno di diniego. Dopo 25 anni di esperienza sapeva che un momento così non andava interrotto.

Kate si guardò intorno e poi semplicemente proseguì a raccontare: “Un fortissimo desiderio di maternità mi aveva colpito, forse più delle altre volte. Avevo solo voglia di tenere di nuovo un figlio dentro di me e poi tra le mie braccia, nutrirlo con il mio seno. Avevo voglia di una vita normale come quella che dovrebbe avere ogni una donna accanto all’uomo che ama.”

Si fermò.

Tranquilla e serena.

Vide il display che sembrava impazzito e pensò che se le sue parole avessero permesso di aprire anche un solo altro centro di ascolto aveva fatto bene ad esporsi così.

Oprah le lasciò del tempo ma quando vide che il silenzio si stava protraendo troppo intervenne:

“E così è nata la piccola Julia, giusto? Chiederei alla regia di mandare in onda la foto che i Castle ci hanno consegnato poco prima di entrare in scena.”

Nell’enorme schermo alle loro spalle si materializzò una recente foto della famiglia Castle al completo scattata l’estate precedente negli Hamptons.

“Come vedete” proseguì Oprah “oltre ai loro due splendidi bambini, Tommy e Julia c’è la prima figlia di Rick, Alexis, e sua madre, la grande attrice Martha Rodgers, che saluto calorosamente. Martha, un abbraccio!” disse guardando la telecamera  mandandole un bacio con la mano.

“E questo frugolino qui, maschio o femmina?” chiese allungando il braccio per accarezzare la pancia di Kate.

“Per mia immensa gioia, un’altra femmina!” disse orgoglioso Rick. “Anche lei è venuta a bussare prepotentemente nella nostra anima perché entrambi ci siamo ritrovati di nuovo a desiderare un altro piccolo Castle”. Sorrise gongolando e fiero come non mai della sua famiglia.

“Ma ormai per te è il quinto…”disse Oprah quando venne interrotta da Rick.

“Ogni figlio quando nasce ti dà le stesse identiche emozioni. L’amore non si divide, si moltiplica.”

Uno scroscio di applausi scoppiò fragoroso rimbombando nella sala dalla pessima acustica dal vivo.

Oprah lanciò un’altra interruzione pubblicitaria e le truccatrici rientrarono in campo. Delle inservienti portarono un bicchiere d’acqua a testa mentre l’intervistatrice controllava la scaletta dando a Rick alcune indicazioni sulle prossime domande.

“Ed eccoci di nuovo qui. Dopo esserci ripresi da questo momento altamente emozionale, vorrei che finalmente Castle ci parlasse della sua nuova fatica letteraria. Nel frattempo non dimenticate di leggere in sovraimpressione i riferimenti per le donazioni. Stiamo sbancando il totalizzatore ma questo è il nostro scopo. Continuate così! Allora Rick, come mai questa svolta imprevista nella tua carriera?”

Castle si schiarì la voce e cominciò a parlare “Dopo anni di ricerche sul campo e di spy story e polizieschi avevo bisogno di cambiare.”

“Dopo tanti anni la tua musa ispiratrice non ti ispirava più?” provò a punzecchiarlo Oprah.

“No, veramente semmai il contrario. Stava cominciando a diventare sempre più difficile non scrivere troppo di noi…” alzò le sopracciglia e si passò una mano tra i capelli “ Ma in realtà la vera motivazione è stata quella di mettere al servizio della gente la conoscenza che anni di collaborazione con la polizia mi ha donato. Volevo scrivere di una delle piaghe della nostra società non da un punto di vista sociologico o psicologico ma da un punto di vista analitico e pragmatico. Poi ho avuto a mia disposizione un consulente personale, una persona molto informata dei fatti, se così posso dire.”

“Possiamo conoscere il suo nome?” domandò la donna di colore.

“Il capitano Katherine Beckett, ovvio!” una gran risata scoppiò nello studio.

“Vedo che la tua simpatia e il tuo humor sono rimasti intatti, Rick. Buon per  te. Purtroppo il tempo a nostra disposizione è già finito e mi dispiace che non abbiamo potuto sviscerare meglio questo nuovo genere letterario in cui ti sei lanciato” disse Oprah mostrando alle telecamere il libro autografato con un pennarello blu sulla prima di copertina.

“Troverete il saggio Criminalità a New York di Richard Castle da domani in tutte le migliori librerie e ovviamente sarà possibile scaricare l’ebook dalle librerie on line. Un saluto da Oprah e dai miei splendidi ospiti e non dimenticate: donate donate donate!”

Il jingle di chiusura partì piano sulle ultime parole della Winfrey fino a che le immagini non vennero sfocate e la trasmissione venne conclusa.

Dopo qualche convenevole e saluto in sala, finalmente Rick e Kate si ritrovarono un momento da soli.

“Grazie” disse Castle.

“Always.”

 

Spazio di Monica:

Questo capitolo è particolare e diverso da ciò che di solito leggiamo, quindi non so se sia o meno di vostro gradimento. Fatemelo sapere.

Un ringraziamento particolare va alla mia penfriend ;-) che non solo ha corretto le mie sbavature (ma come fai a trovare così facilmente tutti gli spazi doppi??!!) e i miei errori ma coregge e revisiona il mio inglese (meno male che ci sei tu!). MA questa volta la devo ringraziare anche perché questa era nata come una OS con il primo capitolo e basta e lei mi ha fatto capire in maniera molto decisa che non la potevo lasciare così, in sospeso.

E grazie a tutti quelli che hanno letto questi lunghi capitoli e sono arrivati fin qui.

Alla prossima

  
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