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Autore: Esyld    23/09/2014    1 recensioni
[Salem]
[Salem]Benvenuta nel mio antro di tenebre, piccola anima assetata di peccato.
[Sono l'autrice di questa storia e voglio essere chiara e franca fin da subito. Non sono una satanista o una pazza squilibrata. Racconto la storia dal punto di vista del male ma non per questo ne faccio parte. Spero che vi piaccia e accetto critiche di ogni genere, negative o positive che siano. Buona lettura!]
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Benvenuta nel mio antro di tenebre, piccola anima assetata di peccato.
So che non mi vedi, ma che senti solo il suono della mia soave e lussuriosa voce. I tuoi occhi vedono solo la notte più nera. Ti starai chiedendo chi sono o meglio cosa sono, ma questo non è il momento giusto, lo scoprirai a tempo debito. Ora non preoccuparti di nulla, prendi la mia mano. Ti condurrò io stessa nella città dove tutto ebbe inizio...


Salem. 21 ottobre 1692
L'autunno ha già fatto il suo lavoro, gli alberi sono ormai nudi. I rami assomigliano alle braccia delle anime dell'inferno che cercano di uscire dall'eterno fuoco nero dell'agonia. Gli animali sono ormai al riparo nelle loro tane, pronti ad affrontare il gelido inverno.
La nera notte culla tra le sue fredde braccia gli abitanti di questa misera città; sorgente di dolore, paura e avidità per il potere. Quale posto migliore per far nascere il nuovo sovrano del mondo.
Tutti dormono ormai da qualche ora, nessuno escluso. Ricordati mia piccola anima; il sonno è come la morte, rende deboli e soli,nessuno escluso, neanche per la donna più potente di Salem: Mary Sibley.
La puoi vedere come si agita tra le lenzuola. Sai perchè? Sta rivivendo per l'ennesima volta, esattamente la fatidica notte di sette anni fa...


Il cielo è di un color pece, le stelle insieme alla madre luna sono celate agli occhi. Due giovani donne camminano nella foresta, una dietro l'altra lungo il sentiero tracciato dalle radici degli alberi. La notte è silenziosa, nessun canto di uccello si ode, solo il suono dei ramoscelli e delle secche foglie a terra scricchiolano al passare delle due. Quella in testa, sorregge una fiaccola. La sua pelle è color ambra. Avanza con maestosità, sicura del suo passo. La seconda invece, la segue con incertezza, gli occhi sono pieni di doloranti lacrime, e con la forza di queste, richiama l'attenzione della prima: "Tituba aspetta. Ho cambiato idea, voglio tornare indietro." La ragazza che di giorno era serva ma di notte maestra, si volta al suono di quelle parole e il fuoco crea delle ombre sul suo volto rendendolo ancora più cupo. La sua voce in risposta  non ha sentimento "Quel bambino non può crescere a Salem. George Sibley ha mandato John Alden a morire in guerra. Cosa pensi che farà a te, quando scoprirà che sei in cinta di suo figlio?" Una piccola pausa, sta studiando il volto della sua signora per poi continuare con un po' più di dolcezza: "Non aver paura della foresta, essa si prenderà cura di quella piccola anima e di te".
Continuano a camminare fino ad arrivare ad un vecchio albero di quercia. Tituba aiuta Mary a togliersi il vestito per farla rimanere in sottana e farla sdraiare sul drappo di seta che aveva steso per terra in precedenza. "Tituba, cos'è questo posto?"  "Vuoi sopravvivere? Stai ferma." Mentre la ragazza dalla pelle color ambra, si concentra sul rito cospargendosi le mani di un unguento, la seconda con voce supplichevole cerca di richiamare la sua attenzione "Per favore. E' l'unica cosa che mi rimane di lui" "Silenzio" "No aspetta. Non...non voglio farlo" "Non hai scelta Mary" "Ti prego". Le suppriche sono vane, Tituba raccoglie a se le forze nere che le erano state donate tempo addietro e appoggia l'indice sulla fronte dell'amica per poi scendere lungo il naso e ad accarezzare le labbra, per poi scendere lungo il collo con l'intera mano, tra i seni fino ad arrivare alla pancia. Si ribagna le mani con l'unguento e copre ormai la parte che porta i primi segni di una nuova vita ed esorta Mary "E' quello che vuoi". "Ti prego, no." "Lascialo entrare." La risposta negativa muore nella gola. Solo le lacrime continuano a sgorgare dai suoi occhi i quali non vedono la realtà, ma il volto di John. Sempre più vicino. Che la bacia. Sente il suo profumo, il suo calore, la sua mano che l'accarezza, si sente posseduta dall'amore che prova per quell'uomo. La voce di Tituba le risulta lontana "Adesso diglielo. Dillo. E' quello che vuoi" La risposta arriva nuovamente supplichevole "Si, si..." E a quella concessione il volto di John divenne quello di un mostro. Occhi color sangue, corna lunghe e ricurve. Non è un uomo ma il mio signore nella sua forma terrena: metà uomo e metà capra. In questo istante la pienezza diviene vuoto, il calore freddo, il profumo odore acre, l'amore disperazione e odio. Tutto finì.
Mary Sibley ha appena donato suo figlio all'unico e vero Signore. Ora l'unico suono soave che si può ascoltare è quella del suo pianto di disperazione. Tituba abbraccia la sua padrona "E in cambio tutto il mondo sarà tuo. Tutto il mondo." Parole dette con il cuore ma non sentite nello stesso modo dalla sua signora che ormai oltre ad aver perso il proprio figlio, ha perso anche se stessa.



Mary spalanca i suoi occhi. Si alza di scatto. E' nella sua stanza. Il sudore le imperla la fronte, i capelli nero corvino scompligliati fanno risaltare la pelle candida alla luce della luna. Piano piano il respiro diventa regolare. Si alza dal letto. Si avvicina a un grosso specchio e ciò che vede non è il volto di una donna ma quello di un essere orrendo. Un volto di donna che al posto di una pelle delicata e vellutata ha la corteccia di una vecchia sequoia; gli occhi spenti, labbra sottili quasi inesistenti; solo le lacrime di sangue sono l'unico tocco di colore in quell'immagine scura. Il dolore per le persone che ha perso è ancora più forte in questo ultimo periodo, sopratutto da quando John Alden è tornato da chissà quale posto sconosciuto alla civiltà. E proprio durante questo ultimo pensiero, qualcosa di altrettanto forte incomincia a fiammeggiare sotto le ceneri della distruzione. L'amore di un tempo passato, che sembra così lontano, ora più vivido di prima. A quanto pare anche la donna più potente di Salem, capostipite delle streghe oscure, è debole di fronte a questo sentimento che da tempi immemori, noi essere della notte, cerchiamo di combattere.
Lei stessa è disgustata da ciò che è diventata.Distoglie lo sguardo da quell'immagine, e dopo essersi sistemata i capelli e infilato una vestagia, esce dalla sua stanza. Percorre l'intero corridoio per arrivare fino all'altro capo ed entra in un'altra stanza da letto dove trova un uomo di mezza età, bloccato a letto. Appena la vede, la paura compare sul suo volto. Non può muoversi. Vorrebbe scappare ma è sotto un maleficio.
La voce della donna che una volta era stata supplichevole, ora fredda e glaciale "Buona sera mia adorato sposo." Il volto ormai trasformato dall'odio rappresenta tutto quello che è: una donna potente che deve essere solo temuta. "Spero che tu abbia dormito bene..." Un sorriso tutt'altro che amichevole si dipinge sul volto di Mary Sibley.
 
  
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