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Autore: Rivaleth    23/09/2014    15 recensioni
Malfoy ha solo trent’anni e tutto ciò che un uomo possa desiderare: potere, successo, soldi e donne. La sua vita è finalmente perfetta.
Ma si sa, i bei momenti sono destinati a durare poco, e lui stesso lo scopre a proprie spese il giorno in cui si ritrova alla porta il figlioletto di sei anni di cui non sospettava neppure l’esistenza. Il destino però non si accontenta solo di mescolare le carte in tavola, ma è deciso a prendersi gioco di lui…
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Sfumature di grigio
 

A divulgare all’intera società magica la verità su Billy non era stata Helena, come Draco aveva erroneamente creduto. Pochi giorni dopo, infatti, Jason O’Connor, in preda ai rimorsi e al senso di colpa, vuotò il sacco con la Granger, la quale ebbe sufficiente prontezza di spirito dall’intimargli di sparire dalla sua vista per almeno un anno, se non avesse voluto che lei stessa –O in alternativa Malfoy- lo trasformassero in un sonaglio per Hans Weasley o Lily Potter. Hermione gli lasciò carta bianca con James Potter, visto che il mostriciattolo continuava a frignaccolare per poter vedere il suo grande amico, ma per il momento loro due avrebbero smesso di vedersi e di sentirsi, con buona pace di Draco, il quale si limitò ad accanirsi su Rita Skeeter, colei dal quale l’Irlandese si era rivolto non appena aveva saputo del succulento scoop su Billy. La parola di un babbano geloso non sarebbe bastata, così lei, complice la sua natura da Animagus, si era tranquillamente potuta intrufolare nella casa di Malfoy sottoforma di insetto –motivo per cui i sensori magici non avevano rivelato alcuna presenza estranea- sentendosi liberissima di metterla a soqquadro per ottenere prove schiaccianti.  Gli avvocati –demoni infallibili e voraci- la torchiarono in tribunale con un tale, sadico accanimento, che a momenti rischiò di avere un tracollo nervoso (il viso trasfigurato dalla felicità di Draco Malfoy davanti alle misere lacrime della Skeeter popolò i giornali per circa i successivi quattro giorni). Fu condannata a un anno di servizio presso la sezione del Ministero riservata alle bestie magiche, nello specifico reparto Acromantule e Schiopodi Sparacoda, e a un risarcimento di circa centomila galeoni per diffamazione, effrazione domestica e furto.
Draco Malfoy fu immortalato mentre usciva dall’aula di tribunale con un sorriso che andava da orecchio a orecchio, invero piuttosto inquietante addosso a un tipo lugubre come lui.
 
*  *  *
 
-Potter, Weasley, tenete al guinzaglio la vostra progenie, o sarò costretto ad appenderli al soffitto per evitare di cadere.- abbaiò Malfoy, nel mentre provvedeva a scavalcare il corpicino di Lily Potter, a gattoni sul suo pregiato tappeto indiano.
-Sta sbavando sul mio tappeto, dannazione! Sfregiato, ehi Sfregiato, la tua bestiola sbava su un tappeto costato quanto un polmone!
Harry Potter, pigramente stravaccato sul divano del salotto, si limitò a rivolgergli un ozioso sorriso, beccandosi in cambio una lunga e ricca serie di insulti sfornati su misura per lui.
James Potter indossava un cappellino di cartone fatto a cono e pieno di pennacchi, e correva per la stanza urlando a squarciagola, impegnato a inseguire il gatto che a sua volta miagolava tutta la sua rabbia per quella barbara colonizzazione del territorio. Albus e Hans erano entrambi seduti in grembo alle rispettive madri, una delle quali, Ginny Potter, stava al contempo cercando di richiamare l’attenzione della propria bambina, così da farla allontanare dal centro della sala, dove avrebbe rischiato di finire spiaccicata dai piedi fatati del bisonte biondo che si ritrovavano come padrone di casa.
Fortunatamente, due agili mani afferrarono la bambina prima che fosse troppo tardi, per poi sollevarla in aria e scuoterla dolcemente. Lily scoppiò in una risatina acuta, mentre Hermione la faceva oscillare sulla propria testa.
Ron Weasley sbucò dalla cucina, con Maya e Billy che gli stavano attaccati alle gambe, un’enorme torta di cioccolato in bella mostra tra le mani.
-Tanti auguri Hermione.- esclamarono in coro –E tanti auguri Billy.
Il volto di Hermione era pura luce, pulito e radioso, talmente bello che Draco ne avrebbe riempito ogni centimetro con un bacio.
Era il 19 settembre, e stavano insieme da sette mesi. Fin lì tutto bene. Era stata un’estate particolare, trascorsa in famiglia per la prima volta nella sua vita, tra viaggi in Irlanda, alla baia di Dingle, e presentazioni ai suoceri babbani (i quali si erano dimostrati ben più amichevoli di quanto fossero stati Lucius e Narcissa), e un campionato del mondo dove tutto, incredibilmente, era filato liscio. Nessuno ci avrebbe scommesso, sapendo che la buona riuscita dell’evento dipendeva anche da Potter e Weasley, coloro che erano famosi in tutto il mondo magico per essere dei portatori cosmici di jella. E invece ogni cosa era andata per il meglio, anzi, Il Regno Unito aveva persino portato a casa la coppa dei vincitori, e Ginny Weasley era stata confermata capocannoniere del mondiale.
Hermione tese la mano a Billy, mentre con l’altra si teneva stretta la piccoletta di casa Potter. Billy l’accolse con entusiasmo, vedendosi cedere il posto davanti alla torta piena di candeline. Maya si intrufolò accanto a lui, e lo stesso fecero James e Albus.
-Fate soffiare Billy.- si raccomandò Ginny –Capito James?
Billy si voltò verso il primogenito dei Potter, vedendolo già esibire un broncio allarmante, gli occhi talmente stretti  e un colorito rossastro sulle guance che era certo come il calar della notte: stava per mettersi a frignare.
-Soffiamo tutti insieme, se vuoi.- propose un po’ incerto.
Hermione gli arruffò affettuosamente i capelli, per poi avvicinarsi a Draco. Lui le passò un braccio intorno alla vita, mentre lei si appoggiava blandamente contro il suo torace, sussurrando qualche parolina all’orecchio di Lily, che del resto sembrava molto interessata dalla contemplazione di Draco.
-Potresti voltarla? Quegli occhi sono troppo grandi, mi mettono a disagio.
-Non essere ridicolo, Malfoy. La bambina ti trova affascinante, dovresti essere lusingato.
-A me basta che sia tu a trovarmi affascinante.- sussurrò lascivamente contro il suo collo –E magari anche sexy, intrigante, forte, virile e...
-Modesto?- domandò divertita.
-Quello non è un pregio.- brontolò.
-Di certo non per il grande e potente Malfoy.- lo scimmiottò.
I bambini spensero le candeline tutti insieme, per poi reclamare un adulto che tagliasse la torta. Draco si era già sporto verso il camino, intenzionato a prendere il campanello per richiamare l’elfo.
-Malfoy.- la voce della sua donna aveva un’inflessione implacabile –Cosa credi di fare, eh?
Le rivolse uno sguardo innocente.
-Vorrei chiamare…
-No.
-Ma almeno taglierà la…
-No.
-Ma non può restarsene senza niente da...
-NO!
-Allora chi taglia la torta?- sbottò indispettito.
-Tu, visto che sei l’unico con le mani libere.- sghignazzò Potter.
-Te lo puoi scordare, non esiste che un Malfoy si abbassi a tale, infimo livello. Non ho mai tagliato qualcosa in vita mia, e di certo non inizierò adesso!
Circa tre minuti più tardi Draco si accinse all’ingrato compito, cercando di ignorare le urla esilarate di Weasley davanti ai subdoli ricatti sessuali che Hermione gli aveva sibilato per indurlo a tagliare quella maledetta torta. I Marmocchi gli sbucarono tra le gambe, feroci come piccole volpi fameliche. Billy ovviamente fu l’unico ad attendere pazientemente il proprio turno.
Si sedettero a mangiare su sedie vicine, con il bambino seduto accanto a un muro dove faceva bella mostra di sé la fotografia di Astoria, rimossa con cura dalla tomba e trasferita nella casa. Draco aveva provveduto a riempire tutte le stanze della villetta con almeno un quadro appositamente incantato per permettere alla sua ex moglie di muoversi in libertà. Persino la sua stanza da letto ospitava un quadro. Ad Astoria non piaceva stare sola, e quando poteva ricercava la compagnia degli abitanti della casa. Ogni notte la trascorreva nella camera di Billy, e quando lui andava a dormire con Draco, anche lei si spostava di quadro.
Poche volte aveva avuto idee geniali come quella. Ne andava profondamente fiero.
-Ti piace la torta?- domandò curiosa. Billy annuì soddisfatto.
-E’ sofficissima.- constatò Draco, beccandosi l’occhiata derisoria di Astoria.
-Te l’avevo detto di tenerla in forno trenta minuti invece di quaranta. Se avessi fatto di testa tua l’avresti fatta esplodere. Menomale c’è Hermione a darmi supporto.
A lui non restò che ingioare il rospo. Dannata Granger, e dannata Astoria! Quelle due messe insieme formavano un duo a dir poco terrificante: la ciliegina sulla torta sarebbe stata data dall’aggiunta di sua madre. A quel punto avrebbe dovuto emigrare in qualche altro paese per ritrovare la pace e la gioia nell’essere l’unico essere di sesso maschile ad abitare una casa.
Aveva appena formulato quel pensiero su sua madre, che all’improvviso il camino del salotto si accese di Metropolvere.
Tutti i presenti si voltarono a guardare, Weasley fu veloce ad acciuffare James per il colletto della camicia appena un attimo prima che si tuffasse tra le fiamme.
L’attimo seguente, Lucius e Narcissa Malfoy uscivano dal caminetto, solo per rendersi conto di essere finiti dritti nel loro personalissimo girone infernale.
Potter stava ancora tenendo la forchetta sollevata a mezz’aria, e il pezzo di torta che aveva infilzato cadde miseramente ai suoi piedi, dove Bastet provvide a fare pulizia.
Weasley si scambiò uno sguardo eloquente con la sorella, come a dire che la festa poteva considerarsi bell’è conclusa.
Hermione invece si limitò a guardarli con diffidenza, la mano saldamente intrecciata a quella di Draco, il quale a momenti avrebbe finito con lo stritolargliela.
Il silenzio imbarazzato fu rotto da Luna.
-Vi stavamo giusto aspettando.- disse con la sua voce remota e sognante –Maya, sai cosa fare, vero?
Maya annuì obbediente, prendendo due piattini con dei pezzi di torta e dirigendosi verso i Malfoy. Ron fu sul punto di agguantare anche lei, evidentemente contrariato all’idea che la sua bambina si avvicinassi a due ex criminali di guerra che non si facevano vedere né sentire da sette mesi.
-Queste sono per voi.- dichiarò, offrendo loro i piattini.
Scese un nuovo, spiacevole silenzio. Lucius e Narcissa fissavano la bambina dai capelli color carota come se fosse stata una strana bestiola dell’aspetto non pervenuto. Maya però, faccia tosta fino in fondo, non perse neanche un grado del sorriso cortese avuto fino ad allora.
Era quasi sul punto di credere che avrebbero semplicemente girato i tacchi e se ne sarebbero tornati a casa, e una parte di lui non si aspettava altro che quello, visto come lo avevano tagliato fuori insieme a Billy per tutto quel tempo, solo perché aveva annunciato loro che pur ricorrendo a maledizioni, fatture o malocchi, niente di ciò che avrebbero fatto sarebbe riuscito a portargli via Hermione.
Lui era felice solo stando con lei. E l’unico modo in cui loro potevano accettare quella felicità senza rovinare la vita a nessuno, era stato sparire.
In fin dei conti, in un certo senso gli avevano dimostrato che per loro la sua felicità era più importante del continuare a frequentarsi assiduamente sapendolo infelice.
Ma Black e Malfoy non conoscevano le mezze misure, per loro esistevano solo il bianco e il nero, sfumature di grigio non erano ammesse nel loro universo preordinato. E di certo, ritrovarsi a una festa con Granger, Weasley, Potter e famiglie al seguito, non rientrava nei loro piani, né tantomeno avrebbe potuto spronarli a una riappacificazione con il loro unico figlio.
Dunque, era quasi sul punto di credere che avrebbero semplicemente girato i tacchi e se ne sarebbero tornati a casa, quando Narcissa, sorprendentemente, allungò una mano verso il piattino che le veniva offerto. Lo prese con mano leggermente tremante.
-Grazie.- mormorò atona. Maya le rivolse un ampio sorriso, quasi si fosse sentita apostrofare con un gaio “Grazie zuccherino adorato”.
Lucius ripeté il gesto della moglie, grugnendo il proprio ringraziamento.
-Siamo passati per il compleanno di nostro nipote.- esordì Narcissa con voce straordinariamente calma –E per rivedere te, Draco.
-Sono felice che siate qui.- rispose con un mezzo sorriso, avanzando verso di loro. quando si trovò di fronte a sua madre, fu sul punto di abbracciarla, ma poi qualcosa lo trattenne. Il senso del pudore, forse, perché sapeva che non le avrebbe fatto piacere dare spettacolo davanti a tutti, soprattutto quando c’erano i Tre dell’Ave Maria, così si limitò a toccarle affettuosamente un braccio. E invece Narcissa azzerò la distanza tra loro, avvolgendolo in un abbraccio stretto e protettivo, tenendolo stretto contro di sé per quelli che gli parvero secoli.
-Ti trovo smagrito, figlio mio.- considerò poi, allontandandolo bruscamente da sé –Granger, spero quantomeno che tu sappia cucinare, visto che non vedo neanche l’ombra di un elfo domestico.
Un sonoro colpo di tosse proveniente dalla zona di Ginny segnalò che quella battuta maschilista non era stata molto gradita.
Hermione si stampò in faccia il sorriso più largo che riuscisse a costruire per amore di Draco, cedendo alla suocera il posto sulla poltrona e glissando addirittura su quell’infelice riferimento agli elfi domestici.
Grazie al cielo, Lucius si limitò a una poderosa stretta di mano, risparmiando a entrambi la vergogna di un altro abbraccio, per poi lasciare che Billy lo guidasse verso una sedia.
-Chi l’avrebbe mai detto?
La voce tersa di Astoria lo fece voltare. La ragazza sembrava positivamente colpita da quel risvolto di situazione.
-Forse persino i tuoi genitori sono più ragionevoli di quanto mi sarei aspettata.
-Sai come sono, i Malfoy non dimenticano.- disse, comunque vagamente compiaciuto da quella fibra morale di ferro tipica della sua famiglia.
-Tu lo hai fatto.- ribatté lei con un ghigno impertinente –Sei cambiato per amore di tuo figlio, e per amore di Hermione.
Draco stornò il proprio sguardo verso Hermione, la quale stava cercando di avviare un titubante discorso con Narcissa –evidentemente si stava servendo della piccola Potter come argomento di conversazione suffcientemente neutro per scansare il pericolo di una lite con la suocera- , e Billy, che invece stava scartando il regalo portatogli da Lucius, con James, Maya e Albus che si tendevano oltre le sue spalle per sbirciare di cosa si trattasse. Poco distanti, Potter e Weasley seguivano la scena con attenzione maniacale, pronti a intervenire non appena Hermione o uno dei pargoli avessero anche solo starnutito.
-Forse loro stanno cercando di cambiare per amor tuo.- suggerì Astoria.
-Va a finire che Potter aveva ragione a dire che l’amore trionfa su tutto.- commentò rassegnato Malfoy, salvo poi ricordarsi di correggere il tiro –Ovviamente Potter non deve sapere che gli ho dato ragione.
-Sarò muta come una tomba.- ribatté l’altra, facendo dell’ottima ironia.
-Draco!- Billy arrivò di gran carriera, tenendo tra le mani una scatola più grossa di lui, di un bel colore sgargiante che gli fece immediatamente capire di cosa si trattasse.
Dolciumi di Mielandia. Lo stesso regalo che suo nonno faceva a lui quando era più piccolo.
Lucius Malfoy, razza di ruffiano...
-Ti cascheranno tutti i denti.- sghignazzò, prendendogli la scatola dalle mani prima che potesse sbilanciarlo e farlo finire in terra a diventare tutt’uno col tappeto, e poggiandosela sulle gambe.
-Ma tu me li farai ricrescere con la magia?- domandò con un sorrisino lungimirante.
-Te lo prometto.- disse solenne.
-Patto col mignolo?
Allungò la manina chiusa a pugno, col solito dito steso verso di lui. Questa volta però, Draco non ebbe dubbi a intrecciarlo di slancio col proprio.
Sorrise: –Patto col mignolo.
La mattina del giorno in cui la vita di Draco Malfoy cambiò per sempre si preannunciò tutt’altro che funesta. Non accadde assolutamente nulla da far sospettare al giovane che di lì a sera gli sarebbe capitata una tragedia. Anzi, una vera e propria catastrofe.
Eppure, guardando suo figlio che gli sorrideva, e l’amore incondizionato con cui lo adorava in silenzio e nei piccoli gesti quotidiani, ringraziò la buona stella di Astoria per avergli donato quella catastrofe.
 
The end


** NOTE FINALI **

Beh, eccoci alla fine anche di questa storia. Ci tengo a fare i saluti e i ringraziamenti a tutti voi che mi avete seguita in questo lungo anno, che mi avete supportata e avete amato Draco, Hermione, ma soprattutto Billy. So che a tratti la storia non rientra esattamente nel genere “commedia”, ma d’altronde è la vita che non può essere sempre tutta una risata. Ad ogni buon conto, il lieto fine era ovviamente immancabile ;)
Grazie a tutti!
  
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