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Autore: Lykill_Hole    22/09/2014    3 recensioni
These love poems I’ve written for you
I’ve been sending them for 15 years
And still no reply
And still no reply
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kris, Kris, Tao, Tao
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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¡ PREMESSA !

Siate clementi.
Era da decenni che non provavo a scrivere qualcosa, ma oggi, vedendo una fanart di Hetalia chiamata "A clingy boy stuck for 15 years", ho sentito il bisogno di tentare ancora una volta a scrivere qualcosa di decente.
Spero lo sia.
Ricordo che critiche costruttive sono sempre ben accette, ma quelle che invece vengono qui solo per mostrare di avere un pene virtuale più grosso del mio no. Dunque sciò, pussa via. /?

Detto tutto? Spero di sì, enjoy. ~
 
A clingy boy stuck for 15 years


 
 
 
These love poems I’ve written for you
I’ve been sending them for 15 years
And still no reply
And still no reply
 
 
Lo squillo di un telefono riverberò per la casa, scuotendola dal silenzio che la pervadeva da ormai troppo tempo.
Una, due volte, arrivò fino a tre, per poi lasciar posto ad un ‘bip’ sommesso, pacato esattamente come la voce che lo seguì subito dopo.
                                                                                       
« Kris, sono Yixing. » un istante di silenzio, poi uno sbuffo « … Luhan ed io siamo preoccupati per te. Non rispondi da giorni, e stiamo seriamente pensando di mandare Chanyeol a controllarti, e sai i danni che può procurare. »
 
La voce si interruppe per qualche secondo, lasciando udire un lieve sospiro e l’indecisione che il proprietario di essa, Yixing, provava in quel momento.
 
« Appena torni, chiamami. Per favore. »
 
Il piccolo ‘bip’ si fece nuovamente sentire, dichiarando la fine del messaggio appena lasciato.
Eppure, tutto questo non giunse alle orecchie del padrone di casa, chiuso nella sua stanza al piano di sopra, seduto davanti ad una scrivania la cui superficie lignea era quasi impossibile da vedere, sotto tutti i fogli di carta bianchi e le buste vuote che la ricoprivano.
Chino sul tavolo, una penna in una mano e l’altra tra le ciocche di capelli sfatti, come se vi avesse passato le dita tante volte.
Un morso sul labbro inferiore, e gli occhi stanchi e spenti si chiusero in cerca di quel conforto e quella pace che non riusciva ad ottenere da troppo tempo.
 
Questa volta…
Questa volta deve raggiungerti.
 
 
The first year I was reckless
I wrote every day without fail
I licked stamps relentlessly
Delivering my heart to you
 
 
« Dev’essere una ragazza molto fortunata, la tua. »
 
Il viso di Kris si sollevò con aria perplessa verso il signore di fronte a sé, non aspettandosi una frase del genere da parte sua.
Era alla cartoleria più vicina alla sua abitazione, di fronte al bancone su cui posavano, innocue, una pila di buste bianche e vari francobolli, i soldi già pronti accanto a loro; non era mai variato, il prezzo, in tutte le volte in cui aveva fatto visita a quel negozio.
 
« Come, prego? »
 
« Vieni qui ogni settimana, da quasi un anno, a comprare buste su buste. Anzi, spesso sono costretto a metterle da parte pur di fartene trovare abbastanza la settimana successiva. » rise l’anziano, prima di rivolgergli un sorriso gentile, « Questa ragazza a cui scrivi così tanto, deve sentirsi davvero amata. »
 
Comprensione brillò negli occhi di Kris, il quale rispose al sorriso dell’altro con uno ben più piccolo, ma soprattutto tirato.
Da quanto non sorrideva davvero? Forse proprio da quando aveva cominciato a mandargli quelle lettere.
 
Era già passato un anno?
 
« Lo spero. Lo spero davvero. »
 
 
I was reckless the second year as well
Even the house catching on fire couldn’t get my attention
My clothes caught fire from the bottom up
I didn’t notice until only my collar was left
 
 
« Sei un irresponsabile! »
 
I paramedici ancora presenti sul posto dovettero spostarsi, per evitare di venir investiti dalla forza che in quel momento era Luhan.
E sebbene i pugni sul petto che gli diede non appena lo raggiunse fecero sorridere Kris, non appena incontrò il suo sguardo colmo di lacrime che si rifiutava di lasciar cadere il divertimento venne sostituito dal senso di colpa.
 
« Luhan, mi dispiace, non mi sono accorto-- »
 
« Come hai fatto a non accorgerti di aver lasciato i fornelli accesi?! Dannazione, Kris, sei fortunato che il fuoco non si sia espanso troppo prima che i tuoi vicini avvertissero i pompieri, o saresti potuto morire! »
 
Il tono misto tra rabbia ed esasperazione fecero acuire ancora di più il dispiacere che stava già cominciando a provare fin da quando lo aveva visto avanzare verso di sé.
Luhan sospirò, portandosi una mano al volto e massaggiandosi una tempia, prima di guardarlo attraverso le dita, improvvisamente stanco.
 
« Non può andare avanti così. Lo sai vero? »
 
Certo che lo sapeva.
Erano già passati due anni, eppure ancora non riusciva a tornare quello di prima. E poco importava la colpa che fioriva in lui ogni volta che notava l’espressione preoccupata di Yixing e Luhan, o quella impotente di Chanyeol.
Poco importava la voglia di cambiare che in quei momenti lo coglieva; tutto sfumava non appena il pensiero volgeva verso di lui.
 
Ed invece di ringraziare di non essere morto nel fuoco, ringraziò della sua clemenza nei confronti di quella stanza.
 
« Sì, lo so. » Mormorò, prima di rivolgergli il solito sorriso spento che mostrava da anni, « Starò più attento, ah? »
 
Lo sguardo che l’altro gli lanciò gli fece ben comprendere quanta poca speranza avesse al riguardo.
 
 
In the third year, I calmed down
I reached the limits of literature
I published a mini diary
And maxed out the hit counter
 
 
« Sai, Kris, ammetto di esser stato decisamente scettico riguardo la tua promessa di cambiare. Invece mi sono dovuto ricredere. »
 
L’interpellato non aveva nemmeno bisogno di girarsi per sapere che sul volto di Luhan vi era un sorriso orgoglioso. Ed infatti, una volta voltatosi verso di lui poté notare la sua presenza non solo su quello del maggiore, ma anche su quello di Yixing, sebbene celasse ancora qualche dubbio.
 
« Non sapevo sapessi scrivere così bene. Come mai non ci hai mai fatto leggere qualcosa? »
 
« Non credevo di poter intraprendere una carriera di scrittore. » Ammise lui, scuotendo leggermente le spalle, « Inoltre non ho propriamente pubblicato un libro. E’ un diario, e sono ancora scettico sul renderlo così pubblico. »
 
« Beh, non ci crederai ma è stato un successo. » Luhan gli diede una pacca sulla spalla (sebbene avrebbe per sempre negato l’essersi dovuto alzare un po’ in punta di piedi per farlo), prima di venir distratto dallo squillo del suo cellulare.
Probabilmente Sehun.
Quel tipo aveva bisogno di trovarsi un hobby diverso dal tartassare di telefonate il suo ragazzo.
Kris e Yixing lo osservarono allontanarsi, un’espressione felice sul volto del maggiore per chissà quali parole gli stessero venendo rivolte. E non appena fu abbastanza distante, il piccolo sorriso di Yixing cadde, prima di incrociare lo sguardo ora preoccupato con quello del più alto.
 
« Come ti senti davvero, Yifan? Hai smesso di scrivergli, non è così? »
 
Anche senza l’uso del proprio vero nome Kris si sarebbe ritrovato a distogliere lo sguardo da quello dell’altro.
Passò un istante di silenzio, interrotto poi da un sospiro ed all’improvviso passarono tante di quelle emozioni, sul suo volto, che solo Yixing era riuscito a vedere in tutti quegli anni.
 
« Non – non proprio. Però non gli scrivo tutti i giorni. »
 
« Kris, devi accettare che T-- » l’improvvisa occhiataccia che il maggiore gli lanciò lo zittì efficacemente, strappandogli dopo attimi di teso silenzio un lieve “Scusami”.
No.
Era Kris quello che si sarebbe dovuto scusare. Ma non ce la faceva, non ancora.
 
Tutto quello di cui aveva bisogno era solo più tempo.
 
 
By the fifth year, I was a professional poet
I captivated women aged 20-34
But since I was so dedicated
They might as well have been radishes to me
 
 
« A che numero siamo arrivati? »
 
La voce divertita di Jongdae, il suo capo redattore, portò la fronte di Kris ad aggrottarsi in mera irritazione, mentre osservavano assieme l’ennesima donna allontanarsi con aria mesta verso un gruppo di amiche poco distante; e non si sorprese quando si girarono con pronte occhiatacce verso di lui, strappando uno sbuffo stizzito da lui ed una risata dall’altro.
 
« Non è divertente. Ormai dovrebbero aver capito che l’unica risposta da parte mia sarà solo quella. »
 
Jongdae gli pattò un paio di volte la schiena, fingendosi pieno di supporto per lui quando in realtà Kris sapeva perfettamente quanto lo divertisse vederlo alle difficoltà con ogni donna che gli chiedeva di frequentarsi.
Aveva questo tipo di popolarità sin da quando i propri libri (che alla fine erano solo raccolte di poemi) avevano cominciato ad avere un discreto successo; eppure, la sua risposta non era affatto cambiata.
 
« Sai, » cominciò Jongdae, stranamente senza il solito sorrisetto sulle labbra sottili, « non ho idea di cosa sia accaduto tra te e quel tipo a cui mandi sempre quelle lettere che scrivi, ma un tentativo con una di loro lo farei. »
 
Per quanto non si scompose come avrebbe potuto fare anni addietro, l’espressione di Kris divenne stoica, allontanandosi appena dalla mano dell’altro ancora casualmente posata sulla propria spalla.
Il tempo passava, ma ogni accenno a lui faceva sempre male.
 
« No. Perché illuderle, quando tutto quello che desidero è ciò che non posso avere? »
 
Un sussurro più rivolto verso sé stesso, che verso la persona accanto a sé. Eppure Jongdae lo udì, e dopo avergli regalato preziosi momenti di silenzio, tornò a parlare come se non avessero nemmeno sfiorato l’argomento, invitandolo ad uscire quella sera con lui ed un certo Jongin a bere qualcosa.
E, stranamente, Kris si ritrovò ad accettare.
 
Sì, anche quando non sembra, il tempo scorre.
 
 
These love poems I’ve written for you
I’ve been sending them for 15 years
And still no reply
And still no reply
 
 
Le luci delle insegne e dei lampioni erano le uniche cose che illuminavano la strada quella notte, mentre la luna si celava dietro nuvole impossibili da intravedere nel cielo buio.
Nemmeno le stelle sembravano volersi far ammirare, mentre una delle poche macchine ancora in circolazione sfrecciava per le strade.
 
Erano passati anni dall’ultima volta in cui aveva deciso di muoversi con il proprio veicolo.
Kris strinse appena le dita sul volante, osservando la strada di fronte a sé con aria stanca, cercando di non cedere al sonno che minacciava di catturarlo a causa dell’orario in cui si era ritrovato a mettersi alla guida.
Tutta colpa di Luhan e di quel Sehun.
Eppure, se ricordava l’espressione di gioia sul volto dell’amico nell’annunciare che avevano deciso di sposarsi (e poco importava che per farlo sarebbero dovuti andar in un altro paese) non poteva che apparire sulle sue labbra un sorriso sincero.
 
Aveva fatto molti progressi, in quegli anni, e tutto grazie a loro.
Perfino le lettere erano diminuite, sebbene non fosse mai stato in grado di smettere del tutto di scriverle; e parlare di lui faceva ancora male.
 
Quella sera però il fato non fu dalla sua parte.
 
Dalla radio che aveva acceso in un tentativo di distogliersi dal torpore partì una canzone che  la sua mente, ma soprattutto il suo cuore non erano ancora riusciti a dimenticare.
E si ritrovò ad irrigidirsi, a stringere con forza il volante e ad assottigliare le labbra mentre uno dei ricordi che aveva cercato di seppellire riaffiorò.
 
 
« No, non cambiare! »
 
La mano già pronta su uno dei pulsanti della radio venne intercettata da una più esile, che accompagnata da una risata da parte del suo proprietario intrecciò le dita con quelle altrui.
Kris sbuffò, nonostante le labbra fossero piegate in un sorriso, distogliendo per un momento lo sguardo dalla strada per poter guardare – o meglio, ammirare – la persona seduta accanto a sé.
L’unica persona che riceveva quel tipo di sguardo da parte sua; così dolce, così pieno d’amore.

 
« Sul serio? E’ una canzone orribile. »
 
« Come osi?! » Kris non poté che ridere al suo tono offeso, ancora di più nel ricevere un colpo sul braccio da parte dell’altro. « E’ una canzone bellissima, apprezzala. »
 
« Forse in un’altra vita. »
 
Quella risposta gli fece ottenere un altro colpo, lagnandosi subito dopo di avere un ragazzo così violento. Eppure sorrise nel sentire le labbra dell’altro sulla propria guancia, girando appena il viso per poterle incontrare con le proprie.
 
« Questo ragazzo violento ti ama. »
 
Dio, non si sarebbe mai stancato di ascoltare quelle due parole uscire dalle labbra del più piccolo, che in quel momento lo stava guardando con quei suoi occhi scuri pieni di gentilezza. Due pozze in cui si perdeva ogni volta.
E forse, proprio per questo non notò nemmeno quando quegli stessi occhi si spalancarono, notando qualcosa che lui non poteva vedere.

 
« Ti amo anche io, Z- »
 
« Yifan, attento! »
 
C R A S H!
 
 
The ninth year I was in an accident
Apparently I hit my head badly
I forgot my own name
All I remembered was that I loved you
 
 
« Perché c’è una porta chiusa a chiave, in casa mia? »
 
Quello fu probabilmente l’anno più strano e difficile per tutti, non solo per lui.
Si era risvegliato in un letto d’ospedale, solo per scoprire di non sapere nemmeno il proprio nome, la propria età.
Nulla, non aveva nulla se non il ricordo vago di un “Ti amo”, e la bellissima ma nostalgica sensazione che portava con sé.
E sebbene si svegliò con una persona in lacrime accanto a sé, seppe immediatamente che non era la persona a cui apparteneva quella dolcissima voce.
 
Si chiamava Luhan, ed assieme ad un altro ragazzo di nome Yixing aveva fatto in modo che pian piano Kris imparasse qualcosa in più su di sé.
Come il suo vero nome, la sua età, i suoi amici, ed infine dove abitasse.
 
« Non lo so… » Ammise Yixing, avvicinandosi a lui ed osservando anch’egli la superficie lignea apparentemente innocua della porta davanti a loro, « Non ci hai mai voluto dire cosa vi sia dietro ad essa. »
 
Sul legno vi era una semplice scritta, e Kris si sentì strano solo nel leggerla.
“Don’t go into this room”.
 
« E la chiave? »
 
« L’avrai nascosta da qualche parte. »
 
Kris non disse a nessuno di loro il ricordo di quella voce, di quelle parole.
Parole che però gli davano la sicurezza che qualcun altro, a parte loro, tenesse a lui. Eppure perché non era venuto a trovarlo in ospedale?
Perché non si era preoccupato delle sue condizioni?
 
« Yixing, per caso ho… una relazione con qualcuno? »
 
Il modo in cui quella volta il più piccolo si irrigidì, prima di distogliere lo sguardo da lui e cambiare argomento, gli fece comprendere che quel qualcuno esisteva.
 
Aveva bisogno di trovarlo.
Aveva bisogno di sentire quelle parole.
 
 
My memories didn’t come back the tenth or eleven year
But I still loved you
And all I wanted
Was a reply from you
 
 
« Signore, perché sta guardando la cassetta? »
 
Le dita impegnate a sfiorare la cassetta postale si bloccarono, e gli occhi si allontanarono dalla vernice sbiadita dal tempo per incontrare quelli curiosi di una bambina ferma vicino a lui.
Una bambola tra le braccia, i capelli neri racchiusi in due teneri codini.

« … Aspetto. »
 
« Aspetti cosa? »
 
« Una lettera. »
 
Non ci era voluto molto perché Kris trovasse prove, nella sua abitazione, che avesse mantenuto dei contatti con quella persona misteriosa.
Vero, non era riuscito a trovare né le proprie lettere né quelle di risposta dell’altro, ma aveva trovato nei cassetti della scrivania tante di quelle buste e di quei francobolli, che era certo del fatto che si erano scritti per molto tempo.
Forse era all’estero, e per questo non si erano ancora potuti vedere.

Eppure, passato un anno, poi due, senza ricevere nemmeno una lettera, stava cominciando a dubitare.
L’unica prova che aveva della sua esistenza era quel flebile ricordo e le reazioni dei suoi amici. Amici che sembravano non volergli far ricordare nulla di lui.
 
« Anche io vorrei un fidanzatino che mi scriva delle lettere. » Il tenero broncio fu troppo per il maggiore, il quale si chinò su di lei per carezzarle il capo, rassicurandola che una volta cresciuta avrebbe ricevuto tante lettere.
 
Eppure, lui non ne voleva mille.
Gliene bastava una. Una soltanto, ed avrebbe potuto calmare il proprio cuore che sembrava non essere in pace da quel giorno.
 
Gli sarebbe bastato solo una piccola prova che l’unico vero ricordo che aveva fosse sincero.
 
 
Even by the fourteenth year
It still had not come back
I was anxious and frightened every day
I wanted a single glimpse of you
I wanted a single word from you
 
 
« Da quanto tempo non esci più di casa, Yifan? »
 
Dire che Yixing fosse in pensiero per lui sarebbe stato l’eufemismo del secolo.
Sin da quando il maggiore aveva perso la memoria, sembrava aver perso anche la voglia di andare avanti. E non importava quante cose potessero dirgli, quante nozioni sulla sua vita tentassero di fargli ricordare, Kris sembrava deciso a voler ricordare un’unica cosa.
 
Ed avrebbe mentito, se avesse detto che non ne era terrorizzato, all’idea.

Nessuno di loro, nemmeno Chanyeol che solitamente non riusciva a mantenere un segreto neanche se ne valeva la sua stessa vita, aveva anche solo accennato a lui.
Eppure non sembrava fare nessun bene all’altro, ed ora che erano seduti sullo stesso divano, nella sua casa, Yixing poteva notare quanto male davvero stesse.
Occhiaie pesanti sotto agli occhi, barba sfatta.
Era persino dimagrito.
 
« … Ho bisogno di sapere, Yixing, ma nessuno sembra volermi dire cosa diavolo gli sia successo. »
 
Il tono disperato nella voce dell’altro gli fece perdere qualche battito.
Ma non poteva dirglielo.
Non la verità, almeno.
 
« Kris, perché non vieni a conoscere la nuova ragazza di Chanyeol? Si chiama Sandara, e sembra che questa volta sia la persona giusta per lui. »
 
Ogni volta, si cambiava argomento.
Ogni anno, la sua brama si rinvigoriva.
 
 
In the fifteenth year
My memories returned
 
 
Il silenzio avvolgeva la casa come un terribile manto, nonostante non fosse vuota.
Il suo proprietario era solo, nella sua camera, fermo ad osservare una foto vecchia, sciapita a causa di tutte le volte che negli anni prima dell’incidente aveva passato a carezzarla.
La cornice che l’aveva protetta per tutto quel tempo giaceva sul lenzuolo del letto sfatto, mentre una chiave prima celata in essa riposava sul palmo della mano che non teneva la foto.
 
Non seppe per quanto tempo restò ad osservare entrambi gli oggetti senza emettere alcun suono, prima di stringere con forza la chiave ed alzarsi.
I propri passi furono lenti, quasi dolorosi da portare avanti, mentre lo portavano verso la porta di cui non aveva mai saputo l’utilità se non quella mattina stessa.
 
Quando aveva recuperata la memoria.
 
Il manto di silenzio venne interrotto solo dal lieve ‘click’ che fece la serratura una volta sbloccata; un suono terribile, per le orecchie, a causa degli anni di disuso.
Eppure, anche così ci vollero altri vari istanti prima di trovare la forza di andare avanti, di riuscire ad aprirla e ad affrontare ciò che la sua mente aveva cercato di fargli dimenticare.
 
 
I remembered everything
And I started to cry
 
 
La mano ancora posata sulla porta ora spalancata si contrasse in un pugno, le nocche bianche dalla forza esercitata.
 
Lacrime calde presero a scendere lungo le sue guance, eppure non se ne accorse, troppo preso ad osservare con sguardo spento ciò che la camera aveva gelosamente custodito per tutto questo tempo.
 
Lettere.
Il letto ne era pieno, il pavimento era a malapena visibile sotto le migliaia di buste che le sue stesse mani avevano scritto per tantissimi anni.
Scritte, ma mai inviate.
 
 
I remembered
That 15 years ago you died
 
 
Un passo, poi un altro.
Le ginocchia gli cedettero non appena fu completamente nella stanza, lasciando che le forze lo abbandonassero e si chinasse in mezzo al mare di lettere che racchiudevano tutto il suo dolore nel sentirsi strappare via dalle mani la persona più preziosa della sua vita.
 
Le lacrime non cessavano di scivolargli sul viso, ancora incapace di emetter alcun suono, e nonostante lo sguardo fosse sfocato a causa di esse, scivolò inesorabile sulla foto che ancora teneva stretta in una mano.
La foto di due ragazzi molto più giovani, sorridenti.
Il proprio volto era così diverso da quello di adesso, non solo per il passare del tempo.
Sembrava un’altra persona.
 
Forse grazie al bacio che il ragazzo accanto a lui decise di donargli, nel momento stesso in cui venne scattata.
 
 
These love poems I’ve written for you
If I kept piling them up,
Would the ever reach you?
I stacked them every day
In the room that used to be yours
 
 
Una fitta al petto, un gemito strozzato che finalmente era stato in grado di liberarsi dalle sue labbra.
Portò quella stessa foto al proprio petto, stringendola come se lasciandola andare potesse porre fine alla sua stessa vita.
 
E chiuse gli occhi, non riuscendo a continuare a vedere ciò che lo circondava.
 
La sua stanza.
Le loro foto.
Il letto in cui avevano dormito assieme, in cui avevano passato notti insonni ed in cui si erano confessati più volte il loro amore, ora pieno solo di parole di dolore e di nostalgia.
 
 
These love poems I’ve written for you
I’ve been sending them for fifteen years
And still no reply
 
 
Lettere mai mandate, parole d’amore che non avevano più avuto la possibilità di raggiungere la persona indicata.
Alcune piene di dolcezza, altre di tormento, ma tutte, tutte finivano sempre allo stesso modo.

Perché non  importava quanto dolore potesse provare, non importava quanto il suo ricordo potesse affievolirsi o divorarlo dall’interno.
Per quindici anni, l’unico desiderio di Yifan era sempre stato solo quello.
 
 
Voglio incontrarti ancora una volta, Zitao.
 
 
And still no reply
  
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