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Autore: Idiot_WTF    24/09/2014    0 recensioni
Spinta dalle ambizioni sociali della madre, Emma si è appena iscritta a un prestigioso istituto superiore maschile, da poco aperto anche alle donne, ma non ne è entusiasta. E la scuola non è il peggio: la madre viaggia in mezzo a crisi di nervi, la famiglia sembra sul punto di sgretolarsi e Emma rischia di innamorarsi proprio del ragazzo che più detesta...il complicato mondo degli adolescenti, raccontato con il tono asciutto e ironico di una di loro.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa mattina mia madre non si è alzata dal letto. Il che significa che non ho dovuto sorbirmi uno dei suoi immancabili discorsi pieni di entusiasmo, discorsi che di solito cominciano con la canzone che mamma mette puntualmente ogni mattina alle sei e quarantacinque. Si tratta per lo più di robaccia anni Settanta e Ottanta, da "I Will Survive" fino a una tizia di nome Kate Bush che canta "Don't Give Up". Quando le ho chiesto il perché di quella scelta, risponde che lo ha fatto a caso, ma io so benissimo che è una tecnica subliminale mirata a farmi diventare esattamente come lei. Questa mattina, però, non c'è nessuna canzone. Non c'è uno dei sui soliti consigli su come diventare amica dei ragazzi più interessanti e coraggiosi. Non c'è un elenco delle dodici cose indispensabili per farsi strada in un ambiente ostile. Non c'è nessun messaggio attaccato allo specchio che mi ricordi di affrontare ogni giorno qualcosa che mi fa paura.
C'è soltanto silenzio. 
E per la prima volta dall'inizio di quest'anno vado a scuola con l'unico impegno di arrivare alla fine delle lezioni.


La scuola è il St Sebastian, in centro. È un istituto maschile che, per la prima volta nella sua storia, ha aperto le porte alle ragazze a partire dall'undicesimo anno. La mia vecchia scuola, il St Stella, arriva soltanto fino al decimo anno e la maggior parte delle mie amiche ora frequenta il Pius Senior College. Mia madre, ovviamente, non ha voluto che io mi iscrivessi là perché, secondo lei, le ragazze che escono da quella scuola hanno soltanto limitate opportunità. E lei certo non mi ha messo al mondo e cresciuto per farmi diventare una persona dalle limitate opportunità. Se conosceste mia madre capireste perfettamente l'ironia di tutto questo, visto che lei è la regina delle limitate opportunità nella mia vita. Mio fratello Luca frequenta la quinta al St Sebastian e quindi mia madre ha pensato che a lungo andare sarebbe stato più comodo per tutti che noi due frequentassimo la stessa scuola. Mio padre, naturalmente, era d'accordo, infatti in famiglia è mamma che prende tutte le decisioni. Al St Sebastian siamo in trenta ragazze e, anche se ci terrei a non sembrare la solita adolescente arrabbiata, non posso fare a meno di dire che odio quella vita che, secondo mia madre, attualmente non ho.  Dunque, ecco come stanno le cose. Le ragazze non appartengono al St Sebastian. Noi stiamo bene in scuole in scuole create appositamente per noi o, al limite, in scuole miste, casa che il St Sebastian finge di essere grazie al fatto che ha un bagno per le femmine; il resto della scuola però è totalmente al maschile. E so cosa pensate se siete ragazze. 
"Un sogno che si avvera!" 
Giusto? Cioè, settecentocinquanta ragazzi e trenta ragazze! Ma in realtà è come vivere nella vaschetta dei pesci o come non esistere. E poi, ciliegina sulla torta, ti devi fare nuovi amici dopo aver vissuto per quattro anni in un comodo guscio. Al St Stella arrivavi a scuola e sapevi esattamente qual era il ruolo e lo stile del tuo gruppo, e ti sentivi subito a tuo agio. E questo mi mancava da morire. 
Non si può certo dire che le ragazze qui al St Sebastian, dopo un intero trimestre insieme, abbiano sviluppato uno spirito comunitario. Io per prima non ho esattamente delle amiche, diciamo che sto con alcune ragazze del St stella, ragazze con cui negli ultimi quattro anni avrò scambiato si e no due parole. Justine Kalinsky, per esempio, è arrivata al St Stella in ottava e non ha mai davvero legato con nessuno; suona la fisarmonica. C'è anche Helena Sullivan, che ci usa quando uno dei suoi ragazzi la pianta in asso. In settima, per un trimestre, Helena e io siamo state le due amiche più pazze mai viste a scuola. Ci univa il fatto che entrambe avevamo voglia di scatenarci durante l'intervallo in cortile, mentre le altre sedevano tutte composte in semicerchio come giovani signore ben educate. Passavamo la maggior parte del tempo nelle nostre camere a inventare passi di danza sulle canzoni di Kylie Minougue, e poi li ripetevano nel cortile fino a quando qualcuno non veniva a dirci che stavamo dando spettacolo. Le mie amiche mi hanno accolto nel loro gruppo proprio in quel periodo grazie al cielo, e da allora non ho mai più parlato con Helena Sullivan. Hanno sempre detto che volevano salvarmi da lei, e a me questo è piaciuto. Anche Edith Finke è convinta di riuscire a far nascere un movimento femminile all'interno della scuola, ma quando le altre ragazze la vedono arrivare scappano a gambe levate.
La maggior parte delle studentesse del St Sebastian Vengono dal St Perpetua, un'altra scuola femminile, e non vogliono essere coinvolte da Edith e dalla sua idea del movimento perché sono state abituate a seguire la corrente, consiglio che personalmente ritengo più che valido. Mia madre è un'altra storia. È docente di comunicazione della University of Tecnology di Sydney e i suoi studenti pensano che sia la persona più in gamba mai esistita. Però non tocca a loro sopportare i suoi scatti o la sua totale incapacità di lasciar perdere in una discussione. Se non litiga col tizio che ci passa davanti in banca, allora riprende l'impiegato dei servizi pubblici che è stato scortese al telefono. È andata così tante volte dal direttore del supermercato a lamentarsi del servizio che sicuramente alla porta hanno una nostra foto della nostra famiglia con l'indicazione di non farci mai più entrare. 
Tutti i giorni, quando torno a casa da scuola, mia madre mi chiede se ho fatto qualcosa per la questione dei bagni, o per la scelta delle materie, o per gli sport femminili. Oppure se mi sono fatta nuovi amici, o se c'è qualche ragazzo che mi piace. E tutti i giorni borbotto di no, lei mi guarda con disappunto e dice: <>
E ogni volta non capisco cosa c'entri con l'emancipazione delle ragazze del St Sebastian il fatto di aver indossato stivali e completo pantalone bianco e aver cantato a squarciagola un successo degli Abba, ma in qualche modo mia madre ci vede un nesso. 
Così torno a casa pronta a borbottare il mio solito "no". Pronta allo sguardo, alle lezioni, alle insospettabili analogie e al disappunto.
Ma lei è ancora a letto. 
Luca e io aspettiamo papà sulla perché mia madre non rimane mai a letto, nemmeno se ha la febbre a quaranta. Ma oggi la Mia che tutti conosciamo scompare e diventa qualcuno che non ha niente da dire. 
Qualcuno un po' come me. 

Angolo autrice.
Ciao a tutte, questa è la mia prima Fan Fiction, spero molto che vi piaccia. 
Scusate se fa schifo :') 

Alla prossima.
Sara.

 

  
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